Taym
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Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
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Nobili Ilquelin, condivido qualche idea con voi. Se fossi un intellettuale, o meglio - essendo tutti intellettuali in quanto dotati di intelletto -, se volessi apparire intellettuale al mondo, nella sua più volgare accezione di essere umano che si occupa di cose poco concrete (e vili?!) e molto cerebrali, vi direi che nel caso desideraste ristrutturare casa vostra fareste bene a leggere Le Metamorfosi di Kafka. Non lo faccio perchè piuttosto che fare l"intellettuale" preferirei fare il disoccupato, ma vero restra che se desiderate ristrutturare casa vostra vi troverete di fronte ad una scelta: 1. violare la legge 2. sentirvi un po' come Joseph K. Joseph K. è il protagonista del romanzo di Kafka che ho citato sopra, per chi, intellettualissimo come ogni essere umano e non meritevole di alcun disprezzo, non lo avesse letto. La storia è triste e deprimente, sebbene ben scritta, e vede il buon Joseph tramutarsi in scarafaggio e, ciò che ci interessa in questa sede, essere vittima di una burocrazia insensata e impersonale, oltre che potente e invasiva. E' un racconto in cui uno dei personaggi (non?) protagonisti, è la burocrazia statale dell'est europa, da cui quella italiana deve aver tratto ispirazione nel corso di un intero secolo. Visto il tema, avrei dedicato il tempo a letture diverse, ma ai tempi del liceo alcune scelte erano imposte. Da allora, mi sento un po' Joseph K. ogni volta che incontro l'Amministrazione Pubblica. Ho scelto la strada 2, e come la pillola rossa di Neo non è stato per niente facile. Ecco, vedete? Ho citato Matrix. Il punto è che noi trentennni (so che ce ne sono molti qui :D) siamo una generazione su cui grava un gap generazionale sconfinato. Cresciuti a fantascienza, con l'imprinting politico da "edonismo reganiano", istruiti all'efficienza e al servizio al consumatore, fiduciosi - che lo ammettiamo o meno - nella tecnologia e nel suo costante, tangibile, sviluppo - ma ci pensate che fino a pochi anni fa non sapevamo cosa fosse Internet?! - ci scontriamo poi, giovani adulti, con la Pubblica Amministrazione, che solo minimamente incontra le nostre naturali aspettative. Sapete, io sono dell'avviso che la pubblica amministrazione abbia imboccato un varco temporale nel 1950, e, inconsapevole tutto ciò che ha nutrito la nostra mente e il nostro spirito, è giunta fin qui per "accoglierci", alieni, nelle sue braccia fatte di lamiera tagliente e bulloni, farraginose, sbuffanti, goffe e inutili. Già è difficile, per una generazione di eterni bambini (non so voi, ma io mi sento così :D) "abbattere due tramezzi e costruirne un'altro" - una frase che a me suona intonanta al tono di voce dei miei genitori o dei miei nonni, sebbene sia quello che sto facendo io -, figurarsi quando lo si fa "in regola", se le regole vengono da un altro secolo. Tutto il senso del mio messaggio, lo stupore distaccato che mi anima in questo momento, si riassume in una domanda: sapevate che se cambiate qualcosa dentro casa vostra, in assenza assoluta di impatto su alcun altro essere vivente, dovete comunicarlo all'Amministrazione Pubblica? Si, dico, nella mia proprietà. Nella mia intimità. Sporto un muro da qui a qui in casa mia. Non è portante. Non sono tenuto a dirlo ai condomini, giustamente. Ma... lo devo dire al Comune di Roma?! Cosa non capisco? Sono così tante e profonde le incongruenze in questo semplice fatto che mi resta difficile organizzarle ed esporvele. E mi chiedo: cosa è la proprietà privata? Ho sempre creduto di avere le idee ben chiare al riguardo, nonchè una formazione accademica "ufficiale" (che significa poi?), e che anche in Italia valesse il principio che l'amministrazione pubblica entrasse in gioco nelle "cose pubbliche", non certo nelle cose di casa mia. Ma forse... ho una sbagliata definizione di "proprietà privata"? Senza alcuna esagerazione, perchè allora non esigere l'approvazione governativa per spostare una poltrona dalla sala al salotto? E se metto il PC in camera da letto? A chi devo comunicarlo? In essenza... perchè? A chi giova? A cosa serve? Che vantaggi porta? Se ancora non vi sentite alieni sulla Terra come me, ascoltate questa. Nella piantina di casa che ho dovuto allegare alla domanda di modifica della mia proprietà , ho dovuto indicare l'uso di una stanza in particolare, perchè "troppo piccola". L'uso che mi è stato chiesto di indicare è "servizi" anzichè "camera da letto" o quant'altro. Vedete, esiste una dimensione minima per le stanze che chiaramente oggi è diversa da quella prevista negli anni 60, quando la casa è stata costruita. Ora, posto di accettare l'idea che i nuovi edifici seguano principi di abitabilità migliori, che senso ha richiedere una "destinazione" per una stanza costruita prima che una norma fosse varata? Qualsiasi cosa io dichiari, immagino a garanzia che rispetti il diritto umano di non far dormire qualcuno in un posto così stretto e pericoloso (?!), come far rispettare una simile dichiarazione? Posso comunque far quel che voglio dentro le mura di casa mia a prescindere da qualsiasi dichiarazione, e - voglio sperare - nessuna autorità ha nemmeno il potere di irrompere a sopresa per scoprire che la stanza sia usata esattamente secondo quanto dichiarato. Quindi... perchè?! Cosa non capisco? Ora, sia chiaro, ci sono problemi maggiori nella vita. Forse questo non è neppure un problema, nonostante il tempo ed i soldi spesi, ma... Che strano tornare per qualche giorno nel 1950. Vi siete mai sentiti come me? Beh, grazie di aver letto sin qui . Torno a passeggio in una Terra strana, Legal Alien... in Rome, come direbbe Sting (Rock/Pop "classico", anni '80 del secolo scorso; nemmeno di questo la Pubblica Amministrazione deve saper nulla).
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