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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen

 
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-11-20 0:25:27   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
A J. K. Rowling, ringraziandola per averci fatto sognare ..

< Modificato da Haisonder -- 2006-11-20 18:41:55 >
Messaggio #: 1
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-11-23 13:39:20   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Capitolo I - Partenza da Hogwarts


Il moderato caldo di quella giornata d'estate sembrò inghiottire le ultime piccole figure che si allontanavano dal luogo del funerale; il mormorio di quella triste e variegata moltitudine fu sopito lentamente dal calmo soffio di una lieve brezza estiva, e dal lento sciabordio delle onde del lago.

Harry, Ron ed Ermione si avviarono verso il Castello di Hogwarts senza proferire parola, cercando di accettare l'idea che non lo avrebbero più rivisto dopo quel giorno. Sebbene la loro risoluzione fosse profonda, qualcosa sembrava legarli a quel posto più di quanto non avrebbero creduto.

Ginny li seguiva in silenzio, a qualche passo di distanza, lo sguardo assorto e al contempo diretto alle mura del castello, via via più vicine. "Non ce ne andremo oggi", disse infine, senza quasi sapere perchè.
Harry, Ron ed Hermione si voltarono di scatto, accorgendosi solo allora che Ginny fosse con loro. Harry la guardò solo per un istante, e poi seguì lo sguardo di lei verso le mura di Hogwarts.
"Che stai dicendo?" chiese leggermente infastidito Ron. "Il treno parte tra un'ora. Spero anzi che tu abbia preparato i bagagli, perchè non resisterò in questo posto un giorno in più. Voglio and..."
"Guarda!", gridò Hermione puntando il dito sopra il castello. Ginny ed Harry avevano lo sguardo fisso al cielo sopra il castello. L'enorme figura di una fenice si stava formando, tremula, sulle torri di Hogwarts; appena visibile, eppure nitida, sembrava quasi un arcobaleno dalla forma inusuale, ma così significativa per Harry.
"La vedete tutti?" disse Harry, voltandosi di scatto e guardandoli dritto negli occhi. Annuirono. "Che significa?" chiese Ron, ancora guardando l'incredibile arcobaleno.
"Che siete attesi nella Sala Comune dei Grifondoro" , disse una voce alle spalle di Hermione, Ron e Ginny. Harry alzò lo sguardo su Fiorenzo, apparso quasi dal nulla. Il centauro salutò con un cenno del capo ed un mezzo sorriso, e corse via, svanendo nella foresta.

"Che sta succedendo?" si chiese Ron, per niente confortato di aver avuto risposta. Prima che potesse ripetere la domanda, si rese conto che gli altri stavano già correndo verso l'ingresso del castello.

La Sala Comune dei Grifondoro era inusualmente deserta. Nessuno studente si affannava tra valige e pacchi, prima della partenza. Nessuna voce o rumore dai corridoi e dalle scale esterne.
Harry aveva segretamente sperato che Silente potesse essere lì ad attenderli, sornione, e quel silenzio, al paragone, era quasi insopportabile. La Fenice era senza dubbio un messaggio di Silente. Ma cosa significava? I 4 si guardavano intorno smarriti e confusi. La sensazione che dovesse accadere qualcosa era quasi tangibile.
D'un tratto un crepitio nell camino, sempre più forte, attrasse la loro attenzione.


Carta
Luogo: Sala Comune di Grifondoro

< Modificato da Taym -- 2006-11-23 14:59:40 >



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(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 2
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-11-27 11:56:41   
Miko


Messaggi: 1118
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Da: Magna Aprilia
Status: offline
Capitolo II- Un incontro inatteso.

I quattro si girarono all'unisono in attesa di qualcosa che sicuramente stava per succedere, in cuor suo Harry, pur sapendo che era impossibile,
sperava che fosse Sirious Black a mettersi in contatto con lui con lo stesso sistema che tante volte aveva usato in passato: "ma lui è morto" si ripeteva Harry.
fra se e se. Il grido di gioia gli morì in gola quando il viso allungato e smunto apparso nel camino pronunciò le sue prime parole...
“Sorpreso Potter?, o pensavi che solo quel buono a nulla del tuo padrino fosse in grado di fare questi giochetti?”
Gli amici si strinsero spalla a spalla ed estrassero simultaneamente le loro bacchette, espressioni d'odio si disegnarono sui loro volti,
nel camino con la solita espressione superba, viva e vera nonostante fosse solo abbozzata fra le braci fumanti del camino, stava l'ormai
ex professore Severus Piton il responsabile del funerale dal quale erano appena tornati.
“Sempre precipitosi vedo, ecco una delle ragioni per le quali non avete mai avuto la sufficienza in pozioni... State calmi e ascoltatemi per una volta in 7 anni!”
L'espressione d'odio rimase sui visi di tutti, ma una punta di curiosità sembrò dipingersi nei loro occhi.
"La morte di Silente", proseguì Piton, "è una grave perdita per l'ordine, tuttavia nulla è come sembra nella lotta contro il male... talvolta l'inganno va combattuto
con l'inganno, non vado fiero di ciò che ho fatto, tuttavia so che andava fatto! Lo stesso Silente l'avevo previsto"
"Menti..." urlò Ron digrignando i denti e con la bacchetta che emetteva scintille.
"Silenzio!!", tuonò Piton "Non c'è tempo l'espresso per Londra sta per partire e voi dovete assolutamente prenderlo, Potter ancora una volta e forse per
l'ultima volta dovrai tornare a Privet Drive, questo voleva che facessi Silente e questo farai!;
So che non comprendete ora, ma il tempo stringe, non pretendo che mi capiate, non ne ho bisogno, ma prentendo che mi crediate!
Ci sarà tempo e luogo adatto per le spiegazioni e questo non lo è.
Un ultima cosa, Silente mi aveva affidato una missione, una ricerca e io l'ho portata a termine, almeno in parte. il resto spetta a te signorina Granger
così vedremo se la McGrannitt aveva ragione considerandoti così brillante!
Ora Addio ci rivedremo forse prima della fine...".
Così com'era cominciato il crepitio cessò, lasciando il gruppo con un senso di perplessità quasi palpabile.
Il primo a parlare fu Ron: "Io non gli credo, e non dovreste neanche voi!"
Harry: "Ben detto Ron", ma con una convinzione minore di quella che avrebbe avuto prima di quell'incontro.
Hermione: "Non lo so, in fondo Silente aveva fiducia in lui, possibile che si sbagliasse fino a questo punto?".
Era la volta di Ginny a parlare, ma non fece in tempo perchè fuori dall'enorme finestrone della sala comune, con la solita eleganza si librava
Fanny la fenice che era stata amica inseparabile di Silente e che più di una volta aveva salvato la vita ad Harry.
Harry si affrettò a spalancare la finestra per farla entrare, aspettandosi che Fanny avesse un messaggio per lui, ma invece la meravigliosa fenice si posò accanto a
Hermione fissandola negli occhi.
"Guarda Hermione, ha un pacchetto legato sotto la zampa!", esclamò Ginny.
Hermione guardò perplessa il pacchetto e si affrettò a prenderlo.
"Deve essere il compito di cui parlava Piton", disse la ragazza più a se stessa che ad altri.
"Io non lo prenderei se fossi in te...", sussurò Ron spaventato.
"Invece si!", disse Harry, "Piton può essere un traditore, o forse no, ma la fedeltà a Silente di Fanny non si discute"
Hermione si affrettò a prendere il pacchetto, Fanny chinò il capo ed emise un grido leggero, quasi a volerli ringraziare e salutare e poi
così com'era entrata uscì volteggiando attraverso la finestra e su verso i tetti di Hogwarts.
Si rigirò il pacchetto tra le mani, una confezione anonima quadrata sulla quale spiccavano 3 lettere, una sorta di epitaffio: R A B.

Intanto l'espresso per Londra emise un altro fischio, ciò richiamò i ragazzi alla realtà costringendoli ad affrettarsi per non perdere il treno, corserò via
abbandonando la sala comune di Grifondoro, rimuginando su quello che era appena accaduto e chiedendosi se ci sarebbero tornati ancora in quel luogo in
cui tutti e quattro avevano vissuto dei momenti indimenticabili.


Carta Creatura Magica

Fenice


_____________________________


Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
Messaggio #: 3
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-11-29 10:59:07   
LLEAR

 

Messaggi: 173
Primo ingresso in Numenor: 2005-04-28
Status: offline
Capitolo III - Ritorno a casa

Nonostante tutti gli sforzi dei ragazzi per arrivare in tempo alla stazione trovarono ormai nessuno dei loro compagni di scuola. Videro il capostazione che stava per fischiare l'avvio del treno quando con gesto fulmineo Ron estrasse la bacchetta e disse:
"Vingardium Leviosa" rivolto al fischietto dell'ignara persona.
Il fischietto prese a librarsi nell'aria e andarono verso la prima carrozza libera e vi salirono. Non appena Ginny, l'ultima del gruppo, chiuse la porta sentirono il rumore del fischietto del capostazione e il lento muoversi del treno.
"Abbiamo avuto fortuna, appena in tempo!" disse Harry.
"Vediamo di trovare uno scompartimento libero, che abbiamo una cosa da guardare.." disse Hermione.

Dovettero attraversare tutto il treno prima di trovare un posto vuoto. Una volta sistemati i bagagli chiusero le tende della porta.
"Allora guardiamo sì o no?" disse Ron impaziente e curioso.
"Un attimo Ronald! E non urlare che potrebbero sentirci!" disse Hermione nervosa.

Hermione si apprestò ad aprire la scatolina. Con stupore trovò all'interno di essa una chiave dall'aspetto antico. Era molto elaborata e con segni di ruggine. Anche su di essa c'era la scritta "R A B".
"Ancora questo R A B... ma chi potrà mai essere?" si domandò Hermione.
"Un momento, una volta mi è parso di sentire un nome di persona da Sirius mentre mi stava illustrando l'albero genealogico della famiglia Black! Se non ricordo male, era Regulus A. Black, ma potrebbe essere anche solo una coincidenza.." argomentò Harry.
"Sai qualcosa di lui?" domandò Ron.
"Quel che so è questo: era il fratello minore di Sirius, era convinto della superiorità dei maghi purosangue rispetto a quelli mezzosangue e inizialmente si alleò con Lord Voldemort diventando un Mangiamorte.
Quando infine capì quali mezzi Lord Voldemort era disposto ad usare per raggiungere il suo scopo lo abbandonò e cercò di fuggire. Ovviamente fece una brutta fine tanti anni fa..." spiegò Harry.

