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Di stelle ...

 
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Home >> [Mittalmar] >> Aula delle Arti di Arandor ~ J.R.R. Tolkien ~ >> Di stelle ... Pagina: [1]
ID-Ilquelin
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Di stelle ... - 2005-05-04 16:34:44   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
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Di stelle ..
 
Capita a volte, lungo i percorsi della notte, di ritrovarsi lungo il Verdecammino e di fermarsi a riposare, al fuoco di un bivacco, sulle rive dell’Inondagrigio.
Fra una canzone ed uno scambio di battute, ci si sofferma spesso, così, ad ammirare il cielo stellato di EA; lascio queste note per tutti coloro ai quali, come a me, è capitato di rimanere incantati davanti agli astri della nostra Terra ed a quelli della Terra di Mezzo,..
 
Messaggio #: 1
Di stelle ... - 2005-05-04 16:35:36   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Corrispondenze
 
Leggiucchiando qua e là nella rete ho trovato infatti su Fantasy Magazine un saggio di Beatrice Manganelli e Licia Troisi.
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/96/
Le autrici traggono spunto a loro volta da una conferenza tenuta dalla Dottoressa Kristine Larsen, docente di Fisica e Astronomia presso la Central Connecticut State University, si è dedicata alla raccolta dei riferimenti astronomici presenti nell'opera di Tolkien.
Tolkien ha sempre affermato, anche con una certa enfasi, che la Terra di Mezzo è ricalcata sul modello del nostro mondo e si può quindi tentare di tracciare una corrispondenza tra le costellazioni della Terra di Mezzo e quelle che tutti conosciamo.

 
Fra i tanti passi in cui si parla degli astri, due sono quelli più significativi per tracciare una corrispondenza tra le stelle del nostro mondo e quelle della Terra di Mezzo; il primo, nel Simarillon, è quello del risveglio degli elfi:

”Il destino dei Primogeniti era di giungere nelle tenebre e di vedere, per prima cosa, le stelle.
Varda decise di preparare loro una degna accoglienza: si allontanò dal consiglio dei Valar, vide le tenebre della Terra di Mezzo sotto le innumerevoli stelle, fioche e lontane, e pensò di realizzare la più grande opera mai compiuta dai Valar da quando erano giunti ad Arda.
Raccolse la rugiada di Telpèrion e con essa fabbricò stelle nuove e più lucenti per quando sarebbero arrivati i Primogeniti.

Fabbricò Carnil e Luinil, Nénar e Lumbar, Alkarinquë e Elemmíre e radunò insieme molte delle antiche stelle collocandole come segni nel cielo di Arda: Wilwarin, Telumendil, Soronúmë e Anarríma; e Menelmakar con la sua cintura scintillante e in alto a nord, quasi a sfidare Melkor, pose una corona di sette stelle possenti che formano Valacirca, la Falce dei Valar.
Si narra che mentre Varda era intenta a completare il suo lavoro, quando per la prima volta Menelmakar sorse in cielo e l'azzurro fuoco di Helluin brillò nella nebbia ai confini del mondo, i Primogeniti si svegliarono e i loro occhi scorsero per prima cosa le stelle del cielo.”

Il secondo è invece il passo del Signore degli Anelli in cui gli Hobbit incontrano Gildor Inglorion e i suoi Elfi.
 
"Lontano, alto a est sorse Remmirath e lentamente sopra la foschia sorse il rosso Borgil, luminoso come un gioiello di fuoco. Poi la nebbia venne sollevata come un velo da alcune folate di vento e apparve, sull'orlo del mondo lo Spadaccino del Cielo, Menelvagor con la sua lucente cintura".
 
 

< Modificato da Haisonder -- 2005-05-04 16:40:45 >

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 2
Di stelle ... - 2005-05-04 16:38:10   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Le Costellazioni
 
Di alcune delle costellazioni della Terra di Mezzo è stato possibile trovare la corrispondenza con quelle del nostro mondo, e possiamo così immaginarle .. di altre dobbiamo accontentarci solo del suggestivo nome elfico ..

1.
Wilwarin
(Quenya: Farfalla)
Si tratta di una delle costellazioni create da Varda per accogliere gli Elfi, formata raccogliendo le più luminose tra le stelle più antiche.
E’ identificabile, per la forma ed alcuni riferimenti, con Cassiopea.
 
2.
Soronúmë
(Quenya: Aquila)
Può essere identificata – forse a causa del nome – con l'Aquila, sebbene ci sia da puntualizzare che nei secoli passati anche la vicina costellazione della Lyra veniva chiamata Aquila Cadens .
 
3.
Menelcamar
(Quenya: Spadaccino del Cielo)
Menelvagor
(Sindarin: Spadaccino del Cielo)
E’ chiaramente identificabile con il moderno Orione, il Cacciatore, ed è accompagnato da Helluin, ossia Sirio, la Stella del Cane, la muta che lo segue nella caccia alle Plejadi  
 
4.
Remmirath
Può essere identificata con le Pleiadi, o le Sette Sorelle, è accompagnata dalla rossa Borgil, ossia Aldebaran, l’occhio del Toro, ed è inseguita da Menelmacar .
 
