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The New Shadow

 
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Mae Govannen Guest
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Home >> [Mittalmar] >> Aula delle Arti di Arandor ~ J.R.R. Tolkien ~ >> The New Shadow Pagina: [1]
ID-Ilquelin
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The New Shadow - 2004-05-16 12:08:27   
Gilgwath


Messaggi: 1857
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-26
Da: Ticinum Papia
Status: offline
Dopo innumerevoli peripezie sono riuscito a procurarmi un volume in inglese intitolato "The History Of Middle Earth, volume 12: The Peoples of Middle Earth", a cura di Christopher Tolkien. Comprende diverse cose interessanti, per lo più però sono informazioni che si possono trovare anche in italiano nelle appendici del SdA, a parte l'ultima parte, in cui il buon Christopher riporta due racconti incompiuti che, personalmente, non ho mai trovato tradotti. Il primo è "The New Shadow", un seguito incompiuto del SdA, il secondo è "Tal-Elmar", in cui viene affrontato l'arrivo dei numenoreani nelle Terre di Mezzo dal punto di vista degli autoctoni. Pensando di non essere l'unico ilquelin sfigato che non aveva mai avuto occasione di imbattersi in questi due racconti condividerò con voi "The New Shadow". La traduzione non è delle migliori e me ne scuso in anticipo, dato che l'ho fatta io...
Per "Tal-Elmar" attendete pazientemente, anche perchè è un po' più lungo...
Ciao!!!!!!!

Allegato (1)


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Gilgwath
Messaggio #: 1
The New Shadow - 2004-05-16 12:24:22   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline
Ma l'hai trascritto tu??

Comunque grazie!
Ma anche a voi si vedono caratteri strani nel .txt? E non è possibile salvarlo direttamente, bisogna per forza aprirlo...


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(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 2
The New Shadow - 2004-05-16 12:31:39   
Gilgwath


Messaggi: 1857
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-26
Da: Ticinum Papia
Status: offline
Sì, tradotto e trascritto io...Per i caratteri non so da cosa dipenda,l'originale che ho sull'HD è a posto, solo la versione su Numenor ha questo problema, magari i Valar potranno farci qualcosa...


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Gilgwath

(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 3
The New Shadow - 2004-05-16 14:11:22   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Si Erebel, ci sono dei caratteri strani, io l'ho copiato e l'ho messo su un foglio di word per leggerlo meglio, ed i caratteri ci sono sempre.


Comunque grazie Gilgwath, conoscevo questa storia, l'ha pubblicata la STI sulle riviste semestrali che inviano ai soci.


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(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 4
The New Shadow - 2004-05-16 15:28:06   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
ecco la versione senza strani segni....speriamo

ci provo.....

Allegato (1)

< Messaggio modificato da Gilraen -- 2004-05-16 15:29:48 >



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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 5
The New Shadow - 2004-05-16 15:30:45   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Macchè è uguale, è il file di testo che combina tutto sto macello, purtroppo mi spiace

< Messaggio modificato da Gilraen -- 2004-05-16 15:32:08 >



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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 6
The New Shadow - 2004-05-16 16:17:28   
Mirmith


Messaggi: 2098
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
Status: offline
Complimenti per l'ottima lavoro!!!

(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 7
The New Shadow - 2004-05-16 22:59:13   
GwendydD


Messaggi: 2993
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: fiiiirenzeeee
Status: offline
wow, grazie, gilgwath!!!
salvato, appena posso me lo godo, grazie mille!!!


quanto ai caratteri strani, sostituiscono le lettere accentate, a quanto vedo a prima vista....
forse inserendo il file corretto in uno zip si risolve il problema.... boh, non ne ho idea.


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(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 8
The New Shadow - 2004-05-17 4:18:56   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
quote:

inserendo il file corretto in uno zip si risolve il problema


Esatto Ho inviato a Gilgwath alcunie info utili su come ovviare al problema. Una è questa, appunto


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(Risposta a GwendydD)
Messaggio #: 9
The New Shadow - 2004-05-17 16:48:58   
Gilgwath


Messaggi: 1857
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-26
Da: Ticinum Papia
Status: offline
Uhm...ci ho appena provato ma non mi lascia...mi viene fuori una simpatica finestrella che dice "file non supportato"...


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Gilgwath

(Risposta a Taym)
Messaggio #: 10
The New Shadow - 2004-05-17 17:08:55   
Gilgwath


Messaggi: 1857
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-26
Da: Ticinum Papia
Status: offline
provo a riportarlo integrale,così potrete cambiare le parti sostituite da quadratini..