Gli altri tre si guardarono con facce preoccupate.
"Quindi potrebbe aprire qualche oggetto locato a Grimmauld Place." propose Ginny.
"Tutto è possibile.. ma allora perché non consegnare la scatola a Harry, visto che ormai è casa sua? La cosa non mi è del tutto chiara." rispose Hermione dubbiosa "comunque è meglio aprire lo scompartimento. Potremmo destare sospetti. Tra poco siamo arrivati a destinazione."
"Già! E' meglio che mi cambi.. I miei zii non amano che io mi vada in giro vestito in questo modo.." disse Harry e pensò che non si pareva vero che quella era l'ultima estate da trascorrere a Privet Drive.


Carta Incantesimo o Pozione:
Vingardium Leviosa


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(Risposta a Miko)
Messaggio #: 4
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-01 9:31:35   
LothSilque


Messaggi: 127
Primo ingresso in Numenor: 2006-09-24
Status: offline
Capitolo IV - La chiave

Dopo aver salutato una piangente signora Weasly e,dopo essersi domandato se il marito l'aspettasse nella macchina, Harry si avviò di malavoglia verso verso le tre persone che lo aspettavano, e che, si vedeva dalle faccie, avrebbero preferito portare uno scimpanzè a casa piuttosto che il loro unico nipote. Lo sapeva, Harry ne era perfettamente cosciente che avrebbe dovuto spiegare loro meglio la situazione, sarebbe rimasto solo per un paio di giorni, il tempo di impacchettare tutti i suoi pochi averi e mandare Edvige Dai Weasly per farsi venire a prendere. Stranamente però, Harry si sentiva un groppo in gola, e non riusciva a capacitarsene: quello era il momento che aspettava da quando era stato lascito sulla loro porta da Silente...già, Silente. Il dolore bruciava ancora nel cuore, contro il petto, e, come se fosse un fiamma di fuoco eterno, sembrava che non volesse saperne di spegnersi.
Immerso nei suoi pensieri non si accorse di essere arrivato a destinazione, anche perchè i Dursley non diedero segno di esssere a conoscenza della presenza del nipote. Harry trascinò il baule sulle scale fino alla sua camera, dove si stava preparando un inventario mentale di tutte le cose da portar via, quando la voce di zio Vernon, più infuriato che mai, lo riportò alla realtà "Harry, ragazzo scendi, al telefono, per te" in quelle ultime due parole infuse tutto il suo disprezzo per Harry e per la razza magica. Appena presa la cornetta sentì la voce di Hermione, la più acuta, isterica voce che avesse mai sentito, Harry iniziò a preoccuparsi "Hermione dim..""No Harry ascolta tu" lo interruppe lei "La chiave, appena ho potuto...oh,mio Dio.. Harry io...io non so cosa significhi, ma..." "Adesso calmati Hermione, dimmi cos'è successo,non può essere così terrribile"Harry tentò di farla ragionare "Harry" proseguì lei "Harry, appena ho avuto un attimo di solitudine l'ho guradata meglio, lachiave intando,e..oh, santo cielo...non sono semplici ghirigori decorativi, sono due c puntate  e un corvo stilizzato,sai cosa significa?" "Cosetta Corvonero"disse Harry come se lo stesse confidando a se stesso,torppo sconvolto per farci caso, riabbassò la cornetta. Era quello l'oggetto di Corvonero di cui Sielnte aveva parlato?

Carta Horcrux:
Cimelio di Corvonero


< Modificato da Haisonder -- 2006-12-01 10:30:47 >

(Risposta a LLEAR)
Messaggio #: 5
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-01 9:37:17   
LothSilque


Messaggi: 127
Primo ingresso in Numenor: 2006-09-24
Status: offline
Carta Horcrux: Corvonero

(Risposta a LothSilque)
Messaggio #: 6
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-04 18:45:53   
Arwen


Messaggi: 2891
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
Status: offline
Capitolo V - Tanti pensieri



Harry era fermo, ai piedi delle scale, e fissava un punto imprecisato del muro. La sua mente era assediata da tanti pensieri, troppi, primo tra tutti l’istinto di uscire da quella casa per raggiungere Hermione e cercare di eliminare la parte dell’anima di Voldemort che era racchiusa nella chiave.
Già - pensò Harry - e come posso fare per rendere innocuo quell’oggetto? Silente non mi ha rivelato come ha agito con l’anello di Gaunt…e se, nel tentativo, mi accadesse qualcosa di tremendo come quello che è successo alla sua mano? Accidenti, speriamo che non…
Ma prima di portare a termine il pensiero il telefono squillò nuovamente, il che lo fece trasalire, ma sollevò istintivamente la cornetta senza proferire parola.
“Harry, che ti è preso?” la voce arrabbiata e al contempo spaventata di Hermione lo riportò alla realtà.
“Ehm, scusa, la notizia mi ha scioccato e non mi sono nemmeno accorto di averti richiuso il telefono in faccia!” disse lui un po’ dispiaciuto ma ancora distratto dai suoi pensieri. “Ti dico solo una cosa: non – fare - niente! Se vuoi cerca sui libri altre informazioni, ma non toccare più quel pacchetto, né tanto meno la chiave!”
“Ah, beh, non ci pensavo nemmeno…non agirei mai senza te e Ron a meno che non fosse strettamente necessario. Ma i miei genitori si sono un po’ allarmati poco fa vedendomi così agitata. Gli ho detto di aver appena scoperto che il programma di Aritmanzia del prossimo anno prevede dei libri che non ho ancora letto e…”
“Sì, sì, va bene! Senti, ho tante di quelle cose in testa ora…” e così dicendo, Harry passò la mano sulla cicatrice che aveva iniziato a prudergli un po’ dandogli fastidio, “…e non mi posso muovere di qua, ancora!” il suo tono si faceva sempre più nervoso.
“Harry, sai bene perché devi rimanere lì! Anche se non vuoi, ora più che mai hai bisogno di protezione. E poi, non manca molto al tuo compleanno! Dai, ci sentiamo presto.”
“Già…a presto!” e sbuffando riagganciò il telefono.
Lo zio Vernon era paonazzo sull’uscio del salotto e lo guardava furibondo.
“Quante volte ti ho detto che non devi mai, e dico MAI, rispondere tu al MIO telefono? Nessuno deve capire che in questa casa ospito uno spostato come te, specie i clienti che…” e la solita tiritera sarebbe continuata ancora a lungo, ma Harry non lo ascoltava più, non lo guardava neanche. Sentiva dentro di sé aumentare quella sensazione di claustrofobia che la casa in Privet Drive numero 4 aveva il potere di trasmettergli.
Era arrabbiato, e triste, e teso, e doveva riflettere. Così senza pensarci due volte uscì di casa sbattendo la porta ed i suoi piedi lo portarono istintivamente nel piccolo parco giochi in Magnolia Road dove era solito ritirarsi quando l’atmosfera casalinga lo opprimeva più del solito. A parte qualche macchina che passava di tanto in tanto la zona era tranquilla, faceva troppo caldo perché i bambini giocassero in strada.
Due anni prima, nei paraggi di Magnolia Crescent, lui e suo cugino Dudley erano stati aggrediti da un Dissennatore, ma gli sembrava che fosse accaduto in un’altra vita. Com’erano cambiate le cose da allora! Sirius era stato ucciso e così anche Silente, aveva scoperto i suoi sentimenti per Ginny e negli ultimi mesi aveva vissuto altre 1000 situazioni che fino a qualche anno prima avrebbe considerato incredibili.
Ora stava per diventare maggiorenne ed era sulla buona strada per affrontare Voldemort. Ma da Little Whinging poteva fare ben poco.
Non riusciva a capacitarsi di come Piton potesse far ancora parte dell’Ordine della Fenice nonostante fosse tornato trai Mangiamorte ed avesse commesso delle azioni così terribili come uccidere Silente senza battere ciglio. Eppure aveva recuperato un importante indizio ai fini della distruzione di Voldemort, quella chiave con le iniziali di Cosetta Corvonero. Se Fanny si fosse sbagliata l’intera faccenda poteva risultare una trappola…ma Fanny non poteva sbagliarsi! Lei, più di chiunque altro, era fedele a Silente. Se solo fosse riuscito a superare l’avversione per Piton! Ci aveva provato ma era una persona così detestabile e soprattutto non aveva mai fatto niente per venirgli incontro.
Tra questi ed altri pensieri, Harry trascorse il pomeriggio in Magnolia Road finché il suo stomaco gli ricordò che era ora di rincasare. Attraversò il silenzioso quartiere in pochi minuti, la fame lasciava il passo ad una strana sensazione di ansia dal momento che le cene in casa Dursley non erano mai una gioia come lo erano invece quelle nella Tana.
Una volta giunto davanti al numero 4 di Privet Drive si accorse però che la macchina dello zio Vernon non era nel vialetto, ma le luci del salotto erano accese. Passò dietro alla siepe per sbirciare dalla finestra e la scena che vide lo lasciò un tantino perplesso: c’era sua zia Petunia che andava avanti e indietro sul tappeto del salotto tormentandosi le mani ed assumendo strane espressioni del viso come se stesse ripassando a mente un discorso. Per qualche minuto rimase lì a valutare se fosse il caso di lasciarla stare o meno, poi decise di entrare.
Con rapido ciabattare zia Petunia si affacciò sull’ingresso “Harry, sei tu! Bene…sì, bene, ti aspettavo! Vieni, ti devo parlare.” Disse precedendo Harry in cucina. “Vernon ha portato Diddy con sé ad una cena d’affari, sai, tuo cugino è l’erede dell’azienda…” il viso smunto della donna era carico d’orgoglio mentre si sedeva “…e così ho modo di dirti certe cose, che…sì, beh, che altrimenti non…insomma, che se ci fossero altre persone in casa non potrei dirti, ecco!”
Harry incredulo imitò sua zia sedendosi al tavolo della cucina. “Ah, ok! E dunque?”
Zia Petunia fece un profondo respiro e guardò per qualche istante le proprie mani poggiate sul tavolo, poi esordì:
“Harry, io sono una – come dite voi – babbana.” Scandì la parola con un imbarazzo pieno di dignità. “Però è giusto che tu sappia che…”



Carta Personaggio: Babbano


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(Risposta a LothSilque)
Messaggio #: 7
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-08 1:30:52   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
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CAPITOLO VI
I Segreti di Zia Petunia

