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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei loro nomi)

 
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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-08 23:36:43   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Si è parlato spesso degli stretti legami tra l’opera di Tolkien e la mitologia nordica .. non so però a quanti di noi sia capitato di leggere le fonti a cui Tolkien si è ispirato.
Volevo proporvi una curiosità, un brano tratto dalla fonte per eccellenza: la “Voluspa”, la Profezia della Veggente.
Si tratta di un carme norreno, degli uomini del nord, i vichinghi, e fa parte dell’Edda Poetica, una raccolta di antichi carmi islandesi del 13° secolo che è alla base di tutta la mitologia nordica.
Nella Voluspa sono raccontate le origini e la fine del mondo, il Ragnarok, il Crepuscolo degli Dei.
Tra i vari collegamenti che si possono fare con le opere di Tolkien uno in particolare mi ha colpito, anche perchè non lo ho mai trovato da nessuna parte: il brano in cui vengono elencati i nomi dei nani .. direi che alcuni sono per lo meno familiari:

(...)

Andarono allora gli dèi tutti / ai troni del giudizio,
divinità santissime / e su questo deliberarono:
chi dovesse dei nani / le schiere foggiare
dal sangue di Brimir / e dagli ossi di Bláinn.

Là Móðsognir era / il più eccellente
fra tutti i nani / e Durinn era secondo.
Là, d'aspetto umano, / molti furono fatti,
nani dalla terra; / come Durinn diceva.

Nýi e Niði, / Norðri, Suðri,
Austri, Vestri, / Alþjófr, Dvalinn,
Bívurr, Bávurr, / Bömburr, Nori,
Ánn e Ánarr, / Ái, Mjöðvitnir.

Veigr e Gandalfr, / Vindalfr, Þráinn,
Þekkr e Þorinn, / Þrór, Vitr e Litr,
Nár e Nýráðr, / ordunque i nani,
Reginn e Ráðsviðr, / doverosamente ho enumerato.

Fíli, Kíli, / Fundinn, Náli,
Heptivíli, / Hanarr, Svíurr,
Frár, Hornbori, / Frægr e Lóni,
Aurvangr, Jari, / Eikinskjaldi.

È tempo che i nani / della stirpe di Dvalinn,
ai figli degli uomini, / fino a Lofarr enumeri.
Loro che arrancarono / dal suolo roccioso,
dimora di Aurvangr, / fino a Jöruvellir.

C'era a quel tempo Draupnir / e Dolgþrasir,
Hár, Haugspori, / Hlévangr, Glóinn,
Skrifir, Virfir, / Skáfiðr, Ái,

Alfr e Yngvi, / Eikinskjaldi,
Fjalarr e Frosti / Finnr e Ginnarr.
Sarà ricordata a lungo / finché gli uomini vivranno
questa lista degli antenati / fino a Lofarr.

(...)
Messaggio #: 1
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-09 8:57:35   
Aredhel


Messaggi: 1485
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-23
Da: Nan Elmoth
Status: offline
Sorprendente! Sono veramente gli stessi nomi!
Molto interessante Hais!
Avevo già sentito nominare il Ragnarock e mi ero sempre chiesta cosa fosse..
Come premetti nel tuo messaggio a pochi è capitato di informarsi sulle fonti a cui Tolkien si è ispirato..Una pecca a cui dovrò rimediare quando troverò un briciolo di tempo!
Grazie ancora!


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 2
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-09 8:57:39   
Mirmith


Messaggi: 2098
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
Status: offline
quote:

Gandalfr,

Quindi anche Gandalf sarebbe un nome nanico!


