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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei loro nomi)

 
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ID-Ilquelin
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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 16:55:47   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
quote:

ORIGINAL: Taym

innanzitutto, e soprattutto temi che riguardano la II Guerra Mondiale


Non sono daccordo con te Taym...Tolkien dice che tutto quello che ha scritto non è stato ispirato dalla guerra che ha vissuto...ne porto qui un breve tratto:

"Il capitolo cruciale, “l’ombra del passato” è una delle parti più vecchie del racconto, è stato scritto molto prima che i presagi del 1939 si mutassero in minacce di un disastro inevitabile, e da quel punto la storia si sarebbe sviluppata lungo le stesse linee anche se quel disastro fosse stato evitato. Le sue fonti sono cose che avevo già in mente, o in alcuni casi avevo già scritte e poco o nulla è stato modificato dalla guerra iniziata nel 1939 o dalle sue conseguenze. La guerra reale non ricorda la guerra leggendaria nello svolgimento né nella conclusione. Se essa avesse ispirato o diretto lo sviluppo della leggenda, allora per certo l’Anello sarebbe stato preso ed usato contro Sauron; Sauron stesso sarebbe stato non annientato ma sottomesso, e Barad-dûr non sarebbe stata distrutta ma occupata. Saruman, non riuscendo ad entrare in possesso dell’Anello, sfruttando la confusione ed i tradimenti del tempo avrebbe trovato a Mordor il legame mancante alle sue ricerche sulla Scienza degli Anelli, e dopo non molto avrebbe forgiato un suo Grande Anello con il quale sfidare l’autoproclamato Signore della Terra di Mezzo. "

Corregetemi se ho interpretato male...

< Modificato da Gilraen -- 2004-10-02 16:56:47 >

(Risposta a Taym)
Messaggio #: 41
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 18:32:39   
Mirmith


Messaggi: 2098
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
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Ho trovato qualcosa a rigurdo

"Terri Windling misinterprets Tolkien's own words, falling into the common trap of ascribing all war-related inspiration for Tolkien to World War II. She quotes snippets from Tolkien's essay "On Fairy-Stories", to correctly say that Tolkien's deeper passion for fairy-stories developed 'on the threshold of manhood', where it was 'wakened by philology' [and] 'quickened to full life by the war'. Unfortunately, she then spoils the whole effect by saying that Tolkien's interest was 'quickened' by his experience of war in its most epic form: the great horrors of World War II. In fact, Tolkien was actually referring to his experiences as a young man in World War I. Indeed, "On Fairy-Stories" was originally delivered by Tolkien as an Andrew Lang lecture at the University of St Andrews on 8 March 1939, before World War II. Fortunately, as Windling is mainly concerned with different kinds of war, this exact detail is unimportant to her argument. Indeed, despite my comments, her essay is a very personal story that becomes more moving with each re-reading. Windling's inaccuracy may cause confusion though, particularly if the reader remembers the more accurate comment from Michael Swanick on p.36: Tolkien fought in World War I and he wrote much of his masterpiece during the darkest reaches of the second."

Se volete ve lo traduco (quando ho un pò di tempo)


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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 42
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 18:48:49   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
quote:

Non sono daccordo con te Taym...Tolkien dice che tutto quello che ha scritto non è stato ispirato dalla guerra che ha vissuto...ne porto qui un breve tratto:


Gilraen, io invece sono d'accordo con te, il che evidentemente significa che non ci siamo capiti.

"Tutto quello che ha scritto" deve riferirsi a Tokien autore, non al Tolkien padre, nella vita reale, che scrive al figlio in guerra.

NON nel Signore degli Anelli, ma nelle lettere che Tolkien scriveva, molte delle quali raccolte nel libro "La Realtà in Trasparenza", pubblicato dal figlio, Tolkien stesso esprime idee politiche. Questo per rispondere a Kirthalion che sosteneva che a Tolkien non interessassero argomenti politici. Difficile immaginare una personalità come Tolkien che non avesse opinioni, d'altro canto. Gli interessavano dunque argomenti politici, come interesserebbero a chiunque finisca in mezzo ad una guerra, immagino. Dunque ho scritto che (mi cito)

quote:

Il pensiero politico di Tolkien emerge spesso nelle sue lettere


e non certo, aggiungo sotto, nel Signore degli Anelli o in nessuna delle sue opere. Dunque quel che sostengo è che NON vi sia politica nelle opere di Tolkien, a differenza di quanto altri hanno sostenuto nei decenni.