- Però è giusto che tu sappia che anche se sono una Babbana, e non appartengo al vostro mondo, non sono una sciocca. Anch’io so riconoscere i segni: la terra che trema, i cicloni improvvisi, le morti sospette, i ponti che crollano senza una ragione e .. e questa nebbia che avvolge il paese come un un gelido sudario.
Tutto come diciassette anni fa ..
Si .. i segni sono chiari .. lui è tornato .. -
La donna abbassò gli occhi, e la sua voce si ridusse ad un sussurro; Harry la guardò, un po' sorpreso:
- Non c’è bisogno che ti dica chi è ad essere tornato:
Credo che tu lo sappia anche meglio di me ..
No .. -
Fermò Harry:
- Non pronunciare quel nome, tua madre non lo usava mai: parlava di Tu sai chi, di Colui che non deve essere nominato Diceva che a solo pronunciare il nome del male si poteva attrarne l’attenzione .. -
Harry fece per dire che Silente sosteneva invece che a non chiamare le cose col loro nome non si faceva altro che alimentarne la paura, ma al solo pensiero del preside lo prese un groppo in gola.
- Per cui non farlo: non in questa casa .. non in questo momento ..
Io e Vernon abbiamo giurato anni fa di non lasciarci più coinvolgere in queste cose.
Fra qualche giorno compirai diciassette anni e finalmente .. finalmente lascerai questo tetto -
- Già .. finalmente .. -
Commentò Harry, con un filo di voce.
Petunia lo guardò in modo strano ed un amaro sorriso increspò le sue labbra sottili .. una sorta di tristezza o, forse, di rimorso:
- Sai ..
Ho pensato a lungo a tutte le cose che ci disse Silente quando venne a prenderti l'anno scorso ..
E .. si, mi sento in colpa .. il tuo preside aveva ragione, su tutti i punti ..-
La donna rimase silenziosa per qualche istante, poi proseguì:
- Harry ..
Tu sei il figlio di Lily -
Harry sbattè gli occhi, sorpreso non tanto per l’affermazione, ovvia, quanto per il fatto che Zia Petunia chiamasse sua madre con il suo nome e non con giri di parole come mia sorella o, peggio, quella la.
- So che tu potrai anche non credermi, ma ho voluto bene a tua madre ..
Eravamo sorelle dopo tutto e tu sei tutto ciò che mi rimane di lei.
A parte .. beh ..
Qualcuna di quelle ridicole foto che si muovono, ovvio ..
Ma ..
Silente aveva ragione: avrei dovuto volerti bene, darti in questa casa il calore, vero, di una famiglia.
Essere affettuosa con te, farti da madre .. ma .. ma ..
E’ difficile da dire .. non è stato facile .. –
- Si direbbe quasi che non avete nemmeno tentato .. -
Commentò sarcastico Harry, quelle giustificazioni gli sembravano vuote, e senza alcun senso, ora.
Petunia ebbe almeno la decenza di arrossire
- Non sto dicendo che abbiamo fatto bene, dico solo che abbiamo avuto le nostre ragioni ..
Eravamo terrorizzati, Harry; erano successe cose terribili .. -
Rimase silenziosa per qualche istante, poi riprese:
- Lily .. Lily per certi versi era straordinaria ..
Era capace di creare farfalle dorate dal nulla, o di riordinare la stanza semplicemente strofinandosi la punta del naso.
Bello .. si .. 
Ma per me e Vernon lei era solo una spostata .. -
Sibilò quella parola, con tutto il disprezzo possibile nella voce
- Senza un lavoro ne un titolo di studio ..
Senza futuro, senza prospettive .. –
Il ragazzo stava iniziando a spazientirsi, ma vi era una sorta di aspettativa, nell’aria, ed Harry non la interruppe .. non questa volta ..
- Ma .. Harry ..
Lei era pur sempre mia sorella .. e .. anche se Vernon non voleva assolutamente che continuassi a frequentarla, io .. io lo facevo ..
Di nascosto, certo ..
Ci incontravamo, sempre da lei, almeno un paio di volte al mese, per prendere un the assieme ..
Lei viveva in quel periodo assieme a quel buono a nulla di tuo padre in una casa sperduta nelle campagne attorno ad un posto che si chiamava Godric Hollow .. -
Ancora una volta Harry non fiatò: sentiva di dover lasciar parlare la zia ..
- Andavo in treno, assieme a Dudley, e mi trattenevo un paio d’ore: il tempo di salutarci e di aggiornarci sulle nostre cose.
Tu eri nato da poco, e dopo la morte di mamma e papà Lily era l’ultima parente che mi rimaneva ..
Mi sembrava una cosa innocente .. ma .. –
Petunia chiuse gli occhi un istante, poi trasse un respiro profondo, e proseguì ..
- Ma quella notte a Godric Hollow, Harry, c’eravamo anche noi due ..
Harry, agghiacciato, trattenne il respiro:
- James era appena rientrato ed io mi stavo mettendo il cappotto per uscire ..
Mi stavo schermendo: lui insisteva per portarmi a casa con quella sua ridicola scopa, "almeno in stazione" mi stava dicendo .. quando lui entrò ..
Le luci si spensero e scese il gelo: il terrore mi prese e non potei far altro che rannicchiarmi in preda al panico contro al muro e stringere a me il piccolo Dudley ..
James fece appena in tempo ad estrarre quella sua bacchetta ma poi vidi un scintillio nel buio: una sorta di movimento fluido e due parole secche, pronunciate con odio e cattiveria .. -
- Adava Kedavra -
Sussurrò Harry e Zia Petunia annui, rabbrividendo, la voce ridotta ad un sussurro.
- Si .. Adava Kedavra .. Scavalcò il corpo di James, senza degnarmi di uno sguardo, e si avventò contro Lily, che si era messa davanti alla tua culla.
Ancora quelle due parole .. Adava Kedavra .. dette con noncuranza quasi, con sufficienza, e vi fu un lampo verde a cui rispose un debole bagliore bianco ..
Fu allora che entrò l’altro .. –
- L’altro ? -
Harry strabuzzò gli occhi ..
- Si .. quel ragazzo severo, dal naso acquilino ed i capelli sempre unti ..
Si fermò sulla soglia e guardò con soddisfazione il corpo esanime di tuo padre .. Poi vide Lily cadere .. e mi ricordo che trasalì .. –
- Piton .. Mi stai dicendo che Piton era lì quella sera ? -
Sibilò Harry interrompendola: l’enormità di quel particolare lo fece quasi boccheggiare.
- Si, quello era il suo nome .. -
Annuì la zia:
- Era stato parecchie volte a casa nostra, quando ancora Lily e James non si erano sposati, si presentava sempre avvolto in un mantello nero, con un vaso di crisantemi bianchi per nostra madre e rane di cioccolato .. vive .. per me e mia sorella, e si tratteneva per il the.
Lily era sempre gentile e cortese, anche se un po' svampita a mio avviso .. come si faceva a non rendersi conto di che tipo era .. –
Harry questa volta non potè far altro che annuire,
- Il modo in cui lui la fissava, non so perché, ma a me faceva venire i brividi ..
Era .. falso ..
Quando tua madre gli disse che si sarebbe sposata con James sbiancò e .. sul suo viso, si disegnò come un ghigno crudele ..
Se ne andò sbattendo la porta, quel pomeriggio ..
Io, io credo sia stato lui a portare Tu sai chi a Godric Hollow, quella sera, perché, oltre a James, lui era l’unico, del vostro mondo, che frequentasse casa nostra ..
L’unico che mi conoscesse .. l’unico a cui sarebbe potuto venire in mente di seguirmi per trovare te ..
Perché era te, che cercavano .. non è vero? –
 
Carta Incantesimo e Pozione:
Adava Kedavra


< Modificato da Haisonder -- 2006-12-08 2:08:30 >

(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 8
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-10 18:28:36   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline
- Così dicono – rispose seccato Harry. Nonostante le confidenze della zia, Harry non si sentiva ancora completamente a suo agio tanto da poterle rivelare i segreti della Profezia e di tutto ciò che si celava dietro all’inquietante rapporto fra lui e Voldemort.
Petunia lo scrutava a fondo negli occhi, come a voler carpire i suoi pensieri più profondi.
- Ad ogni modo, Harry… dato quello che è successo, ora sento sia giunto il momento di consegnarti qualcosa.- raccontò la donna.
Harry trasalì, senza darlo a vedere.
-…qualcosa che trovai la forza di raccogliere dalle mani di Lily, dopo che… - gli occhi inumiditi e la voce rotta dalla commozione di zia Petunia fecero rabbrividire Harry, non tanto per ciò che riportava alla luce ma per lo stupore, misto a fastidio, di sentirla tanto partecipe della vita della madre. Fino a un giorno prima non ci avrebbe scommesso uno zellino bucato sul fatto che odiasse sua sorella!
Petunia si guardò un attimo intorno con circospezione, poi estrasse un piccolo mucchietto di panni di velluto verde, consunto e impolverato.
- L’ho conservato in tutti questi anni, senza nemmeno capirne il motivo – sospirò zia Petunia.- Ora credo di sapere perché…aspettavo il momento giusto, e credo sia arrivato. – protese le sue mani verso Harry, per consegnargli il fagotto.
Harry lo prese, titubante, mentre guardava un po’ di sottecchi sua zia.
“E se fosse un Mangiamorte, trasformato grazie alla pozione Polisucco in zia Petunia?” pensò fra sé e sé. “Potrebbero essere arrivati fin qui, me lo disse anche Silente, l’anno scorso”, rammentò Harry. “E se volesse stregarmi con qualche oggetto maledetto? Non è impossibile…”
-Zia Petunia…ehm, grazie. – fece imbarazzato. – Mi…è venuta in mente una cosa, che volevo chiederti.
- Dimmi! – fece lei, con un sorriso lieve.
- Ricordi quando…ecco, feci scomparire la zia Marge, qualche anno fa?
- Be’ , ricordo… - Harry trattenne il fiato, la mano pronta ad afferrare la bacchetta in tasca. – ma più che altro, la facesti andare via gonfiandola come un pallone! – rispose Petunia, con una punta di rimprovero nel tono.
Harry si rilassò. Era lei, quindi, e non doveva temere nulla.
- Sì sì, infatti. Mi dispiace zia, non volevo farle del male…- aggiunse Harry.
Petunia piegò lievemente la testa da un lato, come a voler dire che era passato del tempo, e tutto sommato non c’era da preoccuparsi.
-Allora…lo apro? – chiese Harry. Lei annuì, tesa.
Harry srotolò lentamente i cenci di velluto, uno ad uno, fin quando non scoprì una piccola bottiglia di cristallo intarsiato, colma di un liquido color oro.
- Sai cos’è? – chiese zia Petunia.
- Forse…ma non ne sono sicuro. – rispose lui. – Dovrei cercare in qualche mio libro di studi, per esserne certo.
- Naturale – disse lei – l’importante è che lo custodisca tu. Credo sia la cosa più saggia da fare. Ora – fece lei, alzandosi – è tempo che torni alle mie faccende, prima che tornino tuo zio e Diddy!
- D’accordo. Io... andrò nella mia stanza, preferisco starmene un po’ tranquillo. Ho parecchio a cui pensare, stasera.
Petunia fece un cenno di assenso.
- Naturalmente – aggiunse – non una parola di questa conversazione con loro, è chiaro? Negherò tutto, se fosse necessario! – disse compunta la donna.
- Certo – replicò secco Harry, e se ne andò.
Una volta in stanza, Harry riprese la bottiglietta e la guardò in controluce. Aveva finto a dovere con la zia, ma sapeva benissimo di cosa si trattava, invece!
- Questo è davvero un colpo di fortuna inaspettato. – disse piano Harry.
Edvige emise un acuto stridio, come a volerlo mettere in guardia dagli eventi.
- Sì lo so, Edvige…la Felix Felicis può essere pericolosa, ma io la userò a fin di bene...! Non intendo restarmene qui con le mani in mano dopo quanto è successo! Devo agire, e devo farlo in fretta. Intendo mettere la parola fine al continuo doppiogiochismo di Piton… ci sono troppe cose da chiarire, e io ho il diritto di conoscere la verità!
Harry strinse fra le dita la preziosa pozione, mentre un misto di paura e di coraggio assieme travolgeva il suo cuore.
- Devo trovare gli altri Horcrux, ed affrontare Piton. Adesso, o mai più!
E così dicendo, alzò in alto la bottiglietta dopo averla stappata, e la scolò in due sorsi enormi.
- Nessuno potrà fermarmi, adesso. Né i Mangiamorte, né altri...!
Lo sguardo determinato, afferrò la sua scopa e le sue cose in fretta, e uscì dalla finestra. L’avventura si avvicinava alla decisiva conclusione, e Harry sapeva che se ne voleva uscire vittorioso aveva bisogno di aiuto.
“Hermione e Ron capiranno, ” pensò “ne sono certo. E verranno con me!”. Con questo pensiero, balzò verso l’alto, nel cielo notturno. Un cielo carico di presagi, in cui persino le sagome delle nubi grigie apparivano inquietanti.

