Arwen
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Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
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Finalmente pare che io riesca a scrivere questa dannata recensione! Scusatemi, ma dopo problemi tecnici di vario tipo e dopo aver scritto per ben 5 volte la recensione che puntualmente è andata a farsi benedire non so dove e non voglio saperlo, spero che questa sia l'ultima e la volta buona se no credo che non la scriverò più! E' da sabato che ci provo, non potete immaginare come sia frustrante! Ebbene, non appena è uscito nelle sale il nuovo film di Zhang Yimou, l'ormai (finalmente) famoso regista di altri importanti film quali Lanterne Rosse, Hero, Vivere!, La Strada Verso Casa, ecc., sono subito andata a vederlo e con mio grande piacere, mi ha lasciata soddisfatta. Mi dispiace se chi l’ha visto è rimasto “profondamente†deluso…purtroppo non essendo riuscita a postare per tempo la mia recensione non sono riuscita a mettervi in guardia! Ma come diceva Erebel, sapendo di non aver apprezzato in pieno Hero era presumibile che La Foresta dei Pugnali Volanti non vi sarebbe piaciuto…in fondo La Tigre e il Dragone è di un altro regista, Ang Lee! Eheheh Ordunque, La Foresta dei Pugnali Volanti è simile ad Hero, sì, ma nonostante questo ci sono molte differenze. Anche in questo film i colori giocano un ruolo molto importante, ma non nello stesso modo. Non sono presenti scenari monocromatici che seguono una particolare versione della narrazione, a parte lo spettacolare bosco di bambù, scenario veramente eccelso! I colori in questo caso sono molto accesi e brillanti, sia nelle scene d’interno che negli esterni (in netta maggioranza), e a prescindere se conosciate o meno il significato che i cinesi attribuiscono ai colori, non si può non tener conto dell’importanza che rivestono e della suggestione che trasmettono. La trama del film presto mette in secondo piano la collocazione storica per concentrarsi sulla vicenda dei tre personaggi principali, che si sviluppa in modo a tratti più lento ed intenso e a tratti più travolgente e concitato…mostrando un’alternanza gradevole ed utile anche ai fini della comprensione dei vari stati d’animo. I tre protagonisti sono molto bravi…a partire dalla bellissima Zhang Ziyi, ormai presente in tutte le grandi produzioni cinesi degli ultimi tempi, che ci regala un’ottima interpretazione con la sua solita eleganza ed agilità . Anche Andy Lau è bravo ed intenso...una piacevole sorpresa, ammetto infatti di non averlo mai visto prima! Ehm.. E come non lodare il grande Takeshi Kaneshiro, ovvero la quintessenza della bellezza maschile cino-giapponese, nonché grande interprete (cinematografico e canoro) che nel film sfoggia le sue doti (escluso quelle canore), oltre alla sua bellezza! Chi di voi è un fruitore di giochi per la PS2 allora molto probabilmente riconoscerà nei suoi lineamenti Samanosuke, protagonista di Onimusha 1 e 3, per cui è stato preso a modello. Chi si aspettava un film di kung-fu è rimasto senza dubbi deluso. I combattimenti ci sono e secondo il mio parere sono migliorati. La tecnica “volanteâ€, introdotta con La Tigre e il Dragone ed usata in seguito in quasi tutti i film del genere, col tempo si sta evolvendo e non si basa più esclusivamente su combattimenti en plein air, bensì è più verosimile e dotata di maggior gravità . Ho apprezzato molto i combattimenti che ci sono, appunto perché sono ben dosati. L’unica pecca che mi sento di concedere , è quella che riguarda il finale. Mettendomi nei panni di un normale spettatore occidentale i tempi del finale sono un po’ troppo lunghi, e c’è un carico di pathos epico superiore a quello a cui siamo abituati di solito. Anche se nella nostra letteratura antica abbiamo moltissimi esempi di questa carica epica (patetica) interminabile! Le scene che però sono sembrate troppo lente e per alcuni inutili, a mio avviso sono tutt’altro che fuori luogo, perché l’intensità dei primi piani in cui attraverso il mutare sottile delle espressioni si può seguire l’evoluzione dello stato d’animo dei personaggi, le pause dovute al turbamento, alla scelta dell’azione, i silenzi, sono tutti elementi che hanno la funzione di trasmettere allo spettatore una certa particolare emozione, coinvolgimento… La Foresta dei Pugnali Volanti mi è sembrato più istintivo e passionale di Hero che riveste un ruolo più poetico e direi filosofico. Insomma, a me è piaciuto, si è capito? Io ne consiglio la visione a chi ha apprezzato Hero, e chi è curioso di vedere un altro scorcio della cultura e della natura cinese.
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