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“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due Torri”

 
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Mae Govannen Guest
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ID-Ilquelin
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“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due... - 2003-09-13 19:16:21   
morgengabe

 

Messaggi: 12
Primo ingresso in Numenor: 2003-08-15
Status: offline
Sicuramente in altre occasioni avete parlato dell’argomento in questione, tuttavia essendo io nuovo qualche riflessione vorrei farla, soprattutto per avere la possibilità di conoscere l’opinione di altri appassionati come me, e per vedere attraverso un’ottica nuova cose che secondo me hanno una certa forma.
Cosa ne pensate del film di Peter Jackson de “The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due Torri”?

Sicuramente bisogna dare atto che di coraggio ne hanno avuto. Sceneggiare, realizzare e produrre un’opera mastodontica, e non parlo solo della storia in sé, non è cosa da tutti; soprattutto sapendo che sarebbero finiti inevitabilmente nelle fauci degli appassionati. Questo è il punto di partenza dal quale partire se vogliamo criticare o elogiare quanto realizzato.
E’ vero che di “effetti speciali” ce ne sono stati, anche di sbalorditivi (vedi Gollum…), un cast ad hoc, scenari mozzafiato…ma cosa ne pensa chi dell’opera di Tolkien aveva una certa idea, una certa emozione?
In proposito ho cercato di rispondere non come “navigato appassionato”, perché pochi possono essere tali vista la mole di scritti e complessità d’ingegno sul quale le opere del professore inglese si poggiano, ma come “semplice appassionato”, uno che nella rilettura riscopre la bellezza delle descrizioni come se fosse la prima volta.
E’ certo che questo film, come tanti altri tratti da opere illustri, hanno il merito di far incuriosire il telespettatore all’opera letteraria; quello che, senza alcuna vergogna, è accaduto a me con il primo film; dopotutto il cinema è una fonte di cultura. Il problema è quando il lettore diventa telespettatore: pretende che nel film siano riflessi i suoi pensieri, le sue attese, in una parola vorrebbe che fosse il suo film; e spesso quando il percorso di arrivo è questo il lettore rimane inevitabilmente deluso. Dico inevitabilmente, anche con il rischio di apparire retorico, perché la lettura di un buon libro non può mai essere paragonata ad una sua rappresentazione cinematografica, teatrale e quant’altro. Alla luce di questo è inevitabile ridimensionare le attese del pubblico al film in questione, ed analizzarlo in una ottica diversa.
Il primo film, “La Compagnia Dell’Anello”, è stato certamente più fedele al testo; nella preparazione alla storia, nella descrizione della poliedricità della Terra-di-Mezzo, nella rappresentazione dei sentimenti di alcuni personaggi: Bilbo, Frodo, Gandalf, sono per citarne alcuni. Francamente eccellente la ricostruzione di Gran Burrone e di altri luoghi descritti nel libro. Di tagli ce ne sono stati molteplici e da quanto ho potuto leggere molti non hanno perdonato l’esclusione di Tom Bombadil, il custode millenario della Vecchia Foresta, o ancora si è criticato l’appiattimento di Peregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck, così come critiche, sono piovute sul personaggio di Arwen; di esempi se ne possono fare ancora molti.
Ora, però, occorre riflettere su alcuni inevitabili limiti a cui va incontro una pellicola. Il primo film ha una durata di 170 minuti, tutte le vicende dei protagonisti, per quanto importanti nell’economia del libro, le stesse possono non essere efficaci nel film ai fini sia del tempo sia di un pubblico non conoscitore dell’opera. La scommessa si gioca su due tavoli: il primo e di accattivare il grande pubblico, che come si sa vuole essere stupito a tutti i costi (sic!); il secondo è di imbonire chi la storia la sa, e la sa bene…! Così il “piccolo pubblico” si è trovato davanti a molti dialoghi tratti proprio dalla mano di Tolkien, una raffigurazione dei sentimenti dei personaggi principali, e ancora, una riproduzione delle atmosfere tipiche del libro, grazie a due bocche di fuoco quali Alan Lee e Jonh Holm, che a qualcuno non dicono niente mentre ad altri tutto il contrario. Al “grande pubblico”, invece, è stata data la storia d’amore fra l’eroina del momento Arwen e Aragorn, la comicità dei due Hobbit e di Gimli, una scorrevolezza di fondo eccessiva e quant’altro. Non dimentichiamoci che chi produce i film pretende il riscontro nei botteghini, quindi vuole attirare gente, ed è pure normale se pensiamo ai milioni di euro che si spendono; l’industria Holliwood è sempre in attivo….