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 3
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-09 9:51:12   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Tolkien, ha costruito le sue opere attingendo da varie Saghe Nordiche e non solo.
Il Voluspa è una delle fonti a cui Tolkien ha attinto per le proprie opere. Come ben sappiamo Tolkien insegnava lingua e letteratura inglese antica, nella sua Letteratura era compreso il poema Beowulf. A quei tempi molte erano le saghe scritte da vari autori anonimi, erano redatte in lingua Norrena, lingua madre dei Norvegesi,Islandesi,Svedesi e Danesi. Tolkien tuttavia non sembrò interessato a tali Saghe, preferiva le Saghe famigliari tra cui cito alcune di essere ceh influenzarono molto sulle sue opere. “ LA Saga degli uomini di Eyr, la Saga di Egill, la Saga del popolo della valle del Salmone, la Saga di Grettir e la Saga di Njàil”. In ciascuna di esse sono presenti temi che hanno ispirato la creazione del Signore degli Anelli.Tolkien lesse il poema di Beowulf a 16 anni dopo averlo letto proseguì i suoi studi con il medico inglese ed il norreno leggendo in lingua originale la saga dei Völsunghi.
Gli hobbit descritti da Tolkien hanno caratteristiche dei popoli Islandesi e delle loro saghe familiari, sia gli uni che gli latri sono dotati di un esasperato senso dell’ospitalità, vestono con abiti estrosi e perfino la loro timidezza denota un antecedente vichingo.Basti pensare all’annuncio fatto da Torin Scudo di Quercia a Bilbo per l’avventura del drago Smaug, Bilbo che trema come una gelatina.
Gli Elfi nella letteratura Nordica sono di statura normale e si sposano con esseri umani, sia nella letteratura Nordica che nel Signore degli Anelli essi possiedono virtù guaritrici e metallurgiche.
La lista dei Nani nell’Edda (Canto-Poesia) poetica. Esistevano due tipi di Edda, la Poetica a cui appartiene “La profezia della Veggente”(Völuspá) da te, Haisonder, citato e vari altri scritti che qui non cito per non dilungarmi troppo. L’Edda in prosa è risultata invece il pretesto per narrare miti e leggende Norrene.
Ne Lo Hobbit quasi tutti i nomi dei Nani sono presi da un elenco di nomi di gnomi che appare nell'antico poema norreno Volupsa, il quale fa parte di una raccolta di antichi poemi mitologici norreni più generalmente noti come Edda antica (o poetica). Le versioni del poema giunte fino a noi hanno fornito a Tolkien i seguenti nomi: Thorin, Thror, Thrain, Dwalin, Fili, Kili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur, Fundin, Dain e Nain.L'epiteto Scudodiquercia ( Oakenshield ) è la traduzione del nome del nano Eikinskjaldi.
Gandalf vi compare anch'esso e può essere tradotto come elfo-incantatore o mago, stregone. L'unico nome di Nano assente nel Volupsa è Balin.
Snorri Sturluson concepì all’incirca fra il 1220 e il 1230 l’Edda in prosa, una trascrizione letterale prosiaca delle fonti di mitologia nordica, fino allora tramandate nell’Edda poetica. Quest’opera era di concezione scaldica, ovvero guarnita copiosamente di figure retoriche, epiteti, e altre raffigurazioni ermetiche. L’arte della poesia scaldica, dei poeti “scaldi” appunto, era quel tipo di epica erudita, dotta e colma di significato ma nascosto da un pesante velo che ne occultava i concetti. Snorri dunque cercò di recuperare questi frammenti di un complicato puzzle, frammenti di questa poesia scaldica, per riproporli in prosa, in una sorta di versione romanzata.
Nel Signore degli Anelli, molti dei personaggi hanno significativa origine o tipologie, d’individui della letteratura Nordica. Denethor appartiene alla tradizione di eroi norreni che preferiscono il suicidio alla vergogna e di non poter vendicare la morte di un figlio o di un amico.Varie Saghe raccontano storie riguardanti un Islandese che decide di chiudersi in casa fino alla morte perché non può compiere una vendetta. In Beowulf, scrivendo dei danesi, si narra il dolore di un padre( Hređel) per la morte del proprio figlio (Herebald), che come Denethor ha due figli: Boromir, morto e Faramir morente.
Anche Galadriel la si trova in varie saghe come Unnr l’astuta, le cui avventure so trovano nella Saga delle genti della valle di Salmone, nell aSaga degli Sturlungar enel Libro dell’Insediamento. Unnr possiede molte caratteristiche a cui Tolkien potrebbe aver attinto, essa costruisce una nave in segreto e fugge dall’Islanda con la sua famiglia e le sue ricchezze. Come Unnr anche Galadriel è un modello di virtù fra le donne. Il suo nome era Nerwen (ragazza-uomo), forte brillante, colta e rapida nell’agire, condivide con Unnr la preveggenza e l’intelligenza. Unnr come Galadriel va via non avendone l’autorizzazione, viola il bando contro le partenze e gli viene proibito il ritorno.L’orgoglio di Galadriel finisce nel lungo esilio nell’Ovest, sebbene le sia offerto il perdono, ella non accetta fin quando non ritiene di guadagnarlo con il rifiuto dell’anello.
Nella saga di Njàll Gunnar accerchiato da nemici, chiede ad Hallgerôr due fili dei suoi capelli per forgiare un’arco. Una scena che deve essere stata fonte d’ispirazione per la richiesta da parte di Gimli a Galadriel. I tempi eroici hanno vissuto nel coraggio ed esso è una delle grandi lezioni del Signore degli Anelli. Nel Beowulf è la qualità propria dell’eroe, nello scontro con il Drago è solo cono un suo parete Wiglaf, che come Sam sconfigge le sue paure per restare fino alla fine con Frodo.Theoden che si solleva dalla disperazione all’eroismo, Merry ed Eowin resistono contro uno degli spettri dell’Anello, tutti sono sottoposti ad una prova trovando il coraggio di fronteggiare le proprie paure.Concludo, anche perché mi sono dilungata troppo, annoiandovi,che Tolkien fuse molti elementi della letteratura nordica nella creazione della Terra di Mezzo e nelle sue storie. Egli conosceva benissimo Beouwulf e la Saga di Njàll, sarebbe strano non trovare tracce in altre opere, di certo anche altre letterature e altre mitologie influenzarono la creazione di Tolkien e “l’unica notevole influenza su Tolkien è rappresentata dalle Edda e dalle saghe del Nord”.


Vi ho annoiato…scusatemi…ma è un discorso troppo lungo…Avrei anche altro da dirvi, ma mi fermo qui...per il momento

< Modificato da Gilraen -- 2004-09-09 9:57:13 >



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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 4
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-09 11:37:11   
Gilgwath


Messaggi: 1857
Primo ingresso in Numenor: 2004-03-26
Da: Ticinum Papia
Status: offline
L'avevo letto anch'io...ne parla in Albero e foglia se non sbaglio...o sbaglio? Boh...di sicuro l'avevo letto da qualche parte!


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Gilgwath

(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 5
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-09 11:59:31   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Si Gilgwath è accennato in Albero e foglia, non ti sbagli


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(Risposta a Gilgwath)
Messaggio #: 6
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-10 9:58:10   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Ci sono varie versioni, Mirmith, Gandalfr (Elfo Ingannatore) è uno dei nomi con cui il Dio Odino si aggirava nel momdo abbigliato di un lungo manto grigio e di un cappello floscio; Nel Beowulf, è un ladro, entrato a sottrarre un gioiello preziosissimo, a ridestare il drago che custodisce il tesoro dal suo sonno incantato, e tredici (incluso Beowulf) saranno i guerrieri che partiranno per affrontarlo e sottrargli l'oro....Non vi porta a pensare da dove Tolkien abbia attinto per "Lo Hobbit"?


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(Risposta a Mirmith)
Messaggio #: 7
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-10 14:13:13   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Vedo che c’è qualcuno qui, che ne sa molto più di me!
Devo ammetterlo, non conosco il Beowulf, anche se è una lacuna a cui spero presto di poter porre rimedio ..
Tolkien era senza dubbio un profondo conoscitore di tutta la mitologia nordica ... in tutte le sue opere troviamo continui accenni e riferimenti.
Ancora ne “Lo Hobbit”, che dietro una struttura da racconto per bambini nasconde una profondità inaspettata, due passi riportano direttamente ai carmi norreni.
Molti di queste carmi sono strutturati sotto forma di dialogo; alcuni di questi sono veri e proprie certami di sapienza in cui i due avversari si sfidano in un duello verbale fatto di enigmi e risposte.