Questa storia ebbe inizio durante il regno di Eldarion, figlio di quell’Elessar di cui la storia parla tanto. Cento e cinque anni erano passati dalla caduta della Torre Nera . La maggior parte dei cittadini di Gondor prestavano poco interesse alle storie di quei giorni, benchè vi fossero ancora alcune persone in vita che ricordavano la Guerra dell’Anello come un’ombra sulla loro infanzia. Uno di questi era il vecchio Borlas di Per-arduin, il figlio minore di Beregond, il primo capitano dilla guardia del Principe Faramir, che si era traferito col suo sire dalla Città a Emyn Arnen.
<<Davvero profonde affondano le radici del Male>> disse Borlas <<e la linfa nera scorre vigorosa in esse. Quell’albero non verrà mai abbattuto. Lascia che gli uomini lo taglino più spesso che possono, lui ricrescerà immediatamente non appena si saranno girati. Nemmento durante i festeggiamenti per l’abbattimento l’ascia potrà essere appesa al muro!>>
<<Certo tu pensi di proferire sagge parole>> disse Saelon <<Lo capisco dalla malinconia nella tua voce e dall’ondeggiare della tua testa. Ma quali sono le argomentazioni di tutto ciò? La tua vita sembra decisamente sedentari, anche per una persona anziana che non viaggia mmolto lontano. Dove hai trovato i germogli del tuo albero nero in crescita? Nel tuo giardino?>>
Borlas alzò lo sguardo e gettò un’occhiata penetrante a Saelon mentre si chiedeva improvvisamente se questo giovane, di solito gai e scherzoso, avesse nella sua mente più di quanto trasparisse dal suo volto. Borlas non intendeva aprirgli il proprio cuore: i suoi pensieri erano stati espressi a voce più per sé stesso che per il suo compagno. Saelon non rispose al suo sguardo: egli stava canticchiando sommessamente mentre intagliava un fiscietto di salice verde con un coltellino affilato.
I due stavano seduti sotto un pergolato presso la scoscesa riva orientale dell’Anduin, dove scorre nei pressi delle pendici dei coli di Arnen. Erano veramente nel giardino di Borlas e la sua piccola casa di pietra grigia poteva essere scorta attraverso le fronde sul pendio occidentale della collina. Borlas guardò il fiume, guardò gli alberi con le loro foglie estive e quindi in lontananza le torri della Città nella canicola del tardo pomeriggio. <<No, non nel mio giardino.>> disse pensosamente.
<<Allora perché sei così preoccupato?>> chiese Saelon <<Se un uomo ha un bel giardino con mura robuste, allora ha quanto può gestire per la propria felicità>> Fece una pausa <<fino a quando la forza vitale scorre in lui.>> aggiunse <<Quando invece viene a mancare perché preoccuparsi per mali di minor entità? Infatti a quel punto dovrà lasciare presto il proprio giardino e altri si occuperanno delle erbacce.>>
Borlas sospirò senza rispondere, così Saelon continuò <<Ma ci sono di certo alcuni che non saranno soddisfatti, e al termine della loro vita tormenteranno i propri cuori pensando ai vicini, alla Città, al Reame e al mondo intero. Tu sei uno di questi, Mastro Borlas, ed è sempre stato così, da quando ero un ragazzo che scopristi nel tuo frutteto, e ti conobbi. Neanche allora ti accontentasti di disuadermi con una punizione o di rafforzare la tua cinta, senza correggermi. No. Tu ti addolorasti e tentasti di migliorarmi. Mi portasti in casa e mi parlasti.
<<Me lo ricordo bene: “Mestiere da orchi” dicesti spesso “Bene, rubare buoni frutti suppongo non sia qualcosa di peggio che mestiere da ragazzi, se sono affamati o se il loro padre lascia correr troppo. Ma cogliere mele acerbe per romperle o scagliarle lontano! Questo è un mestiere da orchi! Come ti è venuto in mente di fare una cosa simile ragazzo?”
