Numenor Homepage | Cartha di Ilquen .
~ .
Mia Numenor | Mappa di Numenor .
Scrittoio Personale | PM .
Elenco Gruppi | Elenco Ilquelin .
Ilquelin on-line .
Sondaggi | Ricerca .
~ .
Calendari | Galleria Fotografica .
~ .
Segnalazioni | Messaggio ai Valar .

Entra in Numenor Esci da Numenor

Galleria Foto ed Immagini Vai a Virindor Vai ad Ea

OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen

 
Visualizza i threads correlati: (in questo forum | in tutti i forum)

Mae Govannen Guest
Ilquelin attualmente su questo topic: nessuno
  Versione da Stampa
Home >> [Mittalmar] >> Andustar ~Giochi & Hobbies~ >> Once Upon On Line (III Ed.): Harry Potter e... Il Finale di Ilquen >> OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen Pagina: <<   < Precedente  1 [2] 3   Successiva >   >>
ID-Ilquelin
Messaggio << Topic precedente   Topic successivo >>
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-26 12:54:11   
LothSilque


Messaggi: 127
Primo ingresso in Numenor: 2006-09-24
Status: offline
“Un’ ultima cosa” disse il fantasma di Piton “ E’ essenziale che voi tre non tocchiate direttamente l’oggetto che è contenuto nel mio mantello fino a che non sarete pronti ad essere tutti  quanti in contatto fisico tra voi” finita questa frase l’ombra dell’anima di Piton scomparì. “Ma che diav…” “Ancora non hai capito Ron?” interruppe Hermione con tono seccato “ E’ assolutamente e-vi-den-te. Si tratta di una passaporta, dimmi che almeno tu  ci eri arrivato Harry” “Si Hermione, ma non c’era bisogno che” provò a dire Harry, ma Hermione interruppe una seconda volta “Oh, basta!!!Mi avete proprio stufato voi due. Ora prendiamo quella  maledetta passaporta e andiamo dove dobbiamo andare. Senza storie. Su, io la toccherò per prima e voi mettete subito la mano sulla mia schiena”. Senza possibilità né voglia di ribattere i due amici fecero quello che gli era stato ordinato, da Hermione e la videro scostare il lembo del mantello e trovare una paperella di gomma. Nonostante la situazione poco chiara, Harry sorrise. Mentre la solita sensazione di  strappo all’ombelico si faceva sentire, Harry pensò che il comportamento dei suoi due accompagnatori era diventato improvvisamente molto, molto strano: Ron era rimasto immobile alla vista di Piton e  improvvisamente lo uccide senza alcun motivo apparente, e Hermione, acida senza motivo, si era perfino messa a dare ordini, sembravano come impazziti. I suoi pensieri furono interrotti dal brutale contatto ravvicinato tra il suolo e il suo mento, si rialzò e cercando di abituare la sua luce al crepuscolo nel quale erano piombati cambiando cittadina, si accorse di trovarsi in un posto familiare. Hermione e Ron si guardavano intorno, molto più sperduti di Harry a tal punto che stava iniziando veramente a chiedersi se quei due erano veramente Ron e Hermione. Seguirono naturalmente le domande (“Dove siamo? Perché ci troviamo qui?”) di Ron “Un momento,” pensò Harry perplesso “Hermione che non fa domande?”. Stanco di quello strano atteggiamento senza motivo Harry decise di chiedere a quella che era, o che doveva essere, Hermione se sapeva dove erano, quando la sentì chiedergli “ Tutto bene Harry? Mi sembri un po’ strano… allora sai dove siamo oppure no?” Harry girò sul posto per avere un’idea più chiara del luogo in cui si trovavano, quando lesse un cartello e capì subito che in quel posto c’era già stato con Silente e Ogden. “Ehm… ragazzi brutte notizie, qui ci sono già stato nel pensatoio con Silente: qui siamo nel paese della madre di Voldemort…”. I tre amici si guardarono in faccia a turno, ognuno più spaesato dell’altro fino a che Hermione non disse “ Se siamo qui un motivo ci deve essere per forza” “Infatti, c’è” disse un’ombra perlacea alle loro spalle…
__________________________________
 
Carta passaporta: paperella di gomma

(Risposta a LLEAR)
Messaggio #: 21
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-28 12:23:36   
Arwen


Messaggi: 2891
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
Status: offline
Capitolo XVIII - Rivelazioni





Si voltarono tutti e tre con sguardi atterriti in direzione della voce. “Cosa ci aspetta ora?” pensò Ron tra sé tremando leggermente. Avevano appena lasciato il fantasma di Piton a Godric’s Hollow accanto alla sua salma e si trovavano ora di fronte ad un altro fantasma, ma stavolta nessuno di loro aveva idea di chi fosse quel mago gracile e dall’aspetto tanto malconcio quanto fiero che li guardava sorridendo malinconicamente.
- Vi stavo giusto aspettando - disse.
Harry aveva una strana sensazione. Era la prima volta che lo vedeva, eppure gli sembrava che avesse un volto familiare. I lineamenti del fantasma risvegliavano una sorta di dolore nel suo petto e di trasporto affettivo.
- Ma certo! - disse Harry sorpreso – Sei tu, vero? Sei Regulus!
Hermione emise un breve urlo e vacillò, mentre Ron si accasciò su un muretto accanto a dov’erano piombati con la passaporta.
- Esatto! Mi stupisci Harry, non avrei mai creduto di essere riconosciuto così in fretta.
Harry guardò Hermione che gli aveva preso il braccio ed aveva iniziato a stritolarglielo per attirare la sua attenzione, lo guardava con aria decisamente interrogativa.
- Ehm..sì, dunque…Il suo viso mi ricorda molto quello di Sirius, ecco. - Le spiegò Harry, - Non ci ho fatto caso all’istante, ma più ti guardo e più riconosco i tratti della tua famiglia - proseguì rivolto al fantasma di Regulus Black.
- Ma...ma com’è possibile che tu sia qui? – disse Hermione in tono concitato rivolgendosi anche lei al fantasma.  – Abbiamo appena aperto il tuo diario, lo stavamo leggendo giusto poco fa e su nessun libro o resoconto delle battaglie contro V-Voldemort è riportato che tu sei diventato un fantasma! Ho letto tutto in merito e vieni solo menzionato tra le fila dei Mangiamorte, niente di più!
Ron la guardava sbalordito “Anche in questa circostanza emerge la sua vena da secchiona!”
- Già – proseguì Harry – Sirius non mi ha mai detto che eri un fantasma!
- Lo so, ragazzi, lo sono diventato per caso. Per anni non mi sono fatto vedere da nessuno e sono rimasto dove sono stato ucciso. – Fece una pausa e sospirò. – Non è accaduto lontano da qui… Harry, hai riconosciuto il posto in cui ci troviamo…
Il tramonto volgeva al termine e la vallata assumeva un aspetto vagamente sinistro con il calare della sera, ma non c’era dubbio, era Little Hangleton e quella laggiù era senz’altro la casa dei Riddle. L’aveva già vista più volte in sogno, nell’anno della Coppa del mondo di Quiddich, quando la sua mente e quella di Voldemort erano in contatto. Ed era stato nel cimitero della famiglia Riddle alla fine del quarto anno, durante la prova finale del Torneo Tremaghi…e lì non solo si era scontrato con Voldemort in persona, ma aveva anche visto morire Cedric. Sentiva crescere in sé un peso nel petto…aveva vissuto troppe sofferenze in così poco tempo, doveva trovare il modo di farle cessare! Vendicare tutte le persone che aveva visto morire per opera di Voldemort.
- Perché ci troviamo qui? Spiegaci, per favore! Sul diario abbiamo letto dell’aiuto di Piton, hai parlato perfino di Silente, ma non riesco a capire, cosa c’è qui che possa aiutarci? – disse Harry sentendosi coinvolto in un gioco ben più grande di lui.
- Seguitemi…vi mostrerò meglio.
E con un fluttuare perlaceo li scortò lungo un sentiero sul fianco della collina su cui si ergeva la magione dei Riddle. Dopo una piccola radura gli alberi diventavano più fitti e lì Regulus si fermò.
- Cercate là, trai cespugli.
Harry, Ron ed Hermione pensarono insieme la stessa cosa
- Lumos! – dissero all’unisono. Era ormai buio e non avrebbero trovato niente senza un po’ di luce.
Qualcosa di luccicante presto attirò l’attenzione di Ron. Si fece largo trai rami e raccolse quello che si rivelò essere un medaglione con l’effigie di Serpeverde.
- Harry, Harry, guarda!!!
Harry ed Hermione raggiunsero in un batter d’occhio Ron.
- Accidenti, ma è proprio il medaglione che abbiamo provato a recuperare io e Silente qualche mese fa! – Esclamò Harry, sentendo di nuovo uno slancio di speranza, poi rivolgendosi al fantasma disse – Regulus, l’hai già annientato, vero?
- Certo! E’ stata la prima cosa che ho fatto una volta uscito da quella terribile caverna. Ero in fuga, sapete, mi ero ribellato all’Oscuro Signore ed avevo escogitato un piano per sconfiggerlo. Purtroppo il giorno seguente, mentre cercavo di seguire un altro indizio sono stato ucciso. - disse Regulus con tono amaro. – Ora vi dirò quello che sapevo, o meglio, vi condurrò dove stavo andando e vi illustrerò il mio piano. Non dovrebbero esserci problemi in agguato, è da tempo che perlustro la zona, e non c’è traccia di Mangiamorte da mesi ormai. Comunque andrò avanti io, voi seguitemi a distanza.
- Scusa.. – disse Ron - ..ma dov’è che stiamo andando ora?
- Lì dentro – indicò la casa dei Riddle.
- Cooosa? – disse Ron – Io là non ci entro!
- Sì, Ron. Abbiamo bisogno di riposare! Ma per adesso non ci possiamo fermare qui, non ti pare? Ad Harry quella casa fa più effetto di te, non te lo scordare, ma se è lì che dobbiamo andare ci andremo! – sentenziò Hermione.
Detto questo si avviarono al lume delle loro bacchette seguendo Regulus.
All’interno della casa regnava lo sfacelo, c’erano dita di polvere ovunque e tutto era in decadenza. Harry sperò di non dover andare al piano superiore, per non rivivere i sogni di tre anni prima, ed in qualche modo fu accontentato perché di scalinate ce n’erano due, una portava di sopra ed una al piano inferiore e Regulus scelse la seconda.
Entrarono in un’ampia stanza piena di armadi, bauli e mobili lasciati lì a marcire per chissà quanto tempo. I tre ragazzi erano stremati, era dal giorno prima che non chiudevano occhio ed avevano vissuto troppi eventi. Sentivano il bisogno di dormire, ma prima dovevano sapere.
- Vi devo delle spiegazioni. – esordì il fantasma – Per anni sono rimasto qui ad autocommiserarmi perché non potevo portare a compimento ciò che avevo iniziato. Potevo solo esplorare, e così ho perlustrato questa zona in lungo e largo. Non molto tempo fa, è passato da qui Silente. Era in cerca di indizi ed io ero in grado di dargliene uno di grande importanza. L’ho condotto dove sapevo che Voldemort aveva nascosto l’anello di suo nonno.
Harry rimase scioccato. – Quindi ne è venuto in possesso grazie a te! – Hermione e Ron si guardarono sbalorditi.
- Lui ha informato Severus della mia presenza. Pochi giorni fa, però, ho fatto un’altra scoperta, ed è per questo che la passaporta era indirizzata qui. Dovevo riuscire a farvi vedere una cosa.
Così dicendo si avvicinò ad un baule, Harry lo aprì: c’era un’antica scatolina rettangolare piena di incisioni e ghirigori.
- Fate attenzione, aprite solo la scatola ma non toccatene il contenuto!
Con delicatezza sollevarono il coperchio e all’interno, poggiata sul velluto, c’era un’antichissima bacchetta da cui emanava un’aura malefica. Osservandola meglio, in tutta la sua lunghezza era scolpita l’effigie della loro Casa ad Hogwarts.
- Santo cielo! – Esclamò Hermione – Ma questa è la bacchetta di Godric Grifondoro!


Carta Horcrux : Cimelio di Grifondoro



_____________________________






(Risposta a LothSilque)
Messaggio #: 22
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-01-31 11:24:18   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline


CAPITOLO IXX
La Cenere, il Sangue, la Carne e la Playstation ..
 
 
Senza riflettere Harry, affascinato, protese la mano fino a sfiorare, con la punta delle dita, il legno nodoso e ritorto della bacchetta un tempo appartenuta a Godric Grifondoro.

Con un lampo accecante, l’immagine di un teschio spettrale fluttuò sinistra davanti ai suoi occhi: un fuoco verde, insaziabile, ardeva nelle cavità delle orbite vuote .. poi, dalle mascelle spalancate nel ghigno angosciato della morte, strisciò fuori, lentamente, sinuoso e letale, un serpente di tenebre:
- Sei qui Sei arrivato. -
Sibilò la serpe.
Harry boccheggiò, e poi cadde all’indietro, annaspando; una fitta improvvisa lo spinse a portarsi le mani alla fronte mentre un grido inarticolato, usciva dalla gola strozzata.
- La .. la cicatrice, Harry .. –
Chiocciò Hermione, preoccupata.
- Sciocco! Ti era stato detto che non dovevi toccarla .. –
Scattò invece, secco, il fantasma di Regulus Black:
- Si tratta di un Horcrux ! Contiene parte dell’anima di Colui Che Non Deve Essere Nominato ! Non dev’essere trattato con leggerezza: si tratta di un oggetto pericoloso! -
 - S .. Si .. -
Balbettò Harry.
- Ho percepito la sua malvagità nella bacchetta .. -
Hermione si accasciò accanto ad Harry, poi sollevò il capo e si rivolse allo spettro:
- Devi spiegarci come fare a distruggerli .. Li stiamo trovando ad uno ad uno, ma senza le conoscenze per annientarli, tutti i nostri sforzi sono inutili ! -
Vi era urgenza nella voce di Hermione ed una sorta di angosciata impotenza la incrinava.
Incorporeo, R.A.B. annuì, con gravità:
- Si .. Per questo vi ho contattati: devo parlarvi delle Benedizioni Letali -
Attoniti, i tre attesero in silenzio che lo spettro continuasse.
 
Lontana, ferma nel corridoio della sua casa babbana, la signora Granger vide una flebile luce filtrare da sotto la porta della camera ..
Il compagno di scuola di Hermione, quel ragazzo pallido ed emaciato che avevano raccolto, in fin di vita e coperto di sangue, davanti alla porta della loro casa, a quanto pareva era ancora alzato ..
Quel ragazzo, anche se nemmeno lei avrebbe saputo dire come, in qualche modo la inquietava: la sua educazione, il suo sorriso sottile, il suo parlare sottovoce  .. la signora Granger ne era allo stesso tempo compiaciuta e .. terrorizzata .. vi era come uno sguardo malevolo dietro al suo fare gentile, al suo essere cortese .. come un velo di falsità che non riusciva mai  a celare del tutto.
Dalla tremolante  luce azzurra e dai suoni soffocati che giungevano nel corridoio, era chiaro che il ragazzo stesse ancora giocando con la Playstation, un vecchio modello regalato alla figlia anni prima, e che lei non aveva mai degnato di uno sguardo.
Al ragazzo, invece, pareva piacere
Si affacciò alla porta e fece per  chiedere se tutto andasse bene ma le parole le morirono in gola: seduto sul letto a gambe incrociate ed a braccia conserte, Draco guardava lo schermo, muovendo appena le labbra in quella che sembrava una litania incoerente: la manopola del joistick, sospeso a mezz’aria davanti a lui, si muoveva a piccoli scatti mentre i pulsanti si alzavano ed abbassavano ad un ritmo forsennato.
La signora Granger deglutì e annaspò un istante, alla ricerca di qualcosa da dire ..
Dipinta sul muro dal proiettore della Playstation la lotta tra una figura ammantata d’ombra ed un unicorno si svolgeva senza esclusioni di colpi. Incapace di trovare uno spiraglio per l’attacco, l’unicorno portava affondi sempre più disperati. Sanguinava da diverse ferite ormai, ed i suoi movimenti erano lenti, e scoordinati. Quando infine tentò la carica a testa bassa, la figura ammantata scartò di lato, facendo mulinare una falce di tenebra: l’unicorno, decapitato, crollò a terra. Non un grido, non un gemito: solo il tonfo, sordo, del corpo che cadeva.  
L’ombra si voltò, guardando fuori dallo schermo, un lampo baleno nell’oscurità del cappuccio calato, poi si udì un ghigno satanico, e la figura ammantata d’oscurità e dolore si chinò sul cadavere dell’unicorno.
Fu allora che Draco si voltò verso la signora Granger.
I suoi occhi, di un gelido azzurro, la fissarono atoni, in attesa.
- E’ .. è tardi, caro .. –

Lui la guardò, senza parlare; il joistick era sempre fermo a mezz’aria, davanti a lui.
- Si .. è vero .. –
 Ammise lui, la voce fredda, inespressiva.
- Bene. Cerca di riposare ora .. Buona notte .. -
Concluse in fretta la signora Granger, chiudendo poi la porta dietro di se.
Draco osservò in silenzio la porta chiusa, poi si voltò di nuovo verso la parete
La figura ammantata d’ombra si sollevò dal corpo, ormai sbranato, dell’unicorno alato: una mano si levò a forbire fauci macchiate di sangue scuro, poi il cappuccio cadde e l’ombra si voltò, a fissare Draco.
Un viso dal naso adunco ed i capelli unti fissò il ragazzo: gli occhi, neri, erano come due pozzi oscuri, senza fondo.
- Sono andato avanti, Draco, ho varcato la soglia .. –
Sibilò. La figura sembrò torreggiare sopra al ragazzo: in qualche modo sembrava protendersi oltre il fascio di colori gettato dal proiettore:
- Tu conosci il debito che hai contratto verso di  me .. E sai già cosa desidero che tu faccia  ..  -
Il ragazzo rimase un istante in silenzio, poi annuì, e rispose:
- Si, Maestro. La Cenere, il Sangue, la Carne.  Non ti deluderò -.
 
Incorporeo, lo spettro ondeggiava davanti a loro, le sottili dita protese a tracciare nell’aria rune antiche e misteriose.
- Vi è un modo di contrastare l’odio feroce che muove l’oscurità. Vi serve forza .. una forza che potete trovare solo nell’amore, e nel coraggio del vostro giovane cuore. -
I tre ragazzi lo ascoltavano attenti.
- Nel mio diario, se saprete come cercare, troverete le informazioni che vi servono, ma sappiate fin d’ora che l’unico luogo ove potrete apprendere l’antica magia delle Benedizioni Letali è l’Antica Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts -
Harry scosse la testa, incredulo: nulla di tutto questo era mai stato insegnato al castello.
Lo spettro sorrise: una leggera increspatura nella trasparenza del suo viso.
- No .. non vi aiuteranno le lezioni di Pozioni, ne quelle di Aritmanzia o Cura delle Creature Magiche ..-
Lo spettro scosse il capo e fece per proseguire ma un rumore familiare, il secco CRACK di qualcuno che si materializzava,  lo zittì all’istante
- Dovrete cercare nelle pietre e nelle rune, nei simboli e nei cuori .. La sapienza dei fondatori pervade ancora quei luoghi .. -
Sussurrò di fretta, mentre l’incorporeità sembrava avere il sopravvento, poi scomparve dissolvendosi nel nulla, come nebbia, o mistero.
Harry, Ron ed Hermione si guardarono l’un l’altro, poi, come ubbedendo ad un tacito cenno d’intesa, estrassero le bacchette e le puntarono contro l’ingresso.
Un passo pesante accompagnato da un tonfo sordo ruppe il silenzio della casa poi, nella penombra della sala ingombra di mobili e bauli, una tozza figura si stagliò nel riquadro di luce dello stipite:
- Lumus -
Una bacchetta si accese, ed i tre tirarono un sospiro di sollievo, abbassando le loro: l’uomo zoppicava, aveva una gamba di legno ed era orribilmente sfigurato. L’occhio sinistro, palesemente di vetro, roteava instancabile in ogni direzione .. avrebbe terrorizzato chiunque, ma era Malocchio Moody, un tempo Auror del Ministero e loro ex professore. Quello che più conta, era membro dell’Ordine della Fenice.
Il mago sorrise, cupo:
- Eccovi, finalmente .. Eravamo preoccupati –
Attese un istante prima di proseguire:
- Porto notizie .. –
Esordì il mago.
- Piton è morto, abbiamo trovato il suo corpo senza vita a Godric Hollow. Stiamo faticando a tenere lontana la stampa .. -
Li scrutò un istante, il suo occhio roteò in modo inquietante, poi continuò:
- Non sembrate sorpresi .. Sembra quasi che lo sapeste già.
Ron sussultò. L’Auror ebbe un sorriso strano, incerto, poi il suo occhio magico si fissò sul ragazzo:
- Mi spiace per tua madre, Ron .. Le ero molto affezionato. So che vuoi combattere ora, fare qualcosa .. Ma devi tornare a casa, e stare vicino a tuo padre. Anche Percy e i gemelli sono con lui .. anche Bill, ha rimandato il matrimonio, si sposeranno a Natale, durante le vostre  vacanze -
Hermione inarcò un sopracciglio, sorpresa.
- Si ragazzina, le vostre vacanze ..
Continuò Malocchio.
- Rufus Scrimgeur ha deciso che Hogwarts deve riaprire, e su questo non posso che dargli ragione .. La comunità magica non deve cedere all’assedio dei Mangiamorte. Tonks e Fleur in questo momento sono con Ginny, a Diagon Alley, a comprare libri e materiale di scuola, anche per voi tre -
Il vecchio mago, storpio e sfigurato, prese fiato, un istante, poi continuò:
- La Gazzetta del Profeta ed il Ministero stanno cercando di convincere le famiglie che Hogwarts è il posto più sicuro .. o per lo meno, non lo è meno di tanti altri -
Malocchio li guardò .. poi scosse la testa ..
- Poppanti ..-
Borbottò.
- Prima di andare dovete spiegarmi cosa intendete fare con quel maledetto oggetto .. cosa credete? Che un Horcrux sia un giocattolo? -
Sbottò infine, puntando la bacchetta contro la scatoletta contenente la bacchetta di Grifondoro, che Harry, ancora, teneva nell’altra mano.
 