Un primo parallelo con “Lo Hobbit” è possibile farlo con la “Canzone del Nano Onniscente” in cui il dio Thor sfida il nano Alviss, che pretende in sposa sua figlia Thor, a rispondere esaurientemente alle sue domande.

Le grazie della donna / Non ti saranno
Ospite sapiente, rifiutate
Se sull’universo / riferirai punto per punto
Quel che voglio sapere, tutto

Il nano risponde a tutti i quesiti ma Thor lo incalza, una domanda dopo l’altra, e il nano non si accorge dello scorrere del tempo. Verrà sorpreso dal sorgere del sole e la luce del giorno lo trasformerà in pietra.

Nel petto d’uno solo / mai ho visto
Più antica scienza
Da un inganno possente / ti dico ingannato
Dal giorno sei stato sorpreso, nano, sulla terra
Ormai batte il sole nella corte

Anche questo ci ricorda qualcosa, no?
Gandalf, ne Lo Hobbit, è astuto come Thor, non si tratta di salvare la propria figlia da un matrimonio sconveniente, ma di salvare dodici guerrieri e un ladro dallo spiedo .. Mette discordia tra i tre vagabondi, li porta a litigare tra loro finchè, scordato il passare del tempo, vengono sorpresi dalla luce del giorno.

(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 8
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-10 14:33:29   
Kirthalion


Messaggi: 366
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Status: offline
Wow mi ci tuffo subito in questa conversazione!!
I miti nordici mi hanno sempre appassionato ed ho letto sia la Voluspa che l’Edda di Snorri.
Anche io avevo colto molte analogie col mondo tolkeniano.
Innanzitutto molti eventi delle saghe nordiche si svolgono a Midgard (terra di mezzo).
Un’altra analogia è quella che mette in parallelo lo svolgersi degli eventi con il destino di un’albero. Telperion e Laurelin nel Silmarillion, l’albero bianco di Gondor in SDA ed Yggdrasil nelle saghe nordiche. "Yggdrasil" , detto anche "frassino del mondo", è metafora vegetale dell'universo concepito come essere organico, emblema del bene e del male.
Yggdrasill è l'albero più bello dell'universo che sorregge l'intero cosmo.Esso attraversa tutti e nove i mondi, "Asgardh" dimora degli "Asi", principale famiglia di Dèi, ma anche il "Vanaheim" dove dimorano gli altri Dèi, i "Vani". Passa anche nel mondo degli "Elfi" chiari e scuri, nella terra di mezzo "Midgard" regno dei mortali fino a spingersi agli estremi confini del mondo nello "Jötunheim" dove regnano i giganti. Alla fine scende nel mondo degli inferi, il "Muspellheim" dove regnano le forze del male, passando per "Niflheim" la reggione delle nebbie perenni e per i meandri dei sotterranei della crosta terrestre abitata dai nani.
E' all'Yggdrasill che Odino rimane appeso durante nove notti per scoprire il segreto delle rune. Le Rune sono i segni segreti che secondo la mitologia nordica Odino consegnò agli uomini per aiutarli nella loro evoluzione. (Anche Tolkien fa uso delle rune)
Albero cosmico, sostegno del cosmo e dei mondi, Yggdrasil annuncierà con il suo tremolio, fonte di spaventosi cataclismi, che la fine dei tempi (Ragnarok) è quasi arrivata e quando si abbatterà trascinerà con sé tutto il creato. Esso sopravvivrà al Ragnarok, che non lo farà che tremare.

quote:

Avevo già sentito nominare il Ragnarock e mi ero sempre chiesta cosa fosse..


La mitologia scandinava è l'unica nella quale è inclusa la narrazione degli eventi futuri, la fine degli dei in una grande battaglia. Ragnarok significa "fato / destino-avverso degli dei" dal quale in tedesco deriva Götterdämmerung, "Il Crepuscolo degli Dei". Al Ragnarok parteciperanno anche tutti gli eroi del Valhalla.. ossia gli umani che sono morti in battaglia.
http://web.tiscali.it/mitiscandinavi/ragnarok.htm

Un’altra analogia l’ho trovata nel “cattivo di turno” … Loki, nelle saghe nordiche e Melkor in quella tolkeniana. Loki era cattivo e traditore sempre ad ordire inganni, era un campione nel travestimento e faceva sempre il doppio gioco. Il dio di Asgard, Odino, lo perdonò diverse volte finchè Loki provocò la morte dell’amatissimo Baldr. Fu portato fuori da Asgard poi cacciato come un animale ed incatenato in una grotta su di una montagna. A questo proposito mi sono ricordato dell’incatenamento di Melkor.

quote:

Come premetti nel tuo messaggio a pochi è capitato di informarsi sulle fonti a cui Tolkien si è ispirato..Una pecca a cui dovrò rimediare quando troverò un briciolo di tempo!


Se qualcuno non ha ancora letto questi libri e vuole cimentarsi nella lettura deve essere molto paziente ed attento. Infatti, così come nella parte iniziale del Silmarillion, il lettore viene tempestato di nomi ed accadimenti.. solo che qui è una cosa quasi continua, e se non si è molto attenti sembra di perdere un pochino il discorso.(almeno questa è l’impressione che mi sono fatto.. ma forse sono io poco attento mentre leggo)

quote:

Devo ammetterlo, non conosco il Beowulf, anche se è una lacuna a cui spero presto di poter porre rimedio ..

Anche io devo porre assolutamente rimedio!!!


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 9
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-10 18:32:55   
Haisonder

 

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Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
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Segnalo per tutti questo sito:

http://www.bifrost.it/Introduzione/Miti.html

E' dedicato alla mitologia e contiene diversi estratti delle fonti originali.
Nella sezione Mitologia Germanica - Norrena, potete trovare la versione integrale della Voluspa e di alcuni altri carmi norreni.
Purtroppo il sito è ancora in costruzione e non contiene ancora tutto il materiale indicato .. le buone intenzioni comunque ci sono ed ha il pregio di essere strutturato in modo molto chiaro.