<<Mestiere da orchi!Ero furioso per questo, Mastro Borlas, e troppo orgoglioso per rispondere, sebbene desiderassi dire con parole da bambino: “Se è sbagliato per un ragazzo rubare una mela per mangiare, allora è ugualmente sbagliato rubarne una per mangiarci. Non parlarmi di mestieri da orchi, o te ne mostrerò qualcuno!”
<<Fu uno sbaglio, Mastro Borlas, perché avevo già sentito storie sugli orchi e le loro abitudini, ma non ne fui mai interessato prima di allora. Smisi coi piccoli furti (mio padre non lasciava correre così tanto) ma non dimenticai mai gli orchi. Iniziai a provare odio e pensare al dolce sapore della vendetta. Io e i miei amici giocavamo agli orchi, e a volte pensavo: “Potrei radunare la mia banda e andare ad abbattere i suoi alberi? Allora sì che penserebbe che gli orchi sono tornati realmente.” Ma è stato molto tempo fa>> terminò Saelon con un sorriso.
Borlas era allarmato. Non si stava confidando, bensì riceveva confidenze. E c’era qualcosa di preoccupante nel tono del giovane, qualcosa che lo portava a chiedersi quanto profondo covava il risentimento del ragazzo, profondo come le radici dell’albero nero. Sì, prorpio nel cuore di Saelon, l’amico di suo figlio, la persona che aveva mostrato così tanta gentilezza negli ultimi anni di solitudine. In ogni caso risolse di non confidargli più i propri pensieri.
<<Aimè>> disse, <<tutti noi commettiamo errori>>. Io non pretendo di essere saggio, a parte quel tanto che uno può diventare col passare degli anni. Infatti conosco bene la triste verità che coloro che vogliono fare del bene spesso causano più danni di coloro che lasciano accadere le cose. Ora mi dispiace per ciò che dissi, se instillò l’odio nel tuo cuore. Però penso ancora che fosse giusto: anacronistico forse, ma comunque vero. Sicuramente anche un ragazzo capisce che i frutti sono frutti, e e non raggiungono la loro utilità finchè non sono maturi; perciò abusarne quando sono acerbi è peggio che rubarli a chi li ha coltivati: ruba al mondo, impedendo che una buona cosa si realizzi. Coloro che si comportano così si uniscono alle forze di tutto ciò che è male, con la ruggine, la cancrena e i venti di malattia. E questa era la via degli orchi.>>
<<E questa è anche la via degli uomini>> disse Saelon <<No! Non intendo solo degli uomini selvaggi, o di coloro che si definiscono cresciuti “sotto l’Ombra”. Intendo tutti gli uomini. Io non abuserei di frutta verde ora, ma solo perché non mi viene in mente alcun uso per le mele acerbe, non per le tue futili ragioni, Mastro Borlas. Penso davvero che le tue ragioni siano cme una mela che è stata troppo tempo sul banco di un negozio. Per gli alberi tutti gli uomini sono orchi! Forse che gli uomini prendano in considerazione il compimento della vita di un albero prima di abbatterlo? Per qualunque scopo: per usare la sua carne come materiale da costruzione o come combustibile, o semplicemente per sgombrare una veduta? Se gli alberi fossero i giudici, considererebbero gli uomini meglio degli orchi, o addirittura di cancrena e ruggine? Quali migliori diritti avrebbero gli uomini, rispetto alla ruggine, per sfamarsi con i loro frutti?>>
<<Un uomo>> disse Borlas << che pianta un albero e lo custodisce da ruggine molti altri pericoli non agisce come un orco, né come una cancrena. Se mangia i suoi frutti, non lo danneggia. Esso produce moloti più frutti di quanti sarebbero necessari per i suoi scopi, la continuazione della specie.>>
<<Lascia che mangi i suoi frutti, o che ci giochi allora>> disse Saelon << ma io parlo di distruzione: abbattimento e incenerimento; e di con che diritto gli uomini fanno ciò agli alberi.>>
