Maeve
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Primo ingresso in Numenor: 2003-05-11
Da: Medhelan
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io personalmente non parto dal presupposto che ciò che c'è scritto ne "Il codice Da Vinci" sia la verità rivelata, ma la cosa che mi ha affascinata più di tutte, più che la storia sul Graal in se stesso, è proprio tutto ciò che riguarda Leonardo. La simbologia presentata nel libro è reale e su questo non c'è dubbio, abbinarla o meno, poi, a Leonardo forse è un altro paio di maniche, il fatto però che lui sia appartenuto davvero al Priorato è incontestabile in quanto riportato storicamente e il fatto che il priorato fosse molto probabilmente collegato ai Templari prima e alla Massoneria poi è anch'esso un fatto da tutti riconosciuto. Quello di cui tu parli, Surion, è invece il moderno Priorato di Sion reinventato da un personaggio francese. Qui entra in gioco la parte romanzata in cui Brown ipotizza che il priorato esista tutt'ora. Il priorato messo in piedi da Pier Plantard all'inizio di questo secolo non aveva nulla a che fare con l'antico priorato ed oltretutto non era nemmeno così segreto. Dal mio punto di vista ciò non esclude la possibilità che esista ancora qualche società occulta di questo tipo, così come è sopravvissuta a tutt'oggi la massoneria e così come ad esempio esistono ancora i cavalieri di Malta che altro non sono che una cellula separatasi molto tempo fa dai templari. Con questo, inoltre, non dico nemmeno che sicuramente, se un priorato moderno esiste effettivamente, che questo abbia davvero la custodia o solo la consapevolezza di dove sia il Graal o se esista veramente. Una cosa è certa, esistono dei simbolismi e dei "codici" che noi abbiamo disimparato col tempo a capire tramite una campagna di disinformazione fatta dalla chiesa cattolica negli ultimi 2000 anni. E' innegabile, però, che ci siano sempre state delle persone che hanno mantenuto viva nel tempo una tradizione, o anche solo qualche parte di essa, che in qualche modo è giunta sino a noi. E per tradizione intendo non solo ciò che riguarda conoscenze a noi ormai negate per diversi motivi, ma anche tradizioni popolari che in un modo o nell'altro sono arrivate sino a noi sopravvivendo, integrandosi ed adattandosi al tempo che passava. Ciò mi permette quantomeno di mantenere una porta aperta a tutto ciò che può spiegarmi l'origine di tali tradizioni, lo stesso vale per la simbologia. Se oggi viviamo in un mondo in cui, bene o male, si può esprimere appieno la propria idea o il pensiero che si ha su un qualche argomento, una volta non era così e sono innumerevoli i casi di pittori, scrittori ed artisti di vario genere che infarcivano le loro opere di "messaggi" nascosti che solo chi aveva certe conoscenze era in grado di leggere. Un esempio eclatante (e qui ritorna una delle mie fisse) è Castel Del Monte ad Andria (in provincia di Bari) che è un vero e proprio monumento in codice, in cui anche il minimo particolare architettonico ha un significato, il problema è che ancora non si è capito qual è questo significato. Io personalmente ritengo che un libro come "Il codice Da Vinci" non debba essere ritenuto un manuale di simbologia o un saggio sul Graal, ma non metto in dubbio il fatto che sia fondato in gran parte su fonti di studio reali. In fondo rappresenta semplicemente un'interpretazione verosimile di teorie su cui si studia da secoli ormai. Addirittura, per quanto riguarda la storia di Gesù, ci sono teorie che portano spiegazioni convincenti del fatto che Gesù non sia morto in croce e che quindi non sia risorto, ma semplicemente che agonizzante sia stato curato e poi sia scappato in Asia e lì abbia influenzato la cultura di una zona dell'India (se non sbaglio, al momento la memoria mi fa acqua) tanto che esistono molte similitudini nella religione di una delle tribù allora lì presenti e che addirittura quelli siano proprio i discendenti di Gesù. E' ovviamente una teoria, come ce ne sono moltissime sul Graal e su tantissime cose. Probabilmente non ci sarà mai data certezza su quale sia quella giusta (sempre che una giusta ci sia) ma con questo non vedo perchè escluderle tutte a priori solo perchè non incontrano il nostro pensiero, o forse in questo caso è meglio dire "dogma". Dopo le teorie, comunque, entrano in gioco ben altri fattori che sono strettamente personali, come ad esempio le cose in cui ognuno di noi crede o vuole credere, oppure, utilizzando una parola che a me non piace molto ma che forse è la più adatta in una discussione come questa, la "fede". Per concludere: "Il codice Da Vinci" è un romanzo e come tale ha degli elementi di fiction, ciò non toglie che non tutti gli elementi siano inventati e sta a chi interessa cercare di vedere dove questi elementi vengono fusi gli uni agli altri con coerenza e dove no, per cui io non lo riterrei un "falso" in termini assoluti, ma semplicemente un libro da cui, se si ha interesse e voglia, poter prendere degli spunti.
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