Tra le altre, è apprezzabile la sezione dedicata ai miti celtico-irlandesi (ne andrà pazza Gil) e quella dedicata al Kalevala, il grande poema del popolo finlandese, un'altra delle fonti di ispirazione di Tolkien

Un'altro indirizzo utile per ritrovare le fonti citate anche da Kirt e da Gil è il seguente:

http://www.biblio-net.com/lett/medioevo1.htm

Questo sito, una biblioteca virtuale, contiene quasi tutte le fonti .. compreso il Beowulf, l'Edda, le saghe vichinghe ..

Purtroppo è quasi tutto in inglese

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 10
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-11 18:49:57   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Ho già accennato in una risposta precedente al certame di sapienza, una duello verbale in cui un oratore mette alla prova la sapienza dell’altro.
Si tratta di uno stratagemma poetico: i temi, le domande dei contendenti riguardano sempre infatti la mitologia e la conoscenza, in genere, delle cose sacre ed è attraverso questi botta e risposta che gli antichi cantori vichinghi hanno tramandato le credenze dei loro padri.

Un parallelo con le opere di Tolkien può essere nuovamente fatto con Lo Hobbit, proprio nell’episodio fondamentale per lo sviluppo della saga, quello in cui Bilbo trova l’anello.
Scovato da Gollum, il nostro paffuto amico si trova costretto a giocarsi la vita in una sfida di enigmi.
Significativamente Tolkien annota: “(Bilbo) sapeva che il gioco degli indovinelli era sacro ed estremamente antico, e che perfino le creature più malvage avevano timore di imbrogliare quando ci giocavano”

Un carme norreno che ha molte analogie con l’episodio degli indovinelli nell’oscurità è la Canzone di Vafthrudhnir. Vafthrudhnir è un gigante, molto saggio e Odino, che ne ha sentito decantare la sapienza, decide di andarlo a sfidare.

(...)

(disse Odino)
Salute, Vafthrudhnir! / Eccomi giunto alla corte
a trovar proprio te
Voglio prima di tutto sapere / se sei saggio,
gigante, e onnisciente

(disse Vafthrudhnir)
Chi è, fra gli uomini, / che nella mia sala
Mi rivolge la parola
Non uscirai / dalla nostra corte
Se tu non risulti il più saggio

(disse Odino)
Gagnradhr è il mio nome / son giunto or ora dalla strada
Alla tua corte e ho sete;
bisogno ho d’ospitalità / ho viaggiato a lungo,
e della tua accoglienza, gigante

(disse Vafthrudhnir)
E che, dunque, Gagnradhr, / mi parli dall’ingresso?
Vieni nella sala, qui sul seggio!
E si metterà alla prova / chi più conosca
L’ospite o il vecchio oratore

(...)

Odino (che in questo carme non fa certo la figura del giusto) si rifiuta inizialmente di varcare la soglia e dall’ingresso risponde ai primi quattro quesiti del gigante.
Vafthrudhnir lo invita a sedersi vicino a lui e lo sfida a duello:

(...)

(disse Vafthrudhnir)
Sei, ospite, saggio davvero / vieni fino alla panca del gigante
E, seduti, conversiamo insieme!
Noi due la testa / ci giocheremo, qui nella corte
Ospite, in gara di saggezza

(...)

Odino incalza allora il gigante, gli pone prima dodici quesiti (ancora il simbolismo del numero dodici) a cui il gigante risponde senza esitare.
Il dio, che ha mantenuto l’anonimato sotto false sembianze e fino ad allora aveva parlato al gigante in tono colloquiale, cambia tono, diventa più solenne, ed incalza il gigante con gli ultimi sei quesiti, finchè:

(...)

(disse Odino)
Molto ho viaggiato / molto ho sperimentato
Molto ho messo alla prova gli dei:
cosa disse Odino / a chi saliva sul rogo
proprio lui, all’orecchio del figlio?

(disse Vafthrudhnir)
Nessun uomo conosce / quel che tu al principio dei giorni
Hai detto all’orecchio del figlio
Con la bocca di chi è a un passo della morte / ho parlato parole antiche
E sulla rovina degli dei
Ora con Odino ho messo / la mia scienza alla prova:
sempre, fra tutti, sei il più saggio

(...)

Odino, slealmente, per vincere la gara, ricorre ad un inganno: gli chiede cosa ha sussurrato nell’orecchio di Holder, involontario assassino di Balder, prima di deporlo, capro espiatorio, sul rogo funebre del fratello.

Rivolge ossia all’avversario una domanda a cui solo lui avrebbe potuto rispondere.

E’ lo stesso espediente sfruttato da Bilbo per uscire vivo dalle grotte.
Nel prologo del Signore degli Anelli troviamo commentato: “I pareri (...) sono discordi, se considerare veramente, cioè in base alle regole del gioco, l’ultima domanda di Bilbo come un vero e proprio “enigma” oppure come una semplice domanda”
Ma, come Odino, anche Bilbo al suo ultimo quesito: “Che cos’ho in tasca?”, certo, inizialmente involontario, avrebbe potuto rispondere lui solo.

Gollum, c’è da dire, la prese con molta meno filosofia di Vafthrudhnir

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 11
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-11 23:49:55   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Grazie per la segnalazione Hais, il primo sito lo conoscevo da tempo ormai, ma ti ringrazio per averlo segnalato.....Il secondo è interessante, ma ci capisco poco d'inglese....è una vergogna vero...


