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Intervista a Tolkien

 
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Mae Govannen Guest
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ID-Ilquelin
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Intervista a Tolkien - 2004-09-15 23:02:43   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Vorrei postarvi un'intervista fatta a Tolkien nel 1971, non so se la conoscete già, ma per chi non la conoscesse eccola qua...(fa pure rima)pubblicata su una rivista della Società Tolkieniana Italiana.

Trasmessa per la prima volta nel gennaio del 1971, nel programma "Now Read On..." della BBC Radio 4

Tolkien: ...molto prima di scrivere Lo Hobbit e molto prima di scrivere questo [il Signore degli Anelli, avevo già elaborato la mitologia di questo mondo.

Gerrolt: Così aveva una sorta di schema su cui le era possibile lavorare?
Tolkien: Un immenso ciclo di saghe, sì ... esso ne divenne parte integrante come aveva fatto Lo Hobbit stesso - Lo Hobbit in origine non ne faceva affatto parte ma non appena si mosse in questo mondo si ritrovò coinvolto nelle sue vicende.
[accompagnamento sonoro della BBC con effetto drammatico]
G: E così erano i suoi personaggi e la sue storie a guidarla.
T: [accende la pipa]
G: Ho detto che la guidavano, non intendevo che lei ne fosse completamente succube o qualcosa del genere...
T: Oh no no, non me ne vado in giro fantasticando, assolutamente, non è in alcun modo un’ossessione. Hai questa sensazione, che fra le possibilità A, B, C, D solo A o un’altra è quella giusta, e devi soltanto aspettare di scoprirlo. Avevo delle mappe, naturalmente. Se hai intenzione di elaborare una storia complessa ti devi preparare una mappa, altrimenti dopo non riuscirai più a farlo. Le fasi lunari, alla fin fine, erano le fasi lunari e i tramonti calcolati in base a com’erano nella realtà in questa parte del mondo nel 1942. [la pipa si spegne]
G: Lei iniziò a scriverlo nel ‘42, vero?
T: Oh no, iniziai non appena fu finito Lo Hobbit - negli anni ‘30.
G: E fu finalmente completato appena prima della pubblicazione...
T: Scrissi l’ultima parte... attorno al 1949 - ricordo che piansi veramente a Dwimmermore. Ma poi naturalmente ci fu un enorme lavoro di revisione. Battei a macchina l’intero libro due volte, e molte parti di esso più volte ancora, su un letto in una mansarda. Non potevo certo permettermi il costo della battitura professionale. C’erano ancora degli errori e anche [riaccende la pipa] - mi diverte dirlo, dato che suppongo di trovarmi in una posizione in cui non importa cosa pensi di me la gente adesso - c’erano alcuni terribili errori di grammatica, che da parte di un professore di Lingua e Letteratura Inglese sono piuttosto scioccanti.
G: Non ne ho notato nessuno.
T: Ce n’era uno dove usai ‘bestrode’ come participio passato di ‘bestride’! [ride]
G: Si sente in qualche modo in colpa, come filologo e come professore d’inglese il cui campo di studio erano le vere origini della lingua, per aver dedicato gran parte della sua vita a un lavoro di fantasia?
T: No. Sono convinto che abbia avuto un effetto molto positivo per la lingua! Decisamente contiene molta sapienza linguistica. Non provo alcun senso di colpa per il Signore degli Anelli.
G: Ha un debole per questi aspetti gradevoli della vita che la Contea incarna: la casa, la pipa, il fuoco e il letto: le virtù domestiche?
T: Lei no?
G: Lei, Professor Tolkien?
T: Sì, certo.
G: Quindi ha un debole per gli Hobbit?
T: Fra di loro mi sentirei a casa... la Contea è molto simile al tipo di mondo in cui per la prima volta raggiunsi la consapevolezza delle cose, il che era forse ancor più sconvolgente perchè io non ero nato lì, ero nato a Bloomsdale in Sudafrica. Ero molto piccolo quando tornai [in Inghilterra, NdT] ma tuttavia questo influenza i tuoi ricordi e la tua immaginazione anche se non te ne accorgi. Se il tuo primo albero di Natale è un eucalipto che sta appassendo e i tuoi principali problemi sono il caldo e la sabbia - per poi trovarti improvvisamente, proprio nell’età in cui la tua immaginazione si sta sviluppando, catapultato in un placido villaggio del Warwickshire - penso che questo generi un particolare amore per ciò che si può definire la campagna inglese delle Midlands centrali, fatta di buona acqua, pietre, olmi, piccoli fiumi tranquilli e così via, e naturalmente popolata di gente di campagna.
G: A che età venne in Inghilterra?
T: Credo che avessi circa tre anni e mezzo. Un fatto che ha certamente lasciato il segno, perchè uno dei motivi per cui la gente dice di non ricordare è che è come fotografare continuamente lo stesso oggetto sulla stessa lastra fotografica. Cambiamenti lievi lasciano una traccia indistinta, ma se un bambino subisce un cambiamento brusco come quello, ne è cosciente. Quello che la sua memoria cerca di fare è sistemare i nuovi ricordi insieme ai vecchi. Ho un’immagine perfettamente chiara e vivida di una casa che ora so essere in realtà un ben riuscito miscuglio della mia casa a Bloemfontein e della casa di mia nonna a Birmingham. Ricordo ancora che percorrevo le strade di Birmingham e mi chiedevo che fine avesse fatto la grande sala, che fine avesse fatto il balcone. Di conseguenza ricordo le cose molto bene, ricordo addirittura di aver fatto il bagno nell’Oceano Indiano quando non avevo neppure due anni, e lo ricordo molto chiaramente.