<<Tu non l’hai fatto: hai parlato del giudizio che darebbero gli alberi stessi in questi casi. Ma gli alberi non sono giudici. I figli dell’Uno lo sono. Il mio giudizio come uno di loro lo conosci già. Il male nel mondo non era ndal principio nella grande Musica, ma vi entrò per i conflitti di Melkor. Gli uomini non furono creati con questi conflitti, essi comparirono dopo come creazione dello stesso Eru, l’Uno, e per questo sono chiamati suoi figli, e hanno il diritto di utilizzare per il loro soddisfacimento tutto quello che esiste nella Musica, chiaramente senza orgoglio ed arbitrarietà, ma con reverenza.
<<Se il figlio piccolo di un taglialegna soffre il freddo dell’inverno, il più orgoglioso degli alberi non si risente se gli viene ordinato di consegnare la propria carne per riscaldare il bambino col fuoco. Ma il bambino non deve rovinare l’albero per gioco o per dispetto, squartando la sua corteccia o rompendo i suoi rami. E il buon padre di famiglia userà prima, se gli è possibile, legna morta o un’albero vecchio; non abbatterà un albero giovane lasciandolo a marcire per il semplice piacere di giocare con l’ascia. Questo sarebbe orchesco.
<<Ma è proprio come ho detto: le radici del Male sono profonde, e da lontano giunge il veleno che agisce su di noi, così che molti fanno queste cose, e diventano davvero come i servi di Melkor. Ma gli orche facevano queste cose in ogni tempo, essi danneggiavano, divertendosi, qualsiasi cosa potesse soffrirne, limitati solo dall’insufficienza di potere, non da prudenza o pietà. Ma abbiamo parlato abbastanza di queste cose.>>
<<Perché!>> disse Saelon <<Abbiamo appena iniziato! Nonn stavi pensando al tuo frutteto, né alle tue mele, né a me quando hai parlato del ritorno dell’Albero Nero. Posso immaginare a cosa stessi pensando, Mastro Borlas. Ho occhi e orecchie, e altri sensi, Mastro.>> La sua voce si abbassò, e poteva essere appena udita sopra il mormorio di un’improvviso vento gelido tra le fronde, mentre il sole tramontava dietro Mindolluin. <<Tu hai sentito il nome?>> Con poco più di un respiro lo pronunciò. << Di Herumor ?>>
Borlas lo guardò con sorpresa e paura. La sua bocca si muoveva tremando, ma nessun suono vi usciva.
<<Vedo che l’hai sentito,>> disse Saelon <<e sembri stupito che anch’io l’abbia sentito. Ma non uoi essere più stupito di quanto lo sia io ad apprendere che questo nome ti ha raggiunto, poiché io, come ho già detto, ho orechie e occhi pentranti, mentre i tuoi sono troppo deboli persino per l’uso quotidiano, e la questione è stata mantenuta segreta quanto la furbizia può permettere.>>
<<La furbizia di chi?>> disse Borlas, improvvisamente e ferocemente. La luce dei suoi occhi poteva essere debole, ma ora lampeggiava di rabbia.
<<Di coloro che hanno udito la chiamata del nome, naturalmente,>> rispose Saelon, imperturbato <<essi non sono ancora abbastanza per ergersi contro tutto il popolo di Gondor, ma il loro numero è in crescita. Non tutti sono soddisfatti da quando il Grande Re è morto, e ancora meno sono spaventati.>>
<<Così avevo immaginato>> disse Borlas <<ed è stato proprio questo pensiero a gelare la calura estiva nel mio cuore. Perché un uomo può avere un giardino munito di mura robuste, Saelon, e comunque non trovarvi pace o soddisfazione. Ci sono nemici che queste muranon possono tener fuori, poiché il suo giardino è parte di un reame, dopotutto. Ma che cos’è la chiamata? Cosa dovrebbero fare?” implorò, appoggiando la sua mano sul ginocchio del giovane.
<<Ti chiederò una cosa prima di rispondere alla tua domanda.>> disse Saelon, e ora stava scrutando attentamente l’uomo anziano <<Come hai fatto tu, che siedi qui in Emyn Arnen, e vai raramente persino alla Città, come hai fatto ad udire i sussurri di questo nome?>>