5.
Valacirca
(Quenya: La Falce dei Valar)
Si tratta forse della costellazione tolkieniana forse più famosa, la Valacirca, ovvero l'Orsa Maggiore, la Falce dei Valar, le Sette Farfalle, le Sette Stelle sprizzate dalla forgia di Aulë … tutti nomi usati da Tolkien per la sua costellazione preferita, il Grande Carro.
 
6.
La Corona di Durin.
 
Si tratta del gruppo di sette stelle scolpito sulle porte di Moria.
Tolkien scrive che è visibile persino durante il giorno mentre si riflette nel Mirolago a Moria.
Nella versione letteraria della Compagnia dell'Anello, Gimli, Frodo e Sam si attardano a guardare il suo riflesso prima di abbandonare le Miniere dopo la morte di Gandalf.
Molti hanno identificato la Corona di Durin con l'Orsa Maggiore, il più ovvio gruppo di sette stelle visibile a settentrione. Superficialmente la cosa potrebbe avere un senso dal momento che si tratta di un gruppo di stelle circumpolare e potrebbe, in teoria, essere sempre visibile se uno potesse vedere le stelle anche di giorno, ma la forma non è assolutamente quella rappresentata sul cancello di Moria che, invece potrebbe meglio identificarsi con la costellazione Corona Borealis.

Questo gruppo di stelle ha una qualche rassomiglianza con l'immagine sulla porta (se capovolta) ed è anch'essa composta da sette stelle.

7.
Telumendil
(Quenya: amante dei cieli)
Non identificata
 
8.
Anarríma
(Quenya: lama di sole)
Non identificata

< Modificato da Haisonder -- 2005-05-04 16:42:48 >

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 3
Di stelle ... - 2005-05-04 16:44:35   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
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Stelle
 
Ecco invece le stelle ..
 
1.
Morwinyon
(Q: scintilla del crepuscolo)
Questa stella è stata identificata da Christopher Tolkien con la brillante Gigante Rossa di Arturo o Boote, una delle più luminose del firmamento.

2.
Borgil
(Quenya: Colui che Segue)
Borgil è la stella rossa posta tra Menelcamar e Ranmirath, ossia tra Orione e le Pleiadi, il Cacciatore e le Sette Sorelle.
L’identificazione più ovvia è quella di Aldebaran, l'occhio della costellazione del Toro.

3.

Helluin
Identificata con Sirio nel passo che narra dell'arrivo degli Elfi.
Sirio è una stella bianco-bluastra, la stella più brillante del firmamento.
Sorge con un angolo piuttosto basso se osservato dalle latitudini nordiche. Inoltre segue strettamente il cammino di Orione nel cielo ed è la stella più importante della costellazione dei Cani Minori, la muta da caccia che segue il Cacciatore.
Vi è anche un altro riferimento a Helluin nei lavori di Tolkien – le prime gemme realizzate da Fëanor sono: "bianche e prive di colore, ma esposte alla luce delle stelle brillano di un fuoco blu e bianco più luminoso di Helluin".


4.
Alarinquë
(Quenya: gloriosa)
Viene identificata con il pianeta Giove (sebbene altrove in Quenya Giove venga anche chiamato Silindo)
 
5.
Carnil
(Quenya: stella rossa)
Il pianeta Marte
 
10.
Gil-Estel
(Quenya: Stella della Speranza)
Si tratta del vascello di Earendil:
“Quel vascello era bello e meravigliosamente costruito e fu colmato con una fiamma guizzante, pura e brillante, e Eärendil il Marinaio sedette al timone, scintillante per la polvere delle gemme elfiche e il Silmaril gli fu posto sulla fronte. Lontano viaggiò in quel vascello, spingendosi fino alla vacuità delle stelle ma soprattutto lo si vedeva al mattino o alla sera, splendente durante l'aurora o il tramonto, mentre torna a Valinor dai confini del mondo”
Si narra che quando gli Elfi della Terra di Mezzo videro per la prima volta il vascello di Eärendil sorgere a ovest, lo interpretassero come un segno di speranza e lo chiamarono Gil-Estel ovvero la Stella della Speranza e noi oggi lo chiamiamo Venere.
Venere è la stella più amata dagli Elfi e possiede proprietà speciali come Galadriel spiega a Frodo:
"E tu, Portatore dell'Anello" disse lei, girandosi verso Frodo "Vengo a te per ultimo, tu che ultimo non sei nei miei pensieri. Per te ho preparato questo" continuò sollevando una piccola fiala di cristallo che brillava a ogni movimento, cosicché sembrava che raggi di luce bianca sgorgassero dalla sua mano "in essa è raccolta la luce della stella di Eärendil, catturata dalle acque della mia fontana. Brillerà ancora di più quando la notte ti circonderà. Possa essere per te una luce guida nell'oscurità, quando tutte le altre luci saranno spente".