Tirando così le somme, nonostante le critiche scucite a mezza bocca, La Compagnia Dell’Anello ha stancato per la sua lunghezza un certo numero di spettatori (parlo per bocca dei “critici”), e ha esaltato un certo numero di lettori.
La stessa cosa si può dire de “Le due Torri”? Guarda caso, il grande pubblico ha apprezzato di più, mentre gli appassionati sono rimasti ulteriormente perplessi. Come spiegare questo?
La sensazione che ho avuto è che le leggi di Holliwood nel secondo film sono state più pesanti; è vero che l’intera trilogia è stata girata contemporaneamente, ma se nel primo film si è imbonito l’appassionato, a questo, nel secondo, si è chiesto un favore: quello di tollerare alcune sequenze mostruose. Aragorn nel burrone dopo la battaglia con i “mannari”?!? Gli stessi mannari…!!! Quasi fosse il Rambo della situazione, e a poco sono valse le piccole perle, sempre nella famigerata scena, quali il salto a cavallo di Legolas che certamente erano lì quasi a chiedere scusa di uno strappo tanto, troppo, evidente. Tipica della mentalità cinematografica di largo consumo, incapace di aspettare, è l’anticipazione della sorte di Aragorn e Arwen.
Francamente mi sento di scusare come il film si è chiuso; come lunghezza letteraria Le Due Torri si collocano subito dopo La Compagnia Dell’Anello ma innegabilmente sono più dense di avvenimenti, quanto meno tessono tre vicende differenti sia pure legate da un unico filo conduttore. La storia del libro de Il Signore Degli Anelli è avvezza a spezzettamenti, lo stesso Tolkien subì, suo malgrado, la divisione in tre libri dell’opera: “…Troppo lunga!” gli dicevano.
Tuttavia se giudicato nel complesso, chiudendo un occhio qui, chiedendone due lì, il film regge. Regge perché poteva essere fatto veramente peggio, e quando dico veramente con la mente vado alle varie trasposizioni video di libri celebri; volendone citare uno a caso direi il film “Dune”, regia di David Lynch del 1984, tratto dall’omonimo libro di Frank Herbert.
La qualità complessiva, rimanendo sempre nel seminato del lettore, è buona, non nego che io ho rivisto durante il film alcune sequenze così come le avevo immaginate durante la lettura: per dirne una, il combattimento tra Gandalf e il Balrog a Moria nei pressi di Khazad-Dum, sul grande schermo è molto coinvolgenti. La pellicola ha anche il merito di prendere posizione su diatribe annose che hanno occupato le serate degli appassionati, mi riferisco in particolar modo alla figura di Gollum e alla sua rappresentazione fisica, egli è coperto di soli stracci che gli cingono la vita, così come l’autore ne Lo Hobbit sembrerebbe, a detta di alcuni, l’abbia immaginato.
Come vedete di valutazioni se ne possono fare tante, forse perché il film porta sul video un romanzo epico, così mi piace chiamarlo, che ha fatto la storia della letteratura mondiale e che nulla ha da invidiare (è la mia opinione), ai romanzi epici della storia della letteratura. L’Odissea, l’Eneide, L’Orlando Furioso ecc. sono opere che hanno avuto fortuna grazie ad un’architettura letteraria imponente e preziosa; sono nate dalla penna di illuminati e provengono da una tradizione consolidata, ma soprattutto, hanno il merito di essere la sintesi per una nuova tesi, un nuovo punto di partenza, un punto di riferimento, un nuovo modello.
Sono tutti elementi che “Il Signore Degli Anelli” possiede, ma questa è un’altra faccenda che richiede opportune valutazioni e forse proprio perché queste valutazioni non sono così conosciute e riconosciute, anche un film può essere utile ad avvicinare tutti alle opere di J.R.R. Tolkien; dopotutto anche il cinema è cultura.
Messaggio #: 1
“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due... - 2003-09-14 5:00:39   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Morgengabe, che post interessante, e puntuale Sento di condividere gran parte di ciò che dici. Personalmente, tuttavia, non ho mai potuto fare a meno di pormi alcune domande basilari che sottendono al paragone libro-film che da sempre tormenta i lettori che divengono spettatori, e anche gli spettatori che divengono lettori.

