Taym
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Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
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Avete ragione tutti, non posso che concordare, davvero :D. Semplificavo eccessivamente il problema per brevità Io la vedo, più precisamente, come segue. Il punto sostanzialmente è nel fatto che la lingua è uno strumento, non il fine, e ha lo scopo di veicolare dei significati. Il problema da porsi secondo me è come trasferire un significato da una lingua all' altra, cosa non semplice perchè il significato include sesazioni, emozioni, idee, ha un tono, un accento, può essere più o meno evocativo, e tutto questo andrebbe idealmente trasferito da una lingua all' altra. E' proprio per questo, secondo me, che la traduzione letterale in quanto tale non abbia molto valore. Le traduzioni dovrebbero essere semantiche, piuttosto, no? E' il significato che va trasposto da una lingua all' altra, non il vocabolo. Come diceva Erebel questo richiede più di un dizionario e, come diceva Cronos, più di un algoritmo. E' necessaria una decente conoscenza delle lingue in gioco e della cultura tutta a cui esse appartengono. Ora, in alcuni casi un significato ha termini precisi che lo esprimono, in entrambe le lingue considerate, per cui basta tradurre " letteralmente" . In altri casi questi significati vengono trasmessi in una lingua attraverso espedienti che non sono possibili in altre lingue (parole composte, rime, parole onomatopeiche, riferimenti alla cultura a cui una determinata lingua appartiene, ecc). Dunque credo sia evidente come non si possa fare una generalizzazione, ed i vostri esempi secondo me lo rendono evidentissimo. Per scoprire se una traduzione è una buona tradiuzione, a mio avviso, in ultima analisi credo sia semplicemente necessario chiedersi se il significato originario sia stato adeguatamente traferito, e, in caso contrario, quanto vero sia che era impossibile farlo e se è stato cmq fatto al meglio. War of the Clones - > Guerra dei Quoti è davvero pessima. Perde significato, completamente, e senza motivo visto che Guerra dei Cloni traduce perfettamente l' originale. Sabipodi (non so se ci siano una o due " b" , Erebel :D, ho tirato ad indovinare) potrebbe effetivament essere buona. Basta accertarsi che Lucas non volesse porre l' accento sulle zanne, che esse non volessero caratterizzare in modo specifico le creature della sabbia. In caso affermativo, avremmo dovuto conservare il concetto di Zanna nel nome. Certamente avremmo al contempo potuto farlo seguendo stili e meccanismi più consoni alla nostra lingua latina, e quindi fare riferimento al greco, al latino, alla nomenclatura scientifica, eccetera. I nomi delle case di Harry Potter sono anche nomi da tradursi, avete ragione. Non solo possono essere tradotte, ma la traduzione è importante perchè sono nomi che hanno un significato preciso nella storia, e sono funzionali in essa. Sono anche evocativi (Serpeverde evoca un chiaro senso di inaffidabilità , subdolezza (?), e via dicendo, secondo la tradizione cristiana di tutto l' occidente in cui il serpente non è particolarmente amato o beneaugurale, ecc. Ovviamente queste sono considerazioni precise di un autore, e mirano a suscitare determinate sensazioni nel lettore, e certamente anche per questo andrebbero tradotte. Altre volte abbiamo nomi inventati di sana pianta, come gli Schmurfs (hey non sapevo fossero Fiamminghi/fancesi/belgi o quiel che sono! Puffosissimo!! :D). Probabilmente lo scopo di una simile invenzione è essenzialmente onomatopeico. Se così fosse, " Puffi" è proprio un' ottima traduzione, secondo me! Infine mi vengono in mente casi diversi di nomi non evocativi, di uso tecnico/pratico/pragmatico, non poetico, come " computer" . Ora, esiste una parola italiana, " elaboratore" o anche " computatore" che traduce perfettamente l' inglese computer, FINCHE' essa non è andata a riferirsi principalmente ad un determinato tipo di elaboratore, quello elettronico con chip, silicio, ecc che tutti conosciamo. In altre parole un NUOVO strumento ha assunto in una lingua, quella in cui p divenuto prima delle altre propolare, un nome che già esisteva, " computer" , e con esso è divenuto popolare. In questo caso mi sembra assurdo tradurre " computer" in altre lingue in cui quel nuovo oggetto NON ha ancora un suo nome. Basta usare la stessa parola ed evitare le incongruenze internazionali di cui parlavo. " Computer" non è evocativo, non porta alcun significato che non sia la denominazione precisa di uno strumento. In questo caso la traduzione è del tutto superflua e fonte di confusione. Idem per la stragrande maggioranza dei termini scientifico/tecnici riferentisi a oggetti o concetti che prima non c' erano. Questa stessa considerazione a mio avviso vale in alcuni casi di film di fantascienza, quando vi sono nomi inventati di sana pianta. O li traduciamo con grandissima attenzione e consapevolezza, come, suppongo (per bravura o fortuna) PUFFI, oppure lasicamoli come sono. Considerate che nel caso di NUOVI concetti o oggetti, l' usare una parola " straniera" ha anche il vantaggio di non generare confusione con i termini che già abbiamo. Comprenderete che quando Babbage (fu lui, ricordo bene?) parlò di " computer" per la prima volta, certo si sarà sentito chiedere, nella migliore delle ipotesi, " scusa, ma elaboratore DI COSA?" , e nella peggiore qualcuno avrà pensato parlasse del suo ragioniere :D, mentre da noi Computer è stato sempre univocamente, chiaramente, immediatamente quella scatola bianca ronzante fonte dei peggiori guai della storia
< Messaggio modificato da Taym -- 2003-04-09 18:18:19 >
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