D'altra parte, come io stesso dicevo nel mio messaggio che citi:

quote:

Personalmente concordo in pieno con questo. L'opera di Tolkien tratta di altro e si sviluppa su un altro piano, nè contiene alcun riferimento di tipo politico a cui aggrapparsi.


Dunque sono un sostenitore dell'ASSENZA della politica nelle opere di Tolkien . Non so esattamente cosa ti abbia fatto capire il contrario

A vedere la politica nelle sue opere furono, in Italia, sbagliando clamorosamente a mio avviso (e duqnue concordo con voi), negli anni 70, non gente di estrema destra (occupata in faccende ben meno nobili della letteratura) ma "intellettuali di Sinistra" che bollarono il SdA come "di destra", senza alcun motivo visto che di politico al suo interno non vi era nulla, nè Tolkien rientrava nel mondo culturale politico italiano di quegli anni. COn questo ho fatto una precisazione riguardo quanto diceva Kirthalion, che si riferiva all'estrema destra tra coloro che han visto la politica in Tolkien.

Perdonatemi, devo aver scrito in modo confuso

< Modificato da Taym -- 2004-10-02 18:57:12 >



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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 43
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 19:09:14   
Mirmith


Messaggi: 2098
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
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quote:

ma "intellettuali di Sinistra" che bollarono il SdA come "di destra", senza alcun motivo visto che di politico al suo interno non vi era nulla, nè Tolkien rientrava nel mondo culturale politico italiano di quegli anni.

Si..confermo...
sugli intellettuali di sinistra si potrebbe parlare...ma ho visto che ne avete già trattato tempo fa
In realtà nella stessa sinistra ho letto poinioni contrstanti...alcuni vedevano società comunistiche non so dove, altri al contrario lo bollavano appunto come opera di destra e lo snobbavano...erano comunqe presenti anche opinioni di "destra" (nettamente minoritarie comunque) che elogiavano lo spirito nazionalista (dove?), ma non erano certo esponenti della destra più estrema...

< Modificato da Mirmith -- 2004-10-02 19:11:24 >



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(Risposta a Taym)
Messaggio #: 44
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 19:13:07   
Kirthalion


Messaggi: 366
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
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quote:

Taym.
Mirmith, non c'è nulla di cui dispiacersi, sono argomenti interessanti ed immagino che Kirthalion - correggimi se sbaglio Kirthalion - intendesse dire che è stato sbagliato strumentalizzare in chiave politica un'opera che non aveva nulla a che vedere con argomenti simili, non che fosse sbagliato parlarne qui (è un'area apposita, e nel rispetto della Cartha, non esiste censura di sorta).

E' proprio quello che intendevo!! Mi dispiace che Mirmith abbia frainteso le mie parole, pensando che mi rivolgessi a lui!
A questo punto porgo le mie scuse se non sono stato abbastanza chiaro!!


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(Risposta a Taym)
Messaggio #: 45
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 19:13:22   
Taym


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Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Si infatti, Mirmith, a posteriori ci han visto (a torto) di tutto nel SdA, il che è anche - purtroppo - comprensibile essendo un'opera così vasta e completa: volendo strumentalizzarla puoi inventarti di tutto di più. Ricordo che all'uscita del primo film ci fu una recensione sul Manifesto che vedeva nel film un simbolo della guerra in Afghanistan contro i Talebani. Ne parlammo proprio qui su Numenor, ma non sono riuscito a trovare l'articolo... Appena riesco ve lo segnalo, c'è da sbellicarsi dalle risate


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(Risposta a Mirmith)
Messaggio #: 46
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 19:33:48   
Gilraen


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Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
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Scusami Taym...vedo che ti ho fatto arrabbiare...Ho suscitato le ire del Vala...parlavamo della stessa cosa ma in modo diverso...