 
CARTA PERSONAGGIO:
Auror
 

< Modificato da Haisonder -- 2007-01-31 12:41:44 >

(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 23
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-02-04 23:19:41   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline
Capitolo XX: Un amico ritrovato
 
- La porteremo con noi a Hogwarts, Moody. -disse Harry, sicuro.  –Lì decideremo il da farsi.
Gli amici annuirono, stringendosi accanto a lui.
-E tu, Ron? – chiese il mago, curioso.
Ron scoccò un’occhiata verso i suoi amici, in cerca di approvazione, poi disse:
- Verrò con voi. Ci sono…parecchie cose che devo recuperare… e farmi perdonare. – Abbassò lo sguardo, torvo, mentre l’occhio magico di Moody lo scrutava a fondo…
- Come preferisci. – fece quindi Moody. Allora venite con me.
Il robusto professore si avvicinò ai ragazzi, che si presero tutti per mano saldamente, e sfruttando le sue abilità di materializzazione, scomparvero tutti insieme.
Hogwarts prese forma davanti ai loro occhi. Il luogo incantato sembrava aver perso molto del suo smalto da quando Silente non lo abitava più. Il soffitto magico della sala comune, dove i tre amici si diressero come prima cosa, non riluceva più come una volta: un cielo plumbeo e pesante li sovrastava, immobile. Malocchio Moody si era allontanato per “delle faccende urgenti da sbrigare” non meglio precisate, e i ragazzi si trovarono da soli.
-E ora cosa facciamo? – chiese Ron mentre si sedeva al tavolo stancamente. Ho la sensazione che non passerà molto tempo prima che qualcuno scopra la verità circa la morte di Piton.- Un’ombra scura si affacciò sul volto di Ron.
-Ronald – disse dolcemente Hermione, poggiando una mano sul suo braccio. – Loro capiranno che hai agito d’impulso, senza pensare…
Ron scosse la testa, lentamente.
-E’ una maledizione imperdonabile, quella che ho pronunciato.. – sussurrò tristemente.
- …equivale a un viaggio sola andata per Azkaban.-
- Ma le circostanze conteranno qualcosa, no? – fece Harry, incoraggiante – Chiunque si trovi in una situazione simile commetterebbe degli sbagli…! – In cuor suo Harry era seriamente preoccupato per il destino del suo amico, ma non poteva fargli mancare il suo sostegno.
Ron poggiò la testa sulle braccia e non rispose. I suoi pensieri vagavano dalla rabbia per quanto accaduto alla sua famiglia, fino alla preoccupazione latente per il suo futuro e le conseguenze che avrebbe dovuto affrontare. Ci furono minuti di silenzio, in cui i tre ragazzi si sentirono, di colpo, il peso di un’enorme responsabilità addosso, e allo stesso tempo, l’insicurezza strisciante di potercela fare questa volta.
- Se solo Silente fosse qui, a darci una mano… - disse Harry, rompendo la quiete.
- Be’, lui non c’è ma… non è detto che non possa aiutarci – fece Hermione, strizzando l’occhio agli amici che la guardavano un po’ attoniti. – Andiamo!
Neanche il tempo di sentire le blande rimostranze dei due, e Hermione scattò in piedi, afferrando le loro braccia, per dirigersi verso lo studio del Preside.
- Ma…come entriamo? – chiese Ron.
- Potremmo provare con l’ultima parola d’ordine…- mormorò Harry.
- Dato che non si è ancora insediato un nuovo Preside, potrebbe essere rimasta quella…- Harry si girò verso Hermione, che fece un cenno di assenso, per incoraggiarlo.
- Crème caramel! - Pronunciò solennemente, sentendosi un po' stupido.
Le ali della fenice si dischiusero lentamente, a scoprire la scala segreta di accesso.
- Perfetto! - disse Hermione, soddisfatta, e i tre entrarono cauti nello studio.
Harry dovette vincere un moto di angoscia nel varcare la soglia di quello studio. Lì, Albus Silente lo aveva nascosto, e aveva assistito alla sua orribile morte per mano di Piton. Era un ricordo difficile da scacciare…ma cercò di farsi coraggio e di non pensarci.
Hermione gli si avvicinò, sorridendogli mestamente. –Harry… forse non tutto è perduto.
Alzò il suo braccio sopra la sua spalla, fino ad indicare un quadro, proprio sopra la gabbia che fu di Fanny. La targa riportava la scritta “Albus Silente” in lettere dorate incise.
Harry sollevo lo sguardo lentamente, e la sua espressione passò dal cupo allo sbigottito, per aprirsi in un sorriso incredulo, quando intravide il volto dell’amatissimo mentore che gli sorrideva, sornione, come una volta.
- Ciao Harry – fece il ritratto.
Ron lo guardava, con la bocca spalancata, ed Hermione sorrideva. Harry non riusciva a credere al suo cuore, perché la paura di soffrire lo frenava dal cedere alla gioia. Ma quello che aveva davanti era effettivamente Silente. Rinchiuso in un ritratto, certo, ma era lui.
- Ti stavo aspettando. Hermione, Ronald…-  il ritratto fece un gesto di saluto agli amici, senza smettere di sorridere.
- Ma, Professore… - disse Harry – io…lei…perché si è lasciato uccidere da Piton??
Silente alzò la mano con calma (e tutti notarono che la mano martoriata in vita era tornata normale, ora).
– A suo tempo capirai tutto, Harry. Ma ora… non abbiamo molto tempo per questo. Credo siate qui per un motivo preciso, giusto?
I ragazzi annuirono, seri. Harry estrasse la scatola con l’Horcrux e guardò Silente.
- Ci deve aiutare a capire come distruggere gli Horcrux, Professore.
Il ritratto di Silente lasciò trasparire un moto d’orgoglio nel volto dell’anziano mago.
-Così siete entrati in possesso di altri oggetti? Bene, ragazzi. Sapevo che ci sareste riusciti! – esclamò il mago.
- Ma ora…come facciamo a imparare le Benedizioni Letali per disfarcene, signore? – chiese Hermione.
Silente li scrutò a lungo, poi parlò.
- Per prima cosa…vi occorre il diario di Regulus. L’avete con voi?
Harry e i ragazzi si guardarono. Poi lui estrasse la bacchetta e pronunciò
-Accio diario!- e uno svolazzante diario cone le pagine che volteggiavano planò dritto fra le sue mani. – Eccolo!
-Bene – proseguì Silente. – Ora ascoltatemi attentamente.
I ragazzi si avvicinarono.
- In quel diario è descritta l’esatta procedura seguita da Voldemort per creare un Horcrux: il desiderio, la formula, la ritualità, l’uccisione della vittima.
Ron trasalì un istante, e sperò che nessuno dei presenti se ne accorgesse.
- Quello che dovete fare, per invertire tale incantesimo, è… procedere esattamente al contrario.
I ragazzi sgranarono gli occhi.
- Ma badate bene: né io né altri possiamo indicarvi cosa questo significhi, in dettaglio. Ciascuno di voi dovrà fare il proprio cammino, ripercorrendo, rivivendo letteralmente quell’evento, ma in modo di ottenere l’effetto contrario.
- Professore…io…non capisco. – disse Harry.
Silente sorrise, benevolo come solo lui sapeva essere con i suoi studenti.
- Laddove l’odio fu la causa, dovrà esserci l’amore. La vendetta, il rancore, i gesti disonorevoli, dovranno essere rimpiazzati dalla comprensione, dalla generosità e persino…dal perdono. – Silente lanciò uno sguardo significativo a Ron, che abbassò gli occhi, timoroso.
- Più di questo, per ora, non posso dirvi. Ma sono certo che verrete a capo di questo enigma, prima di quanto voi non pensiate.
- Speriamo… - sussurrò Harry, lievemente sconfortato.
- Ci ritroveremo presto, Harry. Abbi fede. – e strizzando l’occhiolino, Silente si allontanò, ed il quadro rimase vuoto.
Hermione ruppe il silenzio lasciato dal Preside e prese il diario.
- Da qualche parte dobbiamo iniziare, no? Leggiamolo, dunque.
E i tre si misero a sfogliare le pagine apparentemente bianche.
 
 
---
Carta incantesimo: Accio.


_____________________________



(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 24
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-02-08 1:23:48   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Capitolo XXI - Carne della tua carne
 
 

“Non ce la faccio...” disse Ron. Sotto gli sguardi preoccupati di Harry ed Hermione si allontanò mesto e affranto.
“Lo seguo”, disse Harry ad Hermione, chiudendo il diario.
“Certo”, annuì lei, preoccupata. “Anche io sono esausta.”


 
La notte ormai aveva avvolto Hogwarts, e i ricordi della giornata sembravano rianimarsi nutrendosi delle tenebre. Il primo giorno era stato tragico per Ron. Nella sala comune il posto di Piton era vuoto, poiché, a sottolinearne in modo insopportabile l’assenza, ancora non era stato scelto un sostituto. Sebbene non fosse stato rivelato l’assassino, Ron si sentiva gli occhi dell’intero castello addosso, e temeva al solo pensiero di quando il suo nome sarebbe stato sulle bocche di tutti.
Si sentiva annichilito dal peso di un evento simile. Non sapeva da dove fosse spuntato tanto odio da uccidere Piton; ricordava il dolore immenso degli attimi che precedevano la maledizione mortale contro Piton, ma non capiva come la paura e la sofferenza di quei momenti avessero potuto portarlo ad uccidere. Si sentiva beffato, si sentiva stupido, ma soprattutto si sentiva colpevole più dello stesso Voldemort.
Il pensiero di sua madre, infine, lo spingeva in una disperazione tale da farlo impazzire.


Harry comprendeva, e mentre percorreva i corridoi bui verso la stanza di Grifondoro, i passi che echeggiavano ritmici sui muri in pietra, sperava che Ron potesse in qualche modo superare un dolore così insostenibile. Lo vide infine, dopo una svolta, mentre veniva approcciato da Gazza.
“Dove vai a quest’ora, Weasley?”

“Stiamo andando via...” irruppe Harry. Prese Ron sottobraccio, lo spinse un paio di svolte più avanti, poi indossò il mantello dell’invisibilità coprendo entrambi. Erano accanto alla biblioteca.

Harry si sentiva vicino al suo amico come non mai. Forse per via della morte di sua madre, forse solo spinto dalle parole di Silente, qualcosa gli diceva che se c’era ne era uno, quello era il momento di essere accanto al suo amico.

Un raggio di luce si riflesse sugli occhi inumiditi di lacrime di Ron.

 
“Ron...”
“Sono un assassino, Harry. Non so nemmeno perché mi parli ancora. Io ho smesso di parlarti per molto meno…” Harry accennò un sorriso che Ron cercò di ricambiare, ottenendo solo una smorfia.
“Ron… Hai ucciso Piton e non sarei un amico se ti dicessi di non preoccupartene. Ma… So cosa significa perdere un genitore per opera di Voldemort” disse gravemente. Ron lo guardò intensamente. Sapeva che ciò era, più che mai, vero.
“Non so se avrei ucciso Piton, al posto tuo, Ron, ma senza dubbio ucciderei Voldemort. Possiamo metterla come vuoi, ma sono anni che mi preparo a farlo. Sono un assassino anche io? Io non so quale sia la risposta giusta, Ron. Di fronte a tanto male e tanto dolore, è difficile capire dove sia il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Ron, cerca di accettare la realtà dei fatti. Ce la farai.”
“Mi arresteranno. Sarò processato. Finirò ad Azkaban. Ho ucciso l’uomo che forse ha più contribuito nella lotta contro Voldemort. Sono un idiota, ed un assassino, ed è per stupidi come me che persone come mia madre vengono uccise!”

E nel dirlo scoppiò in lacrime.


Harry gli afferrò le spalle e lo scosse: “Ron, ci sono più cose ignote, in tutta questa vicenda, di quante ne conosciamo! Non puoi commiserarti così. Ti stai arrendendo a Voldemort, lo capisci? Fosse l’ultima cosa che farai, fosse l’ultima cosa che faremo, lottiamo contro di lui.
Ron, ascolta. Ti sembra che Piton ti condannasse, dopo la sua morte? Parlo del fantasma! No! Ricordi? Non lo ha fatto!
Ti sembra che Silente ti abbia condannato dal quadro? Ti ha detto che devi perdonare, Ron! E se ci sono due persone che sanno, sono loro!”

“Harry, chi, cosa devo perdonare? Sono io che devo essere perdonato, e nessuno lo farà mai.”
“Forse devi perdonare te stesso, Ron.”
‘E’ impossibile’, pensò Ron. Ma si rese conto che su un punto Harry aveva senza dubbio ragione.

 “Harry… devo sapere. Devo capire cosa è successo…”

 
“Ok, Ron. Ora va meglio. In biblioteca, coraggio. Vuoi ancora leggere il diario di Regulus? Te la senti?”
Con un cenno di assenso, Ron si sollevò in piedi, e coperti ancora dal mantello, si diressero verso la biblioteca.
“Chi va là” gridò Gazza svoltando l’angolo. I due si fermarono e trattennero il respiro. Harry si accorse che la porta della biblioteca era socchiusa. Fece cenno a Ron e si infilarono oltre l’uscio. Nel buio raggiunsero un tavolo lontano dalla porta, e si sedettero.

Ron trasse un respiro. “Lumos”, sussurrò, ed una flebile luce si accese sotto il mantello, restando invisibile all’esterno di esso. ‘Però, funziona anche così’, pensò Harry divertito, in un istante di spensieratezza. Fece per aprire il diario, quando una voce li interruppe.

 
“Harry, Ron. Ascoltatemi.”

Piton, etereo, sedeva allo stesso tavolo, di fronte a loro, il suo viso a pochi centimetri da quello di Ron. A differenza di Gazza, li vedeva benissimo oltre il mantello. Ron sobbalzò. Non lo aveva né visto né sentito entrare, o sedersi. Era decisamente una creatura più silenziosa degli altri fantasmi di Hogwarts .

“P… Professor Piton…”

“Chiamatemi Severus, ragazzi. Che una finzione durata una vita abbia ora fine. Voglio concedermelo.
E’ giunto il momento che io vi riveli perché ho dedicato la vita a questa missione. E’ così importante che ho messo tutta la mia energia affinché nessuno immaginasse il mio doppiogioco. Ho dato me stesso affinché voi in particolare credeste che io fossi un nemico. E’ così importante, Harry, è così importante, Ron” – e nel dirlo si avvicinò ancor più ai due, penetrandoli con lo sguardo – “che ho stretto un patto solenne con Silente per il quale la mia, e la sua vita, dovessero essere sacrificate per la causa, se necessario.
Harry… So cosa stai pensando. Vedi, figliolo, Silente non mi ha pregato di non ucciderlo. Mi ha pregato di farlo, secondo la sua volontà, affinché io potessi restare tra le fila di Voldemort, e scoprire quanto sto per dirti. “


Harry era rapito dal racconto e aveva  l’animo sconvolto da mille, contrastanti, intense emozioni.

“Parlo del Settimo Horcrux”.

“Cosa è? Dove è?”

“Harry, Voldemort decise di dividere la sua anima in 7 porzioni, a causa del significato magico del numero. Ciò significa che gli horcrux necessari sarebbero stati 6, essendo una porzione della sua anima rimasta nel corpo. Vi siete mai chiesti perché cercate invece 7 Horcrux?”

 “Voldemort… si è sbagliato?!” chiese Ron.

“Difficile che un mago del suo rango possa commettere un errore così grossolano, Ron. Il destino, Ron, ragazzo mio, ha agito trasformando il 7 in 8. 8 è il numero dell’infinito, la cifra delle opportunità, e dal suo centro tutte le matasse si dipanano. Da dove sono ora, ragazzi, tutto [ straordinariamente pi\ chiaro. Ora so che 8 è il segno che tutto è possibile. L’esito di tutto dipende da noi, da voi;  dunque non abbattetevi. Voldemort conosce la simbologia dell’8, la teme, e sa che i suoi piani sono stati, per questo, minati sin dall’inizio.“

 “Dove è?”

Piton piantò lo sguardo dritto su Harry, e si fece cupo.

“Harry, sai che per creare un Horcrux c’è bisogno di un’uccisione. C’è bisogno di un atto si assoluto male, che spezzi l’anima del suo autore in due.
Sapevi anche, figliolo, che tutto può essere un Horcrux? Qualunque porzione di materia, incluse le creature viventi?”


“No… Non credevo… “

“Figliolo, che solo l’amore supremo può sconfiggere il male supremo? Harry, non c’è male che possa vincere, di fronte al vero amore. Questo, Harry, Voldemort non può capirlo. Non avrebbe mai potuto prevederlo, quando uccise i tuoi genitori. La sua maledizione gli si scagliò contro, uccidendolo, ma in quel momento un frammento della sua anima oscura fu scagliato dove Voldemort non avrebbe mai potuto immaginare.”
Piton fissò Harry, con gravità e comprensione. Affetto, avrebbe detto Harry. Eppure non lo guardava negli occhi. Lo guardava…

“La mia cicatrice” disse Harry, impallidendo all’istante. “No… No, per favore… No!”

“Si Harry. Una porzione di Voldemort è nel corpo del suo unico vero nemico. E’ in te.”
“Ma lui non ha ucciso me, ha ucciso i miei…”
“Carne della tua carne, Harry. Un terrificante, involontario rito di creazione di Horcrux si è compiuto con la morte del tuoi genitori.”

Harry si accasciò sulla sedia. Il mantello dell’invisibilità scivolò a terra, scoprendo sia lui che Ron, e lasciando che la luce delle bacchette si irradiasse nella biblioteca. I passi di Gazza echeggiarono in lontananza.

“Harry, figliolo, ascolta. Questo evento è così raro da essere ritenuto comunemente impossibile. Silente ha fatto infinite ricerche al riguardo, ma il tempo poteva non bastare, ed io, come Regulus, mi sono infiltrato per scoprire la locazione dell’Horcrux mancante. La mia scoperta era ciò che venivo a dirvi quando mi avete colpito. Ron, non biasimarti. Sarei morto subito dopo avervi rivelato della cicatrice, perché Voldemort sente quando qualcuno apprende dell’esistenza di una porzione della sua anima. “
Ci sono ancora due cose di cui devo parlarti. Una rigurda te, Ron, ed una riguarda Malfoy. Ma ora la vostra presenza è stata notata, per cui andrò via e tornerò ancora un’ultima volta prima di riprendere il mio cammino lontano da questo mondo.

"Dovresti tenerlo sulle spalle più accuratamente, Potter" disse Piton indicando il mantello, scivolato a terra. Harry sentì di nuovo la voce sprezante di Piton, e si voltò a guardarlo, sorpreso. Severus questa volta lo guardava divertito e gli strizzò l'occhio, svanendo in un'affabile risata.