6.
Ellemmíre
(Quenya: stella-gioiello)
Non identificata
 
7.
Luinil
(Quenya: stella azzurra),
Non identificata
 
8.
Lumbar
(Quenya: casa d'ombra)
Non identificata
 
9.
Nénar
(Quenya: fiamma adamantina).
Non identificata




< Modificato da Haisonder -- 2005-05-04 16:47:29 >

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 4
Di stelle ... - 2005-05-04 23:07:43   
GwendydD


Messaggi: 2993
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: fiiiirenzeeee
Status: offline
non ci avevo mai pensato... molto interessante, grazie!!!


_____________________________



(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 5
Di stelle ... - 2005-05-05 12:05:59   
Kirthalion


Messaggi: 366
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Status: offline
Grandioso Hais.. una ricerca veramente con i fiocchi!
Grazie mille!
quote:

"Lontano, alto a est sorse Remmirath e lentamente sopra la foschia sorse il rosso Borgil, luminoso come un gioiello di fuoco. Poi la nebbia venne sollevata come un velo da alcune folate di vento e apparve, sull'orlo del mondo lo Spadaccino del Cielo, Menelvagor con la sua lucente cintura".

Anche a me sorge lo stesso dubbio che è riportato su Fantasymagazine.
Mentre leggevo il testo ho pensato subito a Betelgeuse.. ma effettivamente può essere anche Aldebaran.. A questo proposito ho trovato una magnifica immagine di questa zona stellare




Per quanto riguarda il dubbio sulla costallazione della corona di Durin .. avevo pensato subito all'Auriga di cui vi riporto una immagine. Sembra seguire lo stesso andamento del disegno di Tolkien. Il problema è che per queste cose la fantasia può sbizzarrirsi all'inverosimile..




Allegato (2)

< Modificato da Kirthalion -- 2005-05-05 12:16:02 >



_____________________________



(Risposta a GwendydD)
Messaggio #: 6
Di stelle ... - 2005-05-06 15:04:54   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Ecco, qui di seguito, alcune delle costellazioni della Terra di Mezzo ..

Wilwarin
(Cassiopea)



Valacirca
(Orsa Maggiore)



Menelcamar
(Orione)






Allegato (1)

(Risposta a Kirthalion)
Messaggio #: 7
Di stelle ... - 2005-05-06 16:12:30   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Ehm..posso dire qualcosa in proposito?...Consentitemi

ELEN SILA LUMENN'OMENTIELMO
(Una stella brilla sull'ora del nostro incontro)


Cos'è una stella? Materia incandescente
Dai numeri costretta ad orbitare
Tra il vuoto e i freddi reggimenti
Ove muoion gli atomi ad ogni istante.


La poesia da cui sono tratti questi versi, Mitopoeia – La creazione mitica, venne composta da Tolkien sulla scia del ricordo di una discussione, con il suo amico Clive Staples Lewis, sulla natura e lo scopo del mito in un'epoca come la nostra, in cui le verità scientifiche molto hanno tolto del senso di mistero insito in ogni aspetto del creato.
Lewis chiedeva proprio che senso potessero avere il mito e, ancor più significativamente, la religione nel mondo contemporaneo e Tolkien pronunciò un discorso tale da portare il suo amico a rivedere le proprie concezioni fino al punto di convertirsi al cristianesimo.
Tolkien affermò che, se è vera l'importanza della ricerca scientifica, è però altrettanto urgente riappropriarsi dello sguardo meravigliato di fronte alla natura, nella ricerca non solo del come ma anche del perché delle cose, della scintilla divina, in altre parole, che queste portano nascoste nel loro intimo. Lo sguardo scientifico avulso dalla meraviglia è, per Tolkien, rischioso perché causa di progresso esclusivamente materialista, la cui conseguenza è la caduta nell'abisso spalancato sulla Corona di Ferro del potere del male.
Una stella perciò è per lui non solo un globo di materia incandescente ma è anche portatrice della bellezza, della scintilla d'amore che il Creatore ha posto nascondendola nel Creato.
Allora “la Natura è senza dubbio uno studio per tutta la vita, o per l'eternità (per quanti sono dotati a sufficienza), ma c'è una parte dell'uomo che non è «natura» e che quindi non è obbligata a studiarla e, di fatto, è del tutto insoddisfatta da essa
Il mito opera quindi su questo aspetto peculiare dello spirito umano, andando oltre la spiegazione scientifica e la pura materia e “il narratore, che si concede di <<essere libero>> nei confronti della Natura, può esserne l'amante, non lo schiavo, riscoprendone la meraviglia, trovando che un modernissimo manufatto scientifico nella sua temporaneità è sicuramente “meno ispiratore della leggendaria volta del cielo
Tolkien era sicuramente impressionato dall'astronomia ma in arte è interessato molto di più alla contemplazione della loro bellezza e alla domanda sul perché della loro esistenza che non alle spiegazioni scientifiche sulla materia di cui sono composte e sulle leggi fisiche che ne governano vita e movimenti.