< Modificato da Gilraen -- 2004-10-02 19:48:50 >

(Risposta a Taym)
Messaggio #: 47
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 21:08:12   
Taym


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Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
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quote:

Scusami Taym...vedo che ti ho fatto arrabbiare...Ho suscitato le ire del Vala

Arrabbiare? Gilraen, ma perchè dici così? Tranquilla, stiamo solo parlando!


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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 48
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-02 21:51:14   
Taym


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Da: Valimar
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In attesa di uscire, passo davanti allo scaffale con i libri di Tolkien. Vedo "La Realtà in Trasparenza" e, visto che ne parlavamo prima, lo prendo in mano. Lo apro a caso, come si fa con ogni libro magico, per mera curiosità. E guardate che trovo: Tolkien che parla di energia atomica! Siamo nel 1956, Il SdA è all'inizio della sua diffusione, ed è divertente leggere che dice il nostro amato ed ispirato Professore al riguardo del senso fondamentale della sua opera (o uno dei molti), come al riguardo di temi più importanti e contemporanei.

Vi riporto il brano:

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Da Una Lettera a Joanna de Bortadano (abbozzo). Non datata. Aprile 1956

Naturalmente la mia storia non è un'allegoria del potere atomico, ma del Potere (esercitato attraverso il dominio). La fisica nucleare può essere sfruttata per questo scopo. Oppure no. Oppure può non essere usata affatto. Se c'è qualche riferimento, nella mia storia, ai nostri tempi è quella che mi sembra la più diffusa affermazione di oggi: che se una cosa può essere fatta, deve essere fatta. Questo a me sembra completamente falso. Gli esempi più grandi di azioni dello spirito e della ragione sono esempi di abnegazione. Quando Lei dice che il Potere Atomico è "qui per restare" mi fa venire in mente che Chesterton diceva che quando sentiva una frase del genere, sapeva che a qualunque cosa fosse riferita, questa cosa sarebbe presto stata rimpiazzata e considerata scadente e fuori moda. Il cosiddetto Potere Atomico è qualcosa di più grosso di quello a cui lui pensava (lui si riferiva a tram, alla luce a gas, ai treni a vapore). Ma sicuramente è chiaro che ci dovrà essere qualche "abnegazione" nel suo utilizzo, un rifiuto deliberato di fare alcune delle cose che sono possibili fare con esso, altrimenti non resterà più niente! Comunque, questa è una faccenda semplice, un problema dei nostri giorni che probabilmente passerà e diventerà effimero. Penso che nemmeno il Potere, o il dominio, sia il vero nocciolo della mia storia. Fornisce un pretesto per una guerra, ed è qualcosa di sufficientemente scuro e minaccioso da sembrare, all'epoca, di somma importanza, ma è per lo più una cornice che permette ai personaggi di mostrarsi per quello che sono. Il tema centrale per me riguarda qualcosa di molto eterno e difficile: morte e immortalità: il mistero dell'amore per il mondo di una razza destinata a lasciarlo e apparentemente a perderlo; l'angoscia nei cuori di una razza destinata a non lasciarlo, finchè il suo intero ciclo nato dal male non sia completo. Ma se Lei ha letto il vol. III e la storia di Aragorn, l'avrà intuito. (Questa storia è inserita in un'appendice, perchè l'intero racconto è narrato attraverso l figure degli hobbitt; e questo perchè un altro tema centrale del racconto per me sta nelle pagine di Elrond nel Vol. I: <<Spesso questo è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo: sono piccole mani a metterli in movimento, perchè vi sono costrette, mentre gli occhi dei grandi stanno guardando da un'altra parte>>. Benchè altrettanto importante sia l'osservazione di Merry (vol. III pagina 1044): <<Il terreno nella Contea è profondo. Tuttavia ci sono cose ancora più profonde e più alte; e se non fosse per loro, un giardiniere non potrebbe curare il suo giardino in quella che lui chiama pace>>). Io non sono un <<democratico>> solo perchè l'<<umiltà>> e l'eguaglianza sono principi spirituali corrotti dal tentativo di meccanizzarli e formalizzarli, con il risultato che non si ottengono piccolezza e umiltà universali, ma grandezza ed orgogio universali, finchè qualche orco non riesce ad impossessarsi di un anello di potere, per cui noi otteniamo e otterremo di finire in schiavitù. Ma tutto questo è stato pensato dopo. In realtà la storia è il racconto di quel che successe nell'anno X prima di Cristo, a gente come quella descritta!
Spero che ora Lei sia arrivata alla fine del vol III! Devo dire che provo sempre soddisfazione quando sento di qualcuno obbligato a comprare il libro! Un autore non puù vivere sulle sottoscrizioni librarie. L'altro giorno ho ricevuto la lettera di un uomo molto conosciuto e non certo povero che mi informava, convinto di farmi un complimento, che il libro lo aveva così avvinto che lui l'avevao chiesto parecchie volte alla biblioteca e aveva pagato pesanti pariffe per tenerselo a casa più a lungo del consentito. Non sono riuscito a torvare le parole per rispondergli. Il S. degli A. costa circa 4000 sterline solo per la stampa, dopo che ha lasciato le mie mani. Prima, eccettuando altre fatiche, l'ho battuto a macchina due volte (alcuni punti parecchie volte). Una dattilografa professionista l'avrebbe fatto pagare 200 sterline. Anche i grandi romanzi hanno un difficile lato pratico - non che gli hobbitt se lo dimentichino.