"Hey, voi due mascalzoni! Una punizione non ve la aleverà nessuno, ora!" tuonò Gazza, vedendoli da lontano.
 








Carta Oggetto - Mantello dell'invisibilità.



< Modificato da Taym -- 2007-02-08 1:33:08 >



_____________________________




(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 25
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-02-11 12:01:14   
Miko


Messaggi: 1118
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Da: Magna Aprilia
Status: offline
Capitolo XXII- Smaterializzazioni finalmente!
 
“Hey, voi due mascalzoni! Una punizione non ve la aleverà nessuno, ora!" tuonò Gazza, vedendoli da lontano.
 
“Il nuovo preside è molto meno morbido di Albus Silente e stavolta una bella punizione non ve la leva nessuno, piccole pesti con un po’ di fortuna addirittura una bella espulsione ancor prima di cominciare l’anno scolastico…  ”
Proseguì ridacchiando il custode, seguito come al solito dalla fedelissima gatta Mrs Purr.
Harry e Ron si guardarono con l’aria di 2 bambini presi con le mani nella marmellata e sbottarono all’unisono:
“Nuovo preside?”
Gazza li guardò ridacchiando e disse: “Si miei cari ho appena saputo dal ministero che è appena stato scelto ed è già in viaggio per insediarsi nell’ufficio di Silente, pensate che bella impressione gli farò consegnandogli 2 studentelli indisciplinati come voi!”
I due si guardarono con sguardo interrogativo, entrambi davano per scontato che fosse la McGrannit il sostituto naturale di Silente, un membro della fenice dei più in vista e con la quale i ragazzi si sarebbero senz’altro sentiti più al sicuro per il nuovo anno scolastico, ma a giudicare dalle parole di Gazza non sembrava che le cose fossero andate proprio così!
Inoltre i 2 già si sentivano spacciati con il custode che lentamente li raggiungeva per acciuffarli e portarli di fronte al nuovo preside!
Ma proprio in quel momento ecco che dal corridoio arrivarono suoni e frastuoni che avevano un che di familiare si disse Harry.
Infatti svolazzando in alto sulla volta del corridoio, ecco arrivare Pix, lo spettro dispettoso di Hogwarts il cui divertimento principale era giocare dei brutti tiri agli studenti della scuola, divertimento superato solo dal giocare brutti scherzi al  custode che era la sua vittima preferita.
Con il consueto fare rumoroso Pix si avvicinò al custode riempiendolo di improperi e come si trovò sopra di lui, fece cadere un immenso arazzo con l’effige della casa di Tassorosso proprio addosso a Gazza e Mrs Purr.
“Aiuto! Maledetto Pix! Se non fossi un fantasma te la farei vedere io! Maledetto, che tu sia Maledetto!”
Sbraitò il custode da sotto l’arazzo.
Harry e Ron si guardarono negli occhi, e Harry disse: “Ora Ron, battiamocela!”
I due se la diedero a gambe girando l’angolo giusto nel momento in cui Gazza si liberava dall’arazzo: “Dove credete di andare ora vi acciuffo piccoli delinquenti!”
Intanto Ron i cui eventi concitati del momento sembravano avergli fatto scordare l’amarezza degli ultimi avvenimenti, guardò Harry e ridendo disse: “Harry ricordi la mappa del Malandrino? Vedi quella statua di Schiopodo sparacoda in fondo al corridoio? Se non ricordo male girando la coda si accede ad un passaggio segreto.”
Harry annuì ricordava abbastanza bene, come lui e il suo amico avevano esplorato il castello e i suoi segreti seguendo la mitica mappa di Felpato, Ramoso, Lunastorta e Codaliscia e anche se non ricordava quel passaggio in particolare confidava abbastanza nella memoria di Ron.
Così Ron fece un balzo in avanti, accostandosi al muro e lanciandosi a mo’ di battitore di Quidditch, atterrò proprio sulla coda della statua dello Schiopodo che tra mille cigolii cominciò a muoversi lentamente lasciando intravedere un oscuro passaggio verso l’alto, i 2 si fiondarono all’interno e Harry immediatamente fece pressione sulla leva che chiudeva il passaggio segreto.
Intanto Gazza faceva capolino dall’altra parte del corridoio cominciando  a imprecare per aver perso i 2 ragazzi, che intanto al sicuro dietro il muro si godevano lo spettacolo sonoro del custode beffato.
Harry guardò Ron e con espressione interrogativa chiese a Ron:
“Mi sai dire perché non abbiamo semplicemente usato il mantello?”
Ron: “Non lo so, ma francamente così è stato molto più divertente!” e finalmente Ron dopo tanto dolore tornò a ridere e rise anche Harry di cuore, contento che il suo amico fosse tornato  e si sentì ancor di più, se possibile, legato a lui.
Proseguendo all’interno del passaggio i due si trovarono all’altra estremita e uscirono giusto dietro il quadro della signora grassa, che salutarono di buon grado e si avviarono verso la sala comune, dove trovarono Hermione con la solita espressione crucciata e la mani a brocca sul fianco che sbottò:
“Voi due, si può sapere dove eravate finiti? Non vi ricordate che giorno è Domani?”
Ron ancora sorridendo: “Certo Hermione è il 30 luglio perché?”
Hermione: “E non ricordate mie cari maghetti cosa accade? Ci sono gli esami di smaterializzazione, e sia dia il caso che non avete studiato per niente, ora seguitemi e datevi da fare!”
Harry e Ron seguirono Hermione pronta a fargli fare una ripassata sulla tecnica della smaterializzazione.
Harry si disse che quella sarebbe stata una notte molto lunga, ma era contento di aver ritrovato Ron e la solita risoluta e saggia Hermione, si disse anche che con loro al fianco non era impossibile distruggere Voldemort e che era stato uno sciocco a pensare di potercela fare da solo.
 
La mattina li trovò ancora impegnati nel ripasso, infatti come al solito Ron aveva problemi nell’apprendimento di nuovi incantesimi, e anche la smaterializzazione  non faceva eccezione, alle 8 e un quarto precise (45 minuti prima dell’inizio dell esame) Ron riuscì nella sua prima smaterializzazione,  passando dal campo di Quidditch ma sbagliando di molto il punto di arrivo, finì infatti a un passo dal platano picchiatore!
Ma ormai non c’era più tempo, Hermione mormorò parole di conforto a Ron mentre gli disinfettava i tagli provocatigli dal caro e vecchio Platano.
Harry invece dimostrava come al solito grandi capacità di apprendimento e non aveva particolari problemi, scomparire e riapparire in altri luoghi gli veniva naturale davvero, Hermione era la solita secchiona e nessuno si preoccupava dell’esito del suo esame.
I tre si avviarono al piazzale antistante il castello in cui si sarebbero svolti gli esami, e fra gli altri incontrarono, Neville Paciock che salutarono caldamente che nonostante l’orgoglio e il coraggio dimostrato l’anno prima nel ministero appariva sempre timido e impacciato e come al solito teso per l’esame imminente.
Incontrarono anche altri membri dell’ES, e furono sorpresi quando videro arrivare Draco accompagnato al solito dagli inseparabili amici Tiger e Goyle, tuttavia non aveva la solita Aria spavalda, si avvicinò ad Harry ed Hermione e disse : “Volevo ringraziarvi per avermi soccorso l’altro giorno e Hermione grazie ai tuoi genitori per avermi ospitato, ora sto meglio e dopo l’esame vi racconterò tutto; a proposito la tua Playstation Babbana e quasi meglio degli scacchi dei maghi sai?” E finalmente videro Draco ridere come dovrebbe ridere un ragazzo e non ghignare come troppe volte gli avevano visto fare fino ad allora.
Detto questo il terzetto si avviò verso la commissione d’esame aspettando il proprio turno.







Carta Luogo- Passaggio segreto.





_____________________________


Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
Messaggio #: 26
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-02-21 20:45:54   
Arwen


Messaggi: 2891
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
Status: offline
Capitolo XXIII - Soddisfazioni



Davanti all’ingresso principale del castello si era formata una piccola folla. Tutti gli studenti  che si apprestavano a frequentare il settimo anno di scuola e che compivano 17 anni entro il 31 agosto erano lì pronti per dare l’esame di Materializzazione.
Nella commissione figuravano i direttori delle 4 case di Hogwarts, la prof. McGranitt per Grifondoro, il prof. Vitious per Corvonero, la prof. Sprite per Tassorosso ed il prof. Lumacorno per Serpeverde. Assieme a loro c’era Wilkie Twycross, l’istruttore che durante l’anno scolastico precedente aveva tenuto il corso ministeriale di Materializzazione ad Hogwarts, ed inoltre c’erano anche Madama Chips e Madama Bumb, per interventi d’emergenza.
Una volta radunati tutti attorno a loro, Twycross procedette nel fare l’appello:
– Bones Susan, Brown Lavanda, Finnigan Seamus, Granger Hermione, Goyle Gregory, Macmillan Ernie… - e così via fino all’ultimo della lista, ovvero Ron.
- Fortuna che sono ultimo! – disse piano ad Harry ed Hermione – Non vorrei proprio fare figuracce davanti a tutti! Bastano già le partite di Quiddich a farmi star male…
- Oh, Ronald! Ti sei esercitato e finalmente stamattina ci sei riuscito…basta solo che tu resti concentrato. – disse Hermione con sicurezza sorridendogli per incoraggiarlo. Sapevano benissimo tutti e tre quanto fosse deleteria l’insicurezza di Ron quando doveva fare qualsiasi cosa in pubblico.
La McGranitt esordì dicendo – Come vi siete accorti, ragazzi, in questi ultimi 3 giorni prima dell’esame le protezioni che impedivano la materializzazione all’interno dei confini di Hogwarts non hanno avuto alcun effetto. Quelle protezioni le aveva evocate il prof. Silente, ma per permettere che vi esercitaste le abbiamo sospese. A partire dal termine dell’esame verranno ripristinate per far sì che la scuola resti un posto sicuro. Bene, detto questo immagino che sia ora, vero signor Twycross?
L’Istruttore Ministeriale annuì.

Gli esami iniziarono qualche minuto dopo, in ordine alfabetico, seguendo l’elenco dell’appello.
Erano stati piazzati diversi cerchi a terra, come durante le lezioni, soltanto a distanze maggiori. Gli studenti dovevano materializzarsi più di una volta, per dimostrare di avere acquisito la proprietà necessaria.

Susan Bones aveva superato il suo noto problema di Spaccamento, che dalla prima lezione le aveva dato molto da fare. Hermione fu impeccabile come da copione. Anche gli altri se la cavarono abbastanza bene, escluso Neville, che non ingranò subito la marcia giusta ma dovette fare qualche tentativo prima di superare l’imbarazzo, uno studente di Tassorosso che invece di centrare i cerchi a terra finì col centrare i cerchi delle porte del Quiddich facendo intervenire Madama Bumb in suo soccorso ed infine una studentessa di Serpeverde che rimase spaccata al primo tentativo.
Harry dal canto suo, nonostante provasse ancora quella spiacevole sensazione mentre si materializzava, superò l’esame con facilità e Ron, che, per tutto il tempo aveva assunto un colore cadaverico, giunto il momento di affrontare le prove era così concentrato che precedette addirittura il segnale di partenza…merito forse dell’occhiolino che gli dispensò Hermione o del fatto che nessuno faceva caso a lui, essendo quasi tutti impegnati ad esultare per aver superato l’esame.
 
Al termine delle prove, sia la commissione che i ragazzi si accomodarono della Sala, dove il signor Twycross distribuì le pergamene ufficiali del Ministero della Magia.
- Orsù, ragazzi, buona fortuna per i GUFO e…noi tre, signorina Bulstrode e signor Finch-Fletchley, ci rivedremo a fine agosto spero! - Detto questo infilò la porta e se ne andò.
Gli studenti erano già partiti coi festeggiamenti quando i professori richiamarono la loro attenzione.
- Fate silenzio! – esclamò il prof. Vitious.
- Come vi ha annunciato prima la prof. McGranitt, le protezioni del castello verranno ripristinate a breve, quindi vi sconsigliamo di iniziare a dare prova della vostra bravura a materializzarvi, finché sarete ad Hogwarts. – disse saggiamente la Sprite.
- Esatto, ragazzi. – Aggiunse la McGranitt – Inoltre, visto che manca poco più di un mese all’inizio dell’anno scolastico, immagino che torniate tutti quanti a casa a passare il tempo restante. Vi invito dunque a tornare nei vostri dormitori e a preparare i bagagli. – E dicendo questo il suo sguardo indugiò per qualche secondo su Harry.
I gruppi delle diverse case iniziarono a dirigersi ciascuno verso la propria sala comune. Mentre percorrevano la strada per giungere alla torre di Grifondoro, Harry Ron ed Hermione facevano progetti per l’indomani.
- Harry, credo sia il caso che tu vada con Ron alla Tana. Ci sono tante cose da fare lì, ed hai sentito la McGranitt? Ci ha invitati a lasciare Hogwarts fino all’inizio dell’anno scolastico.
- E’ vero, Harry. Anche se l’atmosfera non sarà delle migliori…– Ron sospirò prima di proseguire – almeno non passerai il compleanno da solo. E poi lo sai benissimo che sei sempre il benvenuto a casa nostra.
Harry sapeva bene che alla Tana ci sarebbe stata un’atmosfera quantomeno affranta per la perdita della madre di Ron, ma il pensiero di restare coi Weasley lo faceva sempre sentire a suo agio, come in famiglia. E poi c’era Ginny…
-  Ok, Ron! Verrò con te, ma a patto che almeno domani Hermione ci sia anche tu! Voglio festeggiare con entrambi!
- E sia! Hocus Pocus – disse Hermione al quadro della Signora Grassa, che li fece passare senza indugio.
 
 
Era ancora pomeriggio quando Ron, Harry ed Hermione arrivarono alla Tana. Ad accoglierli c’era la famiglia Weasley al completo. Appena avuta la notizia anche Fred e George avevano raggiunto la Stamberga Strillante e da lì, poi, tutti assieme erano tornati a casa…dove la salma della madre non c’era più perché gli altri membri dell’Ordine della Fenice l’avevano portata via. Assieme a loro c’erano anche Fleur e Tonks.
Sui volti di ognuno comparve l’ombra di un sorriso nel vedere i tre ragazzi, ma nessuno era in vena di ridere e scherzare come al solito, nemmeno i gemelli. Appresero con soddisfazione l’esito positivo dell’esame e l’atmosfera parve riscaldarsi un po’ nelle ore a seguire. Moralmente si stringevano l’uno all’altro per farsi forza e piano piano stavano superando il dolore.
 
Erano a tavola per la cena quando Edvige planò sul davanzale della cucina ed iniziò a picchiettare col becco contro il vetro della finestra.
- Harry, guarda! – fece Ginny indicando la civetta.
Senza farselo ripetere Harry andò ad aprire la finestra. Erano giorni che non la vedeva e si rese conto di quanto gli fosse mancata. Solo in un secondo momento fece caso alla lettera che Edvige portava con le zampette. Era rossa e sapeva bene di che tipo di lettera di trattasse: era una Strillettera.
- Aprila Harry – esclamò Hermione – non vorrai mica aspettare che esploda da sola!!! -
Ma era ormai troppo tardi, la strillettera aveva iniziato a fremere e ad agitarsi in aria finché si udì il suono della carta che si lacera rumorosamente ed una voce iniziò ad urlare attraverso di essa…


Carta Oggetto : Strillettera



_____________________________






(Risposta a Miko)
Messaggio #: 27
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-02-25 10:07:55   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
 
CAPITOLO XXIV
"La Cenere .."

"HARRY POTTER!"
La busta parve ripiegarsi più volte su se stessa, fino ad assumere l’aspetto, simpatico, di un grosso gatto di carta. La voce che usciva dalla bocca del gatto, tuttavia, non aveva nulla di simpatico .. si trattava della Mc. Granitt, in una delle peggiori delle sue sfuriate:
"SEI IL PIU’ COCCIUTO, TESTARDO, ZUCCONE TESTA VUOTA A CUI MI SIA MAI CAPITATO DI INSEGNARE!
ALBUS E’ MORTO! MOLLY E’ MORTA!"
Il gatto di carta, la schiena arcuata in un soffiare pericoloso, parve interrompersi un momento .. un qualcosa di indefinibilmente triste sembrò colpirlo e rilassargli le membra ripiegate .. un istante, poi la sfuriata riprese, quasi più feroce di prima:
"E TU! TU, PICCOLO INCOSCIENTE! TU TE NE VAI IN GIRO ASSIEME A QUELLE ALTRE DUE TESTE DI LEGNO COME SE FOSSE SOLO UNO STUPIDO GIOCO!
UNA COSA DOVEVI FARE QUEST’ESTATE, UNA!
ED ERA RESTARE A CASA DEI TUOI ZII FINO AL COMPIMENTO DEL TUO DICIASSETTESIMO COMPLEANNO!
SAI BENE CHE IMPORTANZA AVREBBE, E SAI BENE QUANTO CI CONTAVA SILENTE!
SEI ANCORA IN TEMPO POTTER, MUOVI LE CHIAPPE DA QUELLA SEDIA E VA A FESTEGGIARE IL COMPLEANNO A CASA TUA!"
Il gatto di carta scosse la testa, poi si volse verso Hermione:
"Signorina Granger, mi hai molto delusa. Credevo che fra tutti quanti almeno tu avessi un po’ di sale in zucca"
Un istante, poi il gatto si volse di nuovo verso Harry:
"POTTER!"
Urlò:
"INTENDEVO SUBITO!"
Harry deglutì:
"Va .. Va bene .. Ora vado .."
Il gatto di carta arcuò la schiena e si produsse in un soffio prolungato: la carta, in tensione, si lacerò in un istante, esplodendo poi in una miriade di ritagli e piccoli pezzi.
Una pioggia di coriandoli rossi scese sui quattro ragazzi: avevano un’espressione strana sul viso, a metà strada tra lo stupito e, diciamolo pure, lo stupido.
 
Lontano, tra le strade squallide e fiocamente illuminate di una piccola ed anonima cittadina, Ian Pinington, al termine del suo turno di servizio, camminava lungo l’acciottolato sconnesso della via. Una sagoma cupa e minacciosa, un’immensa ciminiera, ultimo rudere di una fabbrica in disuso, torreggiava alta sopra alle case in mattoni.
Lampioni rotti, qua e là, gettavano pozze d’ombra sul selciato.
Ian fece roteare il manganello, fischiettando tra se e se, quasi allegro, mentre oltrepassava l’incrocio con Spinners End: un salto in centrale giusto per passare le consegne con Sally, poi dritto al pub .. per l’inferno, con quella nebbia e quell’umidità che ti entrava nelle ossa una pinta di scura non gliela toglieva nessuno! Anche un paio, dai .. Rose poteva berciare quanto voleva, quella sera ..
La strada saliva nel costeggiare la chiesa vittoriana ed il vecchio cimitero: un prato verde dall’erba alta, in cui dita spettrali di nebbia strisciavano sottili tra tombe abbandonate, ricoperte di muschio ed umidità, e lapidi antiche, inclinate e spezzate.
Ian Pinington continuò a fischiettare .. il cimitero lo rendeva sempre un poco nervoso, quasi un irrazionale senso di oppressione che lo spingeva ad accellerare il passo ed ad allontanarsi di corsa; quella sera, tuttavia, un qualcosa attrasse la sua attenzione, e lo spinse a rallentare:
"Ma cosa diavolo .."
Oltre la nera cancellata, corrosa in vari punti dalla ruggine, un luce rossa pulsava fioca nelle volute di nebbia.
Ian deglutì, poi scosse il capo e spalancò il triste cancello che cigolò sinistro sui cardini male oliati: poco oltre, sotto agli alberi di gelso dove i neri corvi avevano il loro nido, dove le ombre diventavano più fitte, e lugubri, e l’atmosfera era più sinistra, un ragazzo, avvolto in un mantello nero, era in piedi davanti ad una tomba scoperchiata.
Era biondo, di un biondo quasi albino, ed era esile ed emaciato: immerso nella luce rossa che aveva attratto l’attenzione di Ian, le sue mani diafane danzavano nell’aria mentre le sue labbra si muovevano in una sorda cantilena. Un rivolo di polvere .. una polvere grigia .. no, cenere .. fuoriuscì dalla tomba e violata e disegnò una sottile spirale davanti al ragazzo, colmando poi un vaso posto ai suoi piedi.
"Ceneri del Padre"
Commentò il giovane, in un sussurro sibilante .. poi si chinò, e richiuse il vaso, mentre tutt’attorno la luce si affievoliva.
"Ehi tu! Ragazzino! Che cosa stai combinando?"
Sbottò infine Ian, gonfiando le spalle ed avvicinandosi al giovane.
Il ragazzo si voltò, sorrise, gentile .. ed un lampo di luce tinse la nebbia di verde.