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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 12
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-12 17:27:01   
Gilraen


Messaggi: 1087
Primo ingresso in Numenor: 2004-02-09
Da: Hobbiton
Status: offline
Temi

L’amico e collega di Tolkien, C.S.Lewiss, disse: “Se insistiamo nel chiedere qual’è la morale: un richiamo dal facile ottimismo e, allo stesso modo, dal lacrimoso pessimismo, a quella dura, ma non del tutto disperata, comprensione dell’eterno pericolo in cui l’uomo ha vissuto sin dalle età eroiche. E’ qui che l’affinità con i norreni è più forte: colpi di martello, ma con compassione”. Il concetto di fato nelle opere nordiche, la necessità del coraggio, la concezione del male, la tragedia della mortalità, la sorte degli immortali, il paradosso della sconfitta sono temi comuni alla letteratura nordica e al Signore degli Anelli.
Beowulf, in conclusione ad un discorso su come avrebbe voluto disporre della sua celebre cotta di maglia qualora Grendel fosse stato sul punto di divorarlo, afferma:”Il destino va sempre come è tenuto ad andare”. Come guerriero egli crede che il fato controlli gli eventi. , Nel Signore degli Anelli Gandalf esprime quest’idea quando rivela che Bilbo era destinato a trovare l’Anello e che Gollum è “Legato al destino dell’Anello”, infatti dice:” Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l’aspetta un’ultima parte da recitare, malvagia o benigna che sia; e quando l’ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini soprattutto del tuo”. La legge divina che nel Beowulf lotta con il concetto di fato è assente nel Signore degli Anelli. L’Uno (Illuvatar) interviene nel conflitto limitandosi ad inviare gli Istari in aiuto della terra di mezzo, un’altra idea, frequentemente espressa nel Beowulf e nelle saghe, è che il fato spesso salva chi eccelle in coraggio mitigandone le sventure. Il male, nel Signore degli Anelli, si presenta complesso come il coraggio, i mostri sono un importante segno distintivo del Beowulf e delle Edde. Un breve elenco può mostrarne la varietà: I Sackiville.Baggins, il Vecchio uomo Salice, Bosco Atro, Billy Felci, il Caradhras, gli spettri dell’Anello, Shelob e Sauron, che è un Maia egli stesso….una figura angelica caduta. Nella letteratura nordica il male permane. La promessa del Ragnarök, o Crepuscolo degli Dei, è la promessa di un’altra battaglia, se gli dei e gli eroi restano in Valhöll è per combattere ancora con i mostri, nel Signore degli Anelli, Gandalf avverte che l’ombra ritornerà…In una lettera, Tolkien descrive la fine del Silmarillion: “ Queste leggende terminano con una visione della fine del mondo, il suo disfarsi e venir ricreato, il ritrovamento del Silmaril e la “luce davanti al Sole”- dopo una battaglia finale che è debitrice, suppongo, più della visione norvegese (norrena) del Ragnarök che ad ogni altra cosa, benché non gli assomigli troppo”. Ciò che scrisse Tolkien di Beowulf può applicarsi anche ad Aragorn e agli altri:” Egli è un uomo, e questo è già una tragedia sufficiente..” (Spero non ne avranno a male gli umani)Questo tema nella sua ferale serietà causa solennità del tono: Lif is læne: eal scæceŏ leoht and lif somod (La vita è transitoria, la luce e la vita insieme scorrono via in fretta)” La tragedia della Saga del popolo del Salmone e di molte altre saghe è che gli Islandesi di valore erano troppo pochi per permettersi d’ingaggiare sanguinarie faide tra di loro, quando l’eroe muore, la piccola società di sui fa parte è privata dell’autorità. Così nel Signore degli Anelli gli elfi abbandonano la terra di Mezzo portando con se le proprie inclinazioni artistiche e Gimli osserva:” Ma se tutta la gente migliore salpa dai Porti il mondo sarà squallido per coloro che sono condannati a rimanere”, quindi: il mondo sarà meno amabile, meno incantevole, tuttavia il destino degli uomini è di rimanervi. In una lettera Tolkien scrive:” La morale conclusiva è ovvia: senza l’alto e il nobile, il semplice e il volgare è destinato a rimanere tale; e senza il semplice e il volgare, il nobile e l’eroico non hanno senso, per questo ho creato gli Hobbit, affinché loro si sentano proiettati in questo mondo”.

“Anche il piccolo può cambiare il destino del Mondo”

(Risposta a Gilraen)
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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-12 20:00:33   
Gilraen


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Allora eccomi di nuovo a voi, ora salgo sulla cattedra e faccio la mia lezione….vi parlerò di:

La Magia delle parole


John Ronald Reuel Tolkien, nel corso della sua vita s’interessò anche della lingua e della mitologia finnica, soprattutto alla versione poetica che troviamo nel Kalevala. Egli, oltre ad inventare una mitologia propria, anzi è più corretto parlare di cosmogonia, creò anche una sistemazione linguistica. Tolkien aveva creato ben otto lingue per la Terra di Mezzo: Quenya, Sindarin, Weslron, Rohirric, Adunaic, Khuzdul, lo Hobbit e il Black Speech, cui si deve aggiungere la lingua degli Ent. Queste lingue non furono però sviluppate da Tolkien in egual misura, della maggioranza di esse ci ha lasciato solo alcuni esempi, senza approfondire la loro invenzione sul piano organico. Il Quenya è la più importante ed elaborata di queste lingue, per Tolkien essa rappresentava la più antica delle lingue elfiche, Quenya che significa appunto Lingua, derivava da quel popolo Quendi, il quale parlava la cosiddetta Lingua Antica e discendeva dagli Eldar di Valinor. Il Quenya era un idioma solenne, adatto alle cerimonie, particolarmente musicale, l’introduzione di esso tra gli Elfi Grigi influenzò l’evoluzione del Sindarin, il quale in ogni caso prese il sopravvento tra gli Elfi come lingua parlata, mentre il Quenya assunse sempre di più la funzione cerimoniale.Per tale motivo esso non fu molto sviluppato e si conservò immutato nei tempi, come del resto si conveniva ad una lingua che assolveva a funzioni sacrali e magiche. Il Quenya è stato paragonato al Latino, con il quale non è comunque strutturalmente imparentato. Il Sindarin era invece la lingua dei Sindar (o Elfi Grigi) a causa delle vicende interne della storia di questo popolo essa si sviluppò con maggiore rapidità di quanto non fece il Quenya rispetto al quale risulta essere dotato di minori qualità liriche. Fu anche adottata dagli Edain e dai Dunedain, divenendo per questi Uomini l’idioma attinente alla sfera del sacro, oltre che uno strumento di comunicazione con gli Elfi.