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< Modificato da Taym -- 2004-10-04 16:52:36 >



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(Risposta a Taym)
Messaggio #: 49
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-04 16:29:00   
Erebel


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quote:

ORIGINAL: Haisonder
Quando chiesi alla mia insegnante come mai saltassimo Tolkien, mi venne risposto che era solo un autore minore e che il Signore degli Anelli in fondo, era solo un fantasy ..

Solo un fantasy?



Questo è uno dei (tanti) motivi per cui sono contenta di non aver frequentato una scuola italiana.
La mia insegnante di letteratura, spagnola, durante il primo anno di liceo ci fece leggere 5 libri, su cui poi preparare delle tesine di ricerca e analisi del testo. Fra questi libri figurava "El hobbit" di Tolkien.
Penso che non la ringrazierò mai abbastanza per quel grande regalo che mi fece, e il mio primo incontro con il Professore fu, incredibilmente, in spagnolo. Ce l'ho ancora!
Inoltre durante la nostra prima estate da liceali ci diede una lista di libri consigliati per la lettura, fra cui ovviamente era presente anche il SdA: "un capolavoro, se vi è piaciuto lo Hobbit", disse.
In Spagna la letteratura fantasy non viene bollata come di serie B, per fortuna, e rappresenta solo ciò che è ossia un genere.
Di per sé genere non significa nulla: non è detto che sia scritto bene, non è detto che sia un testo breve o lungo. Al massimo può lasciar intuire un po' l'argomento del libro, ma nemmeno questo è vero del tutto.

Giorni fa ero da Feltrinelli, rinnovata, a stento trovavo i libri che mi interessavano perché ho sempre avuto difficoltà a capire le classificazioni.
Cercavo un libro specifico, e l'ho incredibilmente trovato nel settore (= stanza a parte) chiamato "Tempo libero". Sapete quali sezioni ci sono all'interno (a parte libri sugli sport e la cucina, ovviamente)?
Libri di esoterismo, astrologia, spiritualità (il Dalai Lama!) e via dicendo.
Come dire che chi legge certi libri lo fa per divertirsi, perché non ha altro da fare, ma si tratta di scemenze? Invece la sezione Religione ha pari dignità del resto, ed è vicino ad Antropologia, Psicologia e Storia.



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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 50
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-07 12:22:16   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
quote:

ORIGINAL: Haisonder
Finchè ci annoi in questo modo .. continua pure così che va benissimo!


"Ritorno ora da voi al mutare della marea" Eccomi qua ancora per annoiarvi un pò, questa volta vorrei parlare dei draghi e di alcuni tra i tanti scrittori che hanno dedicato loro opere, descrivendoli i vari modi.


