Erebel
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Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
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Andrò a vederlo a breve, ma intanto riporto un'opinione un po' fuori dal coro, trovata sul solito forum Italians. Poi ne parliamo! Unfairenheit 9/11 Caro Severgnini, penso che Michael Moore rappresenti tutte le cose peggiori della sinistra americana e italiana e che ne sia divenuto il disastroso modello. Penso che sia un demagogo, bugiardo, violento, scorretto e trombone. Fahrenheit 9/11 è un film bruttino e noioso, la confezione del quale è sbrigativa, povera e banale. Ci sono paranoie antisaudite (banalmente razziste), smentite perfino dalla Commissione sull'11 settembre. Parole di Ferrara? Di Feltri? No,di Luca Sofri (figlio di Adriano), che uomo di destra certamente non è ma che ha l'onestà intellettuale di discostarsi da un'opera (?) tendenziosa e truffaldina, che è divenuta il pasto prediletto di quella sinistra a cui piace tanto autoproclamarsi depositaria della Verità . Nel suo lungo articolo su Vanity Fair, Sofri afferma inoltre che in America Moore è ormai odiato a sinistra almeno quanto è amato. I siti Internet che dimostrano le falsità dei suoi film sono sia di destra che di sinistra. In rete, Unfairenheit 9/11 di Christopher Hitchens offre un'interessante panoramica sulle furbizie narrative, le bugie e le patetiche contraddizioni di Moore. Hitchens è un giornalista che smonta uno ad uno quelli che secondo A. Guiotto (1° settembre) sono "fatti". Fatti? Quello che un certo pubblico adora sentirsi dire, piuttosto, quel pubblico che adora sentire confermare ciò che già pensa, anche se ciò prevede l'utilizzo di calunnie e scenette create ad arte. Michael Moore si fa assistere da schiere di legali per controbattere a chiunque si azzardi a criticarlo e si rifiuta di partecipare ad eventi in cui potrebbe essere sottoposto a "hostile questioning". Vogliamo sposare le tesi di un regista che nel film presenta l'Iraq prima della guerra come una terra prospera e pacifica in cui i bimbi giocavano felici con l'aquilone? Per favore, ho un cervello. Lasciamo a Madonna che sculetta fino al Kabbalah Center più vicino (ai fotografi) tutta tronfia della sua interiorità riacquistata grazie al Pilates il compito di esaltare il furbacchione e "crowd pleaser" Michael Moore. Lasciamo che i cantanti viziati da una vita di privilegi, dopo anni trascorsi saggiamente lontano dalla politica, si lascino trasformare in strumenti di propaganda da questo o quel politico (che tristezza, Bruce!). Noi, che viviamo nel mondo reale, faremmo meglio a pensare con la nostra testa.
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