Ehi.. ma di chi è questo aereo di carta?....va beh, continuiamo...

Tolkien fu affascinato dalla lingua finnica, tanto da supporre che essa abbia influenzato l’elaborazione del Quenya., per ammissione dello stesso Tolkien, il finnico gioca un ruolo di rilievo soprattutto nella sua invenzione fonologia: “Il linguaggio arcaico della tradizione è stato concepito come una specie di “Elfico antico” e trascrivendo in un’ortografia molto simile a quella latina la somiglianza con il latino balza all’occhio. In realtà si potrebbe dire che è stato creato su basi latine con altri due ingredienti che mi piacevano da un punto di vista “Fono-estetico”: finnico e greco, tuttavia contiene meno consonanti di quei tre. Questo linguaggio è l’Alto Elfico, o nel suo preciso termine “Quenya””. Non imparò mai abbastanza il finnico da poterlo parlare, ma riuscì ad apprendere quel tanto che bastava per avvicinarsi al testo originale. Il Kelevala rappresentò un’esempio affascinante al quale guardare, forse proprio il primo, cui più tardi si aggiungeranno il Beowulf, Sir Gawain e la Volsungasaga, un materiale epico magari filtrato attraverso la lettura di William Morris, un autore piuttosto importante per la ristretta cerchia degli amici letterati e linguisti che si riuniva sotto il nome di Inklings. Ammise Tolkien che era alla ricerca di materiale che integrasse il non abbondante patrimonio mitologico anglosassone. Il Kelevala non offriva soltanto spunti mitologici, ma anche più strutturali, infatti il Silmarillion è concepito come il Kelevala medesimo, una raccolta, curata a posteriori, di “Racconti Perduti”.Il valore del racconto orale, di una tradizione cioè che passa di generazione in generazione , è riconfermato agli occhi di Tolkien proprio da questo modello proveniente dalla Finlandia , come nel Kelevala, così anche nel Silmarillion non dobbiamo aspettarci di rintracciare un’assoluta coerenza, infatti il Silmarillion era stato concepito come “Una compilazione, un compendio narrativo steso tardivamente sulla scorta di fonti assai diverse (poemi, annali, racconti di tradizione orale) trasmesse per retaggio antichissimo”. La conoscenza del mondo finnico non si limitò a questi temi, ma aiuto Tolkien a dare ad alcuni suoi personaggi nelle “Lettere di Babbo Natale”. Così l’orso bianco che funge come assistente di Babbo Natale diviene Karhu, quando nello stesso anno fecero comparsa due nipoti Paksu (fat) e Vakotukka.

Spero di avervi fatto cosa gradita, non vorrei annoiarvi troppo…

< Modificato da Gilraen -- 2004-09-12 20:09:08 >

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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-13 1:41:25   
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questo thread è una meraviglia, ragazzi
il tema è uno dei miei preferiti, ed è bello poter leggere le parole di persone così preparate!


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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-13 10:12:10   
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Il Kelevala


Uff, ed insisto a dire "KELEVALA", si dice "KALEVALA"..

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Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-25 22:27:29   
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Rieccomi a voi per annoiarvi un pò, ma chissà forse a qualcuno farà piacere leggere quello che vi sto scrivendo.

Prefazione alla seconda edizione de "Il Signore degli Anelli" di J.R.R.Tolkien.


Dopo il successo ottenuto dalla prima edizione di "The Lord of the Rings" (1954/55) la Allen e Unwin ripubblicò il romanzo nel 1966 e lo stesso Tolkien scrisse una nuova prefazione per la prima volta tradotta in italiano.