Il fuoco Eterno

I draghi nella letteratura fantastica contemporanea



I draghi occupano un ruolo di primo piano nella letteratura fantastica contemporanea e in quel particolare filone definito fantasia eroica. Uno dei padri della letteratura fantaeroica è Robert H. Howard che nel racconto Chiodi Rossi ne descrive le sembianze, un po’ diverse da quelle a cui siamo abituati dall’iconografia tradizionale: “ Dal macchione si sporse la testa d’un essere d’incubo e di follia. Le fauci socchiuse lasciavano snudare file e file di gialle zanne sgocciolanti; al di sopra della bocca, il muso grinzoso era quello d’un rettile. Gli enormi occhi, simili agli occhi d’un pitone ma ingranditi mille volte, fissavano i due esseri umani..Del sangue macchiava le labbra, flaccide e squamose, e d’un coccodrillo, s’innestava su un lungo collo a scaglie sovrastato da file di creste appuntite; il corpo, che schiacciava rovi ed arboscelli, era quello d’un titano, un torace gigantesco a forma di botte sorretto da zampe assurdamente corte. Il ventre biancastro sfiorava quasi il suolo, e la spina dorsale cresta era così alta che Cona avrebbe stentato a sfiorarla anche alzandosi in punta di piedi. Una lunga coda uncinata, come quella d’un colossale scorpione, si trascinava al suolo” Nel proseguo del racconto, il più famoso barbaro della storia della narrativa popolare smentisce la fama d’immortalità che circonda i draghi della foresta di Xuchotl, introducendo il tema del “punto vulnerabile”: “Se i vostri antenati avessero pensato d’intingere la punta delle lance nel succo velenoso delle “mele di Derketa” e li avessero colpiti negli occhi o nella bocca o in altri punti vulnerabili, avrebbero constatato che i draghi non sono più immortali dei buoi”.
Ma la fonte narrativa più prodiga di riferimenti ai draghi è l’opera di Tolkien, e non poteva essere altrimenti, dal momento che il professore di Oxford ha saputo rinverdire i fasti del mito e ridefinire, così, le coordinate nella fantasia eroica moderna.
Creatura di Morgoth, il principio del Male, il drago compare per la prima volta sotto il nome di Gluaurung: “ il primo degli Uroloki, i draghi infuocati del Nord, uscì nottetempo dalle porte di Angbad”, per essere sconfitto da Fingod principe di Hithlum. Sorte non dissimile occorre al suo successore: “Earendil uccise Ancagalon il Nero, il più forte della schiera dei draghi, precipitandolo dal cielo; e Ancagalon piombò sui torrioni di Thangorodrim, facendoli crollare. Poi il sole si levò e l’armata dei Valar (Non i nostri Valar) ebbe la meglio, e tutti i draghi furono annientati”. Quanto alla descrizione fisica, alcuni “sono freddi com’è la natura delle bisce e dei serpenti, e parecchi di loro, dotati di ali, avanzano con velocità e fragore enormi; ma i più poderosi sono caldi, pesantissimi e lenti e certi vomitano fiamme e il fuoco guizza sotto le loro scaglie”. Per la descrizione psicologica ecco alcuni passi: “…e in loro l’avidità, la cupidigia e l’astuta cattiveria sono superiori che in ogni altra creatura” e “ possiedono astuzia e sapienza enormi, tanto che fra gli uomini da tempo si dice che chiunque assaggi il cuore di drago, conoscerà ogni lingua degli Dei e degli Uomini, degli uccelli e degli animali”, sebbene pochi degli eroi che hanno osato tanto “ hanno potuto assaggiare il sangue e sopravvivere, poiché esso è simile a un veleno di fuoco che risparmia solo quelli dotati di forza più divina”. Di volta in volta descritti come “serpenti di ottone” o “ serpi di fuoco”, i draghi Tolkieniana hanno il loro campione in Smaug, drago degli