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Carta incantesimo e pozione:
Felix Felicis.


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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-10 21:17:10   
Erebel


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Edit: trattavasi di

Capitolo VII: Un dubbio e una scelta


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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-13 3:26:28   
Taym


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Capitolo VIII: Dove è il nemico?


   La luna piena pennellava di argento l'oscurità del cielo, mentre Harry si allontanava rapido da Pivet Drive; la casa dei Durseley appariva, tra uno squarcio e l'altro delle nubi, sempre più piccola, occhieggiando come in un vecchio, tremulo film muto, fino a scomparire tra i milioni di luci della città. Al posto del ticchettare rapido di un vecchio proiettore, però, nelle orecchie di Harry ululava il vento di una notte cupa come il suo cuore, ricordandogli che il dolore non era in un film, ma, gelido quanto il vento, era, come il vento, ben reale.

Harry, in cuor suo, aveva deciso che se doveva morire come Silente, tanto avrebbe valso combattere fino alla fine. Non avrebbe voluto vivere in un mondo dominato da Voldemort, nè veder morire altri suoi cari. Sarebbe morto prima di loro. O avrebbe ucciso Voldemort. E c'erano così tante cose che non sapeva, e che pure avevano condizionato la sua vita. Non aveva mai capito, ad esempio, cosa esattamente lo proteggesse a Pivet Drive, e non aveva più energia nè desiderio da dedicare alla fede in promesse vaghe o supposizioni. Probabilmente, rimuginò con rabbia e dolore, la protezione magica che permeava Pivet Drive era svanita con Silente; forse, si disse, quel che aveva spinto quella sciocca di zia Petunia a parlargli non era solo l'aver notato i presagi del ritorno di Voldemort, ma l'aver sentito, persino in quel suo refrattario cuore babbano, l'orrore e la paura per il male a cui anche la sua sciocca casa era ormai esposta.

Volava rapito dai pensieri e dal dolore, finchè una casa tra le centinaia, in basso, sembrò suggerirgli d'un tratto un piano. Semplice ma efficace, pensò Harry. Diresse la Firebolt in picchiata verso l'abitazione. Era una villetta ben curata, dal gusto babbano, senza dubbio, ma elegante e piacevole.
Nascose la Firebolt in un cespuglio sul retro, e, cercando di mascherare il dolore e la rabbia appigliandosi alla speranza della sua ultima telefonata, suonò il campanello.
Un uomo decisamente babbano ma dai lineamenti gentili e lo sguardo vivo ed intelligente aprì la porta. Era visibilmente preoccupato, sebbene i suoi occhi tradissero confusione più di ogni altra cosa.

"Ah, se non sbaglio sei Harry..."

"Buonasera, Mr. Granger. Sono venuto a trovare Ermione. Ci sono alcune cose importanti, di scuola, di cui..."
"... vorresti parlarle. Non sei insanguinato, terrorizzato, né sembri sotto shock" disse, simulando ironia, "ma hai intenzione di svenire anche tu sul pavimento del salotto?". Nel dire così, il padre di Ermione lo invitò ad entrare, mal mascherando il disagio causato dalla scena che si dispiegò agli occhi di Harry.

Nel salotto, Ermione, visibilmente sconvolta, muta, guardava con un misto di commiserazione, rabbia e paura un corpo immobile, riverso a terra, coperto di ferite e sanguinante, pallido più di ogni altro essere umano Harry avesse mai visto.


Era il corpo di Draco Malfoy.


Harry non credeva ai suoi occhi. Dopo un minuto buono di silenzio incredulo, in cui ancora una volta temette di essere in un film, biascicò un flebile "Ma cosa.."

Ermione si voltò verso di lui, lentamente, e resasi conto di chi fosse sembrò rianimarsi alquanto. "Harry... " esordì, lo sguardo incredulo a sua volta, fisso in un punto nell'aria tra lei e Harry, "lo manda Piton. Dice che dobbiamo salvarlo."

 
Carta Nemico: Draco Malfoy

< Modificato da Taym -- 2006-12-13 3:36:18 >



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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-16 12:04:43   
Miko


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Capitolo IX: La seconda profezia


Harry si avvicinò al corpo di Draco con misto di odio e compassione disegnato sul volto, li per terra giaceva una di uno suoi più acerrimi nemici e che riteneva direttamente responsabile, insieme a Piton, della morte di Silente e ora? Ora gli veniva chiesto di salvarlo…
Nonostante fosse ancora sotto l’effetto della felix felicis sentì una stretta al cuore, la decisione per lui non era affatto facile.
“Oh Harry come faremo a salvarlo guarda come è ridotto!” Disse Hermione con voce rotta dal pianto.
“Hermione io non mi preoccuperei troppo per lui”, cominciò Harry ma Hermione lo interruppe subito “Harry non avrai intenzione di…”
stavolta fu Harry ad interrompere Hermione: “Io non ho intenzione di fare nulla Hermione! Il sangue che ha addosso non è suo…”.
“Cosa?” strabuzzò gli occhi la ragazza.
“Guarda tu stessa se non mi credi!”.
A questo punto fu il padre di Hermione che quasi svenne per il sollievo.
“Hermione diamogli una pulita e mettiamolo a letto e facciamo presto perché ho idea che le sorprese non siano finite per oggi”, non appena ebbe terminato la frase il campanello di casa Granger suonò un'altra volta, la terza quella notte. Questa volta fu Harry che a passi decisi si avvicinò all’ingresso e senza esitazioni aprì la porta.
Era preparato a tutto tranne che alle 2 persone che gli si pararono davanti una dietro l’altra. Davanti a lui infatti stava la loro compagna Calì Patil e dietro l’inseparabile Lavanda Brown.
In particolare Lavanda appariva con una espressione vacua e molto scossa, diamine sembrava sotto shock!
“Calì cosa…”, cominciò Harry.
“Harry sai che la Cooman ha sempre detto che io e Lavanda abbiamo il dono, il terzo occhio. Così quando a Lavanda è capitato questo…  Questa visione ho pensato di doverla portare a qualcuno e ho pensato che Hermione fosse la persona indicata, ma evidentemente il fato ha deciso che tu fossi qui per ascoltare direttamente…”,
non appena ebbe terminato fu Lavanda a farsi avanti fissò Harry negli occhi, e lo prese per le spalle a quel punto la sua espressione mutò all’improvviso e le pupille rotearono verso l’alto lasciando scoperto solo il bianco degli occhi, e finalmente Lavanda Parlò, parlò con una voce che mai Harry gli aveva sentito più adulta, più oscura, terrificante e tremava mentre diceva:

“Il serpente, giace in attesa strisciante,
egli è ombra ma è ombra vivente dei sette fa parte e il signore lo sa
per questo con lui per sempre sarà,
morire l’oscuro non potrà se la sua ombra prima la saetta non colpirà!”


Così come ebbe terminato gli occhi tornarono al loro posto e Lavanda esausta cadde fra le braccia di Harry. A quel punto fu Calì a parlare : “Ecco Harry ora tu sai, io non so cosa vogliano dire quelle parole, ma quello che so è che quella è una profezia in piena regola e fossi in te ci rifletterei un bel po, penso tu sappia a cosa si riferiscano… Ora per noi è giunto il momento di tornare a casa, Lavanda deve riposare e noi ci vedremo a Hogwarts”, quest’ultima frase fu un affermazione non un domanda si disse fra se Harry.
A quel punto Calì prese Lavanda sotto braccio e uscirono insieme dalla porta, non appena furono nel cortiletto Harry le vide smaterializzarsi, domandandosi “Ma avranno già fatto l’esame?”.

Non appena Draco fu a letto, accudito dalla apprensiva signora Granger, Harry pensò che legarlo sarebbe stata una buona idea (ma soltanto un pochino senza fargli male, come disse a Hermione per tranquillizzarla).
Finalmente i due ebbero un attimo di tranquillità per parlare.
“Harry cosa facciamo?”
“L’hai sentita la profezia Hermione? Pensi sia affidabile?”
“Non so Harry ma quella non era la voce di Lavanda…di questo ne sono sicura, sai che non ho molta stima di Divinazione e della Cooman ma se davvero esistono le profezie quella era la cosa che più gli si avvicinava!”
“Lo credo anche io e so esattamente a cosa si riferisce e cosa fare!”
“Cosa facciamo?”
“Beh andiamo alla Tana, no? Cos’altro! E portiamo con noi anche il nostro amico svenuto deve raccontarci un bel po di cose e poi a Ron farà sicuramente piacere salutare Draco…”
“Si penso sia la cosa giusta, Harry coinvolgiamo l’ordine da soli non ce la faremo mai”
“Si penso sia la cosa giusta anche io”
“E poi sai c’è quella faccenda della chiave…credo che ci serva aiuto”
A quel punto Harry sebbe uno scatto: “Già Hermione la chiave, me ne ero dimenticato, dimmi cos’hai scoperto?”
“Beh Harry ecco, io non so se…”
“Cosa Hermione?” incalzò Harry.
“Beh allora preparati perché questa è bella davvero Harry…”


Carta Compagno di scuola: "Lavanda Brown"


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Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-19 15:58:25   
LLEAR

 

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Capitolo X: Nel frattempo...

