Jerda
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Primo ingresso in Numenor: 2002-11-07
Da: Una quercia bonsai
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ORIGINAL: Erebel Scusami Jerda the Brad, ma non resisto e ti rispondo ancora... Mi vuoi bene lo stesso, vero?? Vero??? Ehi, ma certo! Tanto, finchè ce n'è, anche io rispondo E tu me ne vuoi? quote:
ORIGINAL: Jerda ... io credo ci sia una bella differenza fra chi si avvicina al Kung Fu perchè ispirato dalla storia e dai classici cinesi a chi lo fa perchè ha fatto di Bruce Lee il suo mito, ad infine chi si è visto troppe volte Matrix et similia. quote:
Davvero? E quale sarebbe questa differenza, in termini pratici? Lo studioso di storia sarà un allievo migliore, a tuo avviso? Tecnicamente? Oppure avrà più convinzione, o passione per l'Arte? O sarà giudicato migliore a priori...? Personalmente non condivido affatto questa visione, e dubito fortemente (con la mia limitatissima esperienza, chiaro) che un maestro possa considerare diversamente allievi in base alla spinta che li ha condotti davanti a lui. Da quello che ho potuto vedere, un istruttore tratta tutti allo stesso modo, e tutto sommato si preoccupa anche poco di chi fa cosa, perché, e se vuoi anche di come lo fa. Lui fa il suo lavoro, che è trasmetterti qualcosa, ma sa benissimo che i tuoi progressi nel Kung Fu dipenderanno al 99% solo da te. E questi progressi hanno pochissimo a che fare con i motivi che ti hanno spinto ad imparare. Cioè, mi stai dicendo che secondo te le ragioni che ti spingono ad intraprendere un qualunque sentiero (figuriamoci uno così delicatamente "interiore"non sono importanti? Io personalmente penso che siano importantissime... se non altro perchè sono fra le prime cause a stabilire la tenacia con cui ti dedicherai alla tua causa, qualunque essa sia. (nota a margine per i curiosi: Kung-Fu è un termine sovrautilizzato nei linguaggi occidentali che in origine significa semplicemente "duro lavoro". Va da se che per imparare il Kung Fu... ci sarà un gran bisogno di tenacia ) Tornando a parlare del caso specifico, se uno si presenta in palestra convinto che qualcuno gli ficcherà un ago nel cervello o in altri posti bizzarri e di lì a poco imparerà a volare con gli uccelli, è chiaro che scoprirà presto le cose come stanno. Siccome poi la fatica che è richiesta è tanta per davvero (oè lo chiamano Duro Lavoro, ci sarà una ragione ) se decide di mollare... semplicemente lo trovo ingiusto. Come è ingiusta una qualunque pubblicità ingannevole, in tal senso. In termini pratici, ho visto più di una persona lasciare tutto dicendo cose tipo "voi volete fare le cose troppo seriamente". Il tutto senza mai essersi allenato seriamente. Il maestro, in ogni caso, tratta sempre tutti alla stessa maniera, ma almeno nella mia esperienza si preoccupa, anche tanto, di chi fa cosa e soprattutto di come lo fa. Sia che badi all'aspetto puramente marziale della vicenda, sia che invece si concentri su quello più interiore e meditativo della faccenda, qualunque maestro sa bene che se le cose che fai, le fai sbagliate (almeno rispetto a quello che ti sta insegnando lui), allora stai semplicemente perdendo tempo. Quindi, per come la vedo io i progressi che fai dipendono dal maestro che hai, forse più di quanto tu ti ci possa impegnare. quote:
Quindi meglio non parlarne? Be', non mi sento di condividere questa posizione. Non sai mai come sono le vie della vita, preferisco 10 articoli superficiali che spingano qualcuno a riflettere e documentarsi, al silenzio, ma anche alla voce autoritaria del sapientone di turno che magari spaventa tutti. Beh, non saprei. Se i dieci articoli sono non solo superficiali, ma anche sbagliati, allora non li preferisco affatto. Significherebbe, fra l'altro, che dieci persone non hanno fatto bene il loro lavoro ed io devo spenderci due volte (se non di più ancora) il tempo per avere lo stesso risultato. Senza contare che se ho letto i loro articoli, allora probabilmente l'argomento già mi incuriosice e leggere le loro bubbole potrebbe rovinarmi la digestione . Al contrario, se la voce auoritaria non è inutilmente autoritaria, ma serve a darmi un quadro sufficientemente completo e veritiero della situazionie, allora la preferisco. Beh, poi sono gusti . quote:
Ommioddio!! Vietamo di parlare in modo faceto di Kung Fu a tutti!! D'ora in poi, parlerà solo il Sifu. Quale Sifu? Be', il mio Sifu, che è il migliore. Scusami, ma la cosa mi fa sorridere (oppure mi spaventa, se sei serio!!). Al contrario! Lunga vita a chi ha fatto Shaolin Soccer!. Tuttavia, mi pare che stiamo girando intorno sempre allo stesso argomento... tanto che temo di non riuscirmi a spiegare. Allora quoto Taym, in un pezzo che condivido in pieno: quote:
Ci sono persone che credono cose ben più gravi guardando un film e dimenticando che si tratta di arte figurativa, non di un documentario (che a sua volta può essere ben fallace), rispetto a ciò che davvero sia il Kung Fu. Non che non trovi vero quanto dici, sia chiaro, ma personalmente non credo sia un problema. O meglio, lo è, ma è ben più grande del Kung Fu e non è recente. Andando indietro nella storia, tra superstizioni e leggende, credevamo a castronerie persino più grandi, e sono proproo la disponibilità di mezzi di informazione così capillari che permettono di interrogarsi, sbagliare e correggersi più di quanto non sia mai stato possibile, a tutti. E resta inteso che il Kung Fu non è neanche lontanamente imparentabile con altri problemi più seri e contingenti... ma finchè parliamo di arti marziali... bhè, è a loro che mi riferisco, no? quote:
ma la cosa a mio avviso "grave" è che oggi, proprio dietro la spinta di Hollywood si stanno affermando proprio quegli stili di kung fu che sono belli da vedere, plastici, acrobatici e tutto il resto... ma che di finalità marziali ne hanno ben poche, o comunque di gran lunga inferiori ad altri stili più "seri". quote:
Stili seri?? Esistono stili non seri? Se esistono, e vengono insegnati, allora gli istruttori in questione (perché di sicuro non sono Sifu) sono dei cani, che di Kung Fu non hanno capito una mazza. Mmm. Guarda, per come la vedo io, le cose stanno così: la coloritura acrobatica e spettacolare è una cosa su cui è stato posto l'accento soltanto nel secolo scorso, quando fra rivolte dei Boxer e WWII, il Kung Fu e in generale le arti marziali iniziarono a diffondersi verso l'occidente in maniera significativa. E l'Occidente, che in quelle strane pratiche orientali non riusciva a trovare dove fossero i palloni, fu "invogliato" con qualcosa che più veniva incontro ai suoi gusti. Ovviamente una certa differenza fra i vari stili è sempre esistita, in particolare fra stili "chiusi", "rigidi", che di spettacolo ne offrono ben poco, a stili che già , per movenze e forme si prestavano meglio ad essere portati ad Hollywood, ma oggi sono in particolare questi ultimi stili, per i quali si è calcata la mano in maniera eccessiva sull'aspetto acrobatico e spettacolare, che vanno per la maggiore. Sia che badi all'aspetto pratico (botte da orbi) e a maggior ragione se badi a quello interiore, che insieme sono la ragione d'essere delle Arti Marziali, fare il funambolo, non giova nè all'uno nè all'altro. Però è quello che la gente vuole vedere, e di riflesso è quello che gli sponsor vogliono. A cascata, è anche quello che le federazioni, i maniera un po' nebulosa, vogliono. Tutto questo vuol dire soldi, e gli istruttori di cui si parla, magari sono cani, ma lasciando perdere la loro licantropia è quello che sono invogliati ad insegnare. Senza contare che se in questa maniera alcuni stili, non più tramandati, possono andare perduti(perchè il rischio esiste)... ed allora semplicemente è come perdere un piccolo pezzo di un patrimonio culturale. quote:
Questo potrebbe aprire le porte ad altri aspetti della discussione, quote:
...troppo tardi... Era scritto sull'oroscopo :P:P? quote:
Scusami, una domanda: quali sono le finalità dell'Arte, secondo te? Quelle che prima definivi "marziali"? Perché mi sa che io ho un'idea molto diversa dalla tua. Io credevo che l'Arte fosse una disciplina innanzi tutto su sé stessi, e che del tutto casualmente avesse dei risvolti sugli altri (avversari). Pensavo che si trattasse di percorrere un cammino innanzi tutto mentale e spirituale, attraverso l'esercizio fisico e la respirazione. Non ho mai pensato che studiare il Kung Fu volesse dire addestrare il proprio corpo come un'arma... E non credo si tratti di vecchia o nuova scuola. Anzi, ti dirò, tu mi sembri più vicino a Bruce Lee di me! Mmm domanda complicata, sai? Non sono più tanto sicuro che mi vuoi bene... Allora, in verità credo che le cose stanno così: chi dice che la finalità dell'Arte è il combattimento senza meditazione, sbaglia. Da un punto di vista strettametne storico, però il Kung Fu nacque come tecniche di combattimento, e dovettero passare circa 3000 anni, prima che qualcuno (Bodhidarma (o Ta Mo in cinese) da un lato, e Cheng Salm Fung da un altro) giungesse ad una definizione più moderna dell'Arte, ovvero ad una pratica che tenesse conto contemporaneamente di esercizi fisici ed esercizi mentali (sia pur con le dovute differenze fra i diversi stili, e principalmente fra gli stili conosciuti come Esterni e quelli conosciuti come Interni).. Arriviamo così intorno al 520 d.C. Ugualmente sbaglia però chi sostiene che l'obiettivo del praticante è la meditazione senza combattimento. Quest'ultima, anzi, è una coloritura di comodo nata tipicamente in questo secolo, e in particolar modo sospinta dalla cultura New Age. Coloritura sostanzialemente dovuta al fatto che la pratica del corpo a corpo, per diverse ragioni, è divenuta sempre meno importante (per fortuna, aggiungerei), mentre all'epoca in cui queste cose nacquero era al contrario quasi indispensabile. Non è un caso se oggi è il Tai Chi (il Pugilato del Polo Supremo!) lo stile più diffuso del Kung Fu: il più interno degli stili Interni oggi ha quest'alone mistico meditativo, che però corrisponde soltanto a metà della verità . Quello che forse non emerge da quanto scritto sopra è una sostanziale unità di fondo del campo. A carattere meramente personale, credo che dovendo trovere un punto di partenza singolo, unitario e non complesso (quindi forzato e per alcuni aspetti falso) per il Kung Fu, questo sia il combattimento. Continuando a percorrere così il cerchio, si trova che per perfezionarsi nel combattimento è indispensabile una profonda conoscenza di sè stessi, del proprio corpo e dei propri ritmi. Una padronanza di sè, porta ad una padronanza nel combattimento, che infine porta ad evitare il combattimento stesso. Come ho detto, non è possibile una risposta semplice Ultime due parole, dell'ultima ora sull'oscar di Gwen: meritatissimo! Peggio di Gabriele Muccino, secondo me ci sono solo due cose: Silvio Muccino e la stipsi Jerda
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Il cammino dell' uomo timorato è minacciato da ogni parte dall' iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre
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