Le stelle non scorge chi prima non le vede
di vivo argento d'improvviso esplose
come fior di fiamma sotto canto antico,
il cui sol eco ogni spartito
da allora insegue. Non vede il firmamento
chi non scorge la tenda ingioiellata,
di mito intessuta, dagli elfi cantata,
la terra non scorge chi non vede un grembo

L'amore per la natura, cioè, non può essere scientismo materialista, ma richiede lo sguardo stupito di chi ammira le bellezze del creato.
Tolkien uomo resta sempre affascinato dalla bellezza della natura e, proprio per la sua libertà dal naturalismo verista in arte, il suo amore prende la via dell'interpretazione mitica della cosmologia.
In questo senso Tolkien può essere definito astrofilo, perché innamorato della bellezza degli astri, individuando in essi anche la mano di Colui che li ha creati. Non vi è nessuna venerazione delle stelle, perché le sente creature. Non appare mai l'astrologia, perché realista di fronte alla libertà umana e fiducioso nell'opera provvidenziale del Creatore di tutto.
Gli astri non dominano mai il destino, ma sono piuttosto indizi e segni radiosi del misterioso agire di Dio, dell'amore di Questi che ha creato una meraviglia enorme perché l'uomo le contemplasse.

Nella cosmogonia mitologica tolkieniana il Creatore intona una melodia e invita le sue creature angeliche, i Valar, a prendere parte alla realizzazione della musica, cioè alla forgiatura dell'universo. Tolkien quindi identifica anche nella sub-creazione letteraria, che stacca dalla parafrasi biblica mantenendovi però una robusta fedeltà all'essenza del cristianesimo, un'Origo divina al creato, percependo fino in fondo la limitatezza di ogni ricerca scientifica separata dalla necessità propriamente umana di indagare il senso ultimo di tutte le cose.
Nella mitologia della Terra di Mezzo il Creatore assume il nome di Eru o Iluvatar ed è il principio di tutto, l'Unico che crea, i Valar come tutto l'universo. Ma i Valar sono da Lui invitati a partecipare alle fasi successive della creazione.
Fra di essi sommamente importante è Varda assieme al suo sposo, Manwe. Varda è detta l'Accenditrice (Tintalle), la Regina delle Stelle (Elbereth, Elentari).
In ere dimenticate, quando Arda, la terra, era ancora incompiuta, Varda aveva posto nel cielo le prime stelle ad illuminarla di un perenne crepuscolo, poiché sole e luna ancora non esistevano, mentre le terre dei Valar, appartate dalla Terra di Mezzo da mari separanti, conoscevano l'alternarsi del giorno e della notte nella luce dei due alberi Laurelin e Telperion. Essi vennero formati dagli stessi Valar, con il fulgore delle due differenti lampade d'argento e d'oro, il cui riverbero venne in odio a Melkor, che le distrusse. Così fece poi anche con i due alberi, con la complicità del ragno Ungoliant, divoratrice di luce e genitrice, oltre che della stirpe maligna di Shelob, di tenebre, perché le sue opere non divenissero visibili.
Quando Varda creò le stelle, dunque, le pose in Ilmen, nel cielo.
Ma nei Racconti Ritrovati Tolkien, che man mano ridusse di molto le spiegazioni fino alla epicità asciutta del Silmarillion, pubblicato postumo, ci fornisce una versione più ampia sulla sua cosmologia mitologica. Esiste, come continuerà poi ad esistere, il Grande Oceano, senza maree e freddo, Vai, che, come le acque circondanti della Genesi, avvolge tutto.
All'interno di Vai sono le tre Arie, Vaitya, scura e lenta, che circonda il mondo, Ilwe, l'intermedia, dove brillano le stelle, e Vilna, la più prossima alla terra, dominio di nubi e venti. Sembra che il sole e la luna, come poi verranno immaginati da Tolkien, corrano in quest'ultimo strato.
I Valar non conoscono né tempi né modi del risveglio dei Figli Primogeniti di Iluvatar, ma sanno che nell'oscurità della Terra di Mezzo agisce la malizia di Melkor e ne sono preoccupati. Temono che al loro risveglio sotto la tenue luce del firmamento siano da Melkor ingannati, non riferendosi più all'intercessione di Varda nel momento del bisogno. Per questo intervengono, così che l'inno di fiducia degli Elfi possa tramandarsi anche a due piccoli Hobbit, Frodo e Sam, nel momento in cui l'oscurità sembra impenetrabile. Sam, allora, come Frodo altrove, in una lingua a lui ignota, nelle tenebre della terra del Ragno Shelob, grida, come un cristiano griderebbe per l'intercessione di un santo:

“A Elbereth Gilthoniel
o menel palan-diriel
le nallon si di ‘nguruthos!
A tiro nin, Fanuilos!