Ma andiamo con ordine. Le due opere di peter Jackson sono a mio avviso straordinarie. E non per la loro maggiore o minore aderenza al capolavoro di Tolkien, ma per la loro fattura. Sono, in se stesse, gioielli di meticolosa fattura, gusto a mio avviso raffinato nella regia, nel ritmo della narrazione, nei costumi, nella realizzazione dei particolari e, proprio come sostenevi, nell'evocazione di atmosfere epiche, fantasy, che, a prescindere dalla loro aderenza al libro, sono degne di essere vissute da spettatori. Nel loro essere film, a mio avviso, le due pellicole sono splendide.

Una delle domande che da sempre mi chiedo è quanto sia giusto giudicare la bontà di un film sulla base della sua adereza al libro. in tutta franchezza e parlando per me, ovviamente, lo ritengo essenzialmente sbagliato. Il film è un opera compiuta a se stante, e va giudicata come tale.

Da appassionato lettore del Signore degli Anelli, soffro tuttavia di quella strana, pigra malattia di voler riprodotte a schermo le mie emozioni, di voler vedere in immagini "reali" ciò che la mente ha generato alimentandosi delle parole su pagine bianche, e questa è un'aspettativa che potrà essere soddisfatta solo nella remota ipotesi che il regista abbia una sensibilitè non migliore o peggiore della mia, ma identica! Sappiamo bene quanto sia facile trovare due esseri umani identici, e dunque sappiamo bene che una simile eventualità appartiene più al dominio dell'impossibile che a quello dell'improbabile.
Capisco benissimo gli appassionati che come me vorrebbero vedere sul grande schermo una proiezione fedele dei loro sogni, ma mi sforzo di liberare la mente dai condizionamenti e godermi un film per quel che è. In questo modo ho scoperto di apprezzare molto di più opere che altrimenti avrei criticato ingiustamente. Anche a me è "dispiaciuto" vedere gli elfi nel fosso di Helm, mi è "dispiaciuto" vedere Frodo e Samvise al seguito di Faramir ben oltre quanto mia spettassi, ma dimenticando per un attimo ciò che avevo letto nel testo, ho apprezzato moltissimo una storia diversa, in parte reinterpretata e modificata, ma non per questo priva di fascino e suggestione.
E certo ho trovato il SdA su schermo estremamente aderente al libro, il che mi ha reso l'esercizio mentale di separare i due relativamente agevole, ma il principio che sostengo vale anche per trasposizione meno fedeli, secondo me!

Aggiungerei che, prima delle "leggi di Hollywood", va considerata la differenza dei mezzi cinematografico e narrativo. Il primo nasce per vivere per due o tre ore, un lungo respiro di emozioni ininterrotto che dissolve la realtà per la durata di uno spettacolo e poi le cede di nuovo il posto, per sempre.
Il libro viene assorbito più lentamente, nei momenti scelti dal lettore e con i ritmi del lettore, beneficiando quindi di contesti più favorevoli alla cura per il dettaglio della narrazione. Se un film è un battito di ciglia ed uno sguardo, un libro è l'osservazione paziente e prolungata della stessa scena (se mi passi 'sta similitudine).
Quale dei due è migliore? Come chiedersi se è meglio un dolce o un pasto luculliano. C'è risposta? No! A volte abbaimo biosngo di pasti abbondanti, altre di un dolce, altre di un caffè, altre di un bicchier d'acqua. Altre volte, non vogliamo alimentarci affatto.
Si tratta semplicemente di generi artistici di natura diversa.