Ered Mithrin, il maggiore delle Terza Era della Terra di Mezzo. Devastò la città di Valle, scaccio i Nani dalle grotte di Ereboir, custodì per due secoli il tesoro loro razziato, fu abbattuto da Bard l’arciere nell’attacco a Esgaroth: “Tutto intero cade sulla città. I suoi ultimi spasimi la distrussero completamente in uno scoppio di scintille e schegge volanti”. Vale la pena notare con David Murray le affinità con il poema epico Beowulf: “ In tutte e due le opere, i draghi ci vengono descritti dapprima tranquilli, sdraiati sul proprio cumulo di tesori (il tesoro viene indicato nella letteratura nordica antica con una kinnign che tradotta significa “giaciglio di drago”) fin quando un drago penetra all’interno della loro tana per rubare una coppa d’oro …entrambi i draghi esaminano attentamente il proprio tumulo per trovare tracce del ladro e sia il drago di Beowulf che Smaug aspettano che scenda l’oscurità per lanciarsi sulle campagne circostanti seminando fuoco e terrore”. Altre analogie le troveremo in molti altri autori, l’archetipo del drago custode di tesori, come nello Hobbit, lo descrive Raymond E. Feist nella saga di Riftwar, descrivendoci così l suo drago: “ Una testa grande quanto un carro di piccole dimensioni era poggiata sul pavimento ed era coperta da scaglie dorate della grandezza d’uno scudo; un lungo collo flessibile congiungeva la testa ad un corpo enorme che si estendeva nella penombra dell’immensa sala, e vaste ali erano ripiegate sul dorso, con la punta che sfiorava il pavimento. La testa era decorata da una cresta dall’aspetto delicato e punteggiata d’argento che separava gli orecchi appuntiti, il lungo muso era atteggiato ad un sorrisola lupo che esibiva zanne lunghe quanto spadoni a due mani e una lingua biforcuta saettava a tratti fuori dalle fauci”. Il suo nome è Thuagh ed è l’ultimo dei Draghi dorati, i soli che possedessero l’arte della magia, più antichi degli elfi e servitori dei Signori dei Draghi, decimati dalle guerre con uomini e nani.
Stephen Lawhead è uno dei più accreditati continuatori dell’opera di Tolkien, per questo non poteva mancare un suo omaggio ai draghi nella saga del Re Drago. Lui invece di dilungarsi in dettagliate descrizioni, preferisce procedere per allusioni, rimandare ad un passato mitico, ridurre l’animale ai minimi termini dei suoi attributi esteriori: così Quentin diventa protagonista perché riesce , da semplice accolito del tempio di Ariel, ad assumere il leggendario titolo di Re Drago, così descritto:” Il Re Drago sedeva nel gigantesco salone del trono, vestito con i suoi abiti migliori, un mantello blu oltremare con le insegne del drago ricamate in oro, chiuso sa una catena e da una spilla con la forma del rettile”. Il Quentin si trasforma in drago simbolicamente, a somiglianza delle genti antiche che credevano di assumere i poteri delle fiere che uccidevano vestendone le pelli.
Nel solco della fantasia eroica post-tolkieniana, il nome di spicco è David Eddings, nella saga del Mallorean, la perfida Zandramas è mutata per opera dello Spirito delle Tenebre in un orrendo drago, contro cui opporsi la Maga Polgara in forma di lupa: “La battaglia dei due mostri sembrava un incubo, il drago combatteva con il fuoco e la lupa con le sue terribili zanne. E poiché la lupa era immateriale, il fuoco del drago non aveva su di lei alcun effetto. Tuttavia, nonostante le sue zanne aguzze, non riuscivano a penetrare la pelle squamosa del drago…Nonostante le zanne della lupa potessero ferire il drago, la sua aura azzurra aveva potere speciale sull’avversaria”.