G: Frodo accetta il fardello dell’Anello, come personaggio incarna le virtù della sopportazione e della perseveranza e attraverso le proprie azioni, si potrebbe quasi dire in senso buddhista, ‘acquisisce merito’. In effetti diventa quasi un’immagine di Cristo. Perchè scelse un mezzouomo, uno hobbit, per questo ruolo?
T: Non lo scelsi. Non avevo molta scelta, vede: scrissi Lo Hobbit... tutto ciò che cercavo di fare era continuare dal punto in cui Lo Hobbit era finito. Mi stavo occupando di Hobbit, no?
G: E’ vero, ma non c’è niente particolarmente simile a Cristo in Bilbo.
T: No...
G: Però di fronte ai pericoli più spaventosi continua a lottare, resiste e li supera.
T: Ma suppongo che questa sembri piuttosto un’allegoria della razza umana. Mi ha sempre impressionato il fatto che noi qui sopravviviamo grazie all’indomabile coraggio di piccoli uomini di fronte a prove quasi insuperabili: giungle, vulcani, bestie feroci... essi continuano a combattere, quasi ciecamente in un certo qual modo.
G: Pensavo che Midgard potesse essere la Terra di Mezzo, o che c’entrasse in qualche modo.
T: Oh sì, è la stessa parola. Molti hanno commesso l’errore di pensare che la Terra di Mezzo fosse un particolare tipo di Mondo o un altro pianeta del genere della fantascienza, ma è semplicemente un vecchio termine per questo mondo in cui viviamo, che era immaginato circondato dall’Oceano.
G: Ho avuto l’impressione che la Terra di Mezzo fosse questo mondo in cui viviamo, nel senso in cui dite, ma in un’era diversa.
T: No... ma ad un diverso livello di immaginazione, sì.
G: Nel Signore degli Anelli intendeva che certe razze dovessero incarnare certi principî: gli Elfi la saggezza, i Nani l’abilità, gli Uomini l’agricoltura e la guerra, e così via?
T: Non era questa la mia intenzione, ma quando stai trattando questi popoli devi caratterizzarli in qualche modo, no? Be’, naturalmente sappiamo tutti che in definitiva ci sono solo gli uomini su cui lavorare, sono la nostra unica materia prima. Tutti noi dovremmo - o almeno una gran parte della razza umana - desiderare di avere maggiori capacità intellettive, maggiori capacità artistiche con le quali voglio dire che il divario fra concezione ed esecuzione dovrebbe essere ridotto, e dovremmo desiderare un periodo più lungo, se non indefinitamente lungo, nel quale andare avanti a conoscere e a realizzare cose sempre nuove. Per questo motivo gli Elfi sono in un certo senso immortali. Ho dovuto usare il termine immortali, non intendevo che fossero eternamente immortali, semplicemente sono molto longevi e la loro longevità probabilmente dura quanto l’abitabilità della Terra. I Nani naturalmente sono abbastanza palesi - non direbbe che per molti aspetti ricordino gli Ebrei? Le parole della loro lingua sono chiaramente semitiche, costruite in modo da esserlo. Gli hobbit sono proprio degli inglesi di campagna, di piccola taglia perchè questo riflette (in generale) la portata ridotta della loro immaginazione - ma non del loro coraggio o delle loro risorse latenti.
G: Questo sembra essere uno dei principali punti forti del libro, quest’enorme massa di nomi - non ci si perde, almeno dopo una seconda lettura.
T: Sono molto contento che me lo diciate perchè è stata una mia grande preoccupazione. Un nome ben riuscito mi dà anche molta soddisfazione. Scrivendo, inizio sempre con un nome. Datemi un nome e produrrò una storia, e non viceversa, di solito.
G: Fra le lingue che conosce quali le sono state di maggiore aiuto nello scrivere il Signore degli Anelli?
T: Odd... fra le lingue moderne direi che il gallese mi ha sempre attratto più di qualsiasi altra per i suoi suoni e il suo stile; anche se lo vidi scritto per la prima volta semplicemente su dei vagoni di carbone, desiderai subito sapere di che cosa si trattasse.
G: Mi sembra che la musicalità del gallese si ritrovi nei nomi che lei ha scelto per le montagne e i luoghi in generale.
T: Certamente. Ma su di me ha esercitato un’influenza molto più strana e molto profonda anche il finlandese.
G: Il libro è da considerare un’allegoria?
T: No. Detesto le allegorie non appena ne avverto la presenza.
G: Ritiene che il mondo sia in declino come la Terza Era lo è nel suo libro, e prevede una Quarta Era per il mondo al momento attuale, il nostro mondo?
T: Alla mia età sono esattamente il tipo di persona che ha vissuto in uno dei periodi di più rapidi cambiamenti della storia umana. Di sicuro non potrebbero essercene altrettanti in settant’anni.
G: C’è un’atmosfera autunnale che pervade l’intero Signore degli Anelli, in un’occasione un personaggio dice che la storia continua ma ormai gli sembra di non farne più parte... comunque tutto è in declino, sta scomparendo; per lo meno verso la fine della Terza Era ogni scelta tende al sovvertimento di qualche tradizione. Ora, questo mi sembra in qualche modo richiamare quel verso di Tennyson "l’ordine antico muta, cedendo il passo al nuovo, e Dio si manifesta in molti modi". Dov’è Dio nel Signore degli Anelli?
T: E’ menzionato una o due volte.
G: E’ l’Uno?...
T: L’Uno, sì.
G: Lei è un teista?
T: Oh no, sono un cattolico. Un fervente cattolico.
G: Preferisce essere ricordato principalmente per i suoi scritti di filologia e altre materie di studio o per il Signore degli Anelli e lo Hobbit?
T: Non penso di avere molta scelta - credo proprio che se mai sarò ricordato, sarà per il Signore degli Anelli. Non sarà come per Longfellow? La gente ricorda Longfellow come autore di Hiawata, mentre ha completamente dimenticato che era un professore di Lingue Moderne!