Come paragonarli dunque? Ogni paragone è legittimo, secondo me, ma non tutti sono utili. In questo caso, il paragone stesso libro-film è irrilevante a giudicare la qualità dell'uno o dell'altro. Io ho trovato molto più piacevole lasciare le due dimensioni artistiche separate. In questo modo trovo molto più affascinanti sia la lettura che la visione.

Si tratta naturalmente di una semplice aggiunta al margine del tuo messaggio. Insomma...

i miei 5 cents


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(Risposta a morgengabe)
Messaggio #: 2
“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due... - 2003-09-15 9:08:15   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline

quote:

ORIGINAL: morgengabe

Cosa ne pensate del film di Peter Jackson de “The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due Torri”?


Bellissimo post, in effetti, pieno di considerazioni tutt'altro che scontate.
Ti dico come ho percepito io i due film, sebbene sia sempre dell'idea che una cosa concepita a priori a puntate vada giudicata nel complesso e non singolarmente nelle parti (vedi Matrix, ad es), quindi attendo il gran finale.
Anche io ho cercato di vedere il film come opera a sé stante, tentando di distaccarmi dalle mie aspettative, per i motivi enunciati da te e Taym. Non so se ci sono riuscita, ma in parte ritengo di sì.
A me della Compagnia dell'Anello in versione estesa non è dispiaciuto nulla, né il ruolo di Arwen né i cambi di trama o i tagli ai personaggi. E' bellissimo, ben fatto, comprensibile e appassionante, al di là della fedeltà che, come dicevamo, non è un parametro per giudicare un film bello o riuscito, secondo me. La versione cinematografica invece è troppo tagliata, e sacrifica Lothlorien: per me un po' eccessivo ma comprendo che per il pubblico in sala dei tagli erano necessari.
Le Due Torri soffre secondo me di essere la parte di mezzo, di cominciare quasi "tronco" e di finire allo stesso modo. Inoltre la trama stessa di questa parte è più difficile da rendere perché, come avete detto, sono tre storie che corrono insieme, e non è affatto facile.
Al di là di questo e dell'aderenza al libro, secondo me Le Due Torri in certi punti, anche per chi non ha letto il libro, fa quasi ridere. Gli eccessi sono troppo evidenti rispetto non al libro, ma a quanto raccontato nel primo film o all'interno del libro stesso. Aragorn e i mannari, Legolas che fa lo snowboard, alcuni episodi di questi sembrano anacronistici ed eccessivi, e si notano. Per non parlare dell'esorcismo di Re Theoden... ancora devo capire il motivo di quella scelta. In conclusione, mi è parso un film più slegato e spezzettato, ma ad ogni modo bello, epico, ben recitato e quant'altro. Aspetto con trepidazione il 19 novembre per vederlo in versione estesa, in genere le sorprese sono parecchie e la trama si incastra meglio.

Un'ultima cosa:
quote:


Regge perché poteva essere fatto veramente peggio, e quando dico veramente con la mente vado alle varie trasposizioni video di libri celebri; volendone citare uno a caso direi il film “Dune”, regia di David Lynch del 1984, tratto dall’omonimo libro di Frank Herbert.


Su questo non mi trovo d'accordo.
Sicuramente il film di Lynch non è una trasposizione fedele del libro, al quale semplicemente "si ispira", ma a mio giudizio è un gran bel film. Altro dal libro, chiaramente, ma bello, considerando poi gli anni in cui fu girato, tra l'altro.



