Erebel
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Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
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Non sono certissima del titolo, abbiate pazienza, ma sono fuorviata dal suo autore e dal suo contenuto e mi è difficile memorizzarlo. Magari stasera ne riporto i dati precisi.
L' autore, in un certo senso, è il Dalai Lama. Ci parla della strada per arrivare alla felicità , che nella sua concezione è il fine ultimo di ogni essere umano, in qualsiasi parte del mondo. Ce ne parla attraverso alcune conversazioni avute con uno psichiatra americano, che è appunto il coautore e colui che ha redatto materialmente il libro.
Questo insolito incontro è davvero illuminante: da una parte lo scienziato sezionatore della mente, occidentale, e dall' altra un uomo a capo di un movimento religioso e non solo, orientale.
Al di là dell' interesse e della curiosità , questo libro è bellissimo per ciò che trasmette a chiunque sia un minimo onesto con sé stesso.
La felicità non è un' utopia e dipende in massima parte da noi. Abbiamo in mano le chiavi della gioia e del nostro futuro e possiamo raggiungere la felicità attraverso una sorta di allenamento costante della mente e delle nostre azioni conseguenti.
Buffo come in fondo ricalchi abbastanza quanto riportato da Cronos in Arandor...! 
Quello che mi ha colpito di più è forse il ritratto di una personalità come quella del Dalai Lama, molto lontana dai nostri capi spirituali: umano, umile, sereno, evoluto. Quello a cui forse tutti noi vorremmo aspirare!
Mi è piaciuto e mi sono ritrovata moltissimo negli insegnamenti che ci racconta, ma la cosa entusiasmante per me è che sono applicabili per chiunque, al di là di convinzioni personali o religiose di varia natura.
Insomma, ve lo consiglio caldamente.
E già che ci sono, qualcosa che c' entra marginalmente ma che mi andava di trascrivere qui.
***
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell' abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle " i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all' errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l' incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l' amor proprio,
chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l' ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità .
(Pablo Neruda)
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Versione da Stampa
[Libri] La via della felicità - 2003-02-25 15:49:59
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