La narrazione di questo racconto è cresciuta, fino a diventare una storia della Grande Guerra dell’Anello e ad includere molti scorci delle storie ancora più antiche che l' hanno preceduta. Iniziò poco dopo che Lo Hobbit fosse finito, e prima che venisse pubblicato nel 1937; però non continua con questo seguito, poiché desideravo prima completare e sistemare la mitologia e le leggende dei Tempi Remoti, alle quali da alcuni anni stavo dando forma. Desideravo farlo soprattutto per mia soddisfazione, e nutrivo poche speranze che altri potessero interessarsi alla mia opera, soprattutto dal momento che la sua ispirazione era primariamente linguistica, e che all’inizio era stata concepita solo per fornire un necessario retroterra di “storia” alle lingue elfiche
Quando quelli sui chiesi consiglio e suggerimenti corressero “poche speranze” in “nessuna speranza” tornai a dedicarmi al seguito, incoraggiato dai lettori che richiedevano più informazioni sugli Hobbit e sulle loro avventure. Tuttavia la storia fu attratta inesorabilmente dal mondo antico, e così divenne un resoconto della fine di quel mondo, prima che l’inizio e lo svolgimento ne potessero essere narrati. Il processo era iniziato scrivendo Lo Hobbit, nel quale c’erano già alcuni riferimenti ad argomenti più antichi: Elrond, Gondolin, gli Alti Elfi e gli Orchi, insieme a scorci di cose più alte, profonde od oscure rispetto alla superficie di quel libro, che si erano presentate inaspettate: Durin, Moria, Gandalf, il Negromante, l’ Anello. La scoperta del significato di questi scorci e delle loro reazioni con le storie antiche svelò la Terza Era, ed il suo culmine nella Guerra dell’Anello. Chi mi aveva chiesto più informazioni sugli hobbit alla fine le ha ricevute, ma ha dovuto attendere a lungo; la composizione del Signore degli Anelli infatti procedette saltuariamente negli anni fra il 1936 ed il 1949, un periodo durante il quale avevo molti doveri cui non mi sottraevo, e spesso.ero assorbito da molti altri interessi come insegnare e come ricercatore. Il ritardo fu, naturalmente, aumentato anche dallo scoppio della guerra nel 1939; per la fine di quell’anno, il racconto non aveva ancora raggiunto la fine del Libro Primo. Nonostante l’oscurità dei cinque anni seguenti, scoprii che la storia non poteva essere abbandonata del tutto, e quindi avanzai faticosamente, per lo più di notte, finchè non arrivai alla tomba di Balin a moria, e lì mi fermai a lungo. Passò quasi un’anno prima che riprendessi il cammino, e così nel 1941 arrivai a Lothlórien ed al Grande Fiume. Nell’anno successivo scrissi i primi abbozzi di ciò che è ora il Libro Terzo, e l’inizio dei capitoli I e III del Libro Quinto; e lì, mentre i fuochi di segnalazione ardevano sull’Anórien e Theoden arrivava a Clivovalle, mi fermai. Non sapevo più come andare avanti, e non c’era il tempo per pensarci.
Fu durante il 1944 che, mettendo da parte le indecisioni e le perplessità causate da una guerra che era mio dovere combattere, o almeno raccontare, mi sforzai di affrontare il viaggio di Frodo a Mordor. Quei capitolo, che alla fine divennero il Libro Quarto, furono scritti e spediti a puntate a mio figlio Christopher, che all’epoca si trovava in Su africa con la RAF. Ciononostante, ci vollero altri cinque anni prima che il racconto arrivasse alla sua fine attuale; in quel periodo ho cambiato casa, cattedra e college, e le giornate anche se meno cupe non erano certo meno laboriose, Poi quando finalmente raggiunsi la “fine”, l’intera storia dovette essere rivista ed anche largamente riscritta. E doveva anche essere scritta e riscritta a macchina: da me, il costo di una dattilografa professionale era al di là dei miei mezzi. Da quando è stato finalmente stampato, Il Signore degli Anelli p stato letto da molte persone; e qui vorrei dire qualcosa riguardo alle molte opinioni o supposizioni che ho ricevuto o letto circa i motivi ed il significato del racconto. Il motivo primo p stato il desiderio di un narratore di provare a cimentarsi in una storia veramente lunga che potesse attirare l’attenzione dei lettori, divertirli, deliziarli ed a tratti anche eccitarli o commuoverli. Come guida avevo unicamente,ì le mie proprie sensazioni di cosa sia attraente e commovente, e molto spesso la guida è sbagliata. Alcuni di quelli che hanno letto il libro, o almeno che lo hanno recensito, lo hanno trovato noioso, assurdo o disprezzabile; ed io non ho alcun motivo per lamentarmi dal momento che ho opinioni simili sulle loro opere, o sul tipo di opere che loro evidentemente preferiscono. Anche per i motivi che hanno gradito la mia storia ci sono però vari punti che non riescono a piacere. Probabilmente non è possibile in un racconto lungo piacere sempre a tutti, né dispiacere a tutti negli stessi punti; infatti dalle lettere che ho ricevuto ho scoperto che i passaggi o i capitoli che ad alcuni paiono difettosi sono particolarmente approvati da tutti gli altri. Il più critico dei lettori, io stesso, adesso trova molti difetti, minori e maggiori, ma non avendo per fortuna alcun obbligo di revisionare o riscrivere il libro, li passerà sotto silenzio, eccetto uno che è stato notato anche dagli altri: il libro è troppo corto.
Riguardo al significato profondo, o al “messaggio”, nell’intenzione dell’autore. Non è allegorico ne fa riferimento all’attualità. La storia, crescendo, ha messo radici (giù nel passato) ed ha prodotto rami inaspettati: il suo tema principale però è stato imposto fin dall’inizio dall’inevitabile scelta dell’Anello quale legame con Lo Hobbit. Il capitolo cruciale, “l’ombra del passato” è una delle parti più vecchie del racconto, è stato scritto molto prima che i presagi del 1939 si mutassero in minacce di un disastro inevitabile, e da quel punto la storia si sarebbe sviluppata lungo le stesse linee anche se quel disastro fosse stato evitato. Le sue fonti sono cose che avevo già in mente, o in alcuni casi avevo già scritte e poco o nulla è stato modificato dalla guerra iniziata nel 1939 o dalle sue conseguenze. La guerra reale non ricorda la guerra leggendaria nello svolgimento né nella conclusione. Se essa avesse ispirato o diretto lo sviluppo della leggenda, allora per certo l’Anello sarebbe stato preso ed usato contro Sauron; Sauron stesso sarebbe stato non annientato ma sottomesso, e Barad-dûr non sarebbe stata distrutta ma occupata. Saruman, non riuscendo ad entrare in possesso dell’Anello, sfruttando la confusione ed i tradimenti del tempo avrebbe trovato a Mordor il legame mancante alle sue ricerche sulla Scienza degli Anelli, e dopo non molto avrebbe forgiato un suo Grande Anello con il quale sfidare l’autoproclamato Signore della Terra di Mezzo. In un tale conflitto entrambe le parti avrebbero odiato e disprezzato gli Hobbit, che non sarebbero sopravvissuti a lungo neanche come schiavi. Altre soluzioni possono essere trovate in accordo con i gusti di quello che amano l’allegoria o il riferimento all’attualità. Io però detesto cordialmente l’allegoria in tutte le sue manifestazioni, e l’ ho sempre detestata da quando sono diventato abbastanza vecchio ed attento da scoprirne la presenza. Preferisco di gran lunga la storia, vera o finta che sia, con la sua svariata applicabilità al pensiero ed all’esperienza dei lettori. Penso che molti confondano “applicabilità” con “allegoria”; l’una però risiede nella libertà del lettore, e l’altra nell’intenzionale imposizione dello scrittore. Un autore non può naturalmente rimanere del tutto insensibile alla propria esperienza, ma i modi nei quali il seme di una storia usa il terreno dell’esperienza sono strettamente complessi, ed i tentativi di definire il processo sono nel migliore dei casi supposizioni basate su indizi inadeguati ed ambigui. E’ anche sbagliato, sebbene sia naturale tentazione nei casi in cui le vite di autore e critico si siano sovrapposte, supporre che i movimenti di pensiero o gli eventi dei tempi comuni ad entrambi siano necessariamente stati le maggiori influenze. Certo, è necessario essere vissuti sotto l’ombra della guerra per sentirne pienamente l’oppressione; ma con il passare degli anni sembra che si tenda a dimenticare che essere stati sorpresi in gioventù dal 1914 non è certo stata un’esperienza meno terribile che essere stati coinvolti nel 1939 e negli anni seguenti. Entro il 1918 tutti i miei migliori amici tranne uno erano morti. O, per passare ad argomenti meno gravosi: è stato supposto da alcuni che “Percorrendo la Contea” rifletta la situazione in Inghilterra nel periodo in cui stavo finendo il mio racconto. Non è così: E’ una parte essenziale della trama, prevista dall’inizio, anche se in effetti modificata mentre il personaggio di Saruman si evolveva con la storia, e devo dire che non ha in nessun modo alcun significato allegorico ne alcun riferimento politico contemporaneo. Ha in effetti qualche fondamento nell’esperienza, anche se esile (dato che la situazione economica era completamente differente), e ad avvenimenti molto antecedenti. La campagna in cui vivevo da bambino era indecorosamente in rovina già prima che io avessi dieci anni, in giorni nei quali le automobili erano oggetti rari (io non ne avevo mai vista una) e gli uomini stavano ancora costruendo le ferrovie suburbane. Recentemente ho visto in un giornale una fotografia delle ultime rovine del mulino che un tempo prosperava accanto al suo laghetto e che a me sembrava così importante.Non mi è mai piaciuto l’ aspetto del Giovane Mugnaio, ma suo padre, il Vecchio Mugnaio, aveva la barba nera, e non si chiamava Sabbioso. Il Signore degli Anelli appare ora in una nuova edizione, e l’opportunità è stata sfruttata per rivederlo. U certo numero di errori e di incoerenze che ancor rimanevano nel testo sono stai sorretti, e si è fatto un tentativo di fornire informazioni su pochi punti che alcuni lettori avevano sollevato. Ho preso in considerazione tutti i loro commenti e le loro richieste, e se sembra che alcune siano state trascurate ciò può essere dovuto al fatto che non sono riuscito a mantenere ordine nei miei appunti; tuttavia molte domande potrebbero rivedere risposta solo con appendici aggiuntive, o magari con la pubblicazione di un volume accessorio che contenga molto del materiale che non ho incluso nell’edizione originale, in particolare dettagliare informazioni linguistiche. Nel frattempo la nuova edizione offre questa Introduzione, un’aggiunta al Prologo, alcune note, ed un indice dei nomi delle persone e dei luoghi. L’indice è intenzionalmente competo nei lemmi ma non nei riferimenti, dato che la pubblicazione è stato necessario ridurne la mole. Un0indice completo, che faccia pieno uso del materiale preparato per me da Mrs. N. Smith, apparterrebbe piuttosto al volume accessorio.