Borlas guardò verso il terreno e strinse le sue mani tra le ginocchia. Non rispose per un po’ di tempo. Alla fine rialzò lo sguardo: la sua faccia era più dura e i suoi occhi più circospetti.<<Non risponderò a ciò, Saelon,>> disse <<finchè non ti avrò chiesto un’altra cosa. Prima rispondimi>> disse lentamente <<Sei uno di coloro che hanno sentito la chiamata?>>
Uno strano sorriso apparve sulla bocca del giovane. <<l’attacco è la miglior difesa,>> rispose <<o almeno così ci insegna il Capitano; ma quando ambo le parti applicano questo consiglio vi è uno schianto e una battaglia. Così io contrattaccherò. Non ti risponderò, Mastro Borlas, finchè non mi avrete detto se siete uno di coloro che hanno sentito la chiamata, o no.>>
<<Come puoi pensare una cosa simile?>> esclamo Borlas.
<<Come puoi tu pensare una cosa simile?>> chiese Saelon.
<<Per quanto riguarda me,>> continuò Borlas <<tutte le mie parole non ti hanno fornito la risposta?>>
<<ma per quanto riguarda me, tu diresti>> rispose Saelon <<le mie parole mi rendono passibile di dubbio? Perché ho difeso un piccolo ragazzo che tirava mele acerbe ai compagni di gioco dall’epiteto di orco? O perché ho parlato della sofferenza degli alberi per mano degli uomini? Mastro Borlas, non è saggio giudicare un uomo dalle parole pronunciate per sostenere un argomento contrario alle tue opinioni. Esse possono essere destinate solo ad infastidirti. Sfacciate forse, ma sempre meglio di una mero eco. Non dubito che molti di coloro di cui stiamo parlando userebbero parole solenni quanto le tue, e parlerebbero con riverenza della Grande Musica e di cose simili, in tua presenza. Bene, chi deve rispondere per primo?>>
<<Dovrebbe essere il più giovane, per cortesia verso il più anziano,>> disse Borlas <<o, tra uomini considerati eguali, il primo a cui è stata rivolta la domanda. Tu sei in entrambe le situazioni.>>
Saelon sorrise <<Molto bene>> disse << Vediamo un po’: la prima domanda irrisolta che hai posto è stata: Ma che cos’è la chiamata? Cosa dovrebbero fare? Con la tua età e le tue conoscenze non riesci a trovare una risposta nel passato? Io sono giovane e meno istruito. Comunque, se proprio vuoi sapere, forse posso rendere più chiari per te i sussurri.>>
Si fermò. Il sole era calato dietro alle montagne; le ombre si andavano intensificando. Il muro occidentale della casa di Borlas sel pendio della collina era giallo nella luce pomeridiana, ma il fiume sottostante era scuro. Egli guardò in alto verso il cielo, e successivamente giù verso l’Anduin. <<Per ora è una bella serata>> disse <<ma il vento è cambiato da est. Ci saranno nubi davanti alla luna stanotte.>>
<<Bene, cosa importa?>> disse Borlas, tremando un poco con il raffreddarsi dell’aria <<A meno che tu non intenda consigliare a un vecchio uomo di chiudersi in casa per evitare dolori alle ossa.>> Egli si alzò indirizzandosi verso il sentiero che portava a casa, pensando che il giovane non avesse più nulla da dire; ma Saelon mosse un passo dietro di lui e poggiò una mano sulla sua spalla.
<<Ti ho consigliato benaltro piuttosto che coprirti di più dopo il tramonto,>> disse <<se vuoi conoscere di più; se è così vieni con me in viaggio stanotte. Ti incontrerò al cancello orientale dietro casa tua; o al massimo posso percorrere quella strada appena sarà buoio completo e tu potrai decidere se venire o meno. Io sarò vestito di nero, e chiunque voglia venire con me dovrà fare altrettanto. Arrivederci per ora, Mastro Borlas! Consigliati con te stesso finchè dura la luce.>>
Detto ciò Saelon si girò e se ne andò, percorrendo un altro sentiero che passava vicino al bordo della riva scoscesa, diretto a nord verso la casa del padre. Scomparve dietro a una curva mentre l’eco delle sue ultime parole risuonava ancora nelle orecchie di Borlas.