“O Elbereth accenditrice delle stelle / che dal cielo guardi lontano / io ti invoco ora dall'oscurità (della paura) della morte! / Guarda verso di me, o Semprebianca!
Perché la tenebra non avesse il sopravvento, Varda stessa fabbricò stelle ancora più splendenti: “Carnil e Luinil, Nénar e Lumbar, Alcarinque ed Elemmire essa fabbricò in quel tempo, e molte altre delle antiche stelle radunò assieme e le collocò a guisa di segni nei cieli di Arda: Wilwarin, Telumendil, Soronume e Anarrima; e Menelmacar con la sua cintura scintillante, che preannuncia l'Ultima Battaglia alla fine dei giorni. E alta al nord, come una sfida a Melkor, sospese la corona di sette possenti stelle che formano Valacirca, la falce dei Valar, e sono segno di destino.
Si vuole che, proprio mentre Varda terminava le sue fatiche, ed esse furono lunghe, quando per la prima volta Menelmacar salì nel cielo e il fuoco azzurro di Helluin baluginò nelle brume sopra i confini del mondo, in quell'ora appunto si destarono i Figli della Terra, i Primogeniti di Iluvatar. Presso il lago di Cuivienen, illuminato appena dalle stelle, il cui nome significa Acqua del Risveglio, si riscossero dal sonno di Iluvatar; e mentre se ne stavano ancora silenziosi sulla riva, i loro occhi scorsero per prima cosa le stelle del cielo. Perciò essi hanno sempre amato il lume delle stelle, onorando Varda Elentari più di tutti i Valar.