L’elenco delle opere potrebbe continuare ancora a lungo, ma, fatalmente qualche romanzo meritevole finirebbe comunque per rimanere fuori da questa rapida disamina.
Concludo con una recensione al libro di Umberto Cordier “Guida ai draghi e ai mostri in Italia” giacchè le parole di Mariella Bernacchi colgono lo spirito con cui tutti gli scrittori di cui abbiamo parlato e non, nel variare degli approcci e degli esiti stilistici, hanno affrontato il tema del Drago: “La dannazione e la distruzione del drago palustre demonizzato da parte del santo di turno è una testimonianza di come queste creature dotate di tutta maestà e di tutta la terribilità del sacro pagano, facessero parte di quella visione del mondo naturale come ricettacolo di magie e meraviglie, tipicamente celtico, che la romanità e la cristianità condannarono alla “damnatio memoriae” ossia alla cancellazione faziosa dal libro di ciò che è vero, reale”.

Già, perché se ancora non si è capito, i Draghi esistono…..

< Modificato da Gilraen -- 2004-10-07 12:23:07 >

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 51
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-07 13:58:46   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
So che siamo usciti fuori tema ma questo per dimostrare che Tolkien per un caso o per un'altro si sia potuto servire di varie altre opere scritte prima delle sue un'esempio eclatante è il Beowulf..

(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 52
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-07 22:40:27   
Mirmith


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Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
Status: offline
quote:

La dannazione e la distruzione del drago palustre demonizzato da parte del santo di turno è una testimonianza di come queste creature dotate di tutta maestà e di tutta la terribilità del sacro pagano, facessero parte di quella visione del mondo naturale come ricettacolo di magie e meraviglie, tipicamente celtico, che la romanità e la cristianità condannarono alla “damnatio memoriae” ossia alla cancellazione faziosa dal libro di ciò che è vero, reale”.

Sigh!!!chissà quante opere interessanti ci siamo persi!!!
D'altronde il dominio si è sempre esercitato prima di tutto con il controllo della parola e della capacità di esprimere liberamente i propi pensieri...vedi ad esempio il controllo sulla stampa ed appunto sulla letteratura....

Gil..grazie ancora per gli argomenti interessantissimi che ci proponi!
Non pensavo esistessero così tanti esempi di letteratura moderna riguardo ai draghi...la mia ignoranza è abissale ma comunque non avevo mai sentito, ne visto, opere di questi autori...grazie ancora!


_____________________________



(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 53
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-07 23:11:07   
Gilraen


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Da: Hobbiton
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Mir ne ho citati solo alcuni, se dovessi fare un'elenco completo non finirei mai e di sicuro vi annoierei..

(Risposta a Mirmith)
Messaggio #: 54
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-10 14:55:18   
Gilraen


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Ed ecco qua delle immagini che rappresentano Draghi...










Allegato (3)

(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 55
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-10 16:10:01   
Mirmith


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La seconda immagine rappresenta la distruzione di Esgaroth?


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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 56
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-10 16:21:26   
Gilraen


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Credo che entrambe rappresentino Smaug, la prima sul suo tesoro e la seconda la distruzione di Esgaroth...

< Modificato da Gilraen -- 2004-10-10 16:23:31 >

(Risposta a Mirmith)
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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-10 18:26:48   
Aredhel


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Queste immagini sono a dir poco stupende!!!


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(Risposta a Gilraen)
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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-23 23:12:43   
Gilraen


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Si Aredhel sono molto belle...Ora vi posto una cosina un pò curiosa...

Il vizio non troppo segreto di Tolkien


Nel 1931, Tolkien scrisse un saggio sull'alquanto singolare hobby di inventare nuovi linguaggi. Lo intitolò A Secret Vice ["Il vizio segreto" nelle versioni italiane]. Ma nel caso di Tolkien, il "vizio" difficilmente può più dirsi segreto.

