Mirmith
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Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
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ORIGINAL: Taym Ed essendo Enron un'azienda pubblica (in senso proprio, ovvero quotata in borsa, ovvero di proprietà diffusa tra i cittadini azionisti, dunque nulla a che vedere col nostro "pubblico": niente governo, niente politica) a seguito di ciò hanno subito anche la "punizione" dei cittadini che ne possedevano una parte (azionisti), come anche di tutti gli altri (il mercato) che si sono ben guardati di divenirne proprietari non comprando le azioni in vendita. Certamente i vantaggi della presenza di "public company" sono notevoli; il capitalismo familiare tipico del nostro paese è maggiormente a rischio in quanto il propietario dell'azienda ha spesso la maggioranza del pacchetto azionario e quindi nomina sia amministratori che sindaci che revisori contabili...il sistema monistico che vige nei paesi anglosassoni conferisce molti più poteri agli amministratori (che sono sempre nominati dall'assemblea, ma vengono controllati da un organo di controllo sulla gestione nominato dagli stessi amministratori ed i cui componenti sono essi stessi amministratori, anche se non devono avere poteri esecutivi diretti e devono sottostare a particolari criteri di indipendenza)... Nel caso di Enron gli amministratori della società ricevevano una grossa parte del loro stipendio in "stock options", ovvero in azioni della società , ed in "stock options" erano remunerati anche gli amministratori indipendenti (oltre che i vari premi e liquidazioni)...in questo modo più il corso delle azioni delle società era crescente più gli amministratori avevano un guadagno...si comprende subito come questo meccanismo perverso abbia portato gli amministratori a falsificare le informazioni sui risultati dell'azienda in modo da far crescere il valore delle azioni il più possibile...anche i controllori ricevevano un lauto guadagno da questa politica e quindi hanno "preferito" non denunciare la cosa...(di cosa abbia spinto i revisori esterni a non intervenire non ne ho idea, ma potrebbero benissimo essere stati corrotti con denaro etc.) quote:
Più che criticare il sistema (certo migliorabile, come tutto), mi viene da criticare l'uomo, ed elogiare il sistema che, nonostante la corruzione che affligge molti, è riuscita a controllare il danno! A mio parere il sistema migliore è quello di impostazione tedesca, dove nel consiglio di sorveglianza trovano posto anche lavoratori dipendenti, e altre figure professionali indipendenti...per quanto riguarda il sitema tradizionale italiano, ritengo che non ci possa essere vera indipendenza fino a quando il collegio sindacale non sia indipendente dalla maggioranza dei soci...con questo non volgio dire che il collegio deve essere nominato dall'esterno (magari da un tribinale, per carita!!!!)...ma ritengo che la maggioranza dei sindaci deve essere nominata dalla mioranza dell'assemblea dei soci, i quali altrimenti non avrebbero il benchè minimo potere sia nell'amministrazione che nel controllo stesso... quote:
Se Enron fosse stata "statale", come diciamo noi... Se fosse stata la Telecom Italia... Immagina! Sono pessimista nel ritenere che nessuno avrebbe mai scoperto nulla e l'impiegata che ha sporto denuncia sarebbe ora, al più, una ingota disoccupata o cassaintegrata ? Questo è poco ma sicuro, e anche se si aprisse un processo forse dopo 30-40 anni si saprebbe la verità ...quando ormai tutto è caduto in prescrizione.. quote:
Ti dirò, personalmente credo che casi di fanta-finanza come Enron siano stati e siano ancora la norma in gruppi statali o semi statali come Telecom, Poste, USL/ASL. A differenza di quanto potebbe accadere negli Stati Uniti, noi ufficialmente "non lo sappiamo", e ci limiteremo a constatare un debito pubblico "stranamente" ancora sconfinato tra 20 anni. Da questo punto di vista finalmente ci si sta un poco muovendo verso una situazione migliore (mi riferisco ad esempio alla riforma del 93' che obbliga le aziende sanitarie al bilancio in pareggio, ad una gestione affidata ad un manager con un contratto di diritto privato (cioè contratto a terine con retribuzione fissa) il cui operato sarà valutato alla fine del periodo e che sarà allontanato se i risulati non fossero quelli previsti, all'utilizzo di una contabilità per centri di costo, alla redazione di un budget d'esercizio etc...per quanto riguarda Telecom come ho già detto ritengo che abbia un potere troppo sconfinato e che questo deve essere diminuito...(delle poste non ho idea)... Non tollero invece che lo stato intervenga sempre a ripianare le perdite di aziende statali o semistatali (ho già fatto l'esempio di alitalia), in questi casi ritengo che la privatizzazione sia necessaria, anche se ciò causasse il licenziamento di una parte del personale...certo, io non sono nessuno per dire che sia giusto mettere in difficoltà padri e madri di famiglia, ma le stesse organizzazioni sindacali devono capire che è meglio aderire ad un taglio del 10% del personale che magari resistere a questo e poi ritrovarsi con un'azienda chiusa e con migliaia di persone per strada (oltre a ciò le perdite di queste aziende sono ripianate con il bilancio statale e ciò significa più tasse per tutti)... Per quanto riguarda il bilancio statale in senso stretto, vedo che sei ottimista nel ritenere che tra 20 anni possa ritornare a livelli normali ...il fatto è che pochissime persone sanno che ogni anno il conto economico statale chiude con un attivo di circa 20.000 miliardi di vecchie lire, ma la sola spesa per gli interessi sul debito precedentemente accumulato (110% del PIL, il doppio della Germania per intenderci) erodono tutto questo attivo ed anzi, negli ultimi due anni il debito è salito di nuovo, mentre dal 95' in poi si era registrata una lieve ma continua discesa...so che mi darai del pazzo, ma ritengo che sia necessaria una stretta fiscale decisa e pluriannuale, non come ha fatto il governo in questi giorni tagliando i fondi alle imprese e al mezzogiorno (è facile tagliare le spese adesso, ma tutto ciò si rifletterà pesantemente sul futuro), ma rendendo le aliquote dell'imposta sul reddito ancora più progressive, reintroducendo la tassa sulle successioni, evitando maggiuormente gli sprechi...sò che un governo che prendesse una decisione del genere probabilmente perderebbe le elezioni nel periodo successivo, ma il guagagno per tutti sarebbe enorme...se il debito pubblico scendesse anche solo all'80% del PIL lo stato abbisognerebbe di circa 3000/4000 miliardi meno di entrate l'anno, il che significa meno tasse e maggiore possibilità di spesa in periodi di recessione economica... quote:
Beh, come avrai capito preferisco di gran lunga l'approccio "liberista", trovandolo più corretto e razionale. Trovo sia giusto affidare al governo tutto ciò che non può essere gestito individualmente per motivi precisamente operativi e pratici, abbandonando le considerazioni ideologiche o gli slogan. Dipende da cosa intendi per liberista...se intendi le tesi di Milton Friedman non sono per niente d'accordo...non condivido per nulla il pensiero di una persona che dice che un dirigente non deve ridurre l'inquinamento della propia azienda al di sotto di quanto vuole il propietario, che non bisogna assumere personale che soffre di discriminazione (lavoratori di colore, emarginati, o comunque con vari tipi di problemi...), oppure che le aziende non devono costruire scuole, biblioteche, elargire delle donazioni etc...inoltre la realtà stessa ci diche che i vari mercati non sono in grado di regolarsi da sè, ma hanno bisogno dell'intervento dello stato che deve fissare le regole generali per il loro corretto funzionamento...questo non significa che lo stato deve prendere il controllo dell'economia, ma che deve vigilare affichè i mercati stessi procedano nella legalità e intervenire nel caso ci si allontani troppo dall'equilibrio (spesa pubblica etc...)... Io sono per un approccio "Keynesiano", ossia credo che lo stato deve comunque svolgere un ruolo attivo...aumentando la pressione fiscale e diminuendo la spesa pubblica dei periodi di "boom" economico; diminuendo la tassazione ed aumentando la spesa pubblica in periodi di recessione...è difficile da capire, ma un periodo di crescita troppo intenso dell'economia è dannoso tanto quanto un periodo di recessione particolarmente pesante...una crescita esagerata crea dei forti disequilibri (dovuti principalmente alla speculazione) che porteranno a gravi conseguenze nel futuro...lo stato deve quindi attuare una politica "controciclica", nel senso che deve raccogliere risorse nel periodo di crescita economica con cui poi potrà finanziare le spese necessarie nei periodi di recessione... quote:
Non solo l'istruzione "statale" è vittima inevitabile delle correnti politiche al potere che stabiliscono cosa venga insegnato (supremo conflitto di interessi) in mille modi - programmi ministeriali, scelte dei testi, nomine, ecc -, ma costituisce un forte impedimento al libero fiorire di punti di vista migliori, nuovi, diversi, che alimentino il dibattito culturale e la crescita intellettuale di una nazione. Diverse scuole di pensiero su vicende storiche controverse, ad esempio, inducono a ricerche, analisi, valutazioni. Ufficializzare una "versione" significa spegnere negli studenti la consapevolezza che ci siano punti oscuri e incerti su cui indagare. Io sono uscito dal liceo da poco più di due anni ed in effetti non sono in grado di constatare se esistano o meno punti di vista differenti da quelli a me insegnati...purtroppo in classe non c'è mai stato uno straccio di confronto su alcuni temi che potevano ritenersi interessanti e le scuse erano "sono indietro con il proogramma" oppure "la scuola non è il luogo adatto per queste discussioni"...intelligentemente qualche hanno fa è stato introdotto l'obbligo dell'insegnamneo della sola storia del 900'nell'ultimo anno scolastico, ma il risultato purtroppo è stato che con il programma siamo arrivati appena alla fine della seconda guerra mondiale, saltando del tutto una buona parte della storia moderna, quella che dovrebbe esserci invece di maggiore aiuto per comprendere gli avvenimenti di oggi!!! quote:
Una borsa di studio a chi non ha disponibilità economiche risolve brillantemente il problema senza che vi siano implicazioni di controllo di alcun altro genere. Esempi palesi sono le cosiddette "Public School" anglosassoni, perfettamente funzionati e di qualità che varia dallo scadente all'eccellente, che sono semplicemente accessibili dagli studenti poichè il governo paga loro la retta. Certamente non nomina presidi, non concepisce piani di studio, non mette mano alcuna alla gestione, cose che pertengono le università e la comunità accademica e scientifica e non il governo. Sarebbe l'ideale se ci fossero le risorse necessarie...le borse di studio sono una chimera (non so quale sia il meccanismo con cui vengano assegnate, ma mi sembra di ricordare che siano detinate a studenti le cui famiglie abbiano un reddito veramente basso e che abbiano ottimi voti)...inoltre non credo che un governo, sia esso di destra o di sinistra, voglia rinunciare ad una forma di controllo così importante e strategica così facilmente... quote:
E tutto questo senza nemmeno mettere in campo meccanismi più evoluti e sofisticati come il favorire le donazioni agli enti universitari non profit, in vari modi (negli Stati Uniti chiunque può decidere di devolvere una grandissima parte delle tasse direttamente ad enti non profit di utilità sociale, come le università , appunto. Le donazioni sono comunissime e diffuse). Ma non c'è il pericolo che un genitore (ovviamente con grosse disponibilità economiche) elargisca una grossa donazione in modo da "facilitare" la carriera scolastica del figlio? quote:
Perdona lo sproloquio, ma trovo l'argomento interessante Naturalmente si tratta della mia opinione e nulla di più, e certo non pretendo la si condivida universalmente Ovviamente anche le mie opinioni sono personali e assolutamente non vincolanti...l'argomento è interessantissimo e sono contento di potermi confrontare con persone preparate come te e come altri, che esprimono le propie opinioni liberamente ed in modo intelligente, senza traccia di superbia!
< Modificato da Mirmith -- 2004-07-23 11:25:38 >
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