Secondo la lingua che Tolkien inventò come antenata di altre lingue elfiche e umane, ” Ele !”, guarda!, fu la prima parola che gli Elfi pronunciarono, quando al loro risveglio nella Terra di Mezzo, presso le acque di Cuivienen, contemplarono lo spettacolo stupendo del firmamento. Ed el , elen , stella, è la radice del nome stesso degli Elfi, chiamati Eldar nella loro lingua da Orome, un altro Vala, cioè “coloro che sono delle stelle”. Il loro saluto, che Frodo conosce e divide con l'elfo Gildor, è “ elen sila lumenn'omentielvo ”, una stella brilla sull'ora del nostro incontro.
Nella mitologia tolkieniana, quindi, le stelle sono segno del Cielo nel cielo.
Menelmacar, è segno che ci sarà una fine per i giorni della Terra, un Combattimento Ultimo che marcherà la sconfitta definitiva del male. Così è anche per Valacirca. Wilwarin, in elfico farfalla, ha la forma di una M, e ciò, unito al fatto che questo splendido insetto nella simbologia medievale, pane quotidiano nel lavoro del Tolkien filologo, era segno dell'anima salvata, ricorda anche la figura di Maria madre della Chiesa.
Negli studi linguistici preparatori di Tolkien è possibile rintracciare la corrispondenza dei nomi elfici con astri e costellazioni reali.
Come appare facilmente, Menelmacar è Orione, Valacirca l'Orsa Maggiore e Wilwarin Cassiopea.
Più difficile è l'interpretazione di Soronume, che da thoron potrebbe significare Aquila. Anche questo animale, nella simbologia tradizionale, era segno dello spirito che salva al di sopra delle vette e nelle opere stesse di Tolkien compaiono come compagne di Manwe e come soccorritrici insperate nel momento della disfatta inevitabile di fronte a nemici più forti, come nello Hobbit e nel Signore degli Anelli.
Ancora difficile è la corrispondenza per Telumendil, che, sempre secondo l'elfico, potrebbe significare “centro della volta”, e quindi l'Orsa Minore, cui appartiene l'attuale centro ottico della rotazione della volta celeste, vale a dire la Polare.
Sicure sono invece le corrispondenze di Carnil (rosso) con Marte, Elemmire (astro-gioiello) con Mercurio, Lumbar (il nebuloso) con Saturno e Alcarinque (lo splendente) con Giove.
Luinil (l'azzurro) o altrove Luinar, secondo quello che suggerisce il figlio di Tolkien, Christopher, sarebbe probabilmente da identificarsi con Helluin, altrove Nielluin, cioè chiaramente Sirio. Quest'astro è, infatti, collegato da Tolkien alla vicina costellazione di Menelmacar-Orione. Helluin è memoria di Ingil. Figlio del Vala Inwe, che, sotto forma di una grande ape recante miele di fiamma, seguì Telimektar (altro nome per Menelmacar, detto anche Menelvagor) figlio del Vala Tulkas, quando i Valar muovevano guerra a Melkor. In effetti Sirio appare subito al di sotto dei piedi di Orione. Nel Signore degli Anelli compare anche Borgil, la rossa Betelgeuse: “Alta a oriente si ergeva Remmirath, la Rete di Stelle, e dalla nebbia, solenne, maestosa, si innalzò la rossa Borgil, incandescente come un gioiello di fuoco. Improvvisamente un leggero colpo di vento spazzò via la nebbia come fosse un velo, e Menelvagor, lo Spadaccino del Cielo, apparve in tutto lo splendore della sua cinta scintillante, mentre sorgeva all'orizzonte della terra. Era notte inoltrata, un giorno della fine di settembre. Remmirath, le Pleiadi, sono già alte sull'Est quando sorge Betelgeuse, portando con sé Orione, costellazione che inizia a farsi vedere a notte fonda durante l'autunno.
Un'altra stella importante nella prima cosmologia tolkieniana dei Racconti Ritrovati è Morwinyon, cioè Arturo, che viene stranamente sempre concepita misticamente immobile ad Ovest. La traduzione dall'elfico del nome è Luccichio nell'oscurità e Tolkien sembra perciò ancora una volta rappresentare nell'astro la speranza che è la luce che attraversa le tenebre, lo Spirito che penetra e illumina l'oscurità del male, come un faro è la sicurezza per i naviganti nella notte.
In seguito, nel Silmarillion, l'astro che indicherà la speranza verrà identificato con Earendil, fra i primi personaggi della creazione mitologica tolkieniana. Per uno di quei casi particolari per cui Tolkien ha tratto ispirazione dall'eufonia di una parola, Earendel, nome anglosassone, divenne figura centrale in molti racconti.
In una lettera risalente circa all'Agosto 1967, Tolkien stesso descrive i legami che corrono fra Earendel e la sua rivisitazione elfica in Earendil.
Earendel, infatti, era una stella legata verosimilmente ai miti germanici del cielo. All'epoca della penetrazione anglosassone in Inghilterra il nome venne associato a Venere, astro che preannuncia l'alba. Così nelle Blickling Homilies se nìwa éorendel (il nuovo earendel) è riferito a San Giovanni Battista, mentre in Christ si canta éala! éarendel engla beorhtast ofer middangeard monnum sended , cioè “salve, Earendel, il più luminoso degli angeli inviato sopra la terra per gli uomini”. Un astro che è angelo, dal greco messaggero, quindi, latore di un messaggio di speranza per chi lo contempla.
Tolkien continua: “Prima del 1914 scrissi una poesia su Earendel che fa salpare la sua nave come una lucente scintilla dai porti del sole. L'ho adottato nella mia mitologia – in cui è diventato personaggio principale come marinaio e come stella annunciatrice, e simbolo di speranza per gli uomini. Aiya Earendil Elenion Ancalima, «salute Earendil, la più brillante fra le stelle» deriva da éala Earendel engla beorhtast.
Nella mitologia tolkieniana Earendil è un Mezzelfo, nato cioè dall'unione fra Elfi e Uomini, che dopo varie vicissitudini trova l'ardire di veleggiare con Elwing sua moglie sulla nave Vingilot verso Aman, la terra dei Valar interdetta ai mortali e in quel tempo anche agli Elfi Esiliati, per impetrare aiuto contro la malvagità di Melkor, proprio nel momento in cui questi sembrava poter ottenere la vittoria definitiva nella Terra di Mezzo.
Portando con sé uno dei tre Silmaril, i gioielli che, per la brama di possesso che suscitarono in Feanor, loro forgiatore, e nella stirpe di lui, avevano causato l'esilio degli Elfi, Earendil gettò l'ancora a Valinor, trovandola vuota.
Dopo aver chiamato ripetutamente, senza ottenere risposta, Earendil si accinge a tornare sui suoi passi. Proprio in quel momento si sente chiamare: “Salute, Earendil, il più famoso di tutti i marinai, l'atteso che giunge inaspettatamente, il desiderato che arriva al di là di ogni speranza! Earendil, portatore di luce più antica del Sole e della Luna! Splendore dei Figli della Terra, stella nelle tenebre, gemma del tramonto, radianza nel mattino!
I Valar invitano così Earendil perché presenti le sue richieste ed esaudiscono poi la sua preghiera. Ma, restando valido sia il decreto sulla sorte dei Mezzelfi (cioè scegliere se restare con gli Elfi, immortali, o con gli Uomini, diventando longevi ma mortali), sia il bando degli Elfi da Valinor, questa fu la sentenza di Manwe: “Il pericolo da lui affrontato per amore delle Due Stirpi non ricadrà su Earendil né su Elwing sua moglie, che a sua volta l'ha affrontato per amore di lui; ma essi non s'aggireranno più tra Elfi e Uomini delle Terre Esterne.
Earendil ed Elwing scelsero di seguire la sorte degli Elfi, mentre i loro compagni restati sulle navi vennero mandati indietro. Ma i Valar “trattennero però Vingilot, che consacrarono e portarono, attraverso Valinor, al limite estremo del mondo, dove il vascello passò di là dalla Porta della Notte e fu portato su, negli oceani del cielo. Ora, quel vascello era bellamente e meravigliosamente costruito, ed era colmo di una fiamma guizzante, pura e lucente; ed Earendil il Marinaio sedeva al timone, scintillante della polvere di gemme elfiche, il Silmaril sulla fronte. Lungi viaggiava a bordo di quella nave, spingendosi perfino nelle vacuità prive di stelle; ma soprattutto lo si vedeva al mattino e alla sera, splendente all'aurora e al tramonto, quando tornava in Valinor da viaggi al di là dai confini del mondo.
“Ora accadde che, quando per la prima volta Vingilot fu inviata a solcare i mari del cielo, si levò inaspettatamente, scintillante e lucente; e da lungi la scorsero le genti della Terra di Mezzo che la interpretarono come un segno, sicché la chiamarono Gil-Estel, Stella dell'Alta Speranza .
Lo stesso Sam, ere più tardi, fu consolato dalla visione di Earendil, luminosa sopra le tenebre della terra di Mordor. “E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un'alta vetta, vide una stella bianca scintillare all'improvviso. Lo splendore gli penetrò nell'anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l'Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi era eterna luce e splendida bellezza.
Dopo che Earendil partì nel cielo, i Valar scesero in guerra contro Morgoth e “lo scaraventarono, attraverso la Porta della Notte, nel Vuoto Atemporale; e scolte vigilano eternamente su quelle mura, ed Earendil non perde di vista i contrafforti del cielo. Pure le menzogne che Melkor, il possente e maledetto, Morgoth Bauglir, la Potenza di Terrore e di Odio, aveva seminato nei cuori di Elfi e Uomini, è una pianta che non muore né può essere svelta, e che anzi di continuo rispunta e darà tenebrosi frutti fino agli ultimissimi giorni.
La presenza di Earendil nel cielo è quindi sempre un annuncio di speranza nelle alterne sorti delle vicende umane, nella lotta contro il male esterno e interno all'uomo stesso, seguitando il compito dell'antica Earendel-San Giovanni, luce che annunciava la venuta di Cristo, speranza dell'umanità, e il suo ritorno alla fine dei tempi, quando vi sarà la lotta finale.
Nel Signore degli Anelli la storia di Earendil viene narrata in versi da Bilbo, nella Sala del Fuoco di Rivendell, luogo privilegiato per la conservazione della saggezza antica, il cui signore è Elrond (in elfico Volta Stellata), figlio dello stesso Grande Marinaio.
Il gemello di Elrond, Elros (Schiuma di Stelle, anche se Tolkien gioca spesso con l'ambivalenza di El, “stella” ed “elfo”), fu capostipite dei Re di Numenor, sorta di Atlantide rivisitata, da cui Elendil (Amante delle Stelle) con i suoi figli Isildur (Amante della Luna) e Anarion (Figlio del Sole) e poi lo stesso Aragorn discesero. Da notare che nel vessillo di Aragorn e incise su Anduril compaiono le sette stelle di Valacirca, l'Orsa Maggiore. Un'antica credenza celtica associava l'Orsa Maggiore ad Artù, il cui nome gallese (la cui lingua affascinava Tolkien !) deriverebbe daarth, orso, e uthyr, luminoso. Per questo motivo in Galles, Cornovaglia e Inghilterra l'Orsa Maggiore era chiamata fino in tempi recenti Arthur's Wain, il Carro di Arturo. In Irlanda il Carro diventa di David, King's David Chariot, un antico Re dell'isola. Tradizione che si perpetua in qualche modo nella presenza del Grande Carro (o Orsa Maggiore) nei vessilli dei Re di Gondor.
E fra i Re di Numenor, detta anche Elenna, Terra della Stella (poiché Earendil splendette come guida per l'attraversamento del Mare da parte degli Uomini che, per fedeltà ai Valar nelle lotte contro Morgoth, vennero premiati con questa splendida isola, prossima a Valinor) Tar Meneldur, cioè il “Re Astrofilo”, per amore dell'osservazione del cielo si costruì una torre lontano dalle città, nel Forostar, a nord dell'isola, per poter meglio seguire, nell'aria più limpida, i movimenti dei luminari nel firmamento.Da notare che Tolkien non accenna mai allo scrutare gli astri per ottenerne previsioni per il futuro, se non nelle allusioni che fa per Saruman, che è corrotto dalla sua stessa superbia.
Arwen, figlia di Elrond e sposa di Aragorn, viene chiamata Undomiel, Stella del Vespro del suo popolo che, nel momento storico narrato nel Signore degli Anelli, ha come perso la speranza, poiché cosciente che la propria epoca è finita, essendo legata agli anelli elfici, il cui potere di conservazione delle cose belle nella Terra di Mezzo verrà a deperire quando l'Unico Anello, con cui dividono la sapienza da cui hanno origine, verrà ad essere distrutto.
Arwen viene ad essere segno di speranza come Earendil, nel senso che la sua scelta libera e responsabile di seguire Aragorn è la luce che attraversa l'oscurità dell'incertezza e della morte. E' stella in quanto in lei brilla la luce dell'amore che spezza le catene della morte e dell'egoismo personale, e questa luce, nata dalla libera responsabilità, illumina anche gli altri, tanto che Frodo sarà salvato e curato all'Ovest proprio in virtù della scelta di Arwen.