Alla Tana, nell’infilare in fretta e furia i libri di testo nel baule Harry si bloccò: due libri nuovi spiccavano tra gli altri che Ginny e Ninfadora avevano comprato per lui a Diagon Alley.
"E questi?"
Sussurrò tra se e se, sillabandone i titoli, inconsueti: "Red T. Roll - Arti Oscure Applicate: La ricerca dell’immortalità" e "Red T. Roll - Maledizioni senza perdono: Uno studio comparato"
Harry si soffermò sul nome dell’autore:
"Red T. Roll .. Chissà per cosa sta la "T" .."
"Per Tomdov"
Intervenne Hermione:
"E’ un nome Ucraino .. Sua madre veniva da Kiev, c’è scritto in terza di copertina"
"Si .. Sarà il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure di quest’anno .."
Sussurrò poi Ginny, giunta all’improvviso alle sue spalle
"L’ha sentito Papà al ministero .."
Concluse, cingendo la sua vita con un braccio ed appoggiando il capo sulla sua spalla.
Harry chiuse gli occhi: un intenso profumo di fiori iniziava ad inebrargli la mente.
Hermione, con tatto, lasciò la stanza.

Poco dopo, davanti al camino di casa, Harry prese una manciata di cenere magica e si voltò a guardare gli altri.
"Anche se hai passato l’esame non puoi ancora smateriallizzarti come e quando vuoi .."
Continuò la predica papà Weasley:
"I diciassette anni li compirai domani"
Sorrise, amaro:
"Per oggi viaggerai ancora così: abbiamo riattivato la connessione con il camino della casa dei tuoi zii .. cerca di non spaventarli troppo. Tra qualche settimana verremo poi a prenderti per portarti in stazione .. pazienta ancora un poco .."
"Non c’è problema .."
Harry sorrise ai suoi amici, poi gettò la cenere sul focolare.
"Privet Drive!"
Disse a voce alta, poi si gettò dentro al camino.


Carta Oggetto
Cenere Magica




< Modificato da Haisonder -- 2007-02-25 10:12:44 >

(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 28
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-02-26 22:55:49   
LothSilque


Messaggi: 127
Primo ingresso in Numenor: 2006-09-24
Status: offline
                                Capitolo XXV: LA FESTA
 
Non ci voleva neanche pensare: era di nuovo lì, e stavolta ci doveva rimanere per sempre. Si guardò intorno, Zio Vernon  aveva rimesso le sbarre alle sue finestre… “un momento” pensò Harry, aveva di nuovo dodici anni, com’era possibile? Era stato tutto un sogno? La magia, i Weasly, Vold…una forte rumore lo svegliò, inforcò gli occhiali e vide Zia Petunia che aveva sbattuto contro l’armadio “Harry, caro, ormai ho capito, te l’avevo già detto, troppo tardi forse, ma almeno potrai avere una festa come si deve per una volta..” Harry non capiva, poi finalmente anche la sua mente si risvegliò e comprese tutto: oggi era il suo compleanno. Una strana euforia con un misto di preoccupazione lo pervase “Zia..” iniziò lui “ No, ho organizzato tutto… sai ho chiesto alla Signora Figg di mostrarmi come mandare messaggi ai tuoi amici, ho preso Edvige, non ti dispiace, vero?” “Ma zia” cercò di continuare lui “No Harry , per una volta deve essere tutto perfetto: la famiglia Weasly e quella e dei Granger  arriveranno per il pranzo e anche , se non sbaglio, alcuni dei tuoi professori McGranitt e Hagrid e Lumacorno. Pare che verrà anche un certo Dobby”. Posato il vassoio con la colazione sulla sua scrivania disordinata fece uno specie di sorriso a metà tra il compiaciuto e il senso di colpa. Improvvisamente, come la saetta che gli stava sulla fronte, una lampo di preoccupazione gli trapassò la mente e lo spinse a inseguire la zia fuori dalla stanza. “Zia, ma zio Vernon e…e Dudley?” “A loro ho parlato, e, anche se non sono sicura che abbiano capito bene, per oggi si comporteranno bene: niente sfuriate, occhiatacce o simili, niente di niente si comporteranno da persone civili” lo rassicurò la zia. Dopo essersi vestito con cura (con degli abiti comprati dalla zia per l’occasione, incredibile!) scese nel salone dove già erano presenti la professoressa McGranitt e il professor Lumacorno che esaudivano le richieste di Zia Petunia per la festa con la magia, con un risultato incredibile: la stanza sembrava almeno quadruplicata, erano appesi festoni che cambiavano regolarmente i loro auguri, vari tavoli traboccanti di prelibatezze erano stati disposti in postazioni strategiche per non ingombrare e per essere facilmente raggiungibili da molti punti della sala, le finestre erano aperte per fare entrare uno splendido sole estivo, e la stanza era piena di puff, sedie, divani e poltrone. Meravigliato dal cambiamento repentino apportato alla casa dei Dursley  si accorse solo quando venne quasi investito da qualcosa all’altezza delle sue ginocchia che Dobby era lì “ Dobby essere venuto per augurare al signor Harry  Potter tanti auguri e per dare una mano e il suo regalo, Harry Potter” “Grazie Dobby” rispose Harry raggiante “Mi aiuteresti a trovare mio zio, è fatto…” Harry si interruppe quando vide lo zio sorridere verso di lui, incerto si girò per vedere se dietro ci fosse qualcun altro, ma, quando vide che sorrideva proprio a lui, ricambiò il sorriso, un po’ incerto. “ Harry , ragazzo, ti abbiamo fatto una bella sorpresa di compleanno” disse oroglioso zio Vernon gongolandosi un po’
 “Si certo, magnifica festa, grazie zio”
“Ma no, ma no. Ti a bbiamo fatto un regalo, un regalo vero!” un po’ sorpreso di questa affermazione, il neo maggiorenne fu sollevato dalla risposta perché in quel momento gli si avvicinò Lumacorno, gioviale “Harry, ragazzo mio, buon compleanno! Si è già accatastata una discreta quantità di regali, stai diventando famoso?” gli chiese facendogli l’occhiolino e dandogli una pacca sulla spalla. In quel momento sopraggiunse la professore McGranitt  che lo prese da parte “ Auguri Potter, credo che il professor Silente te lo volesse dire personalmente, ma…” deglutì, a disagio “ ma non può ecco… credo che sia importante che tu ricordi un giorno come questo: ti insegna,ci insegna, che quando fuori è buio e freddo, per trovare la luce e il calore devi guardare le persone che ti vogliono bene. Per il professor Silente questo è il motivo, credo, per il quale Vol… Tu-Sai-Chi non è immortale, insomma Potter sto cercando i dirti che…” ma Harry aveva compreso perfettamente, e questo gli scaldò il cuore più del Sole che splendeva alto in cielo “Ho capito professoressa, anche se un uomo è potente, se è solo non sarà mai invulnerabile, mentre io non ho la potenza , ma l’amore” la McGranitt gli sorrise e annuì, un po’ commossa. Improvvisamente Harry aveva capito quello che aveva cercato di dirgli Silente in tutti quegli anni l’amore e la capacità di amare e di essere amato.
Si riscosse bruscamente dai suoi pensieri perché sembrava dal frastuono che una metropolitana si fosse svuotata nel salone, ma la sensazione di calore rimase lì, nel suo cuore e sapeva che l’averbbe scaldato per sempre, se solo si fosse ricordato nel momento giusto di risvegliarla.

La famiglia Weasly al completo (tranne Molly ePercy, ovviamente) scortati  da Fleur, la famiglia Granger , i Lovegood, i Paciock, l’Ordine della fenice, il fantasma di Piton e un’uomo che non conosceva entrarono nel salone portando pacchi e pacchettini e facendo  tutti contemporaneamente gli auguri ad Harry. La festa fu memorabile, persino Dudley si comportò a modo, ricevette una marea di regali splendidi e altri un po’ meno come il ritratto fatto da Dobby che Harry promise di attaccare in camera(tra l’ilarità generale e la sconforto di Harry dato che sembrava un mollusco con il soprabito). I gemelli gli regalarono una vagonata di prodotti Tiri Vispi Weasly, Hermione il solito libro, Tonks e l’Ordine gli fecero una serie di volumi di Difesa Contro le arti Oscure molto avanzata, Lumacorno una bottiglia di Idromele barricato ( che Harry non era sicuro avrebbe mai bevuto)e altre prelibatezze di Mielandia. A quella che sembrava la fine dello scarto dei regali i Dursley  si alzarono e portarono in salone quello che sembrava un contratto e che, in effetti, era un contratto “Harry, solo poche parole, solo da poco abbiamo capito quanto male ti abbiamo fatto e ti abbiamo fatto lo stesso regalo che faremmo a Duddy per la sua maggiore età: è un appartamento qui vicino” “Tanti auguri Harry” disse zia Petunia e, tra l’incredulità generale, tutti quanti si unirono a l brindisi levando in alto i calici. A quel punto l’uomo che Harry non conosceva si alzò in piedi e si presentò “ Buongiorno, mi chiamo Red Roll,  e sarò il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ad Hogwarts …” mentre Red Roll continuava il suo discorso in un accento un po’ strano ad Harry venne in mente un modo per ripagare i suoi zii, chiamò subito la McGranitt “Professoressa, per favore, io vorrei che lei mettesse sulla casa dei miei zii una protezione contro gli ehm… ospiti sgraditi” “Sicuro Potter? Dopo tutto quello che ti hanno fatto passare?” dalla facica di Harry la McGranitt capì la risposta, e, dopo che ebbe finito di gettare l’incantesimo, la cicatrice  di Harry si illuminò di un bagliore rassicurante e Harry provo sollievo dalle sue preoccupazioni e capì, infine, che una Benedizione Letale era stata eseguita con il perdono dei Dursley e con il dono della protezione. Harry, compiendo questo nobile gesto, aveva disattivato un Horcrux: la sua cicatrice.
-----------------------------------------------------------------

Carta : Nobile Gesto

< Modificato da LothSilque -- 2007-02-26 23:01:00 >

(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 29
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-03 12:45:29   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline
CAPITOLO XXVI: Un fulmine a ciel sereno
 
Ancora incredulo per quanto accaduto, Harry si sfiorava la fronte, pensieroso, confuso e allo stesso tempo rassicurato.
Gli invitati sembravano tutti gioiosi, a pochi metri di distanza. I gemelli scherzavano con il padre, che per la prima volta tornava a sorridere lievemente, mentre Ron ed Hermione parlavano tra di loro in modo assolutamente complice, tradendo i sentimenti che li univano agli occhi di chi li conosceva bene. Harry sorrise, nel guardarli, e lanciò un’occhiata dolce e allo stesso tempo triste verso Ginny, che se ne stava in disparte, pensosa.
L’atmosfera calda e festosa che lo circondava era irreale per Harry. Forse non aveva mai vissuto un momento così fino ad oggi, ed ancora stentava a credere che nei suoi zii, in fondo, ci fosse qualcosa di buono. Tuttavia, il momento di letizia stava per volgere velocemente al termine, ma nessuno se lo sarebbe immaginato.
Da una delle finestre aperte della sala planò un gufo, che si accomodò sul comò buono di Zia Petunia. All’inizio non lo notarono, poi, lentamente, il vocìo si fece più sommesso, fino a scomparire. Arthur Weasley aveva intuito di cosa si potesse trattare, e stava confabulando con la McGrannitt, visibilmente preoccupata.
“Ma cos’è? Chi sta cercando?” fece Zia Petunia, guardando Harry.
Hermione trattenne un gemito, e si girò verso Ron, che non ci aveva capito granché.
Il fantasma di Piton inarcò un sopracciglio e si mise accanto agli altri componenti dell’Ordine.
Il gufo, con una livrea insolitamente scura e con pochi ciuffi d’argento, aveva uno sguardo gelido, e una pergamena con sigillo ministeriale che pendeva dal suo becco.
Harry si avvicinò al signor Weasley per capirci qualcosa, ancora intontito dal succedersi degli eventi. Si fermò ad osservare il gufo, che lo ignorò. Di colpo, spiccò un piccolo balzo, fino a piazzarsi sul bracciolo di una poltrona, proprio di fronte a Ron. E lo fissò, dondolando il becco.
Ron, spaventato, gettò uno sguardo al padre, e alla famiglia, infine ad Hermione ed Harry, in cerca di conforto. Poi si fece coraggio, e si sporse a prendere il messaggio.
Il gufo spalancò le ali enormi e volò via in un battibaleno, lasciando tutti col fiato sospeso, mentre attendevano il responso da Ron.
Il giovane prese a srotolare lentamente il foglio, con le mani che gli tremavano. La sua coscienza non gli dava tregua da giorni, e in cuor suo quasi sperava che quella notizia fosse, almeno in parte, risolutoria per la sua situazione.
E così fu. Lo sguardo attonito e l’espressione cadaverica che il suo volto assunse, lasciarono di stucco tutti i presenti.
“Allora…Ron, di che si tratta?” chiese  Fred, un po’ teso.
Ron passò la pergamena ad Hermione, serio, e si avvicinò al padre.
“Sono stato…convocato.”
“Per…cosa, Ronald?” chiese fremente il padre.
“Il…Wizengamot.” rispose fermo Ron.
Un brivido di gelo calò nella sala al suono di quella parola.
“Cos….” Sussurrò lo zio Vernon a Petunia, che lo zittì con una gomitata.
Hermione, visibilmente scossa, sollevò il messaggio e lesse ad alta voce:
 
“Con la presente, invitiamo il mago Ronald Weasley, figlio di Arthur e Molly Weasley, a presentarsi dinanzi alla Suprema Corte del Wizengamot, il giorno 1° agosto alle ore 12.
Il convocato dovrà rispondere dell’accusa gravissima di…omicidio “– e alcuni sussulti scossero il salone – “di un mago di alto rango. E’ sua facoltà venire accompagnato da un Mago o Strega Anziani, da un Tutore o da qualsiasi altro abitante del Mondo Magico, a difesa dei suoi diritti di accusato, a causa della sua giovane età.”
 
Hermione lasciò cadere la pergamena, con le lacrime agli occhi, e si avvicinò a Ron.
“Ma…di….che omicidio stanno parlando, Ron!??” fece Arthur, sbigottito.
“Di Piton, papà. Sono stato io…ad ucciderlo.” Risposte Ron, con voce affranta ma ferma, guardandolo negli occhi.
Le reazioni furono le più disparate. La McGrannitt si portò le mani alla bocca e per una volta, sembrò aver perso il suo aplomb, normalmente incrollabile. Si girò verso Piton, che annuì blandamente. I gemelli persero la loro ilarità in un istante, e guardarono Ron senza riuscire a proferire parola. In molti scuotevano la testa, increduli, e bisbigliavano col vicino per accertarsi di aver udito bene.
Arthur Weasley, con lo sguardo fisso, si girò a guardare gli occhi di Harry, in cerca di conferma. Quando Harry abbassò lievemente la testa per annuire, chiuse gli occhi per trattenere le lacrime. Poi li riaprì e disse:
“Devi dirmi tutto quello che è successo, Ronald. Ogni cosa, per filo e per segno…dobbiamo pensare al modo di difenderti, domani! Giusto Minerva?”
“Certamente. Ha ragione tuo padre, ora ci sediamo e ci racconti come è andata. C’è sicuramente un motivo che ti ha spinto ad agire in modo così… riprovevole…!” aggiunse la McGrannitt, che poi si girò verso il fantasma di Piton e sibilò “per quale motivo non ci hai avvisati, Severus?? Avremmo potuto muoverci prima!”. Egli non rispose, e si limitò a ricambiare il suo sguardo.
Ron seguì i due verso un divano, dove assieme ad Hermione ed Harry, raccontò l’intera vicenda: cosa aveva provato alla morte della madre, cosa lo avesse spinto in quell’istante a pronunciare la maledizione imperdonabile, e come si era sentito dopo.
Nel frattempo, la festa era chiaramente terminata, e la maggior parte dei presenti preferì defilarsi in silenzio per non disturbare in un momento così preoccupante per i Weasley e io loro amici. Persino gli zii di Harry li lasciarono da soli, andando verso la cucina.
Rimasero solo i Weasley, i componenti dell’Ordine della Fenice e ovviamente, Harry ed Hermione.
Dopo aver ascoltato la confessione di Ron, i membri dell’Ordine cominciarono a discutere sul da farsi. Quale poteva essere la strategia migliore di difesa? Senza dubbio puntare sulla temporanea capacità di intendere e volere del ragazzo, sconvolto dalla morte violenta della madre. Ma sarebbe bastato a convincere i membri del Wizengamot? Avevano condannato molti maghi e streghe ad Azkaban per molto meno!
Infine, Malocchio Moody, dopo essere stato in silenzio per tutto il tempo, batté il suo bastone a terra per zittire i presenti, e disse:
“Vi state sbagliando tutti quanti.” La sua voce cavernosa fece tacere all’istante tutti.
“E’ evidente che il ragazzo ha agito per un solo e unico motivo.” Gli sguardi erano tutti fissi su di lui.
“Era sotto l’effetto della maledizione Imperius!” esclamò Moody.
Ron lo guardò a bocca aperta, cercando di capire come poteva essere successo, e soprattutto chi poteva essere stato...
Hermione annuì, aggiungendo: “Ma certo! Come ho fatto a non accorgermene prima? E’chiaro che è andata così…!”
Tutti si apprestarono a guardare la giovane strega in attesa di chiarimenti.
Ron deglutì a fatica e finalmente, dopo tanto, cominciò a sentirti leggermente più sollevato.
 
---

Carta Imprevisto:
Wizengamot


_____________________________



(Risposta a LothSilque)
Messaggio #: 30
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-07 5:06:35   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Capitolo XXVII: Il Processo

"Ron non ha le conoscenze per scagliare un simile incantesimo. Tutti sanno che una maledizione senza perdono quale l'Avada Kedavra richiede straordinarie doti di mago, che certamente Ron non ha!
Ron la guardò accigliato. Sebbene fosse disposto ad accettare che tutti sapessero una cosa simile tranne lui, era meno incline ad acconsentire di non essere considerato un mago dotato, pur a suo modo. Almeno non da Ermione.

"Che non ha ancora, intendo", aggiunse imbarazzata Ermione, in risposta allo sguardo torvo di Ron.

La discussione si accese e proseguì per ore, nell'intento di scovare ogni appiglio legale o magico, ogni precedente, ogni falla nei meccanismi del foro magico che potesse salvare Ron. Le luci nella casa di Privet Drive restarono accese, tremolanti, finchè la luna sorse e tramontò di nuovo.



Il Wizengamot era infinitamente più impressionante di quanto Ron non avesse mai potuto immaginare. L'immensa aula popolata di maghi vecchi e polverosi quanto le toghe impellicciate che indosavano sembrava non lasciargli scampo, ancor prima che fosse chiamato ad entrarvi.

"E' aperta la sessione di giudizio", tuonò la voce del Presidente del Wizengamot. Purtroppo, pensò nella più profonda disperzione Ron, costui non era più Silente.

"Che entri in Aula il mago Ronald Weasley, accompagnato dal suo Tutore legale designato Alastor Moody."

"Coraggio, ragazzo. Devi precedermi", sussurrò Moody all'orecchio di Ron. La tremolante chioma rossa del giovane mago varcò l'arco che delimitava l'ingresso nell' Aula. Ron fu scortato all'interno di una gabbia, che si sollevò e fluttuò fino a ragiungere la locazione designata all'imputato. Ron sentiva che l'intero mondo magico lo guardava con disgusto.

"Mr. Weasley, lei è accusato dell'omicidio del Magio di Alto Rango Severus Piton, nelle seguenti circostanze..." . La ricostruzione fu molto accurata, fondata interamente sulle testimonianze rese dallo stesso Ron, e corroborata in seguito da quelle di Harry ed Ermione, chiamati a deporre.
"Mr Ronald Weasley. Come si dichiara?"
".... innocente", disse Ron, profondamente incerto della propria affermazione.
"A testimonianza di tale affermazione, è chiamato a deporre il Mago Alastor Moody".
"Vostro Onore", esordì Malocchio, "Ronald Weasley ha 17 anni. Non ha ancora compiuto i suoi studi, e non gli è mai stata impartita alcuna lezione su come praticare maledizioni senza perdono. Ciò basta a dimostrare la necessità di una volontà esterna e superiore che lo guidasse. Non ritengo vi sia bisogno alcuno che spieghi all Wizengamot intero quali siano le caratteristiche richieste per praticare una maledizione Avada Kedavra".