J.R.R. Tolkien



Questa prefazione l’hanno introdotta nella nuova versione ricorretta e riveduta che hanno pubblicato quest’anno, quindi per chi non avesse comprato la nuova Versione del libro eccola qua…spero vi abbia fatto cosa gradita…

< Modificato da Gilraen -- 2004-09-25 22:38:39 >

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Messaggio #: 17
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-25 23:50:11   
Mirmith


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Primo ingresso in Numenor: 2004-04-02
Da: Cuivienen
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Molto interessante!..davvero!
E' sempre brutto notare come dei grandi artisti, sia in campo letterario che in altre forme artistiche, abbiano avuto delle difficoltà economiche, che magari hanno impedito il pieno utilizzo delle loro facoltà creative...
Interessante notare come il Signore Degli Anelli sia un opera completamente estranea ad ogni riferimento attuale...io steso avevo letto dei commenti in cui si parlava dell'opera di Tolkien come una sorta di medioevo britannico...
Tante sono state anche le interpretazioni politiche, alcuni sostenevano che il Signore Degli Anelli era di sinistra perchè sostenevano di vedere negli Hobbit una comunità di stampo comunista...ridicolo!...


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(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 18
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-26 20:38:13   
Kirthalion


Messaggi: 366
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Status: offline
Stupendo!! Grazie Gil!!
A volte sembrava di assistere ad una lezione del Prof, una bella sensazione, specie quando parlava della differenza tra applicabilità ed allegoria .. Avevo sempre pensato a come potesse essere una sua lezione, ed ora me ne sono fatto un'idea!!
Beati i suoi alunni!!


_____________________________



(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 19
Le origini di Gandalf e dei Dodici Nani (o almeno dei l... - 2004-09-27 17:10:45   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
quote:

Rieccomi a voi per annoiarvi un pò, ma chissà forse a qualcuno farà piacere leggere quello che vi sto scrivendo.

Finchè ci annoi in questo modo .. continua pure così che va benissimo!
L'introduzione è molto bella e va letta assieme all'intervista che hai trascritto per noi poco tempo fa .. è un peccato che non sia stata inserita nell'edizione italiana sin da subito, a mio avviso avrebbe evitato le strumentalizzazioni politiche che la prefazione di Zolla ha suscitato.
Incentra l'attenzione sull'autore, sulle sue esperienze e passioni personali ed è bella soprattutto perchè è una rivendicazione dell'opera, sembra dire: "è mia", "L'ho scritta io!", "non cercateci altri significati, allegorie o motivazioni".
Certo, come in tutte le grandi opere ognuno può leggere ne "Il Signore degli Anelli" quello che gli pare, a me ha sempre affascinato la malinconia per un mondo che scompare, gli Elfi che abbandonano la Terra di Mezzo, il ritorno in una Contea distrutta dall'era industriale ..
Tolkien in questa introduzione accenna a questo tema: la campagna inglese dopo la seconda guerra mondiale, il mulino distrutto ..
Nell'arco di poche generazioni l'Europa è passata, specie nelle campagne, dal medioevo a internet .. basta parlare con i nostri padri, con i nostri nonni, per rendersene conto.
La malinconia che pervade l'opera, l'epica, l'onore, l'amore per la terra coltivata .. sono tutte andate perse in questo mondo dopo l'avvento della rivoluzione industriale .. ma a pensarci bene questa è un altra interpretazione, l'ennesima!

(Risposta a Gilraen)
Messaggio #: 20
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