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(Risposta a morgengabe)
Messaggio #: 3
“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due... - 2003-09-16 22:31:48   
Cronos


Messaggi: 2437
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Valimar
Status: offline
Argomento interessantissimo, scrivo anch'io la mia

Pur avendo visto solo 2/3 dell'opera di Jackson direi che ha confezionato davvero un prodotto di ottima qualità.
Il Signore degli Anelli verrà ricordato a buon titolo come il Guerre Stellari del genere fantasy e la cosa non mi dispiace affatto, soprattutto visto che si ispira all'opera prima che ha originato questo genere letterario.
E' stato guardando questi film che mi sono reso conto di quanto Lucas abbia perso il "tocco" nella nuova trilogia di SW, ormai sopraffatto dalle leggi del merchandising e dal desiderio di stupire più che coinvolgere.
Jackson invece è riuscito nel non facile compito di ricreare un intero mondo che doveva avere il suo impatto visivo senza però togliere spazio alla trama e ai personaggi. Direi che, almeno per i primi due film il risultato è stato eccellente e oserei dire anche perfetto, se si guardano i film ignorando completamente l'opera originale.

Da appassionato di Tolkien però non posso non storcere il naso verso alcune scelte del regista. E' vero che come dice Taym pellicola e carta sono mezzi diversi e non paragonabili, però, secondo me, quando un'opera è ispirata dichiaratamente ad un'altra dovrebbe per lo meno mantenerne lo spirito di fondo.
Altrimenti è più semplice per l'autore cambiarle nome e proporla come qualcosa unicamente propria, originale, creata ex novo.
Nel caso del SdA mi sono dato un preciso metro di valutazione: accettare tutti i cambiamenti che possono essere plausibili con la storia e il background ideati originariamente da Tolkien.
Da questo punto di vista il primo film non mi ha deluso.
Secondo me è stata una buona scelta tagliare la parte di Tom Bombadil perché in effetti non ha alcun peso nell'economia della trama, francamente anche nel romanzo originale mi è sembrata un pò superflua, benché narrativamente ben fatta.
Un pò meno volentieri ho digerito la sostituzione Glorfindel/Arwen... nel romanzo di Tolkien Glorfindel era uno dei pochi Noldor rimasti nella Terra di Mezzo, un Calaquendi, ovvero un elfo che aveva visto la luce dei due Alberi e illuminato da essa. Frodo lo vede brillare di questo bagliore in netta contrapposizione ai Nazgul.
Resta cmq accettabile l'escamotage architettato da Jackson per sostituire Arwen in quel ruolo: è perfettamente plausibile che Arwen decidesse di andare incontro ad Aragorn (magari contro la volontà del padre) di cui era innamorata.
In definitiva posso dire che La Compagnia dell'Anello è rimasta fedele nello spirito all'opera originale.