"Ha concluso?"

"Si, vostro onore".

"Il Wizengamot ammette la solidità della vostra semplice tesi, Alastor, e l'avebbe usualmente accolta con altrettanta semplicità. Ciò nonostante, abbiamo dovuto altresì accogliere alcune interessanti considerazioni pervenuteci ad opera del Prof. Red Tomdov Roll. Egli si è iscritto a parlare al riguardo."

Un brusio crescente accolse la figura di Roll che si avvicinava al banco dei testimoni. Ron non aveva nemmeno avuto il tempo di trarre un sospiraro di sollievo, prima che quel terribile "Ciò nonostante"  lo raggelasse completamente.

"Professor Roll, ci esponga la sua tesi".

Roll eseguì il rituale inchino verso il Wizengamot prima, verso il pubblico in Aula poi, con particolare cura, tanto da apprire eccessivo.

"Alti Membri del Wizengamot, devo con rammarico ritenere che sia impossibile che il giovane Ronald Weasley sia stato vittima di un incantesimo Imperius. Sebbene sia senza dubbio vero che l'inesperienza e la mancanza di conoscienza specifica renda altamente improbabile che Ronald Weasley abbia praticato una maledizione senza perdono, è altresì ancor meno probabile - oserei dire impossibile, a memoria di mago, che una maledizione senza perdono ne generi un'altra. La volontà di distruzione necessaria affinchè una maledizione imperius si realizzi, e sia ancor forte da indurre la vittima a praticarne un'altra, è tanto grande da non essere stata attribuita neppure a Lord Voldemort in persona".

Un brusio ancor più accentuato si levò quando il nome di voi sapete chi fu pronunciato nell'Aula del Wizengamot. Più che una testimonianza, quella di Roll sembrava sempre più un sibillino insulto alla dignità della corte.

"Mai, a memoria di Mago, alcunchè di simile si è verificato", continuò Roll. "Se questo processo deve fondarsi sulla semplice probabilità di un evento, allora è infinitamente più probabile che Mr. Ronald Weasley, accecato dalla rabbia, sia stato fortunato nel riuscire in un tanto nefando intento di morte verso colui che riteneva, in larga parte, responsabile della morte dei suoi cari."

Con riluttanza, il Presidente del Wzengamot dovette ammettere l'arguta sensatezza di quanto detto da Roll.

Il silenzio cadde in aula, mentre l'attesa per l'imminente sentenza sembrava addensarsi intorno a tutti, quasi si potesse toccarla con mano.

Ma fu sciolta, d'un tratto, una voce profonda e piana:

"Il Mago Ronald Weasley ricusa Alastor Moody quale suo Tutore legale, e sceglie me in sostituzione".

Apparso dal nulla, il Fantasma di Severus Piton torreggiava accanto a Moody.

"Ma cosa diavolo...."
"Silenzio, Alastor."

Il Presidente del Wizengamot a stento nascondeva la sorpresa. "Mr. Weasley, conferma?"

"C...Con..."
"Coonferma", lo precedette Piton, con una fredda ed indisponente insistenza.

"Mr. Weasley. Deve pronunciarsi", ribadì il Presidente, infastidito.

"Confermo..." disse Ron, sperando di non aver commesso il peggior errore della sua vita.

"Che il Mago Alastor Moody si sieda tra il pubblico o lasci l'aula".

Alastor aveva intuito l'importanza dell'intervento di Piton, e si fece da parte, pur guardingo e riluttante.

L'aula era immerso nel più completo silenzio.

"Severus Piton in persona, vittima e tutore legale dell'imputato. Senza alcun dubbio una sessone del Wizengamot che sarà ricordata negli annali.
Severus Piton, parli dunque."

"E' ancor meno probabile", esordì Piton fissando gelidamente il Prof. Roll, a proseguire il discorso di quest'utimo come se nulla fosse successo nel frattempo, "che un Professore di Difesa contro le Arti Oscure dall'esperienza universalmente riconosciuta, quale il Prof. Roll, non conosca che vi sono due tipi di maledizione Imperius, secondo recentissime, e naturalmente molto poco note, ricerche."

"Le ricerche sulle arti oscure non sono molto sostenute dalla pubblica opinione, Severus", rispose Roll, fermo.

"Pur tuttavia, esse sono condotte. Red, vorrai esporre alla corte le caratteristiche dell'Imperius della Personalità Multipla".

"Certo," disse Roll con evidente fastidio. Sembrava detestare che il suo ruolo di Insegate di Difesa contro le Arti Oscure potesse essere messo in discussione pubblicamente ed in una sede tanto prestigiosa.
"Sembrerebbe, sebbene non vi siano prove, che nell'animo di un mago profondamente sconvolto sia possibile indurre un'associazione tra l'orrore, o il suo ricordo, e un comando imperus. In tal modo, l'azione indicata dal comando imperius verrà eseguita dalla vittima nel momento in cui il ricordo del dolore si fa più forte. Si tratta d una trance da imperius indotta in ritardo. Ma non capisco come ciò possa cambiare..."

"Può. Tale associazione avviene nel tempo e con un lungo lavoro. Nell'animo della vittima vengono inserite le conoscenze necessarie ad agire, sebbene costui non ne sia consapevole. Non si tratta di una maledizione eseguida sul momento, come la Imperius più nota, ma a lungo pianificata."

"Severus Piton, queste sono informzioni estremamente interessanti, ma il Wizengamot non ha notizie nè prove che nulla di simile sia possibile", commentò il Presidente.

Severus Piton pose una Cioccorana sul banco dei testimoni. Si librò in volo fino a Ron. Lo guardò e gli disse: "Ronald, animerò quella Cioccorana. Essa sarà la tua vittima quando il tuo massimo dolore sarà rievocato. Userai contro di essa quanto hai appreso a tua insaputa riguardo l'Avada Kedavra. Imperio!".

Ron balzò indietro, nella gabbia.

"Come osa scagliare una maledizione Imperius in questa Aula, Severus?! Ordinerei la sua incarcerazione immediata, se non fosse che..."

"Vostro onore, guardi l'esperimento e smetta di tentare di esercitare il suo potere temporale su di me, coprendosi oltremodo di ridicolo". Senza dubbio, il antasma di Piton poteva concedersi quanto nessun vivo avrebbe mai potuto.

Il Presidente tacque per un istante. Poi aggiunse: "Mr Weasley, come si sente?"

"B... Bene vostro onore".

Piton alzò la bacchetta e la Cioccorana prese a muoversi quasi fosse viva.

"Weasley. Guardami. Odio doverlo ricordare, ma sei qui perchè sembrerebbe che tu abbia voluto vendicare la morte di tua madre. La morte orrenda di tua madre, Weasley."

Ron si sentì sprofondare di fronte a tale crudeltà. L'intero pubblico sembrò rabbrividire all'unisono mentre le parole venivano scandite. Ermione scoppiò in lacrime, ed, in silenzio, fece lo stesso Arthur Weasley. Ginny si strinse a Harry distogliendo lo sguardo da tutto, ed Harry la sentì rabbrividire.
Sebbene gli fosse stato annunciato pochi istanti prima, Ron non sarebbe mai stato pronto a sentirsi rinfacciare una cosa simile di fronte a tutti. Le lacrime stavano per sgorgargli in volto quando, d'un tratto, una forza ineludibile si impossessò di lui.
Perse il controllo di se stesso e si abbandon; ad una volont' non sua.

"AVADA KEDAVRA!" gridò con più odio di quanto sarebbe stato mai capace di provare.

Le sue parole riecheggiavano ancora nell'aula, mentre infiniti frammenti di ciocorana precipitavano sugli astanti.

"Ora vi sono prove", chiosò Piton fissando Roll, nell'orrore dell'intera Aula. E svanì.








Carta Oggetto: Cioccorana


_____________________________




(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 31
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-11 12:40:24   
Miko


Messaggi: 1118
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Da: Magna Aprilia
Status: offline
Capitolo XXVIII- "Il nuovo preside"


A quel punto la corte sembrava visibilmente sconvolta, preso atto del livello di magia necessario a praticare un incantesimo di tale potenza, tale da tenere la vittima sotto l’effetto di Imperius e costringerlo a scagliare a sua volta un’altra maledizione senza perdono come l’Avada Kedavra.
Era chiaro a tutti i presenti, maghi di alto rango davvero, che se qualcuno era arrivato a tali conoscenze magiche e come già dimostrato le aveva messe a disposizione del male allora tutto il mondo magico era davvero in guai enormi, dovendosi trovare a fronteggiare un nemico, che se possibile, era ancora più potente di quanto era stato 17 anni prima…
 
A risvegliare tutti i presenti e distoglierli da quei pensieri foschi fu il presidente del Wizengamot, che alzandosi in piedi disse con voce non molto ferma: “Il consiglio ritiene di aver raccolto sufficienti prove per giudicare l’imputato Ronald Weasley, pertanto si ritira per deliberare.”
 
A quel punto i membri del consiglio si ritirarono lasciando Ron davanti al tribunale a fissare sedie vuote, si girò cercando conforto e incrociò lo sguardo dei suoi amici, cercò nei loro occhi conforto e vi trovò molto di più, vi trovo l’estrema convinzione che tutto sarebbe andato a posto e che tutte quel dolore che gli era e che aveva egli stesso provocato prima o poi si sarebbe dissolto come quando la nebbia si dirada e il sole si fa strada illuminando a colori vivissimi tutto quello che prima era grigio e triste.
 
Hermione gli fece un dolce sorriso appena accennato e Ron si senti accendere di ottimismo, capì in quell’istante che l’amava e si disse anche che era davvero uno strano luogo e uno strano momento per innamorarsi, ma si disse anche che dopo tutto quel dolore era comunque una sensazione bellissima.
 
Alla fine Ron non seppe quantificare il tempo che passò a lui sembrò un tempo interminabile ma in realtà potevano anche essere stati pochi minuti.
Fatto sta che il Wizengamot rientò al completo e senza indugiare oltre il presidente si alzò e piedi e disse:
 
“Ronald Weasley, questa corte all’unanimità ha accolto la tesi del fu professo Severus Piton, contatando con i propri occhi che l’imputato ha indubbiamente agito sotto una volontà condizionata dall’incantesimo Imperius, pertanto ritiene l’imputato non colpevole!”
A quel punto un brusio scomposto scorse attraversò l’aula si stava già per festeggiare quando con un gesto fermo e imperioso il presidente zittì tutti e ricominciò a parlare.
“Tuttavia pur riconoscendo che Ronald Weasley non è colpevole di omicidio, ritiene che non sia affatto prudente che l’imputato torni ad Hogwarts assieme agli altri studenti per evitare che un simile fatto possa ripetersi, suggerisce pertanto l’espulsione dalla scuola di Ronald Weasley, e dico suggerisce perché la scelta definitiva spetta al preside di Hogwarts plenipotenziario per quanto riguarda gli studenti…”
 
A quel punto un’alta figura con un aura di superiore saggezza in un vestito che forse aveva visto troppi  lavaggi si alzò, e con voce imperiosa disse:
“In quanto preside di  Hogwarts ritengo che l’espulsione non sia affatto necessaria, affiderò il ragazzo ai nostri professori McGrannitt e Vitious che sicuramente sapranno come guarire il ragazzo dall’incantesimo che lo ha reso schiavo. Io Abeforth Silente Ordine supremo di Merlino preside di Hogwarts per ordine espresso del ministero della magia ho parlato.”
 
Tutti i presenti rimasero a bocca aperta lo stesso Harry fatico davvero a riconoscere il fratello del suo amato Silente, che aveva incontrato come barista  al pub “testa di porco” ad Hogsmeade e che gli era sembrato analfabeta e un po suonato, ma ora sistemato e sbarbato sembrava davvero esprimere la stessa saggezza e potenza magica che aveva animato il fratello scomparso.
Di suo Ron tirò un sospiro di sollievo per aver scampato anche la punizione minore .
 
“Bene”, proseguì il presidente: “Allora è deciso la corte assolve completamente l’imputato dall’accusa di omicidio e lo affida alle cure della Professoressa Minerva McGrannit e Professor Filipos Vitious affinché debellino l’incantesimo che lo opprime e lo rendano in grado di affrontare il nuovo anno scolastico senza essere un pericolo per gli altri studenti come suggerito, che venga messo a verbale, dal nuovo preside di Hogwarts Abeforth Silente. Incarica inoltre L’Ex Auror Alastor Moody di indagare su chi sia stato a scagliare la maledizione sul ragazzo per far luce su quanto è accaduto e sta accandendo al mondo magico. La seduta è tolta!”
 
A quel punto con la corte  che si ritirò i presenti non riuscirono a trattenere la gioia, solo il professor Roll in disparte non sembrava affatto contento di quanto era accaduto… Lo sguardò interdetto non sfuggì ad Harry che aveva avuto una sgradevolissima sensazione già al primo incontro con lui durante la sua festa, “quell’uomo è di una freddezza” allucinante si disse Harry al solo guardarlo ci si sentiva rabbrividire…sembrava davvero che avesse uno sguardo con lo stesso potere del soffio di un dissennatore.
 
Ma queste elucubrazioni furono interrotte dall’ arrivo di Abeforth, che posando una mano sulla spalla di Harry disse:;
“Sorpreso Harry?”
“Beh ecco dal nostro incontro precedente mi era sembrato che lei, ecco lei… come dire…”
“Fossi solo un vecchio un po suonato?”, sorrise il preside con benevolenza.
“Beh si più o meno”,  sorrise Harry rinfrancato.
Riprese il preside: “Come sai  Albus riteneva che rimanere nascosti e far credere al nemico di essere più deboli di quanto si è in realtà fosse un bel vantaggio, così negli ultimi anni ho agito nell’ombra al servizio dell’ordine raccogliendo informazioni e la copertura del vecchio analfabeta ha evitato che gli occhi di Lord Voldemort si posassero su di me”
Anche lui pronunciava il nome del mago malvagio senza alcun timore come aveva fatto il fratello, ed Harry fu sollevato pensando che tuttavia nonostante Silente fosse insostituibile il fratello era indubbiamente un mago al suo livello e fu contento che quest’anno ci fosse lui a vegliare su di loro.
 
A quel punto uscirono tutti  dall’aula e Alastor disse: ”ora occorre tornare a Grimmauld Place ho convocato una riunione con tutti i membri, per decidere il da farsi, inoltre è il posto più sicuro nell’attesa che cominci il nuovo anno scolastico. Detto questo si avviarono.
 
Harry troppo incuriosito chiese ad Abeforth come mai la scelta per la cattedra vacante di di difesa contro le arti oscure fosse ricaduta su di lui:
“Vedi Harry la cattedrà doveva essere affidata a Severus… ma come sai… non ci è stato possibile, a quel punto d’accordo con Minerva e gli altri professori, ho scelto una persona dal curriculum impeccabile e che fosse al di fuori di tutti i sospetti, così ho pensato a Roll che ha vissuto fuori d’inghilterra fino a che non è stato chiamato da me, mi sembrava che prendere una persona al di fuori di tutto fosse la scelta migliore. Ma ora non ne sono del tutto convinto…”









Carta Disgrazia- Espulsione


_____________________________


Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
Messaggio #: 32
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-17 13:49:20   
Arwen


Messaggi: 2891
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
Status: offline
Capitolo XXIX - Ritorno ad Hogwarts




L’agosto al n.12 di Grimmaud Place fu molto tranquillo, quasi noioso per Harry se non avesse avuto la compagnia di Ron. Di tanto in tanto usavano l’ampia soffitta per esercitarsi con la Pluffa, ma non poter salire sulla scopa metteva Harry di pessimo umore. L’assenza di Kreacher, invece, rendeva piacevole il soggiorno, sebbene regnassero ancora disordine e polvere.
Entrambi maggiorenni potevano finalmente assistere alle saltuarie riunioni dell’Ordine della Fenice che venivano indette per comunicare le novità e decidere il da farsi; ma dalla morte di Molly Weasley di novità ce n’erano ben poche. Per quanto fossero tutti in allerta non erano ancora giunti a capo di nulla, nemmeno della provenienza della maledizione Imperius di cui era stato vittima Ron.
Regnava un’apparente calma…si erano perse le tracce dei Mangiamorte ancora non catturati e lo stesso Voldemort sembrava sparito nel nulla da quando occludeva la sua mente. Harry aveva notato che dal giorno del suo compleanno non aveva avuto più alcun fastidio dalla cicatrice.
 
Hermione, dopo la solita villeggiatura estiva coi genitori, aveva raggiunto i suoi amici in Grimmaud Place ed aveva trascorso con loro i dieci giorni precedenti la partenza per Hogwarts. Si apprestavano ad affrontare l’ultimo anno, l’anno dei GUFO, e la sua agitazione era evidente:
- Dobbiamo studiare, altrimenti avremo dei GUFO orribili! – e – Smettetela di perdere tempo ed aprite quei libri! -  erano le frasi che ripeteva più spesso, ma Ron ed Harry si limitavano a lanciarsi sguardi eloquenti e a girare i tacchi.
Avevano perlustrato ogni stanza in cerca del lucchetto che ricordavano di aver visto in quella casa tempo prima, ma non ce n’era l’ombra. Tutti e tre si erano fatti un’idea precisa di chi lo avesse trafugato: Mundungus Fletcher.
 
Il primo settembre era infine giunto. Un piccolo drappello di rappresentanti dell’Ordine, formato da Moody, Tonks e Lupin, dal signor Weasley  e da Ginny, scortò i tre ragazzi al binario 9 e ¾ della Stazione di Londra. L’Espresso per Hogwarts era già al binario, ma si respirava una strana aria. Non c’era molto entusiasmo tra le famiglie dei ragazzi in partenza, regnava anzi un’apprensione generale.
Alle solite raccomandazioni riguardanti lo studio si sommavano le raccomandazioni di tenere gli occhi aperti e fare attenzione. Non si sottrasse nemmeno il signor Weasley:
- Ragazzi…Ginny, Ron, mi raccomando, non andatevi a cacciare in situazioni troppo grandi per voi! Capisco che avete voglia di far terminare questa faccenda, ma ci stiamo lavorando anche noi, soprattutto noi!
- E’ importantissima la vostra istruzione di quest’anno – prese parola Lupin – vi servirà per rendervi dei maghi capaci di affrontare situazioni ben più mature. Sebbene sappiamo tutti che ne avete già affrontate tante finora… Ma non sottovalutate quello che maggiori conoscenze vi possono aiutare a fare!
- Comunque ci sarà sempre qualcuno di noi ad Hogsmeade e nei paraggi di Hogwarts – aggiunse Malocchio Moody.