Durante il seguirsi degli eventi a casa Granger altri importanti stavano accadendo in contemporanea a casa Weasley.
Il ritorno alla Tana fu molto noioso per il povero Ron: Fed e George erano impegnati nella loro ben avviata attività di scherzi; Percy non aveva ancora fatto pace con la sua famiglia e viveva ancora a Londra; Bill era indaffarato con Fleur nell'organizzazione del loro matrimonio; Ginny cercava di evitarla il più possibile visto che voleva sempre redarguirlo su certe sue mosse nel Quidditch che lei riteneva errate.
Oltretutto erano giorni che non riceveva notizie da parte dei suoi migliori amici.
Ma lo confortava il pensiero che probabilmente si stavano annoiando quanto lui; Harry coi suoi antipatici parenti e Hermione sempre sui libri a studiare per l'ultimo anno scolastico.
L'unico che rallegrava le sue giornate con racconti magici sulle lotte contro alcuni draghi indisponenti, era suo fratello Charlie. Purtroppo durò poco.
Un giorno arrivò un gufo urgente dalla Romania: erano stati avvistati pericolosi draghi in Albania, probabilmente qualche importazione clandestina.
Ne discusse con suo padre e decisero che sarebbero partiti la mattina seguente.
La notte trascorse serena e con l'aiuto del teletrasporto arrivarono immediatamente a destinazione. Almeno recuperarono il tempo perduto nel sentire le interminabili raccomandazioni della Signora Weasley tutta preoccupata vedendo il loro magico orologio spostarsi nella zona "pericolo mortale".
Non appena arrivati si trovarono a contatto con una terra arida e secca, in poche parole non era certo il posto ideale per portarci la famiglia in vacanza.
Attraversarono un paese semi-abbandonato. L'aspetto brullo sembrava averli catapultati nel vecchio west invece tornarono subito alla realtà quando videro nella bacheca dell'ufficio informazioni una locandina in stile Wanted. Riconobbero la persona raffigurata: era Bertha Jorkins. L'avviso diceva di non accettare tale persona nelle proprie attività commerciali perché è accusata di esser sparita senza aver pagato la locanda in cui era in vacanza. I parenti erano invitati ad andar a ritirare i suoi effetti personali che ancora giacevano alla locanda del paese.
Ricordavano bene la sua triste storia. Purtroppo era stata uccisa da Voldemort dopo che le aveva estorto con la maledizione Imperius informazioni importanti su Harry Potter.
Si avviarono verso la locanda. Trovarono un gestore piuttosto seccato per l'accaduto “era ora che qualcuno di facesse vivo per portar via le sue cose!”. Dovettero saldare il conto di quella vacanza e portarono via una piccola valigia beige. Camminarono lungo il viale e si riposarono presso una panchina del parco.
“Io direi di aprila e vedere se ci sono degli oggetti interessanti, magari che possono far luce su quanto accaduto due anni fa.” mentre il signor Weasley disse questo, Charlie fu attratto da Ermes che stava volando velocemente verso di lui. Conteneva una lettera della Signora Weasley che lesse ad alta voce “Miei cari spero vada tutto bene. E' arrivata una notizia dal capo di Charlie. Il problema è stato risolto. Si scusano per il disturbo e per il viaggio inutile. Rientrate al più presto: non fatemi stare in pensiero. Noi stiamo tutti bene. Molly”.
“Forse non è stato un viaggio inutile!Guarda qui! Sembra un diario con uno strano lucchetto antico con incise tre lettere... sembrano una R, una A e una B.. chissà cosa vogliono dire!” disse il signor Weasley.
“Direi di tornare subito a casa, abbiamo concluso qui!”
Detto questo Arthur e Charlie si smaterializzarono di nuovo alla Tana.
Raccontarono tutto alla famiglia. Non appena Ron vide il diario trasalì: “Ma io ho già visto una cosa simile! Hermione ha la chiave per aprirlo!”.
Certo, quando disse agli altri in che modo era stata recuperata qualche dubbio venne fuori..
L'unica cosa era andare da Hermione per tentare di aprirlo. Visto che ormai era notte, ritennero da maleducati arrivare in casa delle persone così tardi. Meglio gustare un'ottima cena della signora Weasley, fare una riposante dormite e l'indomani andare da Hermione.
La mattina seguente si prepararono per il viaggio: sarebbero andati solo il signor Weasley e Ron. Stavolta il viaggio sarebbe stato più stressante visto che Ron non aveva ancora il permesso di smaterializzarsi. Dopo parecchie ore arrivarono a casa Granger.
Erano convinti di trovare un'atmosfera gioiosa e rilassata invece lo spettacolo che trovarono davanti aveva poco di tutto ciò; infatti la porta di casa era aperta e sembrava che Hermione stesse per rivelare qualcosa di importante a Harry...


Carta Creatura Magica: Drago


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(Risposta a Miko)
Messaggio #: 13
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-21 12:28:10   
LothSilque


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Capitolo XI: Una brutta sorpresa


“Beh allora preparati perché questa è bella davvero Harry…”disse Hermione, ma proprio in quel momento, dalla porta che avevano dimenticato di chiudere, spuntarono fuori il signor Weasly e suo figlio Ron. “Oh, non vi preoccupate per noi, fate come se non ci fossimo,’giorno signor Granger”, detto ciò il padre di Ron si avvicinò a quello di Hermione, la cui faccia mostrava sempre più perplessità(come d’altronde anche quelle di tutti gli altri presenti).
Ron si avvicinò a Hermione e, dopo un breve confabulare, presero i rispettivi padri e li confinarono in cucina soffocando le non troppo convinte proteste.“Ok” riprese Hermione “stavo dicendo che… No, no, aspettate un momento, Ron tu che ci fai qui?” “Ahehm…” disse Ron che non si aspettava la domanda “Ah, si, Charlie ha ricevuto una lettera che chiedeva il suo aiuto in Romania, sapete i draghi, papà lo ha accompagnato e, indovinate un po’? Hanno trovato un lucchetto che era molto simile alla nostra chiave e … in effetti, non so perché siano tornati così presto e con la chiave…” “Perché tua madre ci ha scritto  che i capi di Charlie avevano già risolto il problema  e che potevamo anche tornare a casa, perché hai quell'espressione sorpresa Ron? Molly non vi ha informato? Strano...” disse il signor Weasly che era uscito dalla cucina appena in tempo per sentire le ultime parole di Ron. In quei pochi attimi, grazie ad una sola frase, si creò il panico totale: Harry non aveva ancora capito bene il perché Malfoy si trovasse lì; Hermione sbiancò e iniziò a pensare al trasporto più veloce per la Tana; il signor Weasly rimase impietrito  come se fosse stato colpito da una fattura congelante; e Ron, che cercava di iniziare a capire cosa stesse succedendo, ci rinunciò definitivamente  quando vide Malfoy scendere dalle scale del piano di sopra. Nel momento stesso in cui Draco mise piede al piano terra,nell'assoluto silenzio, si sentì solo il rumore delle bacchette tirate fuori dalle tasche a tutta velocità, ma, quella volta l'espressione spavalda era rimpiazzata da un misto di rimorso paura e dolore,quindi, con aria rassegnata davanti alle bacchette puntate contro di lui, iniziò a raccontare piagnucolando “Ho sentito tutto da quando i Weasly sono entrati qui, e … e anche prima, è per questo che sono scappato e sono stato ridotto così…sono stati loro… ho sentito i loro progetti… i progetti suoi…quelli dei mangiamorte e di Lord V… di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato… ma credo che ormai per la signora Weasly sia troppo tardi… Ormai… ormai è tardi…pensate solo a proteggere gli altri membri della vostra famiglia…” ma Ron, Hermione, Harry e il signor Weasly non erano già più lì, erano nella cucina della Tana, dove una nuova tragedia si era appena compiuta, Molly Weasly era lì per terra, con un mantello sulle spalle e un piede nel camino sulla quale mensola c’era un biglietto scritto di fretta, probabilmente per avvertire suo marito che era tutta una trappola, ma era troppo tardi, proprio come aveva detto Draco… Molly Weasly, la madre di Ron e di altri sei figli, la seconda madre di Harry, la moglie di Arthur Weasly, membro dell’ordine della Fenice giaceva lì, senza vita, semplicemente morta.


Carta Disgrazia:
Morte di un personaggio.

(Risposta a LLEAR)
Messaggio #: 14
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-24 14:40:19   
Arwen


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Da: Imladris
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Capitolo XII - Provvedimenti
 
 
 