Deludente da questo punto di vista ho trovato invece il pastrocchio fatto con Le Due Torri. La prima parte del film è perfetta, ricordo che vedendolo in sala non facevo che assentire soddisfatto per come era stata resa la gravità di Theoden che piange sulla tomba del figlio, o dell'eroica corsa dei tre cacciatori per riprendere gli orchetti.
Anche l'episodio con i mannari (che in realtà sarebbero i Warg, grossi lupi creati da Morgoth nella Prima Era) e la caduta di Aragorn nel burrone non mi hanno disturbato.
Anche se non sono episodi verificatisi nel romanzo non ne scalfiscono il significato di fondo. Sono solo trovate sceniche per poter introdurre il flashback con Arwen a Gran Burrone (anch'esso plausibile).
Quello che mi ha fatto saltare sulla poltrona è stato vedere gli elfi di Lorien arrivare a Gran Burrone in aiuto dei cavalieri di Rohan, Faramir che obbligava Frodo a seguirlo a Osgiliath nonché Frodo stesso offrire l'Anello a un Nazgul.
Qui ho davvero trovato stravolto il concetto originale voluto da Tolkien per inutili trovate di puro effetto scenico.
Tutta la guerra dell'Anello viene condotta e vinta dagli Uomini senza l'aiuto delle altre razze. Questa volontà di Tolkien ha un preciso senso: suggellare la fine della Terza Era nella Terra di Mezzo e l'inizio di una nuova completamente dominata dagli Uomini. Gli Elfi ormai sono un ricordo di ere passate che sta svanendo, molti di loro sono fuggiti all'ovest e quei pochi rimasti si sono isolati nei loro territori.
Sono gli Uomini che ora hanno il compito di liberare il continente da quello stesso male che la loro razza ha causato (Isildur si rifiutò di distruggere l'Anello) e quindi diventare il popolo cardine della nuova era. Finiscono i tempi epici della magia e delle fate e giunge l'era moderna.
Io non credo fosse una scelta superficiale non far intervenire altre razze nella guerra e mi stupisco che Jackson non se ne sia accorto.
Venendo invece alle scene a Osgiliath, trovo almeno due punti in cui il film distorce il senso dell'opera originale:
Il primo è Faramir, trasformato in un clone di Boromir; il secondo è Frodo che cede l'Anello al Nazgul.
Il Faramir originale riscattava la figura del fratello maggiore nel romanzo. Boromir era il figlio preferito da Denethor perché più forte, valoroso e coraggioso. Di contro però è anche il primo a cadere succube del fascino dell'Anello. Con Faramir immagino che Tolkien volesse dimostrare come siano ben altre le qualità che rendono tale un eroe, contrapponendo il valore in battaglia di Boromir alla saggezza del fratello minore.
Non è il guerriero quello che salva la Terra di Mezzo.
Questo si riflette anche nella concezione del protagonista della storia. Galadriel ne La Compagnia dell'Anello dice: "Anche la persona più piccola può cambiare il destino del mondo" (vado a memoria).
Frodo è un piccolo hobbit che si dimostra più valoroso di tutti i guerrieri della Terra di Mezzo. Porta il fardello dell'Unico Anello dimostrando una grandissima forza di volontà.
Nel romanzo non cede mai all'Anello, piuttosto si lascia sfinire ma non consumare, come accadde a Smeagol.
Anche questa concezione profonda del protagonista nel film di Jackson è completamente saltata. Frodo cede alla volontà dell'Anello e lo consegna al Nazgul che ne sarebbe potuto benissimo impossessare se "per caso" Faramir non avesse tirato una freccia alla sua cavalcatura.
Questi cambiamenti, secondo me, hanno stravolto il significato della storia, e non ne capisco il senso.
Forse per avere la scusa di fare una bella panoramica della città in rovina di Osgiliath ? :-/
Ora come ora penserei che Jackson sia passato con troppa superficialità sul significato di queste scelte, aspetto cmq di visionare i bonus della versione Extended per vedere che giustificazioni darà al tutto.

Intendiamoci, l'opera resta ugualmente stupenda, ma se devo prenderla come qualcosa a sé stante, separata dal romanzo originale, allora tanto valeva concepirla fin dall'inizio come qualcosa di inedito e non chiamarla "Signore degli Anelli".


Apro inoltre una piccola parentesi su Dune di David Lynch, visto che se n'è parlato. Ho letto tutta l'esalogia di Frank Herbert e mi è piaciuta moltissimo, e il primo libro a mio parere è il migliore di tutti.
Successivamente preso dalla curiosità ho visto il film.
A parte l'assurda trovata dei "moduli estranianti" è molto fedele al romanzo, per questo mi è piaciuto.
Ammetto però che se non avessi letto prima il libro originale l'avrei classificato come un B-Movie mal realizzato.
Quel film risale al 1984, un anno dopo la fine della prima trilogia di Guerre Stellari, ci si sarebbe aspettata una qualità simile se non superiore. Anche qui ci si potrebbe fare un lungo discorsi in merito ma non mi sembra l'area adatta.


_____________________________


Alla prossima...

(Risposta a morgengabe)
Messaggio #: 4
“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due... - 2003-09-17 22:27:09   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
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quote:

Ora come ora penserei che Jackson sia passato con troppa superficialità sul significato di queste scelte,