Il tempo degli ultimi saluti ed il capotreno fischiò la chiusura degli sportelli.
- Cerchiamo uno scompartimento libero – suggerì Hermione precedendo gli altri.
Il treno non era pieno come al solito, stavolta non dovettero arrivare in coda per trovare uno scompartimento tutto per loro.
- Allora, mi raccontate un po’ del nuovo preside? – disse Ginny ansiosa di saperne di più – Ho saputo da papà che era trai maghi del Wizengamot quando c’è stato il processo di Ron! Ma è davvero il fratello di Silente?
- Sì, è davvero lui! – rispose Ron – E pensare che non gli avrei dato due zellini!
- Ronald! – s’intromise Hermione - Ce lo ha detto lui stesso che era sotto copertura, quando lavorava alla Testa di Porco! Non dargli retta, Ginny, è un mago di grande cultura. Certo, non so se potrà mai eguagliare il fratello, ma..
- Ma niente! Come Albus Silente non ci sarà mai nessuno. – sentenziò Harry  - Speriamo solo che il buon sangue non menta. Piuttosto, cosa ne pensate del nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure?
- Durante il processo mi ha fatto venire i brividi… - disse Ron
La porta dello scompartimento si aprì:
- Di chi parlate? Avrete mica localizzato degli Sgrughi scozzesi? – domandò Luna Lovegood che fece capolino assieme a Neville Paciock. Questa volta Luna aveva in testa una fascia con attaccate tante piccole chele, una delle sue bizzarrie.
- Ho letto sul giornale di mio padre che ci sono state delle infestazioni di Sgrughi da queste parti, e so che mettono i brividi…
- Venite ragazzi, sedetevi con noi – li accolse Ginny.
- No, parlavamo del nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure. Red T. Roll…vi ricordate? Era alla mia festa di compleanno… - rispose Harry – Effettivamente ho avuto una strana sensazione entrambe le volte che l’ho visto.
Parvero essere tutti d’accordo con Harry.
- Cos’avete fatto quest’estate? – chiese Luna con fare distratto.
- Sapete, mia nonna come premio per aver superato al primo tentativo l’esame di Materializzazione mi ha portato in vacanza in campagna, ad agosto…ma è successa una cosa terribile. – disse concitato Neville – Mentre facevamo un pic nick con gli altri villeggianti è apparso un Dissennatore!
Si scambiarono tutti delle occhiate preoccupate, ed Harry sentì la tensione assalirlo.
- Si aggirava tra gli alberi e per poco non mi aggrediva! Pareva stesse cercando qualcosa o qualcuno in particolare….faceva tanto freddo, sembrava di essere in inverno.
Hermione annuì e gli fece un cenno d’incoraggiamento.
I Dissennatori erano al servizio di Voldemort da quando avevano lasciato Azkaban, se Neville ne aveva visto uno aggirarsi in luoghi di villeggiatura era molto probabile che ce ne fossero altri a pattugliare altri posti, secondo un piano preciso. – Qual è il suo piano? – sussurrò Harry.
Trascorsero lunghi momenti prima che qualcuno rompesse nuovamente il silenzio…il carrello dei dolciumi stava passando per la seconda volta. Fecero incetta di Gelatine tuttigusti + 1 e succo di zucca e cercarono di far trascorrere il resto del viaggio nel modo più spensierato possibile celando i propri pensieri e le proprie preoccupazioni.
 
Arrivati alla Stazione di Hogsmeade c’era ad accoglierli una voce familiare:
- Primo anno! Quelli del primo anno venite qua!
Hagrid, con la sua mole era una calamita per gli studenti del primo anno, che nonostante fossero intimoriti dalla sua stazza non riuscivano a resistere alla curiosità e seguivano la sua voce.
- Hey Harry! – fece salutandolo mentre scendeva dal treno.
- Ciao Hagrid, finalmente sono di nuovo qui!
- Lo so, lo so, questa è come casa tua…ti capisco bene! – Hagrid sorrise ammiccando col suo rubicondo faccione. – E’ meglio che vai, se no le carrozze non ti aspettano, sai? Ci vediamo al castello!
Mentre il mezzo gigante conduceva i ragazzini del primo anno al porticciolo, dove li aspettavano le barche che li avrebbero condotti ad Hogwarts attraverso il lago, Harry raggiunse le carrozze trainate dai Thestral cercandone una libera.
- Harry! Qui! – Era Ginny che gli aveva tenuto il posto sulla sua…



Carta Nemico: Dissennatore


< Modificato da Arwen -- 2007-03-17 13:53:05 >



_____________________________






(Risposta a Miko)
Messaggio #: 33
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-20 17:05:51   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Cap. XXX
La prima volta ..



Non vi furono cerimonie, ne smistamento, ne inaugurazione del nuovo anno scolastico o banchetto di benvenuto per loro due.
Mentre il cappello parlante iniziava a cantare il dolore di tutti per la scomparsa di Silente, Harry e Ginny annullarono l’uno nelle braccia dell’altro la tristezza infinita che li colmava unendo le proprie anime in un gesto d’amore disperato.
Fu l’incertezza del domani, l’orrore del presente o semplicemente il desiderio di stare assieme e fugare la paura: la diga ai propri sentimenti che il ragazzo con tanta fatica aveva eretto si sbriciolò in un istante quando Ginny, nella carrozza che li portava al castello, insinuò la piccola mano bianca tra quelle di lui, le labbra che tremavano, gli occhi tristi di chi, al par suo, aveva già imparato cos’era la sofferenza.

L’alba li sorprese abbracciati.
La sirena dai lunghi capelli ramati cantava in modo suadente dalla vetrata del bagno dei prefetti:  i primi raggi del sole filtravano dalle imposte, dipingendo macchie di colore sul pavimento e sui corpi abbandonati dei due ragazzi addormentati.
Destatosi lentamente, Harry si sollevò a sedere, cercando a tentoni gli occhiali.
La sirena di vetri piombati lanciò un occhiata in tralice al petto nudo di Harry, poi ridacchiò e continuò a spazzolarsi i capelli con un pettine d’avorio.
Ginny dormiva ancora, a fianco del ragazzo, la soffice massa di capelli rossi a coprire le spalle nude, cosparse di lentiggini dorate: Harry chiuse gli occhi, lasciandosi inebriare dal lieve sentore di fiori che pervadeva l’aria e dalla sensazione di benessere che lo colmava.
Durò poco, molto poco .. solo il tempo di riaprirli e di trovarsi davanti Ron ed Hermione, la bocca spalancata, gli occhi sgranati:
- Vedi Ron .. –
Commentò abbastanza incongruamente un Hermione rossa d’imbarazzo fino alla radice dei capelli:
- Loro non si fanno tutti i problemi che ti fai tu .. -
- Ve .. vedo .. –
Rispose Ron, balbettando, quando Ginny, sbattendo gli occhi, si sollevò sui gomiti.
La ragazza alzò un braccio a coprirsi il seno e con uno sbuffo sbarazzino soffiò indietro un ricciolo dorato che le cadeva sulla fronte.
Sorrise .. radiosa .. e sostenne con aria di sfida lo sguardo del fratello, che continuava a guardarla imbambolato.
- Cosa vorresti dire ? -
Sbotto infine Ron, rivolto ad Hermione:
- Che problemi mi faccio io ? -
La risata argentina della sirena echeggiò nella stanza, a suo modo inquietante ..


Una stretta ed alta finestra istoriata illuminava la piccola cella dall’altrimenti monacale rigore.
La vetrata, decorata con vetri piombati, aveva toni predominanti d’azzurro: rami di corallo stendevano le loro braccia da un fondale di conchiglie e stelle marine.

L’uomo, ammantato di nero,attendeva in piedi: gli occhi freddi e dal taglio obliquo, di un azzurro gelido .. quasi acquoso .. fissi sulla vetrata.
Quando la sirena dai capelli ramati si affacciò, le linee spigolose del viso vennero accentuate dagli occhi bianchi, atoni, spiritati:
- Dimmi .. -
Ingiunse lui:
La sirena di vetro ebbe come una scossa, poi la voce argentina del suo canto di antica malia e perdizione colmò la piccola cella.
L’uomo annuì, la crudele bocca sottile distorta in un sorriso compiaciuto:
- Quante debolezze .. Potter .. -
Sussurrò ..
 


Pensieri cupi sul fatto che a Ron, per uccidere un professore, erano bastate prove molto più vaghe accompagnarono Harry per tutta la mattina ..
- Eravamo venuti a cercarvi .. eravamo preoccupati: non vi abbiamo visto tornare ieri notte .. –
Gli aveva sussurrato, quasi con tono di scusa, un poco imbarazzata, Hermione, sedendosi tra lui e Ron durante l’ora di Pozioni.
Il professor Lumacorno si era esibito nella complicata preparazione dell’Estratto di Morte Vivente di terzo livello perdendosi poi in una dotta dissertazione sull’efficacia della Salvia Mentolata del Transval se aggiunta in piccole dosi su estratti base del composto.
Nel complesso una lezione tediosa .. Harry uscì con la testa in subbuglio ed una strana aspettativa addosso..
La lezione seguente era Difesa Contro le Arti Oscure.
Il professor Red T.Roll era già seduto alla cattedra: avvolto in un manto nero, il cappuccio tirato indietro che lasciava scoperto un volto pallido, ed emaciato, dagli occhi freddi e dal taglio obliquo, di un azzurro gelido .. quasi acquoso ..
Le labbra erano sottili .. vizio e corruzione a malapena celati da un ambiguo sorriso ..
Red T.Roll attese che tutti furono seduti poi, nel silenzio generale iniziò a sussurrare con un tono di voce così basso che i più furono costretti a sporgersi in avanti:
- Il mio nome è Red Tomdov Roll -
Il gesso, sulla lavagna, prese a muoversi da solo: RED TOMDOV ROLL scrisse ..
- Come già sapete sarò il vostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure, quest’anno ..
Nel mio corso non imparerete vuote formule, sciocchi incantesimi, inutili nozioni .. Nel mio corso imparerete l’odio, il rancore, la rabbia ..
I ragazzi sgranarono gli occhi, esterefatti da questa premessa
- Imparerete la brama ed il desiderio di sopraffazione, la sublime bellezza della corruzione e del male che la pervade .. Delle arti oscure imparerete l’essenza: l’anelito alla vita immortale che passa attraverso la morte -
- Pe .. Pe .. Per combatterle .. Vo .. volete dire, signore -
Balbettò Neville, un poco scioccato.
Red T.Roll sorrise .. un sorriso falso, che non si riflesse nello sguardo:
- Certo Paciock, certo .. –
Sibilò .. poi fece una lunga pausa:
- L’Odio .. questo il sentimento puro, l’essenza del male .. il cardine sui cui poggia la forza dell’Oscurità ..
Il gessetto prese a muoversi di nuovo: ODIO, tracciò, stridendo sulla lavagna.
- Le Maledizioni senza Perdono si basano sull’odio: per lanciare l’Avada Kedavra non basta il gesto, la bacchetta e la parola .. per lanciare una maledizione mortale bisogna odiare l’avversario, odiare la vita, se stessi, ogni cosa .. -
In classe non volava una mosca: la lezione si stava svolgendo in maniera inquietante, toccava argomenti scabrosi fino ad allora trattati solo di sfuggita sui manuali.
- Il rancore .. la rabbia .. il risentimento .. la ferocia .. tutto scaturisce dall’odio .. -
La voce di Red T.Roll era ridotta ad un sibilo, a malapena udibile .. il gesso stridette ancora, ed ancora: RANCORE, RISENTIMENTO .. molte ragazze, nell’aula, si coprirono le orecchie con le mani ..
- L’indifferenza poi, e l’orgoglio estremo, o l’estremo egoismo .. il disprezzo verso tutto ciò che si dice buono, e puro .. tutto ciò che è debole, direbbero alcuni .. -
INDIFFERENZA, DISPREZZO .. il gessetto stridette un ultima volta, poi si spezzò ..
- Questo .. -
Il professore indicò con la bacchetta le parole scritte in stampatello sulla lavagna.
- Questo il programma di quest’anno .. -
Harry rilesse tra se e se .. attonito, allibito: odio, rancore, risentimento, indifferenza, disprezzo Quello era il programma ? Scosse il capo, incredulo ..  
- Ma questa, in fondo, è solo teoria .. -
Red T.Roll alzò all’improvviso il tono di voce .. in un turbine di polvere, il programma venne cancellato dalla lavagna, lasciando scritto solo il suo nome:
- Teoria! Che senso ha che pediate il vostro tempo nello studio di Inferi, Vampiri, Dissennatori o Lupi Mannari .. Il pericolo vero non verrà più, per voi, dalle creature della notte .. ma da maghi, maghi come voi .. anche se, concedetemelo .. -
Il professore squadrò a lungo la classe:
- Incredibilmente più capaci .. -
Harry, suo malgrado, non potè far altro che annuire.
L’insegnante fece una pausa, piuttosto lunga .. poi si voltò a fissare Harry:
- Potter .. -
Il ragazzo alzò lo sguardo, sostenendo, in modo fermo, quello del professore:
- Siamo tutti strabiliati dalle imprese degli ultimi anni ..
Le sue labbra si distorsero in un ghigno crudele:
- Il “Prescelto” -
Lo canzonò.
- Si, è così che mi chiamano .. -
La rabbia, instantanea, fiammeggiò negli occhi del ragazzo; il professore annuì.
- Vieni qui, Potter .. sulla pedana .. -
Red T.Roll , con un ampio gesto della mano, invitò Harry in centro all’aula; tutti si sporsero in avanti, in attesa:
- Solo una dimostrazione pratica .. Giusto per saggiare il livello di preparazione della classe ..
Harry salì sulla pedana della pista per i duelli, estrasse la bacchetta e si accinse a fare i saluti di rito quando .. STUPEFICIUM ! .. lo schiantesimo lo catapultò contro il banco di Cho Chan: libri, calamai, penne d’oca e fogli di pergamena volarono da tutte le parti ..
- Il saluto Potter!  .. IL SALUTO ! .. Credi che un Mangiamorte perderebbe tempo con i convenevoli ? -
FERAVERTO!  ingiunse Harry: la bacchetta si mosse con un movimento leggero, ed i fogli di pergamena che ancora volteggiavano sopra di lui si ripiegarono su se stessi, assumendo la forma di innocui aereoplanini. Una piccola flotta di carta si librò al di sopra del ragazzo.
- O credi forse che un Mangiamorte perderebbe tempo con questi patetici giochetti?
Aereoplanini Potter ? AEREOPLANINI ?-
Il volto del professore era ora una maschera feroce: spianò la bacchetta, con un gesto finale ..
CRUCIO ! Ruggì ...
OPPUGNO ! Urlò Harry, di rimando:
Lo stormo si impennò e poi scese in picchiata, riversandosi contro l’insegnante: la maledizione senza perdono si annullò, abbattendosi sugli aereoplanini, accartocciandoli in un turbinio di fogli strappati.
Uno tra essi tuttavia, sfrecciò attraverso l’aula, colpendo di striscio, con il bordo dell’ala, la guancia di Red T.Roll, per poi planare, ormai inoffensivo, tra il gruppo di ragazzi di Serpeverde.
Una sottile linea di sangue evidenziò il graffio sottile provocato dall’ala; il professore si sfiorò la guancia con la punta delle dit,:
- Il primo sangue è tuo, Potter .. -
Sibilò, la bocca sottile distorta in un sorriso lascivo ..
- Questo ! ..
Soggiunse poi, mostrando la mano insanguinata alla classe:
- Questo è quello che pretenderò da voi, quest’anno ! ..
La classe non fiatò, ed Harry si rialzò, lentamente .. era già stato schiantato altre volte, ma mai così duramente ..
Il professore non lo degnò di uno sguardo, e si risedette alla cattedra, sul volto esangue un sorriso crudele.
- E’ tutto, per oggi .. potete andare .. -

Con mormorii tra l’eccitato e lo scandalizzato, i ragazzi abbandonarono l’aula ..
Le lettere scritte col gesso sulla lavagna presero a vorticare in una danza sinuosa, scambiandosi di posto in anagrammi improbabili, ed impossibili ..
Il volto di Red T.Roll era una maschera indecifrabile.


Il baule ai piedi del letto si aprì, cigolando: mani sottili, dal pallido incarnato, sollevarono manti ripiegati con cura, camicie stirate, spostarono calzini e maglioni .. sul fondo, accanto ad vaso chiuso, venne deposto un aereoplanino di carta: l’ala sinistra era sporca di sangue.


Carta Creatura Magica:
Sirena
 

< Modificato da Haisonder -- 2007-03-20 17:25:43 >

(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 34
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-24 16:26:58   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline
Capitolo XXXI: Pronti a partire


Nelle settimane seguenti, la vita ad Hogwarts proseguiva più o meno senza troppe sorprese. A parte la mancanza del Quidditch e l’atmosfera opprimente che ormai aleggiava nel mondo magico, le giornate si susseguivano stancamente, una dopo l’altra.
Harry e Ginny passavano molto tempo assieme, rinsaldando il loro legame. Spesso si isolavano dagli altri amici, che più di una volta li lasciavano soli, a parlare, tenendosi in disparte. I due ragazzi condividevano molto, ormai nella propria vita. La perdita della madre per Ginny, era un duro colpo da assorbire, e il poterne parlare con qualcuno che avesse vissuto la stessa esperienza, oltre ai suoi familiari, era per lei fonte di serenità. D’altra parte Harry si sentiva, per la prima volta in vita sua, in grado di comunicare apertamente con un altro essere umano, che l’amava. I suoi sogni, le sue paure, ma che le sue –poche- speranze, potevano finalmente trovare uno sfogo che non rimanesse solo tale. Ginny dava ad Harry quell’appoggio intimo e spirituale che aveva sempre desiderato.
Ron ed Hermione, dal canto loro, restavano spettatori partecipi ma comunque distanti di questa bella storia d’amore. Era evidente a tutti quanto i due fossero attratti l’uno dall’altra, ma nessuno dei due finora aveva preso coraggio per dichiararsi apertamente. Sembrava che aspettassero una svolta che tardava ad arrivare.
Un pomeriggio di inizio inverno, Harry era in biblioteca a prepararsi per le prove intermedie, quando intravide Hermione, in un angolo, che sfogliava velocemente un tomo dall’aspetto antico e polveroso. Girava le pagine avanti e indietro, senza apparente motivo, ed Harry intuì che l’amica aveva perso la sua prodigiosa concentrazione nello studio, e che il motivo doveva essere serio. Si avvicinò quindi a lei, e si sedette al suo tavolo.
“Che ti succede, Hermione?” le chiese.
“Oh, Harry…no, niente, non riesco a trovare…”
Harry le prese il braccio dolcemente, con una mano e la guardò negli occhi con un timido sorriso. “A me puoi dirlo.”
Lei lo guardò, e si fece seria.
“Harry…è che… insomma, vorrei riuscire a parlare con Ron, serenamente, così come parliamo io e te.” L’amico le sorrise, dolcemente.
“Io so che potremmo…insomma, essere felici insieme” fece lei, arrossendo “ma lui tentenna sempre, non capisco se è poco convinto dei suoi sentimenti o…se è solo troppo timido.” La ragazza abbassò lo sguardo, sconsolata.
“Hermione, credimi, lui non ha dubbi su di te. Si vede lontano un miglio cosa prova. E’ solo uno zuccone! E un imbranato, come tutti noi ragazzi, in fondo.”
Hermione sorrise all’amico.
“Devi solo decidere cosa fare: attendere ancora, oppure farti avanti tu. Parlagli serenamente, sii sincera e vedrai che, a quattr’occhi, non si nasconderà più.”
Harry strinse entrambe le mani di Hermione fra le sue, e le diede un tenero bacio sulla guancia.
“Grazie, Harry. Sei davvero un amico” rispose felice la ragazza.
I due vennero interrotti bruscamente da un ragazzino del primo anno, che girava per la biblioteca chiamando “Harry Potter! Harry Potter!” e suscitando l’ira e ripetuti “Shhhhhh” da parte dei presenti.
Arrivanto ansimante al tavolo dei due amici, il giovane, visibilmente emozionato e sudaticcio, consegnò un rotolo di pergamena a Harry.
“Grazie” fece Harry, un po’ sorpreso. Il giovane se ne andò via correndo, tutto soddisfatto.
“Cos’è?” chiese Hermione.
“Una…convocazione. Dal Preside…Silente.” Harry also lo sguardo e fissò Hermione.
“Bene” disse lei, “speriamo sia ora di tornare alla nostra missione, Harry”.
Più tardi, dopo cena, Harry si diresse verso lo studio del Preside. Srotolò ancora una volt ail messaggio che gli era arrivato e pronunciò solennemente:
“Cinghiale in salmì!”. La porta di pietra si aprì lasciando scoperte le scale a chiocciola, che Harry percorse con un po’ di apprensione.
Entrato nello studio, fu forte l’emozione di trovare il nuovo Preside che chiacchierava amabilmente con il…fratello, attraverso il suo ritratto animato.
“Oh, eccoti qui Harry! Ti stavamo aspettando” esclamò Aberforth, invitando Harry a sedersi su una poltrona accanto a lui.
“Ciao Harry” disse dolcemente il ritratto di Albus.
“Preside…ehm, professore” fece Harry, imbarazzato.
“Harry, ti abbiamo chiamato perché vorremmo parlarti di una cosa” disse Aberforth. “Sono passati alcuni mesi da quando l’Ordine ha distrutto l’ultimo Hprcrux, ormai”.
Harry annuì, in silenzio.
“Crediamo” disse Albus “che almeno uno dei rimanenti Horcrux sia da qualche parte qui, ad Hogwarts”.
Harry fece un’espressione sorpresa. “Ma…dove, professore?”
“Non ne abbiamo la certezza ma…è probabile che si trovi nei pressi del cimitero di Hogwarts”. Albus fece un mezzo occhiolino ad Harry.
“Ricordi quello che ti dissi riguardo a Voldemort e al suo legame con i fondatori della Scuola?”
“Sì” rispose Harry. “Ma…come mai lo stato dicendo a me?”.
“Perché riteniamo, Harry, che dovresti guidare tu la ricerca e la distruzione di quel cimelio “ disse Aberforth.
“C’è qualcosa che non sai, Harry…ed è una cosa di cui ci dobbiamo occupare noi” disse solennemente Albus. “C’è una presenza oscura nella Scuola, Harry. Pensiamo che sia qui per recuperare l’Horcrux prima di noi. E dobbiamo impedirglielo!”.
“Cosa devo fare, signore?” chiese Harry, determinato.
“Devi preparare una squadra, con i tuoi amici. Non dovrete essere in molti, o attirerete l’attenzione. Noi, nel frattempo, troveremo il modo di attirare questa persona in una trappola, lontano dal Cimitero. In questo modo, lasceremo a voi il tempo di trovare l’Horcrux e di annientarlo.”
“A proposito, professore. Io sono ancora in possesso del cimelio di Godric…”
I due Silente annuirono insieme.
“Portalo con te in questa missione, Harry. Ti sarà utile, e al termine, dovrai annientarli entrambi. Pensi di riuscirci?”
“Sì, signore. Farò del mio meglio, e ho i miei amici al mio fianco.”
“Bene” rispose Aberforth. “Ora non ti resta che prepararti, e attendere un nostro segnale”.
“Posso chiedervi però…chi è questa persona malvagia che si aggira nella Scuola?”
“Meglio che tu non lo sappia, Harry. Potresti destare maggiori sospetti, se lo sapessi. Lasciamogli credere di averci ingannati.” Disse Albus, ammiccando verso Harry.
Il mago si congedò dai due, e tornò nella sala comune dei Grifondoro.
“Ron, Ginny…dov’è Hermione?” disse Harry agli amici. Hermione li raggiunse.
“Devo parlarvi, subito. In privato!”
I quattro si allontanarano a trovare un posto tranquillo.
Fuori, una bufera di neve iniziava a soffiare.