Non è emozionante...
Messaggio #: 1
Intervista a Tolkien - 2004-09-15 23:35:46   
Aredhel


Messaggi: 1485
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-23
Da: Nan Elmoth
Status: offline
Molto interessante Gil! Ti ringrazio per queste perle che ci concedi!
E bellissimo leggere anche i suoi gesti (accende, spegne la pipa)..lo rende così reale!
Grazie!



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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 2
Intervista a Tolkien - 2004-09-16 11:52:22   
Mirmith


Messaggi: 2098
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
Status: offline
Veramente bello Gilraen...avevo già letto da qualche parte che JRR si era ispirato alla campagna inglese per la contea, ma qui è molto più approfondito il discorso..
Mi raccomando, se hai qualche altra chicca come questa postala subito!


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(Risposta a Aredhel)
Messaggio #: 3
Intervista a Tolkien - 2004-09-16 11:57:17   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Certo Mir, stai in guardia e posterò anche altro

(Risposta a Mirmith)
Messaggio #: 4
Intervista a Tolkien - 2004-09-16 21:52:51   
Kirthalion


Messaggi: 366
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Status: offline
quote:

Certo Mir, stai in guardia e posterò anche altro

aspetterò con trepidazione.. con questa intervista ho colto molti aspetti del Prof. Non pensavo che fosse stato per lui tanto traumatico lasciare il Sudafrica..

< Modificato da Kirthalion -- 2004-09-16 21:53:10 >



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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 5
Intervista a Tolkien - 2004-09-17 15:40:36   
GwendydD


Messaggi: 2993
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: fiiiirenzeeee
Status: offline
accidenti, che bello!!!
ne voglio ancora!


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(Risposta a Kirthalion)
Messaggio #: 6
Intervista a Tolkien - 2004-09-17 16:05:50   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
quote:

aspetterò con trepidazione

E non sarai l'unico Kirt!
Grandissima Gil !
Non vedo l'ora di leggere altre chicche come questa ..
Certo, a grandi linee sono cose già sentite .. ma dette così fanno certo un grande effetto ..

quote:

un particolare amore per ciò che si può definire la campagna inglese delle Midlands centrali, fatta di buona acqua, pietre, olmi, piccoli fiumi tranquilli e così via, e naturalmente popolata di gente di campagna.

Che favola! Queste parole mi ricordano le descrizioni che possiamo trovare nei libri di James Herriot .. delle bellissime raccolte di racconti autobiografici che narrano le esperienze di un veterinario nelle campagne dello Yorkshire .. l'amore per la terra, gli animali e le cose che crescono, persino gli abitanti di quelle terre ricordano tantissimo gli Hobbit della Contea.

quote:

Se il tuo primo albero di Natale è un eucalipto che sta appassendo e i tuoi principali problemi sono il caldo e la sabbia

Ha stupito anche me il trauma del trasferimento dal Sud Africa .. nella mente ho i panorami dolcissimi delle terre coltivate dai boeri .. colline verdi, vallate a vigneti, pascoli .. non pensavo che Tolkien potesse averne ricordi negativi.

Continuiamo così!

(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 7
Intervista a Tolkien - 2004-10-07 13:26:18   
Eruyome


Messaggi: 423
Primo ingresso in Numenor: 2004-09-01
Da: Rivendell
Status: offline
wow ragazzi.....sono impressionata...questa donna è una miniera di tesori!!! sono proprio contenta di poter godere di queste chicche.....sei fantastica Gil,davvero!


_____________________________



(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 8
Pagina:   [1]
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