Ma la storia del Signore degli Anelli e parte di quella del Silmarillion si svolgono in un tempo non più di esclusivo e perenne crepuscolo, ma in una Terra di Mezzo illuminata dalla luce di Sole e Luna. In precedenza solo le terre dei Valar erano illuminate dal chiarore diurno della fioritura di Laurelin e notturno di quella di Telperion, i due alberi di Valinor. Da essi e dal primo alternarsi regolare delle loro fioriture avvenne il primo calcolo del tempo, l'Ora Iniziale. Ma l'odio di Melkor distrusse le due piante luminose e allora i Valar raccolsero in recipienti la radianza degli ultimi frutti dei due alberi morenti, cosicché Varda ne potesse creare dei “luminari del cielo tali da eclissare le antiche stelle, essendo più vicini ad Arda; e Varda conferì loro il potere di attraversare le regioni inferiori di Ilmen, e li impulse a correre lungo precisi itinerari, sopra la cintura della Terra, da Occidente a Oriente, per poi tornare
La luce viene aumentata perché possa quindi svelare ed ostacolare ancora di più la malvagità di Melkor, nell'oscurità crepuscolare della Terra di Mezzo, in cui già erano gli Elfi e nella quale stavano per venire al Mondo i Figli Secondogeniti e prediletti di Iluvatar, gli Uomini.
Dall'opera di Varda ebbero allora inizio Isil, la Luna , e Anar, il Sole. Isil serba memoria degli Elfi, mentre il Sole è segno del sorgere degli Uomini.
Isil fu creata per prima, risvegliando il Mondo e sbigottendo Morgoth. Il vascello che la conduceva nel cielo era guidato da Tilion, un Maiar, cioè una potenza angelica inferiore.
Anar venne forgiato successivamente e la sua prima aurora gettò nel panico Morgoth, che si sprofondò negli antri più oscuri del suo regno Il Sole venne trascinato dalla Maiar Arien, spirito luminoso di fiamma.
L'alternarsi dei due nel cielo ebbe momenti di esperimenti e cambiamenti, poiché alla costanza di Arien si opponeva la volubilità di Tilion, che cercava sempre di raggiungerla. Nonostante l'ordine posto da Varda, Tilion restò sempre incostante, perennemente attratto da Arien, “sicché sovente accade che entrambi siano visti insieme sopra la Terra , e che a volte egli tanto le si accosti, che la sua ombra ne esclude la luce, e nel bel mezzo del giorno succeda la tenebra. Avvengono così le eclissi di sole.
Morgoth tenterà di insidiare i due vascelli, ma troppo forte è il calore di Arien perché possa sopportarla.