---

Carta personaggio: Preside.



_____________________________



(Risposta a Haisonder)
Messaggio #: 35
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-28 4:05:22   
Taym


Messaggi: 5400
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-07
Da: Valimar
Status: offline
Capitolo XXXII: Una notte da Lupi
 
Mentre percorrevano i corridoi il vento si levò, mettendo a dura prova le strette ed alte finestre del castello. I vetri sbattevano spezzando in modo sinistro il ritmo echeggiante dei passi dei quattro ragazzi.
Svoltati alcuni angoli in modo da guadagnare la ragionevole certezza di non essere ascoltato, Harry finalmente si arrestò.

"Qui andrà bene. Ascoltate. Il Preside mi ha assegnato un comito. Lo ha assegnato a tutti noi, a dire il vero."


Ron, Hermione e Ginny ascoltarono Harry con attenzione ed una certa apprensione,  nel buio della notte; la flebile luce esterna riflessa dal candore della neve aveva reso superfluo l'uso di un incantesimo lumos, ma aveva diffuso nell'aria un'atmosfera più cupa di quanto i quattro non avessero gradito.

"Quando?" chiese Ginny.

Ron trattenne lievemente il respiro, temendo per un istante di ascoltare la riposta di Harry.

"Questa notte", disse infatti il giovane mago, con lo sguardo animato di determinazione.

Il silenzio che seguì durò alcuni lunghi istanti, durante i quali le tenebre sembravano squarciate dagli occhi pressanti ed incoraggianti di Harry.
"Bene", disse Ginny, infine.
"A cosa dobbiamo prepararci?", chiese Hermione, analitica e non meno determinata, presupponendo che Harry sapesse qualcosa in più. "Perché questa notte?" aggiunse  Ron, con un sospiro.

Harry gli mise una mano sulla spalla. "Vuoi la verità? Non lo so, Ron. Ma non abbiamo tempo. Hermione, non so cosa dobbiamo aspettarci. Speravo che tu avessi qualche idea".

Hermione sospirò, senza risposta, prendendo a pensare in che modo un cimitero, seppur in un luogo sicuro come Hogwarts, potesse essere dimora del pericolo. Certo, Hogwarts era stata ormai violata.

"Harry, non ho un buon presentimento", disse Ginny fissando qualcosa nell'aria, come Harry l'aveva vista fare in alcune altre occasioni; Harry più volte si era chiesto cosa cercasse con lo sguardo quando seguiva le sue intuizioni, ma certo non era quello il momento più opportuno per indagare.

"Dobbiamo comunque andare. Dobbiamo farlo per Silente, e non solo." disse Harry.

“D’accordo.” Hermione si animò per prima, e li guidò giù da alcune rampe di scale, oltre i corridoi che i ragazzi conoscevano a memoria, fino a giungere all'ingresso del castello.

Sorprendentemente, Gazza non si era fatto vivo nonostante tutti avessero sentito Miss Fur sfrecciare silenziosa accanto a loro in più di una occasione.

"Bene. Usciamo!" sussurrò Harry precedendo la mano di Hermione sul grosso maniglione interno. Tirò a sé l'enorme uscio, lentamente, di quel poco necessario per sgattaiolare fuori. Tuttavia l'uscio non arrestò la sua corsa lì dove Harry avrebbe voluto. Sentita la pressione sul palmo della mano, Harry balzò indietro. "Ma che diavolo..."

L'enorme portone si spalancò, svelando due occhi rosso fuoco che brillavano nella notte. I quattro a stento soffocarono un grido. Ron indovinò una folta peluria nera che faceva da contorno a quello sguardo selvaggio ma intelligente.
"Harry, allontanati! Un lupo!!"
"Un lupo mannaro!" gridò Hermione strattonando Harry via dall'uscio. Harry cadde addosso ai suoi amici, facendoli rovinare a terra.

 
Appena  i quattro si furono rialzati, pronti a fuggire, si accorsero che la creatura era svanita.
Ginny fece un passo fuori dall'uscio. "Lumos", sussurrò, percorrendo poi  l'orizzonte con la bacchetta nella vana speranza di vedere la creatura allontanarsi.

"Nulla. Sparita."

"Cosa diavolo ci fa un lupo mannaro sull'uscio di Hogwarts?!" disse Hermione, ancora ansimante; “ non ha nessun senso!”

"Chi lo sa..." intervenne Ginny. "Ma non mi piaceva affatto. Tutta questa storia non mi piace. Non voglio essere pessimista, ma ho un terribile presentimento."

"Era reale, secondo te?" chiese Harry.

"Reale o no", disse Ron, "era dalla parte giusta del portone: fuori! Chiudi immediatamente quel dannato portone e torniamo su a dirlo a Silente! Un lupo mannaro!! Cosa diavolo aspettate?" e fece per afferrare, con estremo timore ma in gran fretta, il maniglione.

"Aaspettate!" griò una voce dall'esterno.
Ron balzò indietro. 

Il viso emaciato e pallido di Draco si affacciò sull'uscio. Sorrideva placidamente.

"Draco! Da dove diavolo vieni?"
"Ero a fare due passi", disse Malfoy con noncuranza.
"Cosa?? Cosa stai dicendo, Malfoy?!" disse Ron con foga, riuscendo a stento a non  gridare. "C'era un lupo mannaro qui fuori!"
"Ad Hogwarts? Non dire sciocchezze, Weasley", rispose il ragazzo, completamente rilassato.
Li guardò interdetto, quasi non comprendesse il loro stupore. Infine, decise che non aveva voglia di capire. "A domani, ragazzi. Vado a dormire", e si congedò con la gentilezza inusuale che aveva usato con loro sin da quando, l'estate precedente, era stato a casa dei Granger.

"Ragazzi, che diavoo sta succedendo?! Dico, che diavolo sta succedendo?" prese a chiedere Ron febbrilmente.

"Datti una calmata, Ron. E' chiaro che Draco non era in sé. Tutto questo deve essere causato dalla presenza oscura di cui parlava... Silente. Anzi, forse quel che abbiamo vi...." si inerruppe.

"Cosa c'è?" chiese Harry.
"C'è... c'è del sangue sul maniglione del portone!"

Harry e Ron si guardarono i palmi delle mani, ed entrambi avevano i palmi della mano destra sporche di sangue.








 
Carta Nemico: Lupo Mannaro

< Modificato da Taym -- 2007-03-28 4:08:41 >



_____________________________




(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 36
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-03-31 14:44:17   
Miko


Messaggi: 1118
Primo ingresso in Numenor: 2004-04-29
Da: Magna Aprilia
Status: offline
Capitolo XXXIII: Diversivo

Il sangue sulla maniglia poteva significare soltanto una cosa… il male stavolta si nascondeva dentro Hogwarts.
Al solo pensiero Harry rabbrividì, pensò che la missione per quella sera dovesse aspettare, perché ai suoi occhi appariva chiaro che all’interno del castello c’era qualcuno che aveva bisogno di aiuto…
 
“Andiamo a cercare il proprietario di quel sangue!”, esclamò Harry.
Ron strabuzzando gli occhi: “Co-cosa hai detto ? ”.
“Harry sei sicuro?”, rincarò Hermione: “Penso che sarebbe saggio avvertire il preside e raccontargli quanto abbiamo appena visto!”
 
“No! C’è qualcosa che non va e qualcuno è tutt’ora in pericolo, ferito o peggio morto da qualche parte, Seguitemi!”, e Harry si mosse fra gli sguardi incerti di Ginny e degli altri amici, Hermione si trovò a pensare che dalla sera in cui avevano visitato la casa dei suoi genitori, il vecchio Harry non esistesse più, non era più un giovane maghetto, ma una persona totalmente nuova che aveva fatto della determinazione e della sete di giustizia gli stimoli che gli consentivano di andare avanti, osservandolo alla giovane strega non sfuggì che nei suoi occhi la luce dell’adolescenza era totalmente scomparsa lasciando il posto ad una sicurezza incrollabile che rasentasse quasi la spavalderia e si chiese se questo nuovo Harry non stesse inesorabilmente correndo verso la distruzione nel tentativo di annientare un potere che era evidentemente più grande di lui.
Lo stesso Ron la cui insicurezza era il tratto dominante del carattere era cambiato da quando la madre era stata barbaramente uccisa e quasi senza esitare si mosse a dar manforte all’amico.
Prima di mettersi a correre al loro fianco, Hermione ebbe un ultimo pensiero, la sicurezza che tutti erano cambiati e cresciuti in quell’estate appena trascorsa costretti a crescere abbandonando anzitempo la giovinezza e che soltanto l’amicizia che li legava, un sentimento talmente forte da essere indissolubile, era in grado di sconfiggere il male che si diffondeva a macchia d’olio sul mondo dei maghi.
 
Correndo come matti i 4 amici si fermarono davanti al salone delle coppe dal quale udirono provenire un flebile lamento, il lamento di un uomo ferito che non lasciava adito ad errori.
Harry e Ron provarono a turno la porta che risultava chiusa e anche tentando insieme non riuscirono ad aprirla. A quel punto Hermione con l’espressione un po annoiata e esasperata disse: “Voi due, ehi voi due Maschioni… vi spiacerebbe scansarvi per favore…?”
I due si guardarono interdetti e si posizionarono ai lati della porta.
A quel punto Hermione estrasse la bacchetta pronunciando la consueta formula: “Alhomora!”.
Il portone si spalancò immediatamente, Ron si mise le mani fra i folti capelli neri battendosi la fronte per non aver capito prima che la porta era stata sigillata magicamente.
E fra i sorrisini di Ginny e l’espressione soddisfatta di Hermione, Harry si precipitò di corsa in direzione del lamento.
 
Poco distante dal centro della stanza dietro una delle vetrine riverso a terra trovarono il professor Lumacorno, l’insegnante di pozioni.
Harry si chinò su di lui e Ron che era d’appresso: “E’ m….”, “NO!” Gli fece eco subito Harry, “Ma mi sembra ferito gravemente, Ginny corri vai a svegliare madama Chips, e tu Hermione di corsa a svegliare il preside e la McGrannitt!”
Il tono e l’urgenza di Harry non ammettevano discussioni, il carisma e il comportamento da leader erano un'altra caratteristica del nuovo Harry, che se prima rifiutava quel ruolo ora ne sopportava il penso con consumata esperienza.
Così Ginny e Hermione corserò via ad assolvere i compiti loro assegnati mentre Ron ed Harry si chinarono ad aiutare il professore.
 
Una ferita profonda gli attraversava il grosso ventre e la forma con 4 terrificanti strisce parallele con i bordi irregolari, non lasciava spazio ai dubbi, era stato senz’altro attaccato da un lupo mannaro e la consapevolezza che era stato quello che avevano appena visto fuggire nel parco li lasciò davvero perplessi si guardarono e Harry disse: “Avevi torto Ron il lupo non era dalla parte giusta del portone, visto che veniva da dentro…”, “Ha-Ha-Harry Vuoi dire che ad Hogwarts c’è un lupo mannaro???”, esclamo Ron preoccupato. “Malfoy…”, disse Harry quasi sotto voce…, “Ma come…”, “Ricordi in che stato è arrivato a casa Granger e hai notato quanto è pallido ed emaciato ultimamente?”
Ron tacque, messa in quel modo anche a lui appariva chiaro che non c’erano dubbi.
 
Frattanto arrivò di corsa Madama Chips che si chinò ad esaminare la ferita, Harry chiese come stesse il professore.
“E’ conciato male ma lo posso guarire, ma se solo fossi arrivata un po più tardi a questo punto sarebbe spacciato!”
 
Nel frattempo arrivarono la McGrannitt e il preside Silente seguiti dalla figura scura e minacciosa del professor Roll, che dall’espressione sembrava tutt’altro che sorpreso o almeno fu quello che gli occhi gelidi dell’insegnante di difesa contro le arti oscure comunicarono ad Harry.
Con un incantesimo di levitazione portarono in tutta fretta Lumacorno in infermeria che fu lasciato alle cure di Madama Chips.
 
Abeforth Silente prese Harry da parte, e gli disse: “Harry sai cos’è un diversivo?”
Harry guardò stupito il preside e disse “Vuole dire che…”
“Suppongo che dovremmo controllare, ma ho la netta impressione di sapere cosa troveremo nel cimitero…”, lo anticipò il preside.
 
Harry prese Ron ed insieme ad Hermione si avviarono di corsa nel cimitero dietro il parco di Hogwarts, correndo come pazzi di nuovo Harry ebbe la consapevolezza che quella sera gli era stato giocato un trucco e le forze del male che agivano in quel momento avevano senza dubbio segnato un punto importante al loro favore.
 
Giunti sul posto Harry si diresse verso la tomba monumentale di Tosca Tassorosso e l’altare postovi davanti con l’incisione e la lapide erano stati polverizzati al loro posto un cumulo di macerie e affacciandosi sull’enorme buca che era comparsa al loro posto Harry trovo solo una cassa funebre con il coperchio divelto, la coppa posto che si fosse davvero trovata lì adesso non c’era.
 
Ed  alzando gli occhi il cielo maledicendo la propria stupidità per essersi fatto sfuggire l’horcrux da sotto il naso vide una cosa che gli fece gelare il sangue.
In alto accanto alla luna piena tra una nuvola dalla strana forma e l’altra compariva beffardo il simbolo dei mangiamorte.
 
Harry l’aveva già visto altre volte e questo non faceva altro che avvalorare la sua ipotesi su quello che era avvenuto quella sera.
Frattanto anche gli amici si accorsero dell’oscuro simbolo, Ron cinse con gesto di protezione le spalle di Hermione e Ginny si nascose impaurita dietro Harry.
“Harry con gli occhi bassi disse, è stato un diversivo come sospettava il preside Silente, mentre noi eravamo distratti dal lupo, qualcuno è venuto qui e ha recuperato la coppa di tassorosso, ora è in mano loro, ma Malfoy ha qualcosa da spiegarci…”, concluse serrando le labbra e comprimendole fino a farle diventare bianche. La coppa andava recuperata e subito, o Voldemort non poteva essere ucciso.



Carta incantesimo- Alohomora


_____________________________


Life is full of unexpected twists and turns. Sometimes you think you’re on the road to Madrid, yet you end up in Rome



(Risposta a Taym)
Messaggio #: 37
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-04-02 18:39:37   
Arwen


Messaggi: 2891
Primo ingresso in Numenor: 2002-07-09
Da: Imladris
Status: offline
Capitolo XXXIV - Nuovi piani




- Meglio rientrare adesso – suggerì Hermione.
- Già, e sarà meglio avvisare il preside di tutto questo – disse Ron mentre si incamminavano verso il castello.
- Ci penso io ad avvertirlo, - disse perentorio Harry -  voi tornate nella Sala Comune ed aspettatemi lì, devo parlarvi di una cosa . – Nessuno trovò niente da obiettare e così fecero.
 
Pochi minuti dopo si ritrovarono nella sala comune dei Grifondoro. Il fuoco si stava spegnendo e a quell’ora non c’era nessuno sveglio, oltre loro quattro, in tutto il dormitorio.
- Cos’ha detto Silente? – chiese Ginny andando incontro ad Harry ed abbracciandolo, non appena questi varcò l’entrata dietro al quadro della Signora grassa
- Si aspettava ciò che gli ho riferito. – disse ricambiando l’abbraccio e perdendo lo sguardo trai tizzoni nel camino inebriato dal delicato profumo di fiori.
 
Mentre si trovava al cospetto di Abeforth Silente, Harry aveva sentito lo sguardo gelido di Roll insistere su di lui. Quella sensazione di disagio non lo abbandonava mai, mentre era in sua presenza. La McGranitt al contrario era decisamente preoccupata e Silente ebbe una scintilla di sorpresa solo quando gli riferì del Marchio Nero, per il resto le parole di Harry sembravano solo confermare i suoi sospetti.
– Il Marchio Nero non quadra. – disse quasi sovrappensiero.
- Secondo voi quel Lupo Mannaro da dove saltava fuori? – chiese Ron ancora un po’ scosso al solo pensiero.
- Difficile a dirsi…io avrei un sospetto, ma forse domani ne sapremo di più. Sarà il caso di scambiare quattro chiacchiere con Draco.
- E la tomba di Tosca Tassorosso? Secondo voi chi potrebbe averla aperta e frugato lì dentro? – Nessuno seppe trovare una risposta.
 
- Prima hai detto che volevi parlarci di qualcosa, Harry. Di cosa si tratta? – domandò Hermione.
Dopo qualche istante di silenzio Harry inspirò a fondo e rispose:
- Penso che sia il caso di riformare anche quest’anno l’ES!
Un’espressione stupita si stampò sul volto dei 3 ragazzi, per poi lasciare spazio ad un assenso generale.

- Soltanto noi quattro non possiamo fare molto, anche se agendo in pochi desteremmo sicuramente meno sospetti. Ma ricordate cosa mi ha detto Silente prima? Secondo lui…ehm, secondo loro il pericolo si nasconde dentro Hogwarts.
- Potrebbe essere un’idea! – assentì Hermione – Gli altri dovrebbero ancora avere tutti i galeoni falsi. Sarà il caso di avvisarli quanto prima.
 
Rimasero a parlare dell’idea di Harry e del da farsi finché il fuoco non si estinse del tutto, poi la stanchezza prese il sopravvento. Fu una notte strana, ciascuno di loro fece strani sogni, sogni cupi.
L’indomani mattina, mentre erano tutti nella Sala Grande per la colazione, Abeforth Silente annunciò che il professor Lumacorno era malato e, fino a quando sarebbe durata la sua degenza in infermeria sotto le efficaci cure di madama Chips, a sostituirlo nelle lezioni di Pozioni si sarebbe gentilmente prestato il fantasma del professor Piton.
Un mormorio generale si diffuse tra le quattro lunghe tavolate.
- Avete sentito? – fece Hermione – Non ha detto la ragione per cui Lumacorno sta male.
- Perché…voi lo sapevate già? – domandò allarmato Neville, che era seduto accanto a Ron.
- Ehm… - Ron assunse un’espressione come di un bambino colto in flagrante con le mani nella marmellata – Veramente…sì! Ieri eravamo in missione per conto di Silente…e…insomma…
- Ecco! E non mi avete chiamato! – Neville sembrava ferito – Sapete che voglio esservi d’aiuto.
- Neville – l’interruppe Harry – se l’ES si riformerà, tu, sarai dei nostri?
L’espressione del ragazzo da offesa mutò tutto d’un colpo illuminandosi di entusiasmo e determinazione – Certo!
 