Quella visione lasciò Harry e gli altri senza parole. Col respiro strozzato il signor Weasley cercò di prendere in mano la situazione, sguainò la bacchetta e si guardò attorno in cerca di eventuali aggressori. Il suo viso era vistosamente sbiancato e si reggeva in piedi a malapena, ma sapeva che il suo primo dovere in quel momento era quello di proteggere i ragazzi che erano con lui. Solo dopo avrebbe potuto concentrarsi sulla moglie.
Ron, vedendo la madre a terra esanime, aveva assunto diverse sfumature di rosso in viso. Non una lacrima sul suo volto, ma un’espressione di tremendo dolore mista ad incredulità. Era immobile e non aveva la forza di distogliere gli occhi da lei; mentre Hermione singhiozzava dall’istante in cui aveva scorto la sagoma della signora Weasley. Istintivamente si era rivolta a Ron aggrappandosi al suo braccio, ma non ottenne alcuna reazione da lui, così si accasciò a terra sulle ginocchia e coprendosi il volto con le mani continuava a piangere e a singhiozzare.
Harry invece, quasi a non voler credere ai propri occhi, fu l’unico a muoversi in direzione della madre di Ron. Non aveva la forza di parlare, ma si accostò a lei e le tocco la mano che ancora impugnava il sacchetto di polvere volante. Cadendo se n’era sparsa un po’ sul pavimento lì attorno e quel colore verde riportò alla mente di Harry il ricordo della prima volta che la usò. Stava per iniziare il secondo anno ad Hogwarts, era la prima volta che vedeva la Tana e dovevano recarsi tutti assieme in Diagon Alley per fare spese. Fu proprio la signora Weasley che gli spiegò cosa contenesse quel sacchetto e l’uso della polvere volante. Quella mano ora era priva di vita, ma non era ancora fredda…evidentemente la morte non era sopraggiunta da molto.
Il signor Weasley prese posto accanto ad Harry. Aveva perlustrato il più accuratamente e rapidamente possibile l’intera casa, e si era accertato che a parte loro non c’era nessun altro. Era indescrivibile la sofferenza che Harry leggeva nei suoi occhi, ma lo capiva benissimo, in fondo Molly Weasley era la persona che più di tutte aveva sentito come una sorta di mamma, da quando la sua era morta sedici anni prima.
- Non c’e nessuno in casa, a parte noi. Nessuna traccia di chi possa aver fatto questo…questo…- le parole morirono sulla bocca di Arthur Weasley.       
Harry non sapeva cosa dire, ma la sua mente correva in cerca di spiegazioni, di colpevoli da punire, sentiva una grande rabbia crescergli dentro. Si voltò a guardare Ron, che era ancora in piedi fermo al centro della cucina, e sentiva che forse mai fino a quel momento gli era stato così vicino.
- Co..come nessuno? – disse con un filo di voce Hermione, che sembrava priva di qualsiasi energia a parte quella necessaria per piangere. – E Ginny? Charlie? Bill?
- Già, - disse Harry – gli altri dove sono?
- Saranno scappati tutti…Molly avrà lasciato andare prima gli altri, così hanno trovato solo lei…
- Signor Weasley, lei sa dove possono essere andati? E se li avessero presi?
Arthur Weasley fece cenno di no col capo. Aveva in mano il biglietto scritto di fretta dalla moglie, lo porse ad Harry che lo lesse in un istante. C’era scritto “Siamo tutti in pericolo. Raggiungeteci nella casa stregata. Fate attenzione!”
- Casa stregata? E quale? Anche questa è una casa stregata! – disse Harry scoraggiato.
- Chiunque avrebbe potuto leggere questo biglietto, Harry. Anzi, sicuramente chi è stato qui prima di noi lo ha letto. In quanto membri dell’Ordine corriamo molti rischi, e lo sai bene anche tu. Abbiamo sempre bisogno di posti sicuri dove recarci in caso di pericolo.
- E quindi? – Harry scattò in piedi impaziente e guardingo – Dove sono ora?
- Nella Stamberga Strillante.
Hermione, attenta al dialogo, si era calmata un po’. I singhiozzi erano cessati , ma sulle sue guance arrossate scivolavano ancora copiose lacrime. – Dovremmo raggiungerli. Loro non sanno ancora niente…ma…dobbiamo portare la signora Weasley con noi, non possiamo lasciarla qui!
- No, Molly per ora resterà qui. Ma non resterà da sola.
Il signor Weasley richiamò il suo patronus in pochi istanti, la sagoma argentea di un aeroplano babbano prese forma dalla sua bacchetta e volò oltre l’uscio della Tana. – A breve arriverà qualche membro dell’Ordine. Solo allora potremo raggiungere gli altri.
Sia Harry che Hermione annuirono ed istintivamente tornarono a guardare il corpo senza vita ai loro piedi.
- Papà…
Tutti si voltarono verso Ron, che fino ad allora non aveva dato segni di ripresa dallo shock.
- Papà, è stata una maledizione senza perdono? Le hanno lanciato l'Avada Kedavra? – La sua voce era quasi irriconoscibile. Ma non fece in tempo a ricevere una risposta che si udì bussare alla porta della cucina che dava sull’esterno.
Harry andò subito ad aprire a quello che si rivelò essere Remus Lupin. Appariva trasandato come al solito, un po’ più pallido e smunto di qualche giorno prima, al funerale di Silente.
- Arthur! Ragazzi! – appena mise piede in casa notò la sagoma a terra e la sua espressione divenne ancora più allarmata. Scambiò uno sguardo eloquente con Arthur Weasley e continuò:
- Sulla casa c’è il marchio dei Mangiamorte! Non avrei mai pensato che…
Non aveva ancora finito la frase che sulla soglia della Tana di materializzò la professoressa McGranitt seguita a ruota da Ninfadora Tonks.
Pochi minuti dopo si erano aggiunti al gruppo anche Malocchio Moody ed Hestia Jones. Non ci volle molto perché fossero tutti al corrente dei fatti e partecipassero al dolore causato da questa grave perdita. C’erano molte cose di cui parlare e molte da fare.
- Sarebbe il caso che tu, Arthur, vada dagli altri tuoi figli. – Disse la McGranitt con tono tanto deciso quanto sofferente. – Anche i ragazzi dovrebbero venire con te…Penseremo noi a Molly.
- Sì, ora possiamo andare. Tornerò quanto prima.
- Verrò anch’io con voi – intervenne Tonks, i cui capelli erano diventati color grigio topo per lo shock.
Hermione, si strinse a Ron ed Harry si avvicinò a loro dopo aver raccolto la polvere volante da terra. Uno alla volta entrarono nel camino pronunciando le parole Stamberga Strillante, e si ritrovarono nella penombra della polverosa casa con gli occhi interrogativi di Bill, Fleur, Ginny e Charlie puntati contro.
 
 
Carta Luogo: Casa Stregata


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(Risposta a LothSilque)
Messaggio #: 15
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2006-12-29 12:30:56   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
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CAPITOLO XIII
Mai demordere ..
 
-         Papà
Chiese Charlie:
-         Cosa succede ? Perché abbiamo dovuto rifugiarci qui ?
Arthur Weasley aprì la bocca per rispondere , ma annaspò, come se trovare le parole fosse una cosa troppo difficile.
Silenzio .. un silenzio angoscioso .. rotto infine da Ginny, che non aveva smesso un istante di fissare Harry, Hermione ed il fratello:
-         La mamma .. dov’è la mamma?  Cos’è successo?  Avrebbe dovuto arrivare subito, giusto il tempo di lasciare un messaggio .. Perché non è con voi ?
-         Ginny ..
Rispose Harry:
-         Tua madre .. tua madre è morta ..
La voce del ragazzo tremolò e si spense mentre, nel velo di lacrime, vedeva l’incredulità dipingersi sul viso di Ginny, la sua Ginny, la ragazza che aveva deciso di allontanare per proteggerla ..
Proteggerla .. quanto era stato sciocco ..
Nessuno più poteva dirsi sicuro, Piton sapeva, Voldemort sapeva: tutti i suoi amici, tutti i suoi affetti potevano essere colpiti in qualsiasi momento.
Non allontanò la ragazza quando si gettò su di lui: le sue braccia rimasero per un istante come rigide, lungo i fianchi, poi le sollevò, con dolcezza, e la strinse a se, con forza ..
I raggi di sole filtravano fiochi dalle imposte sconnesse della Stamberga Strillante .. Harry non prestò ascolto alla mesta spiegazione del signor Weasley e alle domande incalzanti dei ragazzi ma affondò il viso tra i capelli di lei, cercando di perdersi nel vago sentore di fiori che sempre la accompagnava: quando chiuse gli occhi e si abbandonò al dolore, tutto quello che vide nella propria mente fu la rossa fiamma dei capelli di lei, come un aureola di fuoco nella flebile luce della stanza ..
 
..
 
Più tardi, mentre aspettavano seduti davanti al camino il via libera per ritornare alla Tana, Harry, in silenzio, tirò fuori gli oggetti raccolti da lui ed i suoi amici in quelle ultime due concitate settimane: il foglietto che aveva trovato assieme al falso sigillo di Serpeverde la notte che Silente era morto, la chiave con le iniziali di Cosetta Corvonero, un diario con un  lucchetto che portava incisa l’enigmatica sigla RAB.
Inidizi .. tutti indizi .. per non parlare della seconda profezia ..
Se solo avesse capito ..
Aprì il foglietto e lesse per l’ennesima volta la scritta in caratteri sottili:
 
Al Signore Oscuro
So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto.
Ho rubato il vero Horcrux ed intendo distruggerlo appena possibile.
Affronto la morte nella speranza che quando incontrerai il tuo degno rivale sarai di nuovo mortale.
R.A.B.
 
Harry sillabò la firma siglata: R.A.B. ..  poi guardò nuovamente il lucchetto, e poi la chiave: la prima volta che l’aveva guardata, sul treno, non aveva visto forse la stessa sigla?
Si .. era ancora lì .. su una faccia erano incise le due C a forma di corvo stilizzato, sull’altra, ancora una volta:  RAB
Guardò il lucchetto, e guardò la chiave .. poi .. poi scosse il capo: sentiva che lì, nascosta tra quegli oggetti, v’era la chiave del mistero, l’informazione che mancava per capire come muoversi, e quale doveva essere il suo passo successivo, ma non riusciva a cavarne un senso ..
Soprattutto non riusciva, nella tristezza del momento, a trovare la forza di andare avanti ..
Ginny era ancora abbandonata contro di lui, la testa appoggiata alla sua spalla: ogni tanto era ancora scossa da qualche singhiozzo ..
Harry si sentiva scoraggiato .. come tutti gli altri, in silenzio, in quella stanza ..
..
Si sentivano .. sconfitti ..
..
Harry scosse nuovamente il capo, Silente non avrebbe voluto questo ..
Ma Silente non avrebbe voluto nemmeno che Molly morisse .. ne tante altre cose .. ma erano successe lo stesso ..
Alzò  lo sguardo: appeso sopra al camino vi era un riproduzione, più in piccolo, di un quadro appeso in un corridoio, ad Hogwarts: Barnaba lo sciocco che insegna a ballare ai Troll
Era una scena comica: rappresentava un mago che dava lezione ad un gruppetto di energumeni grossi e pelosi costretti in tutù rosa e scarpette ..
I Troll saltellavano sulle punte e si fermavano poi su una gamba sola: un braccio proteso in avanti  e l’altro sollevato verso l’alto in una patetica imitazione di un arabesque.
Barnaba scuoteva la testa e, rivolto verso i Troll, continuava a ripetere:
-         Mai demordere!   Un, due, tre ..  Mai demordere!
Harry suo malgrado sorrise, poi sussurrò tra se e se:
-         Giusto .. Mai demordere ..
E presa la chiave di Cosetta Corvonero aprì il lucchetto che chiudeva il diario misterioso ..
 
