Maeve
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Primo ingresso in Numenor: 2003-05-11
Da: Medhelan
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Ero indecisa sulla sezione in cui postare questo messaggio e mi sono detta " su Arandor non sbaglio di sicuro" Stavo facendo qualche ricerchina sui Celti e mi sono imbattuta in alcune foto della piazza secondo me più bella e suggestiva di Milano... Non solo ha origini celtiche, ma ha una stoira importantissima in quanto si narra che proprio qui sorse Milano. Belloveso e Segoveso giunsero dalla Gallia circa nel XIII secolo a.C. Belloveso e Segoveso facevano parte della tribù dei Cenomani. Dove ora sorge Milano incontrarono un insediamento celtico nato dagli Insubri. Sebbene ci siano divergenze su chi ritenere " responsabili" di tale fondazione, se i Cenomani con Belloveso o gli Insubri già insediati, la leggende della nascita del nome vede protagonista in Cenomane Belloveso. Si narra che fermatosi presso una radura boschiva disse che sarebbero stati gli dèi ad indicargli dove fondare una città . Il segno degli dèi arrivò, si dice, sotto forma di una scrofa mezzalanuta, ovvero coperta solo per metà di pelo, che si fermò dove ora sorge Piazza Dei Mercanti. Belloveso decise così che era lì che sarebbe dovuta sorgere una città che chiamò Medhelan. La scrofa semilanuta Sul significato del nome Medhelan ci sono ancora controversie che probabilmente non verranno mai risolte. Tra i significati più comuni ci sono: - scrofa mezzalanuta - città nel mezzo - terra di mezzo - centro sacro L' attribuzione del reale significato va forse ricercata più nel mondo " spirituale" che nella linguistica. I Celti di Belloveso o degli Insubri non erano diversi dai Celti della Gallia o delle terre del nord (Gran Bretagna, Irlanda...). All' interno del loro tessuto sociale i Druidi erano fondamentali nonchè i personaggi più importanti ed influenti insieme ai guerrieri. Il luogo sacro druidico ha delle caratteristiche molto particolari. Esistono due termini principali per definirlo: Nemeton e Medhelan. {citazione da Storia Di Milano} Il termine latino nemus (gr. nemos) indica una foresta in cui sono compresi dei pascoli, un boschetto e un bosco sacro. A sua volta il bosco sacro comprendeva una radura, con gli alberi venerati messi in evidenza. La radice *nem- contiene l' idea di separazione, di isolamento per cui un nemus è uno spazio separato e riservato al dio; ma per i Celti *nem- indicava soprattutto il " cielo" , per cui il nemeton celtico viene ad essere il " paradiso terrestre" o un " frutteto meraviglioso" , come risulta dalle leggende celtiche. Il nemeton è quindi uno spazio aperto e coperto d' erba in una foresta e contemporaneamente il tempio druidico, con o senza foresta. Un Medhelan è un santuario al centro di una serie di coordinate terrestri e astrali al quale confluiscono i druidi e la popolazione in particolari momenti celebrativi. I l centro è già in sé un' origine, il punto di partenza di tutte le cose; se è all' interno di un cerchio, il centro è il simbolo del principio e il cerchio quello del mondo. Un Medhelan può essere circondato da un nemeton. {fine citazione} Nei riferimenti ai luoghi sacri dei Druidi si parla anche di dru-nemeton in cui vi era la presenza, fondamentale per ogni popolo ma in particolare per i Druidi perchè considerata elemento sacro, di un lago o corso d' acqua. Passeggiando oggi per il centro di Milano non si direbbe, ma una volta, dove ora sorge il Duomo, c' erano boschi e una radura con un laghetto. Se volessimo però tralasciare questa interpretazione e considerare quella che fa riferimento alla " terra di mezzo" incapperemmo nella tradizione celtica di definire un " centro del mondo" o " centro di perfezione" . Ogni tribù celtica aveva il suo " centro di perfezione" {cit.}Como ebbe il suo “Medhelan†identificabile forse nell’attuale Melano sopra Mendrisio{/cit.} E' inoltre interessante precisare che la zona comprendente l' antico insediamento celtico ha una forma ellittica. {cit.} Nel dicembre 1997 due archeo-astronomi di Brera specializzati nello studio dei santuari celtici, Silvia Cernuti e Adriano Gaspani, presero in considerazione l' ipotesi formulata dalla scrivente nel 1991 circa l' ubicazione del santuario insubre e dello sviluppo della città romana. Gli assi dell' ellisse sono apparsi ai due archeo-astronomi come posti lungo delle direttrici astronomiche di particolare interesse per il mondo religioso celtico. L' asse da via Boito in direzione via S. Raffaele coincide con la direzione della levata eliaca di Antares nella costellazione dello Scorpione, ossia col punto dove l' astro faceva la sua comparsa nel cielo prima del sorgere del sole durante la festa di Samain (pr. scio-uin). Antares, stella rossa, è posta alla fine della via Lattea, motivo per cui veniva considerata la porta per l' aldilà . Questa festa era la principale dell' anno celtico perché segnava la fine dell' anno e l' inizio di quello nuovo, con un intervallo fuori dal tempo in cui gli esseri umani venivano in contatto con l' altromondo, il sid. La festa durava una settimana: tre giorni prima della festa, il giorno stesso e tre giorni dopo. Nel VII-VI secolo a.C. la levata eliaca di Antares si verificava intorno all' 11 novembre, rimasta nel calendario cristiano come " estate di S. Martino" . Lo stesso punto coincide con il sorgere del Sole al Solstizio d' Inverno, evento astronomico interessante nel più moderno periodo romano, soprattutto dopo la riforma giuliana. Lungo lo stesso asse ma guardando verso via del Lauro si ottiene un altro punto astronomicamente significativo: il tramonto del Sole a Beltane, la festa dei fuochi, che nel VI secolo a.C. cadeva intorno al 6 giugno. La festa si perpetuò nei fuochi di S. Giovanni il 24 giugno e nei fuochi di S. Vito il 15 giugno, il che dimostrerebbe che la data del 1° maggio per Beltane risale a necessità di razionalizzazione del calendario giuliano. In questo stesso punto si segnalò in età romana il tramonto del sole al Solstizio d' Estate con l' erezione dell' arco di Giano quadrifronte. L' altro asse dell' ellisse è lungo via Manzoni-via S. Margherita. Qui, volgendo lo sguardo verso piazza Cavour, si assisteva alla levata eliaca di Capella, nella costellazione dell' Auriga, che secondo la teoria Cernuti-Gaspani dava avvio alla festa di Imbolc. Nel VII secolo il giorno cadeva il 24 marzo, una festa della primavera. L' orientamento dell' ellisse permetteva quindi di fissare come un grande calendario ben tre feste celtiche di grande importanza: Imbolc, Beltane e, la più importante, il capodanno di Samain, quando si portava a casa il nuovo fuoco del falò sacro, si facevano previsioni sul destino del consultante e si uccidevano gli animali che sarebbero stati consumati in inverno. Il falò sacro serviva anche a sostenere le forze della crescita della natura che altrimenti il freddo invernale avrebbe eclissato. Anche l' uso a capodanno dei sempreverdi è connesso al fatto che, in origine, li si portava in processione sui campi, come prova che la vita della natura non si era spenta . {/cit.} Detto tutto questo Piazza Dei Mercanti e in generale il centro di Milano, ai miei occhi, assumono un fascino che completa la pura estetica di un' architettura antica. Vi lascio queste foto sperando di non avervi annoiati troppo.
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