Harry provò ad intercettare Malfoy prima delle lezioni, ma non riuscì a scorgerlo nel momento in cui lasciava la Sala Grande e lo trovò già pronto in prima fila nell’aula di Pozioni. Il fantasma di Piton aleggiava trai banchi con la sua solita espressione arcigna e severa, in attesa che fossero tutti in classe.
- Bene bene, sembra che non vi siate liberati di me come insegnante, a quanto pare! – disse con tono minaccioso lanciando uno sguardo malizioso verso Ron, che iniziò a sentirsi male per un rinnovato senso di colpa. – Qual è l’ultima pozione che avete provato ad eseguire con il professor Lumacorno?
Hermione alzò prontamente la mano.
- Signorina Granger? Vedo che non hai perso la tua irritante vena da “sotutto”…ebbene?
- Il Distillato della Vedova, professore!
- In pieno tempismo con il programma! – disse pieno di sdegno -…non dubito che più della metà di voi abbia fallito, quindi ora voglio che ripetiate questo esercizio davanti ai miei occhi! Aprite i libri, prendete gli ingredienti ed iniziate!
Ron, Harry ed Hermione erano allo stesso banco, due file dietro al banco di Draco.
- Devo provare a parlare con Malfoy, ora! – sussurrò Harry a Ron fingendo di consultare il suo libro. Questi però lo prese per un braccio:
- Sarà pure un fantasma e sarà pure dell’Ordine, ma Piton non ha ancora perso la sua vena sadica Harry!
- Silenzio voi due! – li rimproverò Hermione sottovoce – Pensate a fare la pozione piuttosto!
- Ma Hermione… - provò a controbattere Harry, quando si ritrovò il fantasma di Piton fluttuante accanto a sé.
- Potter! Vedo che la fama non ti ha cambiato affatto…negligente come al solito, eh? Dov’è il tuo libro? O pensi di conoscere le formule a memoria?
Harry era abituato a consultare il libro di Ron durante le ore di Pozioni, da quando l’anno passato aveva lasciato il suo libro, o meglio, il libro del Principe Mezzosangue nella Stanza delle Necessità. Ripensandoci ebbe un lampo di genio, ma si costrinse a trattenersi, per evitare che il professore togliesse dei punti ai Grifondoro.
- Ehm…l’ho dimenticato nel dormitorio…e….ma domani l’avrò con me, professore. – disse impacciato, per la prima volta dopo tempo.
- Vedremo! – il tono di Piton era minaccioso. – Intanto mi poterai “per domani” una ricerca di due pergamene su tutte le controindicazioni del Distillato della Vedova. – aggiunse sogghignando.
 
A fine lezione, Harry era talmente preso dal voler comunicare ai due amici quello che aveva pensato, che si dimenticò di bloccare Draco per affrontarlo. Prese Ron ed Hermione da parte e li trattenne mentre tutti gli altri si avviavano verso l’aula di Trasfigurazione.
- Ho capito!
- Cosa? – gli domandarono all’unisono.
- Ho capito come ha fatto ad entrare ad Hogwarts un Mannaro! Ma certo, come ho fatto a non pensarci ieri sera?
I due amici erano ancora più perplessi ed incuriositi. Harry si guardò attorno, ma il corridoio era deserto ormai, e si convinse a proseguire.
- La Stanza delle Necessità! Non capite? Ricordate lo scorso anno? La notte dell’attacco dei Mangiamorte…la notte in cui Silente è morto…Malfoy ha condotto i Mangiamorte attraverso l’armadio svanitore! E così è stato anche ieri…
- Ma… - provò ad intervenire inutilmente Hermione.
- Silente mi ha detto che avrebbero inscenato un diversivo e noi avremmo dovuto agire nel frattempo, giusto? Ebbene il diversivo evidentemente doveva essere Lumacorno…e la talpa all’interno della scuola deve aver avvertito in qualche modo i Mangiamorte, comunicandogli "come" agire per non destare sospetti e non essere coinvolta in prima persona.
- Pe..pensi a Malfoy? – chiese Ron.
- Non necessariamente. Secondo me, però, la strategia usata da Malfoy lo scorso anno è stata riutilizzata in questo caso e, a quanto pare, con successo. Così si spiega il sangue sulle maniglie del castello…il Mannaro deve aver colpito Lumacorno ed è uscito per … per evocare il Marchio Nero sul castello, certo! E poi…deve aver provato a rientrare, ma ha trovato noi dietro al portone e così è dovuto scappare via dai cancelli o dalla foresta… - tacque per un momento, poi riprese – Avevo pensato che potesse essere Malfoy il Mannaro, ma quando è rientrato nel castello la luna era ancora alta e lui non era mutato.
- Ma come ci sei arrivato? – domandò Hermione.
- Il libro di Pozioni…il libro di Piton…l’ho lasciato nella Stanza delle Necessità, e sarebbe ora che lo riprendessi! Nella lotta contro Voldemort abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile! Ma prima…devo parlare con "Albus" Silente!
- Harry, abbiamo Trasfigurazione adesso! – provò a ricordargli Hermione, ma Harry stava già correndo in direzione dello studio del preside.



Carta Oggetto: Libro di Pozioni del Principe Mezzosangue


_____________________________






(Risposta a Miko)
Messaggio #: 38
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-04-14 18:39:52   
Erebel


Messaggi: 4661
Primo ingresso in Numenor: 2002-08-14
Status: offline
Capitolo XXXV: Di necessità, virtù

Mentre i suoi amici e colleghi si recavano alla lezione della McGrannitt, Harry raggiunse la porta dello studio di Silente. Questa volta non fece in tempo a pronunciare la parola d’accesso, come sempre, perché il varco si aprì prima che potesse farlo. Con un po’ di stupore, Harry entrò nello studio, da dove sentì provenire una discussione apparentemente vivaci fra due voci che conosceva bene.
“Ti dico che è meglio così, Aberforth....ascoltami!” fece la voce del vecchio Preside di Hogwarts, dal quadro a lui dedicato.
“E’ il momento che il ragazzo sappia tutta la verità, Albus! Altrimenti corriamo un grandissimo rischio, lo sai!!” rispose ansioso il fratello.
“Non ancora...deve ancora accadere qualcosa di importante, prima che...” la voce di Albus si interruppe, per aver percepito la presenza di Harry.
“Mi...scusatemi, professore, e signor Preside. Non volevo ascoltare di nascosto ma la porta era aperta...”
“Non ti preoccupare Harry “ fece Aberforth “vieni a sederti qui” indicandogli una sedie imbottita accanto alla sua scrivania.
Harry si spostò lì a testa bassa, un po’ imbarazzato. Dentro di sé però il cuore gli batteva forte...di che cosa stavano parlando, poco prima? Era chiaro che si riferivano a lui con ‘il ragazzo’. Una tensione mista a paura si impadronì del giovane, ma si ripromise di non darlo a vedere ai presenti e di evitare di tirar fuori l’argomento.
“Dicci, figliolo: cosa ti porta qui?” chiese Aberforth. Albus scrutava il volto del ragazzo dietro ai suoi occhiali a mezza luna, pensoso.
Harry raccontò loro tutto ciò che era accaduto e le sue ipotesi sulla presenza e l’accesso dei Mangiamorte a Hogwarts.
I due fratelli annuirono, scambiandosi una rapida occhiata.
“Sì, la tua ipotesi potrebbe essere giusta, Harry” disse Aberforth.
“L’unica cosa da capire è...chi ci nasconda la sua natura di mannaro, qui ad Hogwarts” ribatté Albus.
“Ed anche chi possa essere l’informatore, signor Pr...professore” aggiunse Harry.
“Certamente” gli rispose.
Harry mise al corrente i fratelli Silente della loro intenzione di riorganizzare delle lezioni per l’Esercito di Silente.
Albus sorrise dolcemente, mentre disse al mago:
“E’ un’eccellente idea, Harry, e ti ringrazio di aver portato avanti quest’iniziativa. Tuttavia dovrete stare molto all’erta. Questa volta, il nemico - o la spia - potrebbe essere qualcuno molto vicino a noi.”
Harry rimase lievemente stupito da questa ipotesi, ma poi si mise a rimuginare. Infine disse:
“E se fosse il momento di...passare all’attacco?”
A queste parole i due anziani maghi sgranarono gli occhi. Era la prima volta che sentivano parlare Harry così, e tutti e due pensarono, in quel momento, la stessa cosa: Harry stava diventando un adulto, e ricordava sempre più il carattere deciso e coraggioso di suo padre.
“Dobbiamo scoprire la talpa, e dobbiamo ritrovare in fretta l’Horcrux perduto” proseguì il ragazzo. “E se facessimo girare voci infondate in merito? Magari l’oggetto non ha ancora raggiunto le mani di Voldemort. Forse è nascosto qui, dal mangiamorte, in attesa di poterlo fare uscire o di consegnarlo a lui, proprio qui!”
“In altre parole, Harry” disse Aberforth “stai pensando ad una...trappola?”
“Esattamente” rispose il giovane.
I tre rimasero a discutere ancora un poco di come mettere in pratica quest’idea, e solo alla fine della lezione Harry raggiunse i suoi amici.
“Harry, dicci tutto! Cosa ti hanno detto?” chiese ansiosa Hermione, mentre andavano a pranzo nella Salone.
“Ora non ho tempo per spiegarvi tutto...ma è ora di fissare un appuntamento per l’ES, Hermione” disse lui strizzandole l’occhio.
“Quando...?” chiese lei.
“Domani notte. Abbiamo tutto il tempo per prepararci. Ma intanto” fece Harry abbassando la voce e avvicinandosi a lei, Ron e Ginny “dobbiamo andare nella Stanza delle Necessità, appena finiscono le lezioni!”.
Ron, con la sua solita faccia imbambolata, aggiunse
“Non ci ho capito nulla, Harry...ma ti seguo!”.
I quattro si ritrovarono nel pomeriggio, prima di cena, nell’ala del Castello apposita.
Harry si concentrò a lungo, passeggiando davanti a dove sarebbe comparso l’ingresso, fin quando una porta non comparì magicamente, e i quattro vi entrarono, cautamente.
“Già che siamo qui, Harry...se la tua ipotesi fosse vera, sarebbe il caso di distruggere una volta per tutte l’Armadio Svanitore, non credi?” disse Hermione alzando al sua bacchetta e cercando tra le carabattole il vecchio armadio.
“No!” esclamò Harry facendo sobbalzare tutti.
“Ci serviremo dell’Armadio, questa volta. Per attirare il possessore dell’Horcrux” aggiunse Harry, serio.
Ron deglutì a forza, poi guardò l’amico negli occhi. “E’ il momento di affrontarli, Harry...vero?”
Il giovane dai capelli spettinati annuì lentamente. Hermione e Ginny si scambiarono un’occhiata eloquente, poi quest’ultima si rivolse ad Harry.
“Spiegaci tutto, Harry...”
E così fece. Il piano, se ben realizzato, doveva far pensare al trafugatore che la Coppa di Tassorosso in realtà non era quella custodita nella tomba, che invece ne conteneva una copia, ben nascosta all’interno di Hogwarts. Questa però sarebbe servita a riconoscere la vera coppa, che alla vicinanza dell’altra si sarebbe illuminata di rosso. Quest’informazione doveva girare di soppiatto fra pochi confidenti dell’Ordine e fra i fiancheggiatori, in modo da apparire verosimile e segreta.
L’idea era di attirare il nemico a passare nuovamente per l’Armadio Svanitore, e di intrappolarlo nella Stanza delle Necessità con l’Horcrux in mano.
I ragazzi si guardarono a lungo, una volta finito di discutere con Harry. Era calata la notte ed era ora di tornare a cena, o gli altri si sarebbero insospettiti.
“Ecco, prendo il mio libro di Pozioni e andiamo!”
“Non è proprio tuo, Harry...ricordati che potrebbe essere pericoloso!” lo ammonì Hermione.
Harry raccolse il libro in mezzo ad altri oggetti polverosi, e i quattro amici uscirono dalla stanza.
“Domani notte, proveremo nuovi incantesimi di attacco e difesa. Anche se ci saranno membri dell’Ordine con noi, dobbiamo essere pronti!” esclamò il mago.
Gli altri annuirono, e nel buoi serale, si avviarono verso il Salone. L’atmosfera era pesante e allo stesso tempo eccitante, ma ciascuno di loro sapeva a che rischio si andava incontro.

---

Carta luogo: Stanza delle Necessità


_____________________________



(Risposta a Arwen)
Messaggio #: 39
OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen - 2007-04-17 13:48:46   
Haisonder

 

Messaggi: 582
Primo ingresso in Numenor: 2004-07-05
Da: Nenuial
Status: offline
Capitolo XXXVI: Hermione contesa
 
 
Harry passò la notte a leggere, a chiar di bacchetta (Lumus ! .. Lumus ! .. Lumus ! ..), il vecchio e malconcio libro di pozioni che era stato un tempo del Principe Mezzosangue.
Gli era venuta l’assurda speranza di riuscire a decifrare, in quell’incoerente accozzaglia di appunti, un indizio od un idea su come distruggere un Horcrux o come impartire una Benedizione Letale .. il che era poi, a quanto capiva e sperava, la stessa identica cosa ..
Le ore passavano veloci tra formule brillanti, nuovi incantesimi e consigli su come far quagliare con l’aggiunta di elleboro ed asfodelo il Ricostitunte Rinvigorente, una pozione delirante che non avrebbe certo sfigurato su uno degli scaffali dei Tiri Vispi Wesley ..
I lupi che ululavano nella Foresta Proibita, il castello che ululiva proprio lì dove stava, i richiami dei gufi nella notte ed il lieve russare di Neville fecero compagnia all’insonnia del ragazzo ed alla sua smania di scoprire.
A volte, di scatto, Harry sollevava il capo, quasi aspettandosi di veder aleggiare il perlaceo riflesso del vecchio possessore del libro di pozioni, ma l’unico movimento nel dormitorio addormentato era quello della sirena di vetri piombati, alla finestra, che indecifrabile si spazzolava i capelli ramati con un ipnotico oscillare del piccolo pettine d’osso
La testa del ragazzo ciondolò infine, poco prima dell’alba, ed il canto del gallo ed il brusio dei dormitori lo trovarono assopito, il libro di pozioni ancora in mano.
 
 
Quando, sbadigliando, scese le scale del dormitorio insieme a Ron, Harry iniziò mentalmente a fare la conta di quanti, dell’Esercito di Silente, erano ancora a scuola ..
In due anni qualcuno di loro aveva finito gli studi; altri, come Fred e George, aperto addirittura attività in proprio .. Con alcuni, come Cho e quella voltagabbana della sua amica o come Zacharia Smith, si erano incrinati i rapporti; altri poi, come Cali e Padma Patil, erano stati ritirati da scuola dai loro genitori ..
Mentre tirava una linea nera dopo l’altra sulla sua lista mentale, Harry si rese conto che li si sarebbe potuti quasi contare sulla dita di una mano: i suoi Grifondoro rimasti .. e pochi altri ..
Quasi sovrappensiero, la mente ancora stordita dalla notte insonne, Harry prese un bicchiere e si versò da bere da una caraffa posta su uno dei tavoli davanti al caminetto della Sala Comune.
Il liquido era dolce, fresco ed invitante, dorato, con un lieve retrogusto di fiori e di olio aromatico per manici da scopa .. immediatamente la mente gli si schiarì e subito ci vide chiaro: al diavolo Voldemort ! al diavolo Piton, Draco ed i Lupi Mannari ! .. al diavolo l’Esercito di Silente !, al diavolo lo stesso Silente ! ..
Dov’era Hermione? Dov’erano il suo sorriso ed i suoi profumati capelli ricci? Dove le sue mani vellutate ed il suo fare gentile? Dove la sua saggezza e la sua intelligenza? Dove la sua bocca vellutata ed il suo giovane corpo in fiore?
Harry si voltò attorno, improvvisamente triste e depresso .. si sentiva solo ed abbandonato .. la vita non aveva senso lontano da lei ..
Ogni residuo di pensiero coerente venne spazzato via quando la vide .. radiosa, bella: scendeva le scale dei dormitori femminili assieme ad una ragazzina dai capelli rossi.
La felicità avvolse Harry, ed il ragazzo sorrise: “Hermione .. cara ..” Gorgheggiò. Poi si avvicinò alla ragazza, facendosi largo tra gli altri studenti, e la baciò, con passione e trasporto, affondando le mani nei suoi capelli e stringendo a se la fanciulla .. il calore, il calore del suo corpo .. il sapore delle sue labbra ..
Il cuore prese a battergli all’impazzata, gli sembrava di sognare, gli sembrava di volare .. e .. volò !
Ron lo fece girare di scatto, il volto distorto dalla rabbia, e lo colpì al mento con un destro deciso che lo mandò a sbattere contro un tavolino.
Harry si rialzò di scatto, gettandosi addosso all’amico e buttandolo a terra con una presa alla vita: era un rivale, e  doveva eliminarlo!
Hermione, sconvolta, i libri di lezione caduti a terra, osservò esterefatta i due amici che si picchiavano davanti a lei .. per lei ..
Inorridita, mentre Dean Thomas e Neville si precipitavano a dividere Ron ed Harry, Hermione si voltò a cercare Ginny con lo sguardo, ma fece solo in tempo a vederla correr fuori dalla Torre dei Grifondoro, in lacrime, sconvolta ..
“Oh povera me ..”
Balbettò ..
 
 
Ginny, in lacrime, si precipitò dentro ai servizi, di corsa ..
La porta sbattè, facendo ondeggiare, pericolosamente, il cartello con la scritta “Bagno Guasto” appeso fuori dall’entrata.
Era un posto squallido: il pavimento di pietra era bagnato e macchie di muffa scurivano la base delle pareti dei divisori dei servizi igienici.
Ginny, ansante, appoggiò le mani sul bordo del grande lavabo di marmo e singhiozzò, sconvolta, le lacrime che scorrevano, copiose, sul suo viso.
Si sentiva tradita, e beffata .. se pensava che .. che ..
Oddio ..
D’improvviso si tirò su, il volto pallido, bianchissimo: portò le mani alla bocca e si precipitò nei servizi ..
“Che schifo .. Meno male che non dormivo sul mio sifone ..“
Chiocciò, svampito, l’inconsistente riflesso di Mirtilla Malcontenta, torcendosi una ciocca di capelli tra due dita della mano destra, un sepressione maliziosa e sbarazzina sul viso.
“Ancora quelle nausee mattutine, cara?”
Continuò, mentre Ginny, le mani appoggiate al bordo della tazza, tirava su anche l’anima.
La sirena di vetri piombati, alla finestra, ebbe un sorriso, anche se appena accennato, gli occhi ridotti ad una fessura, taglienti .. di vetro ..
 
 
“Forte!”
I flash delle macchine fotografiche di Dennis e Colin Canon scattarono all’unisono.
“Non ci capisco più un acca ..”
Balbettò Lavanda, scuotendo il capo.
“Nemmeno io”
Rispose Ermione, osservando i due amici trattenuti dallo scannarsi a vicenda solo dalla presa ferrea degli altri compagni di scuola.
Poi il suo sguardo cadde sulla brocca di liquido dorato .. perplessa, la sollevò e ne annusò il contenuto ..
“Amordentia!”
Esclamò, ed i suo occhi, sgranati per la sorpresa, si incupirono subito ..
 
 
Carta Incantesimo o Pozione
Amordentia



< Modificato da Haisonder -- 2007-04-17 13:50:39 >

(Risposta a Erebel)
Messaggio #: 40
Pagina:   <<   < Precedente  1 [2] 3   Successiva >   >>
Home >> [Mittalmar] >> Andustar ~Giochi & Hobbies~ >> Once Upon On Line (III Ed.): Harry Potter e... Il Finale di Ilquen >> OUOL - Harry potter e .. il finale di Ilquen Pagina: <<   < Precedente  1 [2] 3   Successiva >   >>
Trasferimento rapido:





Nuovi Messaggi Nessun Nuovo Messaggio
Hot Topic con nuovi messaggi Hot Topic senza nuovi messaggi
Chiuso con Nuovi Messaggi Chiuso senza nuovi messaggi
 Inizia Thread
 Risposta
 Effettua Un Sondaggio
 Partecipa al Sondaggio
 Cancella propri messaggi
 Cancella propri threads
 Assegna voti ai messaggi


2003

Ilquelin che utilizzano IE: Zoom 120% | Zoom 100%

Forum Software © ASPPlayground.NET Advanced Edition 2.5.5 Unicode