 
Carta Oggetto:
Ritratto Parlante

(Risposta a Arwen)
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-05 13:37:08   
Erebel


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Capitolo XIV - Una sottile strategia

Harry aprì lentamente e con cautela il diario, sfilando via il lucchetto e mettendoselo in tasca.
Di colpo...
CRACK!!
Il suono inconfondibile di una materializzazione colse di sorpresa i Weasley ed i loro amici, facendoli scattare sull’attenti, con le bacchette pronte. Oramai nessun posto poteva ritenersi sicuro.
Ma il volto noto, seppure segnato dal dolore, che gli apparì di fronte fece scendere la tensione dei presenti.
I capelli rossi e il viso lentigginoso coperto di lacrime, Percy si diresse verso il padre, senza parlare. I due si abbracciarono, uniti dalla forza della disperazione per la grave perdita. Anche gli altri fratelli, dimentichi dei trascorsi difficili, si avvicinarono a lui, per stringerlo.
Harry richiuse di scatto il diario e lo nascose. Riflettendoci, non gli sembrava appropriato cercare un Horcrux adesso, in mezzo ad una famiglia devastata dal dolore. E comunque, di Percy riusciva a fidarsi solo fino ad un certo punto. Bisbigliò ad Hermione di tenere la bocca chiusa e le restituì la chiave, furtivamente.
“Dobbiamo essere cauti, ora. Non possiamo fidarci di nessuno. Nessuno, tranne i membri dell’Ordine!”
Hermione annuì, seria.
“Ma Harry...forse dovremmo chiedere il loro aiuto, per questo. Non è verosimile che noi tre, con le nostre forze, riusciamo a distruggere uno o più horcrux...ti pare? Silente stesso ha dovuto faticare per distruggere l’anello!”
Harry abbassò gli occhi, pensoso...
“Inoltre -aggiunse Hermione sempre sussurrando- è ormai chiaro che Voldemort è sulle nostre tracce, e ha capito le nostre intenzioni! Ogni nostro movimento sarà controllato e osteggiato...dobbiamo sbrigarci, o lui ci arriverà prima di noi!
Nel frattempo, Percy parlava con il padre, all’altro capo della stanza.
“Non riuscirò mai a perdonarmi di non averla potuta...salutare” fece singhiozzando.
“Non sono...sigh riuscito a fare pace con lei prima che...” e affondò la testa nelle spalle del padre, disperato.
“Percy...tutti quanti sbagliamo, lo sai. Lei sapeva che le volevi bene, nonostante tutto. Lei lo sa!” disse Arthur.
“Se c’è qualcosa....qualsiasi cosa che io posso fare, ora!” la voce cambiò, da disperata a rabbiosa. “Darei qualsiasi cosa per uccidere i responsabili di questa sporca azione! Harry...!” fece Percy ad alta voce.
Harry si girò di scatto, sorpreso e titubante.
“Dimmi cosa posso fare...dimmi come posso aiutarti! Dobbiamo distruggerlo...una volte per tutte!” ansimò Percy, sempre più livido di rabbia.
“Percy...” fece Harry, torvo. “Io ti posso capire...ma...”
“No, non dirmi di no, Harry! Devo rimediare...devo, assolutamente!” gridò il ragazzo.
“Percy, forse potresti tornare al Ministero...e cercare nell’archivio storico degli Oggetti Stregati” disse Hermione, decisa.
Tutti la guardarono, tra lo stupito e il dubbioso.
“Sì” continuò “ci serve una ricerca approfondita sugli oggetti custoditi nelle segrete del Ministero. Uno di loro potrebbe tornarci utile nel...nell’impresa, ecco.” Disse Hermione scoccando un’occhiata verso Harry.
“Pensi di poterlo fare, Percy?” chiese Harry.
“Certamente...! Conosco bene gli archivi nei sotterranei. Ma che tipo di oggetto devo cercare?”
“Oggetti che in qualche modo sono appartenuti ai fondatori di Hogwarts, Percy” le rispose Hermione.
Percy salutò quindi i familiari, pronto a partire.
“Ma cosa ti è preso?” sibilò Harry ad Hermione, presola da parte.
“Abbiamo bisogno di una mano, Harry! E forse....anche di un’esca!”
“Di che cosa stai parlando?” disse lui.
“Se Voldemort crede che Percy stia dalla nostra, andrà a cercare anche lui nei sotterranei...e noi avremo campo libero altrove!”
“Sì ma....altrove, dove, Hermione? Dove pensi di andare?” fece Harry.
“A Godric’s Hollow, Harry. E’ lì che dobbiamo recarci.”
Harry fissò Hermione negli occhi, a lungo. La sua determinazione era pari alla propria, e capì che l’amica aveva in mente qualcosa. Si fidava di lei, per cui non disse niente. Aspettarono la smaterializzazione di Percy prima di prendere Ron da una parte e di dirgli:
“Andiamo!”. Il tempo di dire quidditch e i tre erano spariti.


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Carta personaggio: Percy Weasley


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(Risposta a Haisonder)
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-19 11:45:05   
Miko


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Capitolo XV - Il ricordo e il dolore
 
Il gruppo riapparve compatto ai piedi di una collina alla base della quale si arrampicava una piccola cittadina dall'aspetto sereno
che si sviluppava intorno ad un maniero posto sulla cima esatta dell'altura.
Harry perse un battito quando notò fra le altre case i resti di una casa incediata.
L'effetto che se ne ricavava era di immensa tristezza per alcuni secondi Harry rimase impietrito a guardarla, con la fronte in fiamme per il dolore che gli provocava la cicatrice.
Hermione e Ron si girarono preoccupati a fissarlo seguendo la direzione del suo sguardo per cercare di capire e una volta
notati i resti dell'incendio ai due non restò altro da fare che abbassare il capo raccogliendosi intorno all'amico
il cui dolore era immenso e davvero palpabile...
Fu Harry stesso a scuotersi, riavviandosi fieramente i capelli e dicendo:
-"Io...ecco io credo che dovremo andare lì!"
Con un tono che voleva essere insieme autoritario e sicuro ma che agli amici sembrò l'esatto contrario.
-"Harry sei sicur..."
Cominciò Ron.
-"SI!"
Fece Harry questa volta imperiosamente.
E i tre si incamminarono verso la casa divorata dall'incendio circa 16 anni prima.
Una volta giunti li Hermione e Ron si fecero indietro lasciando che fosse Harry a entrare con tutto il peso
del proprio passato che per lui voleva solo dire morte e sofferenza, ammirando tuttavia il passo sicuro e lo sguardo freddo
che riusciva a mantenere Harry che con i pugni stretti fin quasi a sbiancare le nocche, aprì di scatto la porta (che non aspettava altro per scardinarsi complentamente).
Entrato nella casa i suoi occhi caddero su un punto della stanza in cui la polvere aveva lasciato uno strato che disegnava il perimetro di quella che poteva essere stata una di quelle grosse culle di legno.
Fu abbastanza, fu tutto quello che il giovane mago potè sopportare e finalmente inginocchiandosi a terra pianse, pianse tutte
le lacrime che aveva, pianse a lungo, pianse per tutto quello che aveva perso, pianse l'amore mai ricevuto dai propri genitori
e quando finì di piangere per il dolore pianse per l'odio, l'odio che provava per Voldemort e per tutti quei maledetti seguaci
che si facevano chiamare mangiamorte, pianse per Silente, pianse per i genitori di Neville, pianse per la signora Weasley, pianse per Sirius
e per tutto il sangue che veniva versato da quell'odioso Mago Malvagio.
Smise solo quando ebbe giurato a se stesso che l'avrebbe ucciso fosse stata l'ultima cosa che doveva fare nella sua vita giurando che quello era il suo unico scopo e il motivo unico per il quale era venuto al mondo
e l'univo motivo per il quale era sopravvisuto ai suoi cari ...
In quel tempo sospeso in cui Harry viveva il suo personalissimo dramma i suoi amici di sempre non poterono far altro che stargli vicino
abbracciandosi facendogli sentire che loro erano lì e che non l'avrebbero mai abbandonato.
 
Al termine di quel tempo che poteva essere stato un minuto oppure 10 ore, Harry si rialzò guardò fisso negli occhi degli amici e disse:
-"Credo sia il momento di aprire il diario!"
Mise una mano in tasca tirando fuori l'artefatto il cui lucchetto era stato aperto e lo spalancò d’istinto.
Ron:
-"Ma è completamente vuoto!"
Hermione:
-"Harry credi che sia il caso di..."
Ma Harry aveva già una penna in mano e scrisse velocemente sulle pagine bianche:
"Chi sei?"
Aveva già visto quel particolare tipo di diario e di certo non lo lasciò sorpreso, sapeva che vi era imprigionato il ricordo di qualcuno, un ricordo importante che poteva sbrogliare una matassa che cominciava davvero a diventare troppo complicata.
Per alcuni secondi non accadde nulla, ma poi all'improvviso una scritta in una calligrafia precisa e ordinata vergò:
"Io sono R.A.B, e tu chi sei che possiedi il mio diario magico?"
Harry, Ron, Hermione trasalirono, ma dire che non se l’erano aspettato sarebbe falso (beh forse Ron non se lo aspettava…), Harry poggiò la penna sul foglio la domanda a cui tanto voleva dare una risposta era li sulla punta e stava finalmente per essere esaudita, doveva solo scrivere:
“Io sono Harry Potter figlio di James Potter e Lily Evans e  voglio uccidere Voldermort perchè un essere tanto abbietto non merita di vivere, e tu chi sei che ti firmi  Solo R.A.B., ho trovato il tuo messaggio quando ho provato a distruggere l’Horcrux nella grotta, puoi aiutarmi?”
 
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Carta Personaggio – R.A.B.

< Modificato da Miko -- 2007-01-19 11:47:25 >



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Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Erebel)
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OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-21 16:19:10   
Taym


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Da: Valimar
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Capitolo XVI
Fantasmi del passato e del futuro




-          Io sono la verità che non immagini, giovane Harry.
-          Dimmi il tuo nome.
-          Lo farò. Ma tu dovrai comprendere a fondo prima di agire. Abbandona la rabbia, e riuscirai.
 
A differenza di quanto si aspettasse, il diario sembrava vivo. Ben diverso da un goffo computer babbano, dalle pagine bianche emergeva un’intelligenza poco adatta ad un semplice archivio di memorie.

-          Come puoi parlare con me in questo modo?.

“Harry”, lo interruppe Ermione, ormai del tutto avvinta da quella merviglia magica, ed impaziente: “non divagare! Chiedigli dove sono gli Horcrux! Chiedigli chi è!”
“Ermione, non possiamo fidarci di nessuno. Per quanto ne sappiamo, potremmo essere già morti solo per aver aperto questo diario”

-          Non lo siete. Harry, il futuro ed il passato sono un’illusione. In me è racchiusa la consapevolezza degli eventi che saranno. In me sei tu, e le infinite strade che potrai scegliere di percorrere. Io sono qui ad indicare a voi quella giusta, se comprenderete. Ma ora, fate attenzione. Devi...

-          Cosa?

Un crepitio di passi cauti affiorò in lontananza alle loro spalle. Harry intuì l’incredibile connessione tra il diario e gli eventi presenti, e all’istante si voltò verso la porta scardinata, impugnando la bacchetta.
Ermione fece lo stesso, e fissò l’uscio con i suoi brandelli di legno appesi a vecchi cardini anneriti che oscillavano lentamente mossi da vento lieve, ma sinistro e gelido.
I passi si avicinavano, irregolari e malfermi, ma decisi.
Ron fissava l’esterno, senza bacchetta, il viso contrido dal dolore.
“La bacchetta, Ron!” lo intimò Ermione, sussurrando. “Svelto!”. Ron non mosse un dito.

Lunghi ed unti capelli neri coprivano il viso che si parò davanti a loro, impedendo alla luce di entrare nell’antro carbonizzato.
Nella semi oscurità, Piton svelò il suo volto, più pallido di sempre.

“Bastardo!” Harry fece per scagliare la peggiore delle maledizioni contro il mangiamorte, ma questi, con soprendente autorità, lo fece desistere per un solo, lungo istante:
“Fermo, Potter! Sciocco di un ragazzino! Ed anche tu, Granger. Vi pentirete amaramente di colpire uno dei più importanti membri dell’Ordine della Fenice.”