Ecco, volendo entrare nel merito delle scelte, ribadito come dicevo che con questo non voglio sostenere che la sua opera sia scadente perchè non lo penso affatto, io credo proprio che Jackson abbia letto con superficialità alcuni tratti del romanzo. Suonerà eccessivo o presuntuoso, me ne rendo conto, ma è la sincera impressione che ne ho avuto nell'osservare il suo modmo di interpretare alcune vicende, alcuni personaggi, alcuni passaggi. Oltre a quelli che citi, c'è un aspetto che mi ha personalmente davvero colpito, in generale: gli Elfi!
Ho avuto l'impressione che siano quel che sono, nel film, per una scelta precisa di Jackson: lui li ha immaginati così! Eppure li ho trovati troppo umani, troppo vicini a noi. Forse a seguito della lettura del Silmarillion, ho sempre immaginato gli Elfi come una forma di vita sotto tutti gli aspetti meravigliosametne sovrumana. Più intelligenti, immortali, più belli, dall'arte più raffinata e profonda, superbi conoscitori della natura e con essa in simbiosi quasi mistica... Cosa c'era di tutto questo? Ho trovato in qualche modo parte di questa natura al confine con il divino solo in Galadriel, e ho trovato in Legolas l'agilità, ma nient'altro! Sembrano uomini biondi con le orecchie a punta.
Certo c'erano un'infinità di modi per renderli diversi, e credo che l'unico motivo per cui non lo sono stati è che Peter Jackson li vedeva proprio così...


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(Risposta a Cronos)
Messaggio #: 5
“The Lord Of The Rings” in particolare le “Le Due... - 2003-09-18 0:35:06   
GwendydD


Messaggi: 2993
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: fiiiirenzeeee
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quote:

ORIGINAL: Taym

[...] Oltre a quelli che citi, c'è un aspetto che mi ha personalmente davvero colpito, in generale: gli Elfi!
Ho avuto l'impressione che siano quel che sono, nel film, per una scelta precisa di Jackson: lui li ha immaginati così! Eppure li ho trovati troppo umani, troppo vicini a noi. Forse a seguito della lettura del Silmarillion, ho sempre immaginato gli Elfi come una forma di vita sotto tutti gli aspetti meravigliosametne sovrumana. Più intelligenti, immortali, più belli, dall'arte più raffinata e profonda, superbi conoscitori della natura e con essa in simbiosi quasi mistica... Cosa c'era di tutto questo? Ho trovato in qualche modo parte di questa natura al confine con il divino solo in Galadriel, e ho trovato in Legolas l'agilità, ma nient'altro! Sembrano uomini biondi con le orecchie a punta.
Certo c'erano un'infinità di modi per renderli diversi, e credo che l'unico motivo per cui non lo sono stati è che Peter Jackson li vedeva proprio così...


e qui ci starebbe bene un "Elfi..."

scherzi a parte, sono dello stesso identico parere riguardo agli elfi... sono rappresentati un po' troppo poco "superiori" rispetto agli umani, in confronto a come pure io li avevo immaginati... legolas è bello, agile, ci vede e ci sente bene, ma... poi? cioè, tutto qui? non fa nemmeno un po' di luce!
poi abbiamo haldir che è una patata (gli elfi non dovevano essere belli?) e che rimane fin troppo antipatico per quanto se la tira! odioso!
nel primo film: a granburrone ci dovrebbero stare elfi, no? ma non si notano neanche...

cmq, a parte questo... io ho trovato i film, per adesso, stupendi.... il primo più del secondo, mi tocca ammetterlo... almeno per quanto riguarda me, rispetto a come ho personalmente vissuto il libro, avevo il dubbio che nessun regista sarebbe stato in grado di rendere delle atmosfere così particolari e magiche.... e invece ci è riuscito, il signor jackson! ho storto più volte il naso, lo ammetto, ma nel complesso devo dire che il film (per adesso, mo aspettiamo il terzo) mi piace! e neanche poco!
come ho detto, ho storto più volte il naso, sì, ma quante altre mi sono ritrovata a bocca aperta a dire "£?##&, me lo immaginavo proprio così!"?? beh, non poche, per essere un film tratto da un libro che amo!
poi ci sono anche cose che magari mi ero immaginata in modo un po' diverso, ma che comunque mi hanno stupita, affascinata e mi sono piaciute ugualmente, come per esempio gli ent! appena uscita dal cinema volevo sposarmi barbalbero!! ;P
insomma, il mio giudizio, nonostante le varie (e talvolta inopportune) licenze poetiche di jackson è positivo!


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(Risposta a Taym)
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