Per un po’ dopo che Saelon se n’era andato Borlas stette immobile, coprendosi gli occhi e appoggiando la fronte contro la fredda corteccia di un nalbero vicino al sentiero. Mentre stava fermo cercava nella sua mente di scoprire come fosse iniziata questa strana ed allarmante conversazione. Non si chiedeva cos’avrebbe fatto dopo il tramonto.
Non era stato in buona salute dalla primavera, sebbene in gamba per la propria età, che l’aveva logorato meno della solitudine. Da quando suo figlio, Berelach, era partito in Aprile – era nella marina, e ora viveva maggiormente nei pressi di Pelargir dov’era il suo dovere – Saelon era stato più cortese, quand’era a casa. Egli andava spesso verso le lande sul tardi. Borlas non sapeva quale fosse la sua occupazione, ma pensava che, sopra gli altri interessi, fosse qualcosa riguardante il legname. Egli portava notizie da tutti i regni al suo vecchio amico. O al padre del suo vecchio amico, poiché Berelach era stato suo compagno un tempo, sebbene essi sembrassero incontrarsi meno ultimamente.
<<Sì, è così>> si disse Borlas <<Ho parlato a Saelon di Pelargir, menzionando Berelach. Ci sono stati alcuni problemi giù a Ethir: alcni marinai sono scomparsi, e anche un piccolo vascello dela flotta. Niente più, sentendo Berelach.
<< “La pace rende le cose fiacche” disse, ricordo, riportando le parole di un sottufficiale, “Sono usciti per qualche giro, immagino, verso amici in qualche porto ocidentale, senza permesso e senza guida, e sono affondati. Serva di lezione. Abbiamo troppo pochi veri marinai oggigiorno. I pesci rendono di più. Ma tutti sanno che le coste occidentali non sono sicure per gli inesperti.”
<<Questo è tutto. Ma parlai di ciò con Saelon, e gli chiesi se aveva sentito qualcosa a sud. “Sì,” disse “pochi sono stati soddisfatti dalla versione dell’ufficiale. Gli uomini non erano inesperti: erano figli di pescatori. E non c’erano state tempeste al largo da molto tempo.”>>Sentendo Saelon parlarne Borlas si era ricordato di altre voci, le voci di cui aveva parlato Othrondir. Era stato lui ad usare la parola “cancrena”. E allora Borlas aveva parlato ad alta voce, quasi a sé stesso, dell’Albero nero.
Egli si scoprì gli occhi e toccò il ruvido tronco su cui era appoggiato, guardando in alto le foglie scurre contro il cielo chiaro. Una stella brillo tra le fronde. Ricominciò a parlare sommessamente, come rivolgendosi all’albero.
<<Bene, che devo fare ora? Chiaramente Saelon è implicato. Ma è chiaro? C’era derisione nella sua voce, e disprezzo dell’ordine della vita degli uomini. Non ha risposto a domande dirette. Vestiti scuri! E poi, perché invitarmi con lui? Non per convertire il vecchio Borlas! Inutile. Inutile tentare: nessuno può sperare di vincere su un uomo che ricorda l’antico male, non importa quanto lontano. Inutile anche in caso di successo: il vecchio Borlasnon è di alcun utilità come strumento in qualsiasi mano. Forse Saelon cerca di infiltrarsi, tentando di scoprire cosa si cela dietro ai sussurri. Il nero può essere un travestimento, o uno strumento per mimetizzarsi nell’ombra. Ma ancora, di che aiuto posso essere in una missione segreta o pericolosa? Farei meglio a starne fuori.>>
A quel punto un freddo pensiero toccò il cuore di Borlas. Starne fuori, era così? Doveva essere attirato in un luogo in cui potesse scomparire, come i marinai? L’invito ad andare con Saelon era stato fatto solo dopo che era stato allarmato dalla rivelazione che conosceva i mormorii, e aveva addirittura sentito il nome. E aveva dichiarato la propria ostilità.
Questo pensiero fece decidere Borlas, che in quel momento seppe che sarebbe stato al cancello, vestito di nero, al calar dele tenebre. Era stato sfidato, e avrebbe accettato. Colpì il tronco col palmo. <<Non sono ancora un vecchio rimbambito, Neldor,>> disse <<ma la morte non è più così lontana da farmi rischiare di perdere molti anni felici nel caso sbagliassi il tiro.>>
Raddrizzò la schiena, sollevò la testa e si incamminò per il sentiero, lentamente ma con passo sicuro. Il pensiero gli passò per la mente appena uscito dalla boscaglia: <<Forse sono stato preservato così a lungo per questo fine: quest’uomo doveva vivere, sano di mente, e ricordare cosa era prima della Grande Pace. L’olfatto ha buona memoria. Penso che saprei riconoscere ancora l’odore dell’antico Male, e riconoscerlo per ciò che è>>

La porta sotto il portico era aperta, ma la casa oltre era buia. Non sembrava esserci nessuno dei suoni tipici della sera, solo un leggero silenzio, un silenzio di tomba. Entrò, soffermandosi un attimo. Chiamò, ma non ci fu risposta. Si fermò nello stretto corridoio che attraversava la casa, e sembrò essere intrappolato nell’oscurità: nemmeno uno scintillio di crepuscolo del mondo esterno rimaneva lì. Improvvisamente lo sentì, o così sembrò, benchè venisse dall’interno per poi iungere i sensi: sentì l’odore dell’antico Male e lo riconobbe per ciò che era.


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Gilgwath

(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 11
The New Shadow - 2004-05-17 23:30:30   
GwendydD


Messaggi: 2993
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: fiiiirenzeeee
Status: offline
un bel copia e incolla... grazie, gilgwath


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(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 12
The New Shadow - 2004-05-17 23:44:55   
Kirthalion


Messaggi: 366
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Status: offline
ottima pensata Gilgwath ... veramente ottima ... ti meriti una bella pinta al Puledro

(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 13
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