“Tu non sei uno di noi. Tu sei morto!”
“Voi, ascoltatemi. Questo momento è cruciale. Se mi ucciderete anni di lavoro con Silente saranno perduti. Non capite che sono qui, di fronte a voi, mettendo in gioco la mia stessa vita, sciocchi? Harry....”
Harry non era mai stato chiamato per nome da Piton. E per la prima volta non scorgeva disprezzo nel suo sguardo.
“Harry... c’è così tanto che non sai.. Ma hai il diario, e questo è bene. Devi ascoltare quel che sta dicendo... Ti prego...”
Ti prego era l’ultima frase che Harry avrebbe potuto sostenere. Ti prego furono le ultime parole di Silente, prima che Piton lo uccidesse. L’impulso di vendetta si impadronì di lui per un momento, ma al contempo frantumò l’istinto omicida. Harry rimase immobile, sotto quel nuovo, strano sguardo, stranco e sofferente di Piton. C’era una strana dignità in lui, prima quasi nascosta.
Ermione s fece coraggio: “Dacci una prova”
“Lo farò”, rispose Piton, ed infilò una mano sotto il mantello nero che lo avvolgeva.
Un lampo di luce illuminò a giorno l’altro e tutti i resti del disastro che fu, quasi che le fiamme fossero tornate dopo 16 anni  a completare il lavoro. Harry e Ermione si voltarono verso la fonte di luce: Ron, la bacchetta puntata verso Piton, lo guardava con un odio che non aveva mai provato.

“Fermo!” gridò Ermione.
“Muori, maledetto!” gridò Ron. Harry si gettò verso di lui, cercando di impedire che portasse a termine il suo intento di morte, ma una saetta di luce si scagliò violenteente su Piton, scagliandolo a terra e facendolo contorcere orrendamente.
“...davra” finì di dire Ron.

Piton, con alcuni sussulti, terminò di contorcersi e restò a terra. Esanime.

“Cosa hai fatto, Ron! Cosa diavolo hai fatto?!”. Ermione era sconvolta, ma Harry non trovò il tempo di esserlo. “Guardate...” disse con un filo di voce.
Della stessa consistenza di Nick Quasi Senza Testa, ma molto meno buffo, una figura identica a Piton si ergeva impassibile sul cadavere contorto e deforme dell’odiato  professore di Pozioni. Inicava il diario con un braccio disteso, senza proferire parola.
Harry raccolse lentamente il diario, sui cui leggeva la conclusione della frase:


-          ... fidarti di Piton, o tutto sarà più difficile di quanto Silente abbia a lungo pianificato.
Io sono Regulus Arcturus Black, Primo Infiltrato nelle fila di Voldemort.
Questo diario è uno dei più alti prodotti della magia di tutti i Secoli.
In Esso ho riportato le mie scoperte sulla natura nefanda di Vldemort e della magia nera, sin dalle sue origini.
Come il vegliardo Albus Silente sa, la nascita di un simile male è un orrore ed al contempo un’opportunità immensa per la comunità magica, per assicurare un futuro di pace al mondo magco e certamente anche babbano.
Molte sono le prove a cui queste pagine vi sottoporranno, per verificare le vostre intenzioni e le vostre identità. Se siete al servizo di Lord Voldemort, sappiate che potrebbe essere per voi troppo tardi, e non trarrete mai nulla di vantaggioso da qui, a meno che la morte non vi alletti.
Se invece siete chi dite di essere, è importante che siate messi a parte del fatto che la mia morte è stata una necessità imprescindibile per portare a compimento la prima parte di questo lavoro. Quando leggerete queste paroe, la seconda parte del lavoro sarà quasi compiuta. Essa consiste nella partecipazione attiva alle attività de Mangiamorte del mio discepolo Severus Piton, la cui abnegazione alla causa ha richiesto la dedizione di un’intera vita. Egli dovrà dare a voi informazioni preziosissime, prima che venga ucciso. La sua morte è, al pari della mia, inevitabile.


 
Harry lesse e rilesse. Ermione lesse e rilesse. Ron lesse una sola volta, poi si accasciò a terra, troppo afrranto persino per piangere.
 
“Cosa ho fatto...” sussurrava, ripetendosi all’infinito.
“Questo è un disastro”, disse Harry.
“No.” Riusuonò una voce profonda. Il fantasma di Piton era lì, incorporeo ma così reale.
“Ho un oggetto per voi. E’ nel mantello di quel che era il mio corpo.”
“Ma tu...”

“Non mi è concesso andare. Silente mi ha insegnato molto, e certo non sarà la morte del corpo a porre fine a tutto ciò. Dovreste avverlo ben compreso, ormai. Dovrò parlarvi. E poi la mia missione sarà compiuta. Harry, ma anche tu Ermione, e tu Ron...” e nel dire questo rivolse uno sguardo di affetto speciale verso quello che era il suo assassino, “... spero che almeno nel ricordo, serbiate per me più affetto di quanto non me ne abbiate riservato in vita”.






















Carta Creature Magice: Fantasma

< Modificato da Taym -- 2007-01-21 16:25:37 >



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(Risposta a Miko)
Messaggio #: 19
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-22 23:01:24   
LLEAR

 

Messaggi: 173
Primo ingresso in Numenor: 2005-04-28
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CAPITOLO XVII – Le apparenze ingannano!



Il ricordo era vivo e Harry lo stava narrando con voce fredda e impassibile.
Era passato del tempo dall'inizio del racconto.. Ma quanto? Dove era? Perché era lì?
La sua mente stava per risvegliarsi da una nebbia fittissima.
La stanza non era amichevole, anzi. Sembrava uscita da un libro di torture. Poi realizzò che quella era Hogwarts... e non un luogo qualunque. Era la stanza delle necessità che per l'occasione era diventata una allegra sala di intrattenimento per ospiti “muti”.
Un po' alla volta ricordava.. Erano tornati ad Hogwarts, ed ebbero una imboscata.. Ma chi?
- Harry Potter.. il grande Harry Potter sembra smarrito e pare che l'effetto del Veritaserum stia finendo.. - disse una voce poco nitida.

Stropicciò gli occhi.. Non era vero.. Aveva davanti, seduti su un comodo divano in pelle nera due compagni di scuola: Tyger e Goyle.

- E voi che ci fate qui?- disse Harry in modo incredulo.

- Noi dovevamo sapere Potter, come mai il nostro amato Professor Piton è stato ucciso, da chi e sapere cosa è successo dopo. Sapevamo che, di tua spontanea volontà non avresti parlato, allora abbiamo usato la potentissima pozione che il Professor Piton aveva nella sua dispensa personale. Infatti ci hai dato tantissime informazioni, più di quelle che ci aspettassimo, che daremo al più presto al nostro Signore Oscuro. Sarà felice del nostro lavoro e saprà essere riconoscente. - disse Tyger

- Tu... Voi... Ma non potete... Non avete le capacità... Siete sempre stati i leccapiedi di Malfoy.. - disse Harry.

- Vero? Non avevamo la tua stessa intelligenza.. E invece vi abbiamo proprio ingannati. Siamo rimasti nell'ombra, passando inosservati. Tanto che nessuno avrebbe sospettato di noi. Per tutti siamo degli inetti, capaci solo di correre dietro a quello sciocco di Malfoy. E INVECE NO! Siamo dei purosangue, degni di questo nome. E non potevamo deludere i nostri cari padri che tu hai incontrato quella sera di tre anni fa al cimitero, quando il Signore Oscuro ritornò da noi.. Abbiamo imparato tanto, siamo cresciuti fino a quando abbiamo avuto l'opportunità di esser utili. Ed eccoci qui! Abbiamo atteso l'inizio dell'anno scolastico e non appena arrivati in questa piovosa giornata a scuola vi abbiamo schiantato per bene, portati qui sopra e utilizzato questa meravigliosa stanza. Siccome ci serviva un luogo adatto abbiamo chiesto un'attrezzatura che ci consentisse di farvi parlare.. - disse Goyle alzandosi dal divano e camminando lentamente su e giù vicino a Harry.

- Devo ammettere che con gli altri due siamo stati un po' troppo duri.. ma le gocce di pozione a nostra disposizione scarseggiavano ed erano sufficienti per una sola persona. Quindi abbiamo provato... - disse Goyle con aria sarcastica e beffarda.

Harry girò la testa e vide uno spettacolo disarmante.
Sia Hermione che Ron erano stremati e senza parola. Si vedeva che i due amici avevano ricevuto una grossa dose massiccia di una terribile maledizione senza perdono: la Cruciatus.
Ricordava bene Harry gli effetti di questa maledizione sui genitori di Neville Paciock, ridotti alla pazzia dai seguaci di Voldemort. Forse la giovane età di Tyger e Goyle, aveva impedito loro di rendere questa punizione definitiva... O meglio questo si augurava Harry.
Tutti e tre erano legati in modo stretto a dei pali mani e piedi.
“Cosa posso avergli raccontato? Spero non proprio tutto, sennò saremmo nei guai seri” si domandava Harry.

- Bene Potter! Abbiamo saputo molto da te. Peccato che la pozione non ci abbia aiutato per maggior tempo. Ma, ripeto, è più di quanto immaginassimo. Adesso andiamo a cena sennò desteremmo troppi sospetti. Ma non preoccupatevi.. Torneremo sicuramente per sapere altre cose da voi.. Con le buone.. O CON LE CATTIVE!

Detto questo Tyger, con l'amico Goyle, uscirono dalla stanza.
Adesso non c'era un solo suono che risuonava. Harry si chiedeva che sarebbe stato di loro, ma gli scoppiava la testa al sol pensiero. Desolato appoggiò all'indietro la testa e si mise a piangere.
Dopo qualche tempo interminabile si sentì girare la maniglia e aprirsi la porta.
Erano già di ritorno con nuove idee per estorcere le informazioni che Harry non avesse ancora detto?
Come vide quella presenza sembrò alleviarsi un po' quella sofferenza che stava provando.
Era il loro grandissimo amico Hagrid.

- Harry... Ron... Hermione... ma cosa ci fate qui! Chi vi ha portato... fatto del male.. Mio Dio.. Stavo andando verso il salone per l'inaugurazione del nuovo anno quando sono stato incuriosito dalle scie di fango e striate di rosso che vedevo per terra. Non ci sono dormitori qui.. Allora ho visto fin dove portavano.. Penso che una cosa saggia sia portarvi al sicuro nell'ufficio della Preside. Poi vedremo cosa fare.

Con un colpo di bacchetta liberò i ragazzi e li portò via. La sua struttura fisica lo aiutò con un trasporto simultaneo. Arrivati nella Presidenza accomodò i ragazzi su comodi divani.

Prima che Hagrid scappasse Harry lo fermò: “Sono stati Tyger e Goyle. Non far capire loro che tu ci hai liberati.” Hagrid annuì preoccupato e sparì dalla stanza.




Carta Compagno di scuola: Tyger e Goyle.


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(Risposta a Taym)
Messaggio #: 20
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