Dappertutto, come si intuisce, traspare come la mitologia cosmologica di Tolkien nasca da una immaginazione potente in unione alla profonda eco dei miti antichi, sia mediterranei che del nord europeo. In più, e questo viene troppo spesso trascurato in virtù di interessi ideologici personali, vi si unisce la profonda significanza che gli astri assumevano nel linguaggio poetico cristiano medievale, soprattutto anglosassone, che amava il kenning e l'immagine visiva non come metafore (cioè traslati di realtà del momento) ma come simboli (cioè come segni indicatori di una realtà eterna).
 
 
Ho detto troppo?..scusatemi..

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 8
Di stelle ... - 2005-05-06 18:18:30   
Aredhel


Messaggi: 1485
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-23
Da: Nan Elmoth
Status: offline
Non credevo venissero compiuti studi così dettagliati sulle opere di Tolkien da spaziare addirittura nel campo astronomico!
E' qualcosa di sorprendente! Grazie per aver condiviso quest'interessante argomento..
Mi piacerebbe solo saperne un po' di più di stelle e costellazioni per comprendere meglio..


_____________________________



(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 9
Di stelle ... - 2005-05-06 18:30:37   
Gilgwath


Messaggi: 1857
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-26
Da: Ticinum Papia
Status: offline
quote:

ORIGINAL: Aredhel
Mi piacerebbe solo saperne un po' di più di stelle e costellazioni per comprendere meglio..

Costellazione: raggruppamento apparente di stelle fisse sulla volta celeste
Ora comprendi meglio Are? :-P
Oggi mi sento umorista ighighigh


_____________________________



Gilgwath

(Risposta a Aredhel)
Messaggio #: 10
Di stelle ... - 2005-05-06 22:30:04   
GwendydD


Messaggi: 2993
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: fiiiirenzeeee
Status: offline
wow, grazie gilraen!
non ti preoccupare, non è mai troppo!


_____________________________



(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 11
Di stelle ... - 2005-05-09 16:16:09   
Veon


Messaggi: 316
Primo ingresso in Numenor: 2004-05-03
Da: Doriath
Status: offline
Tutto questo è molto mistico! Non l'avevo mai letto e siccoe le stelle mi piacciono tanto, mi sono proprio divertito a leggere tutte le vostre righe ^_^


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ho trovato

(Risposta a GwendydD)
Messaggio #: 12
Di stelle ... - 2005-07-22 20:26:23   
Finrod


Messaggi: 171
Primo ingresso in Numenor: 2005-07-19
Status: offline
Bellissimo. Ma su quelle non collegate a nessuno viene un'idea?Tipo chessò, Telumendil (Quenya: amante dei cieli) Non potrebbe essere Andromeda? Non la galassia, ma la costellazione. Voi che dite?


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 13
Di stelle ... - 2005-07-26 15:47:33   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
quote:

Telumendil (Quenya: amante dei cieli)
Non potrebbe essere Andromeda?

Potrebbe essere .. 
Riflettendoci ancora su ho pensato che sarebbe interessante conoscere i nomi che gli antichi popoli nordici davano alle costellazioni e le leggende che ad esse erano legate ..
Tolkien sicuramente conosceva questi miti, e non è da escludere che il nome elfico non sia altro che la descrizione, poetica, di una costellazione legata ad un mito scandinavo.

(Risposta a Finrod)
Messaggio #: 14
Di stelle ... - 2005-07-31 8:56:31   
Finrod


Messaggi: 171
Primo ingresso in Numenor: 2005-07-19
Status: offline
Non so, forse più che scandinavo avrebbe ricercato nei testi qualcosa delle popolazioni antiche dell'isola inglese.


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 15
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