Cosa, realmente, accade nella mente di un uomo che per tutta la sua vita si diletta con enormi costruzioni linguistiche, interi linguaggi mai esistiti al di fuori dei suoi appunti? Una cosa dev'essere perfettamente chiara: egli forgiò molti più linguaggi di quelli qui trattati, di quanti potesse mai sperare di includere nelle sue storie. Veramente, vi sono alcuni poemi in Elfico e uno sciame di nomi esotici negli annali della Terra di Mezzo ma, in realtà, questo è nulla a confronto di tutto ciò che Tolkien produsse. In Tyalië Tyelelliéva , Lisa Star ci informa che la sua lista di vocaboli pubblicati conta dodicimila voci. Stiamo parlando di un enorme costrutto linguistico. Come ebbe inizio? In che modo fu fatto? E perché?
Il giovane John Ronald Reuel nel mondo degli adepti del Nevbosh
Un bel giorno, quando il ventesimo secolo era tanto giovane quanto oggi è vecchio, l'adolescente Tolkien rimase sorpreso nell'ascoltare un paio di altri ragazzi comunicare fra loro in Animalico. Esso era un primitivo linguaggio-gioco che consisteva principalmente di nomi inglesi di animali. Gli inventori dell'Animalico non tentarono di mantenerlo segreto, e il giovane Tolkien presto ne imparò qualcosa. Nel suo saggio Il vizio segreto (pubblicato in The Monsters and the Critics pagg. 198-219) egli dà un esempio di Animalico [in molte versioni italiane detto «animalese», N.d.T.]: Cane usignolo picchio quaranta, che traduce in "tu sei un asino". (Per intenderci: "asino" qui significa somaro e nient'altro. In Animalico, quaranta significa somaro, mentre somaro, ovviamente, significa quaranta...)
L'Animalico presto divenne una lingua morta, ma alcuni di quei ragazzi continuarono i loro giochi linguistici. Essi inventarono un linguaggio chiamato Nevbosh (essendo Nevbosh per "new nonsense" - il nonsense che rimpiazza l'Animalico, evidentemente...) Tolkien non fu l'originatore di tale linguaggio ma, a suo dire, diede contributi al suo vocabolario e aiutò a standardizzarne l'ortografia. "Ero un membro del gruppo dei parlanti Nevbosh," come ricorda fieramente.
Il Nevbosh era principalmente una mistura di parole inglesi pesantemente distorte, francesi e latine. Esso non rappresenta una reale rottura rispetto all'inglese o ad altri normali linguaggi. Più di vent'anni dopo che a sua volta era divenuto lingua morta, Tolkien era ancora in grado di ricordarne almeno un frammento compiuto, che egli definisce "piuttosto stupido":

Dar fys ma vel gom co palt 'hoc
pys go iskili far maino woc?
Pro si go fys do roc de
Do cat ym maino bocte
De volt fac soc ma taimful gyróc!'

Le rime possono essere preservate nella traduzione: "There was an old man who said 'how / can I possibly carry my cow? / For if I was to ask it / to get in my pocket / it would make such a fearful row!' " C'era una volta un vecchio che disse: "come / posso possibilmente condurre la mia vacca? / Se le chiedessi / di mettersi nella mia tasca / farebbe un tale tumulto!", possibile - ma opinabile - versione italiana.

Ma per Tolkien, la semplice distorsione di vocaboli esistenti (come woc = "cow", mucca!) a lungo andare non fu sufficiente. Già fra i ragazzi Nevbosh era emerso qualcosa di più sofisticato: parole di cui non poteva esser rintracciata alcuna specifica fonte, ma scaturite semplicemente dal fatto che sembravano assumere un significato adeguato - poiché la combinazione di suoni e significati rendeva i ragazzi compiaciuti. Tolkien menziona la parola lint "svelto, abile". Il giovane John Ronald Reuel non dimenticò mai questo vocabolo: quarant'anni dopo dama Galadriel cantava di come gli anni nella Terra di Mezzo siano trascorsi ve lintë yuldar lissë-miruvóreva, “Come rapidi sorsi del dolce idromele”...

Tempo passò, e il Nevbosh si unì al latino e al gotico nel lungo novero delle lingue morte. Ma Tolkien, ancora fanciullo, stava già ideando uno dei suoi primi linguaggi creati totalmente da sé: il Naffarin. Egli cita una frase Naffarin per illustrarlo, ma non la sua traduzione: O Naffarínos cutá vu navru cangor luttos ca vúna tiéranar, dana maga tíer ce vru encá vún' farta once ya merúta vúna maxt' amámen. Benché si suppone che il Naffarin incorpori alcune delle ultime evoluzioni del Nevbosh, si percepisce già lo spostamento verso forme "Elfiche". Il Naffarin fu ispirato dal latino e dallo spagnolo, ma Tolkien fu colto da due ben più potenti ispirazioni.

< Modificato da Gilraen -- 2004-10-23 23:14:54 >

(Risposta a Aredhel)
Messaggio #: 59
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-10-26 12:21:26   
Mirmith


Messaggi: 2098
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
Status: offline
Interessantissimo come al solito...potremmo parlare "animalese" d'ora in avanti!
Ma io non ho capito se alla fine Tolkien si sia ispirato o no a questo linguaggio per l'elfico del SDA...


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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 60
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